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Giornale di Taranto - EX ILVA-TARANTO/ Sequestrato impianto dismesso con all'interno sostanze sospette collegate alla falda
Mercoledì, 20 Novembre 2024 08:11

EX ILVA-TARANTO/ Sequestrato impianto dismesso con all'interno sostanze sospette collegate alla falda In evidenza

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Su disposizione della procura di Taranto, i carabinieri del Nucleo operativo ecologico hanno sequestrato all’interno dell’ex Ilva di Taranto (oggi Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria) un impianto che sino a 30 anni fa ha prodotto bramme e che attualmente non é più in funzione. Il sequestro, come riporta oggi La Gazzetta del Mezzogiorno, é scattato in quanto nei sotterranei dell’impianto sono stati trovati ingenti quantitativi, in termini di metri cubi, di sostanze oleose che potrebbero aver determinato l’inquinamento dei terreni e della falda. La procura - pm Mariano Buccoliero e Francesco Ciardo - sostiene che nella zona dell’impianto, in sigla Bra 2, “era presente una fossa contenente materiale oleoso di ignota consistenza e provenienza” e che in quegli ambienti si trovavano “condotte di rimozione, trasporto e smaltimento del rifiuto”. Adesso, quindi, per la Procura di Taranto andrà accertata la “natura, la consistenza e la pericolosità del materiale stoccato”. I carabinieri sono giunti a quest’area del siderurgico durante un controllo ambientale. La bramma é un semiprodotto di acciaio da cui vengono poi ricavati coils, ovvero i rotoli di acciaio, e lamiere, prodotti destinati ad andare sul mercato. Non essendo più attivo da molti anni - si parla degli anni ‘90 - è anche da vedere se quest’impianto sia stato fermato quando ancora la fabbrica era gestione Italsider di Stato, oppure con l’arrivo della gestione privata Riva che l’acquisì dall’Iri nel 1995. Così come andrà accertato se quest’impianto per le bramme sia stato inserito nei programmi di bonifica e di messa a norma che in questi ultimi anni hanno riguardato l’ex Ilva di Taranto relativamente sia alle aree e agli impianti dati in uso, attraverso un contratto di fitto, al gestore (prima ArcelorMittal Italia, poi Acciaierie d’Italia, con soci ArcelorMittal e Invitalia, infine Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria), sia alle aree escluse dal perimetro di competenza dello stesso gestore.