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Giornale di Taranto - GRANDI MANOVRE/ Vendita dell'ex Ilva, Uilm: se Jindal spegne le cokerie chiude lo stabilimento
Mercoledì, 22 Gennaio 2025 07:48

GRANDI MANOVRE/ Vendita dell'ex Ilva, Uilm: se Jindal spegne le cokerie chiude lo stabilimento In evidenza

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 La Uilm lancia l’allarme sui propositi annunciati dal gruppo Jindal per Acciaierie d’Italia, l’ex Ilva, e mette in guardia sulla chiusura delle cokerie a Taranto. Per il sindacato, il piano Jindal “rischia di portare alla chiusura definitiva degli stabilimenti”. Per Rocco Palombella, segretario generale Uilm, “se, come ha dichiarato il direttore europeo di Jindal Steel, il primo atto del piano industriale sarebbe quello di chiudere subito gli impianti di cokeria a Taranto, questo porterebbe inevitabilmente alla fermata della produzione e alla chiusura definitiva dell’ex Ilva. Una dichiarazione gravissima che sta creando forti preoccupazioni tra i lavoratori in tutti gli stabilimenti e una grande indignazione. Questo piano lo abbiamo già visto a Piombino, quando nel 2014 fu chiuso l’altoforno con la promessa di costruire forni elettrici che a oggi ancora non ci sono”. “Per noi - aggiunge Palombella - la transizione all’elettrico e la decarbonizzazione devono avvenire in maniera graduale, con gli altoforni in marcia adeguati dal punto di vista ambientale, avviando contemporaneamente la costruzione di forni elettrici e impianti di pre ridotto che andranno a sostituire l’attuale produzione a carbone. Solo così sarà possibile salvaguardare l’ambiente, l’occupazione, diretta e indiretta, e la produzione. Il risanamento ambientale potrà essere realizzato solamente con gli impianti in marcia e la continuità produttiva”.

    Riteniamo gravi quindi le parole di Misra sull’occupazione - rileva la Uilm nazionale - perché non sono previste garanzie per tutti i lavoratori, diretti, dell’appalto e in Ilva AS, ma si fa riferimento genericamente a un numero necessario di lavoratori in base a un teorico livello produttivo e questo per noi è inaccettabile”. Secondo Palombella, “i lavoratori e tutte le comunità interessate in questi anni hanno pagato il prezzo più alto e quindi meritano più rispetto e considerazione da parte di chiunque acquisterà l’ex Ilva. Per noi resta fondamentale una presenza dello Stato all’interno della futura società, con ruolo e poteri decisionali e non come è avvenuto con Mittal. Altro che Golden Power! Solo così sarà possibile far rispettare l’effettivo impegno sugli investimenti, il risanamento ambientale e un futuro occupazionale e produttivo di tutti i siti dell’ex Ilva”.

     A giudizio di Palombella, “per accompagnare questo complicato processo ci aspettiamo dal Governo in via preliminare un impegno concreto, non solo con ammortizzatori sociali, ma anche con interventi legislativi che prevedano anticipi pensionistici per i lavoratori esposti a sostanze nocive, come l’amianto” aggiunge. “È arrivato il momento della convocazione del tavolo a Palazzo Chigi per avere chiarimenti e dettagli da parte di Governo e Commissari sulle offerte presentate”, conclude Palombella.

Ultima modifica il Mercoledì, 22 Gennaio 2025 07:53