Da gennaio a settembre 2024 gli infortuni sul lavoro denunciati in Puglia sono stati 20.620, in aumento rispetto al 2023 e con una media di 75 al giorno. Sono stati 55 quelli con esito mortale, solo uno in meno dello scorso anno. È questa la fotografia che restituisce il report mensile dell’Istituto assicurativo per la regione Puglia, non diversa da quella del resto del Paese “che ha deliberatamente scelto, per una volontà politica, di non fare i controlli sui luoghi di lavoro”, ha affermato Sebastiano Calleri, responsabile Salute e Sicurezza sul lavoro della Cgil nazionale, che ha oggi chiuso i lavori del nascente coordinamento regionale che tiene assieme tutte le figure di rappresentanza sindacale, dei lavoratori, Rls e Rlst ma anche Rsu, che possono svolgere sul piano contrattuale e vertenziale un’azione a tutela della sicurezza.
Nel suo intervento la segretaria regionale della Cgil, Filomena Principale, ha ribadito che “abbiamo la necessità di rafforzare ed estendere il ruolo della contrattazione collettiva, alla quale è affidato il sistema di tutele per la gestione della malattia professionale e dell’infortunio sul lavoro, anche di sviluppare pienamente tutta la materia della prevenzione dei rischi, quella cultura della sicurezza che dovrebbe entrare a far parte delle azioni e comportamenti quotidiani. Un esercizio collettivo di cittadinanza - ha aggiunto - che travalica i confini strettamente lavoristici e che tracima nella vita delle nostre case, delle strade, dei luoghi di aggregazione”.
La costituzione del Coordinamento regionale Salute e Sicurezza sul lavoro rappresenta in questo senso, secondo la sindacalista, “un’opportunità per avere sempre a riferimento la condizione di lavoro in questa regione, nei suoi differenti segmenti e collegare gli interventi che possono essere messi in campo come tutela e come prevenzione dei rischi. Anche per questo penso, che la tutela della salute e sicurezza sul lavoro non deve rappresentare solo la corretta applicazione e vigilanza delle norme ma, anche, stare all’interno del modello di sviluppo socio-economico che vogliamo promuovere. Un modello che, se mira a garantire una crescita socialmente sostenibile e inclusiva, deve mettere al centro la dignità della persona che lavora e i suoi diritti fondamentali”.
Calleri, nelle conclusioni, ha ricordato quanto accaduto anche recentemente, con la norma che prevede che si contatti l’azienda dieci giorni prima di fare un controllo, “o con la presa in giro della patente a punti dove basta un corso di formazione per recuperare punti, anche se in quel luogo di lavoro qualcuno ha perso la vita”. Calleri ha quindi anticipato la app e il vademecum predisposti dalla Cgil, che saranno presentato a Bologna il 19 novembre nell’ambito del Salone ambiente e lavoro 2024, “per rafforzare il ruolo dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, “e che conterranno tutti i riferimenti normativi e tecnici. Invito ogni delegato a utilizzarla perché le norme vanno calate nei contesti reali con le diverse specificità. Saperi e pratiche devono contaminarsi affinché attraverso la tutela individuale e la contrattazione collettiva si possa intervenire per migliorare le cose”.