Domenica, 29 Giugno 2025 07:06

EX ILVA-TARANTO/ Gozzi (Federacciai): non si può decarbonizzare in tempi brevi. Toma (Confindustria): lo Stato deve esserci In evidenza

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 “Occorre evitare di confondere il concetto di ambientalizzazione, cioè di eliminazione di tutte le emissioni nocive per la salute umana, con i processi di decarbonizzazione”. Lo ha detto a Taranto, in un incontro in Confindustria Taranto, il presidente di Federacciai e special advisor per l’Autonomia Strategica Europea, Piano Mattei e Competitività di Confindustria, Antonio Gozzi.

   “Per quanto riguarda il primo aspetto - ha detto Gozzi sull’ex Ilva di Taranto - sono stati effettuati interventi specifici fondamentali per ambientalizzare gli impianti, tali da portare lo stabilimento di Taranto ad essere uno dei più ambientalizzati del mondo e a incidere sempre meno sulla salute. Il secondo concetto riguarda l’eliminazione del CO2 dai processi industriali, in particolare dagli altiforni. Questa distinzione - secondo Gozzi - non viene mai fatta, ma la decarbonizzazione è la lotta al cambiamento climatico che poco ha a che fare con le note problematiche del territorio. Ora sappiamo che per realizzare gli impianti di Dri con i forni elettrici - quindi la decarbonizzazione della produzione - ci vorrà ancora qualche anno. Impossibile pensare che si possano fare in tempi brevi. Poi occorre che l’Autorizzazione integrata ambientale consenta l’esercizio di almeno due altiforni fino a quando non saranno realizzati i forni elettrici Dri, e che si rifaccia alle regole europee senza le attuali eccessive prescrizioni. Inoltre - ha aggiunto Gozzi - occorre che il Governo italiano si batta affinché in Europa ci sia una proroga delle quote gratuite di CO2 perché altrimenti i forni di Taranto che dovranno lavorare per i prossimi cinque anni produrranno costi dell’acciaio altissimi”. Infine per Gozzi, serve risolvere “il problema della percentuale di idrogeno da mettere negli impianti Dri, perché le indicazioni europee sono di un utilizzo massivo di idrogeno - si parla del 70% al posto del gas dopo il quarto anno - per questo aspetto è importante far notare che tutti i progetti europei di siderurgia ad idrogeno stanno fallendo, perché l’idrogeno costa troppo. In altre parole, la decarbonizzazione con l’idrogeno in queste percentuali non si può fare”.

Il presidente di Confindustria Taranto, Salvatore Toma, ha dichiarato che “la situazione attuale riguardante l’ex Ilva è delicatissima e in quanto tale necessita di scelte ponderate, frutto di adeguate riflessioni e soprattutto dettate dal buon senso. Tutto quello che si deciderà oggi inciderà nella vita presente e futura del nostro territorio, nella sua interezza, della fabbrica e del Sistema Paese”.

   "I nostri auspici - ha spiegato Toma nell’incontro con Gozzi - vanno essenzialmente in due direzioni: tutti gli attori, territoriali e non, si assumano piena responsabilità delle loro scelte ma che lo facciano anche con cognizione di causa rispetto alle ricadute che tali scelte produrranno sul territorio da qui ai prossimi anni, in considerazione dell’importanza strategica che lo stabilimento investe a livello nazionale ed europeo. Allo stesso tempo - ha rilevato Toma – auspichiamo che l’acciaieria, nel suo prossimo assetto, possa contare sulla presenza maggioritaria dello Stato, sia pure transitoria, per garantire solidità e continuità alla fabbrica - di là di quello che sarà il soggetto acquirente - capitalizzando l’ottimo lavoro svolto dal management commissariale in questi ultimi mesi di transizione della fabbrica. Mesi difficilissimi che hanno gestito nella maniera migliore possibile”. 

    

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