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Giornale di Taranto - SUCCEDE A SANREMO/ Da Taranto il presidente di Dis-Education attacca: al Festival la disabilità esposta come fenomeno da compatire
Domenica, 16 Febbraio 2025 15:09

SUCCEDE A SANREMO/ Da Taranto il presidente di Dis-Education attacca: al Festival la disabilità esposta come fenomeno da compatire In evidenza

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di Lucia Pulpo 

 

Il festival di Sanremo 2025 ha offerto, a tutti gli spettatori, un viaggio a ritroso nel tempo, quando i disabili non erano considerate persone ma corpi che soffrono e fanno soffrire chi gli sta vicino per servirli. 

Questo, in estrema sintesi, è quanto dichiarato con comunicato stampa da ”Al.Di.Qua. Artists” - Alternative Disability Quality Artsts, associazione di categoria di artiste e artisti con disabilità.

Le serate incriminate sono le prime 3, quando non si è parlato di persone con le loro passioni e il loro impegno ma sono stati mostrati disabili da accudire e far sorridere: l’attivista Sammy Basso in braccio a Jovanotti, gli anonimi attori del teatro patologico rappresentanti di una comunità che soffre quando non recitano. 

Facce anonime perché il presentatore, Carlo Conti, ha interloquito soltanto col regista normodotato come fosse l’unico a far qualcosa per la società.

Sotto accusa è la direzione artistica della Kermesse canora perché ha puntato sull’effetto pietistico che tale impostazione avrebbe, ed ha, prodotto incuranti delle lotte che facciamo per smarcarci da questa mentalità che ci vorrebbe mettere all’angolo della società, un angolo buio dove nessuno debba vederci e confrontarsi con nostri desideri, aspirazioni e capacità. I nostri limiti fisici o psichici non devono compromettere la nostra intera esistenza, non sono e non devono essere il senso e significato unico della nostra vita; siamo persone e siamo il soggetto del nostro racconto non comparse sulla scena di chi vuol commuovere il pubblico al pensiero della sofferenza fino alla morte.

Purtroppo questo messaggio non è un’esclusiva del Festival della canzone italiana, tuttavia il palco dell’Ariston ha amplificato l’eco stonata che frantuma ogni possibile pazienza e resistenza come ci ha detto Marco D’Andria, presidente dell’associazione Dis-Education: “  Il festival ha mostrato, in prima serata tutti i limiti della nostra Nazione.

Penso che la Rai sfrutti la diffusione mediatica del Festival per tutelare interessi lontani dalla comunità dando sempre meno importanza alla musica e al suo enorme potere!

Negli ultimi anni, Noi con tante associazioni di categoria stiamo facendo un lavoro immenso per sensibilizzare e educare sulla corretta comunicazione che dia dignità e rispetti l'identità di ognun* e crediamo sia assurdo che dei "professionisti della comunicazione" in una emittente Nazionale utilizzino un linguaggio cosi retrogrado e abilista. 

Qualcuno parla di "telemeloni" con riferimento alla censura e al sostegno di Israele, ma anche in questo caso c'è un errore di comunicazione? 

Crediamo che la verità sia nel mezzo, personalmente dopo aver visto le prime due serate del festival ho scelto di non vedere le successive un po' per protesta un po' per salvaguardare me stesso. 

Siamo ciò che mangiamo e dobbiamo aver cura e selezionare anche il cibo per la mente!”