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Giornale di Taranto - REALTÀ TARANTINE/ Candida Semeraro: "con Ammostro abbiamo realizzato il sogno di contribuire al cambiamento della città"
Martedì, 07 Gennaio 2025 07:03

REALTÀ TARANTINE/ Candida Semeraro: "con Ammostro abbiamo realizzato il sogno di contribuire al cambiamento della città" In evidenza

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di Lucia Pulpo 

Coltivare sogni, mettere a frutto le proprie passioni, dare concretezza al talento ed esserci quando c'è da unirsi per una realtà migliore. Candida Semeraro c'è alle  manifestazioni e cortei ai per la città, per le persone con disabilità, contro la violenza sulle donne. Lei è un’attivista dal capello sbarazzino, disponibile e curiosa di quel che gira intorno al “sociale”. Grazie a lei è possibile toccare la vita che ha ripreso la zona di Porta Napoli, i locali e la rinascita dell’artigianato locale. Da qui, dal suo “Ammostro”  inizia il nostro viaggio alla scoperta del nuovo anno. La incontriamo durante una riunione. 

 Cos’è Ammostro? E chi c'è dentro? 

Non pensavo fosse così complicato rispondere a questa domanda, provo a fare un passo indietro per guardare Ammostro da una prospettiva più ampia e chiedermi di nuovo “Cos'è?” 

Inizio dalla parte più semplice, Ammostro e un’Associazione di Promozione Sociale con sede a Porta Napoli all’interno di uno dei capannoni che caratterizzano lo storico quartiere artigianale di Taranto. Fulcro principale è la serigrafia artigianale declinata in diverse forme, dalla stampa per la personalizzazione di accessori, t-shirt e poster, alla stampa d’artista fino al cuore pulsante che è la serigrafia naturale, caratterizzata dall’impiego di pigmenti estratti dalle piante della macchia mediterranea e trasformati in colore serigrafico. E fin qui tutto chiaro, ma Ammostro non è solo questo, è uno spazio creativo, un contenitore di idee e progetti. All’interno del suo laboratorio c’è anche una sartoria e costumeria che si occupa di tecniche di cucito artigianale e design innovativo, con laboratori di restyling promuovendo il riciclo creativo e poi c’è una sala prove musicale che accoglie i musicisti del territorio in un ambiente stimolante per le loro sperimentazioni sonore. Ma ancora non basta a spiegare Cos'è Ammostro, perché Ammostro è casa, è quel posto del cuore che ti accoglie e ti fa immergere nel suo di mondo. Si perché varcando quella soglia vai oltre, prima sei sul marciapiede di via Costantinopoli dove le problematiche che caratterizzano la zona sono abbastanza evidenti e poi entrando quasi non te lo aspetti cosa ci sia dopo. La respiri subito la sua aria creativa, percepisci il “fare” e viene voglia anche a te di fare, provare, sperimentare, cimentarti in qualcosa di nuova che sia un’esperienza serigrafica, un laboratorio di cucito o entrare in sala prove e sederti alla batteria con le bacchette in mano e tu nemmeno la sai suonare la batteria. Ma alla fine che importa, sei da Ammostro qualcosa la farai e sarà bello! 

E poi c’è la parte educativa, il lavoro di inclusione sociale nei quartieri con le categorie più vulnerabili, i laboratori formativi nelle scuole per affrontare in modo nuovo tematiche ambientali e sociali attraverso l’arte e l’artigianato, la creazione di una rete partecipativa che contribuisca in modo significativo alla crescita civica, formativa e culturale di questo territorio. 

Forse può bastare a spiegare cos’è questo Ammostro, anche se di sicuro qualcosa l’ho scordata ma forse è meglio così, magari lascio la curiosità di venire a trovare me, Maria e Fabio per scoprire il resto. 

Nell'incontro ricorre il concetto di “Comunità educante”. Educazione e futuro, perché in un laboratorio di artigianato? 

     Da quando il progetto muove i sui primi passi, abbiamo sempre avuto una particolare attenzione alla formazione e sensibilizzazione rivolta ai più giovani, avvalendoci dell’arte e dell'artigianato come strumento educativo per la creazione di nuove visioni. È un percorso che parte dall’imparare facendo, un fare concreto legato ai materiali impiegati e all’ambiente che ci circonda. Proprio attraverso l’arte serigrafica viene intrapreso un percorso più ampio e creativo che accompagna i partecipanti a conoscere da una nuova prospettiva la bellezza della natura del nostro territorio, sperimentare in modo diretto la magia dei colori naturali e rispettare i tempi lenti del processo artigianale. L’artigianato è espressione dell’identità di un territorio e della sua popolazione, racconta la sua storia, la sua cultura e le sue radici. Rappresenta un modo alternativo di educare, dove il braccio e la mente lavorano insieme, dove ogni studente è creatore della propria conoscenza. 

Stare qui è come entrare nel film “Midnight in Paris” di Woody Allen con atmosfera soffusa quasi sognante e irreale. Qual è la vostra Taranto? 

La nostra Taranto cerchiamo di costruirla giorno per giorno con il lavoro che portiamo avanti da dieci anni con Ammostro, perché siamo delle sognatrici e continuiamo a sperare che queste piccole e semplici azioni possano contribuire al cambiamento che tanto desideriamo. 

Ed è bellissima la percezione che hai avuto di quella serata, fa capire come può bastare davvero poco per essere proiettati in una nuova visione e iniziare a farne parte, serve un po’ di musica e l’anima di persone che come noi vogliono cambiare questa città. 

 

La maggior parte della gioventù tarantina migra e si afferma 

altrove, come i partheni arrivarono a Taranto in quanto “esodati” di 

Sparta. Credi che questo sia un destino ineluttabile? 

Non demonizzo il partire per studiare e formarsi in un’altra città o nazione. 

Viaggiare e poter vivere in luoghi diversi dalla propria terra aiuta ad ampliare la mente e la visione del futuro di questo mondo come lo conosciamo. Quello che mi auguro è però il ritorno, il ritorno di chi ha avuto la possibilità di crescere ed evolversi ed è pronto a portare un cambiamento nel tessuto sociale del suo territorio. 

Siete nati col progetto “bollenti spiriti”. Cos’è cambiato e cosa 

progettate per il futuro? 

Dal 2014, nascita del progetto Ammostro, tante cose sono cambiate. 

È cambiato il nostro laboratorio, che si è evoluto con i suoi spazi insieme a noi e alle nostre esigenze; è cambiato il gruppo di lavoro, con le persone che vi hanno gravitato in questi anni e che a loro modo hanno lasciato un prezioso contributo, alcune sono andate vie percorrendo una strada diversa, altre invece sono rimaste diventando parte attiva del team Ammostro; e indubbiamente siamo cambiate noi, siamo cresciute insieme al nostro progetto, abbiamo accolto le sconfitte e le piccole soddisfazioni quotidiane, ci siamo scontrate con questa città e le sue problematiche rafforzando però il desiderio di spostare lo sguardo sempre un po’ più in là, di cambiare la prospettiva di visione delle cose e di proseguire la nostra “rivoluzione gentile” con quello che amiamo fare! Essendo ancora in atmosfera da inizio anno e buoni propositi futuri mi auguro di continuare a resistere insieme alle mie compagne di viaggio, nel nostro laboratorio, 

che sarà sempre un rifugio da questo mondo che molto spesso proprio non capiamo.