Il cammino della difesa del fiume Tara torna alla sorgente.
I cittadini e amici del Fiume Tara si sono dati appuntamento: domenica 9 marzo, a partire dalle ore 10, presso la fermata dell’autobus a Lido Azzurro per una giornata di raccolta rifiuti sulle sponde del Tara. L'iniziativa nasce per restituire decoro al fime, ribadire la sua cittadinanza nella geografia dei nostri sentimenti e, per dare un messaggio alla Regione Puglia: “giù le mani dal Tara”.
La Regione Puglia ha approvato la costruzione del dissalatore alle sorgenti del fiume pur avendo ricevuto parere negativo dal Ministero della Cultura e dalla Soprintendenza, che ritengono l’opera incompatibile con il contesto ambientale e paesaggistico della zona.
La raccolta sarà effettuata dividendo i presenti in tre gruppi operativi: area “ponte”, area “trampolino”, area “conchette”. I partecipanti dovranno munirsi di guanti, sacchi per i rifiuti e colazione al sacco. Al termine si svolgerà la riunione per organizzare un sit-in a Bari. La sete della Puglia dovrà essere incanalata verso alternative possibili, come: Riuso delle acque reflue; Riduzione delle perdite nella rete idrica; Potenziamento delle infrastrutture quali gli invasi già realizzati da tempo e inutilizzati. Taranto paga e ha pagato già un prezzo altissimo con danni ambientali irreversibili o quasi. “Giù le mani dal Tara”. Intanto sul caso è botta e risposta su tesi antitetiche. Il dissalatore di Taranto è conforme ai criteri della Tassonomia UE e il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) non si è mai opposto né al progetto né alla desalinizzazione in generale. Lo evidenzia una nota l’Acquedotto Pugliese che risponde così al Comitato. AQP sottolinea che la desalinizzazione è indicata dallo stesso CNR come una “importante alternativa” per affrontare la crisi idrica.
Nel rapporto Siccità, scarsità e crisi idriche, il CNR riconosce la necessità di diversificare le fonti idriche, citando la Puglia come esempio di regione che, a causa della progressiva riduzione degli acquiferi costieri, sta investendo nella dissalazione per migliorare la resilienza del sistema idrico. In particolare, il fiume Tara viene considerato idoneo alla tecnologia dell’osmosi inversa grazie alla bassa concentrazione di solidi totali disciolti, facilitando lo smaltimento delle salamoie in mare.
Il dissalatore di Taranto è stato autorizzato dopo un rigoroso iter tecnico e ambientale. La salamoia prodotta avrà una concentrazione inferiore rispetto all’acqua marina, il fabbisogno energetico sarà interamente coperto da fonti rinnovabili e non saranno necessarie nuove opere sul fiume, poiché verranno utilizzate le prese esistenti. Inoltre, sarà garantito un deflusso ecologico costante, secondo un modello già applicato in 200 fiumi italiani e validato dall’ISPRA.