Sono partiti dal sito ex Cemerad di Statte, alle porte di Taranto, gli ultimi 141 fusti pericolosi che facevano parte di uno stock complessivo di 16.600, tra cui anche molti radioattivi con materiali provenienti dalla centrale nucleare di Chernobyl. I fusti sono stati allontanati a più riprese, in parte spediti anche all’estero, trattati e smaltiti. L’operazione - guidata dal commissario di Governo, Vera Corbelli - ha richiesto dieci anni di tempo e la spesa di 20 milioni erogati in tranche, di cui 2 relativi alla riqualificazione dell’area. Prima dell’arrivo del commissario nel 2015, il sito con i fusti era rimasto abbandonato per circa 15 anni. Alla partenza dell’ultimo mezzo con i fusti ha presenziato oggi il vice ministro all’Ambiente, Vannia Gava. “É una giornata importante - ha detto Gava - e questo è un lavoro straordinario di messa in sicurezza. Presto avvieremo anche le pratiche per dare al territorio un sito pulito e riutilizzabile. È stato fatto un lavoro grandissimo, un orgoglio per il nostro Paese far vedere quello che siamo in grado di fare per mettere in sicurezza i territori. É chiaro che a monte dobbiamo fare cultura ambientale perché queste cose non devono accadere”.
Circa il tempo trascorso prima di chiudere la rimozione dei fusti pericolosi, il vice ministro all’Ambiente ha detto: “È vero che il commissario Corbelli è stata nominata dieci anni fa, e vero che nel 2021 ha chiesto risorse che con la legge di Bilancio gli sono state date e abbiamo potuto proseguire velocemente con la chiusura della bonifica, ma è anche vero che sono 16.640 fusti. Non proprio due cosine da portare via e il tutto messo in sicurezza e gestito con la massima sicurezza. Credo quindi che il tempo sia stato anche poco”. Non ancora deciso che si farà dell’area ex Cemerad. Per il vice ministro, “va fatta la caratterizzazione e bisogna vedere. Probabilmente non necessita neanche della bonifica, però è tutto da vedere. L’intenzione è quella di ridare questo territorio alla comunità”. Mentre il commissario Corbelli ha aggiunto: “Adesso non ci resta che abbattere questo capannone, un capannone molto, molto fragile, vulnerabile, e che ha costituito un alto pericolo per la zona poiché accessibile a tutti quanti. Ha costituito una delle ‘bombe’ sul territorio che potevano creare problemi non solo a Taranto ma ad un territorio molto più vasto Dopo tutto - ha rilevato ancora Corbelli -, io vorrei creare uno spazio verde, un simbolo, per dire che quando le forze sane di un Paese si mettono insieme, riescono ad abbattere i pericoli e dare anche un messaggio alle future generazioni”