"Nel giro di poco tempo il Foro di Taranto perde due grandi professionisti, due Uomini per bene, che tanto potevano e dovevano dare alla nostra comunità, entrambi strappati da un male terribile e incalzante"
E' questo uno dei tanti, tantissimi messaggi che in questi giorni stanno inondando i social per ricordare i due professionisti tarantini scomparsi a distanza di meno di un mese uno dall'altro. Nicola Basile e Fausto Soggia, entrambi avvocati animati dalla passione per il loro lavoro, entrambi sconfitti da un tumore nel tempo più esaltante e pieno della vita.
Colpiscono i due messaggi di cordoglio del presidente e dei consiglieri dell'Ordine degli avvocati, uno dopo l'altro, a certificare questo doppio profondo lutto, causato da un male che a Taranto colpisce più che altrove.
"Assieme a Facebook invecchiamo anche noi - scrive la poetessa Mara Venuto- così capita che quasi ogni giorno le nostre home siano attraversate dal ricordo di chi non c'è più, soprattutto anziani, persone in là con gli anni, secondo l'ordine della natura.
A Taranto no.
Nelle nostre home si susseguono necrologi di giovani, a volte giovanissimi, persino di bambini andati via troppo presto.
Oggi Nicola, 47 anni, una figlia piccolissima che crescerà senza il padre. Un tumore fulminante al cervello, che già dalla diagnosi non dava nessuna speranza di sopravvivenza. È la terza vittima giovane, che conoscevo personalmente, in pochi mesi. Una strage festeggiata meno di 15 giorni fa con una cerimonia, in occasione della riaccensione dell'altoforno AFO1 dopo quasi un anno di manutenzione. I tarantini sacrificati respiravano un'aria migliore, e non sia mai che qualche altra vita nel tempo potesse essere risparmiata, tenendo in funzione solo l'AFO4.
Il padre di Nicola e il mio sono sempre stati amici, si prendevano in giro per la fede politica diversa, Lello gli chiedeva puntualmente il voto e qualche volta credo che papà lo abbia votato, per affetto e perché Lello era buono, un avvocato ottimista, di quelli che abbracciano anche i disastri per idealismo. Nicola era un buono come suo padre, sempre allegro, guascone, scanzonato, divertente, lo ricordo in tante feste adolescenziali, in casa e nei locali di allora intossicati dal fumo, in cui ci muovevamo a tentoni, come anche nella vita. Era talmente alto e grosso che lo zaino su di lui sembrava piccolo, nelle mattine fuori da scuola spesso si chiedeva se entrare o meno, e durante le occupazioni era in prima fila, un gigante con i capelli rossi e le lentiggini, in bomber e anfibi al ginnasio e col Barbour al liceo. Lo ricordo così, e sento ancora nelle orecchie, dopo 25 anni, la sua risata, tutta di gola e singhiozzante.
Ho visto una sua foto degli ultimi mesi, imbronciato e smarrito, come un bambino grande. Spesso lo incontravo sotto casa dei miei, sua madre abita pochi numeri più giù. La morte improvvisa del padre, la sua roccia, il giorno di Capodanno di nove anni fa, lo aveva
invecchiato un po', aveva offuscato un'innata leggerezza.
Ogni volta mi dico che non scriverò più nulla quando amici o conoscenti cari se ne vanno. A che serve, in fondo? Ma poi ci ricado, perché scrivere è ricordare, è un abbraccio impossibile, è dire a sé stessi ciò che la perdita di confidenza e di frequentazione hanno impedito negli incontri fugaci."
" Fausto Soggia non c’è più - scrive Mino Borraccino, consigliere regionale- non ce l’ha fatta purtroppo a vincere la battaglia contro la malattia che lo aveva colpito qualche tempo fa!
Oltre che un valido professionista, un avvocato “tutto d’un pezzo”, è stato un uomo per bene, una persona dolce, aperta, buona con tutti.
Mi manca e mi mancherà, come, son certo, mancherà a tanti.
Mai avrei pensato di dover scrivere questo post, ancora non ci credo…Fausto era per me, quello che si definisce un “buon amico”, dove l’aggettivo “buono” racchiude tante virtù, di quelli amici di “una volta”, leale e sempre disponibile.
Ci siamo voluti bene per quasi 20 anni e nonostante non ci siano state frequentazioni assidue, ogni volta che ci incontravamo, per noi, era una grande festa. "
Questa la citazione con cui la Camera penale di Taranto ha dato il suo addio a Fausto Soggia.
"Molte professioni possono farsi col cervello e non col cuore.
Ma l'Avvocato no. L'Avvocato non può essere un puro logico, né un ironico scettico, l'Avvocato deve essere prima di tutto un cuore: un altruista, uno che sappia comprendere gli altri uomini e farli vivere in sè, assumere su di sè i loro dolori e sentire come sue le loro ambasce.
L'avvocatura è una professione di comprensione, di dedizione e di carità”
Pietro Calamandrei
Ciao Fausto per noi sei stato un leone fino all’ultimo giorno con la Toga a combattere.
Lu.Lo.