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Giornale di Taranto - AMBIENTE SVENDUTO/ A dicembre la Cassazione decide sul ricorso del Codacons contro annullamento sentenza e spostamento a Potenza
Mercoledì, 13 Novembre 2024 06:39

AMBIENTE SVENDUTO/ A dicembre la Cassazione decide sul ricorso del Codacons contro annullamento sentenza e spostamento a Potenza In evidenza

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Il caso ex Ilva riapproda in Corte di Cassazione il 17 dicembre a seguito di un ricorso proposto dal Codacons contro la sentenza dello scorso settembre della Corte d’Assise d’Appello di Taranto che ha annullato la sentenza di primo grado del processo “Ambiente Svenduto” (emessa a maggio 2021) sul reato di disastro ambientale contestato al gruppo Riva, precedente proprietario e gestore della fabbrica. La Corte ha annullato la sentenza e inoltre trasferito gli atti a Potenza, dove il processo ricomincerà daccapo, in quanto tra le centinaia di parti civili costituitesi in “Ambiente Svenduto” c’erano due magistrati onorari di Taranto che esercitavano la loro funzione quando i fatti oggetto del processo sono accaduti. “L’aver cancellato con un colpo di spugna 15 anni di processo - dice il Codacons nel ricorso - costringendo ora ad iniziare tutto da capo, produce effetti devastanti sulla possibilità che il giudizio non arrivi mai alla fine per causa dei termini di prescrizione che incombono ormai in modo sempre più pressante. E’ del resto un fatto certo ed oggettivo che l’annullamento di una sentenza, con conseguente necessità di dover celebrare nuovamente un intero grado di giudizio, o magari addirittura due gradi di esso, comporti un consistente allunga- mento dei tempi del processo che è tale da recare, secondo un ragionevole e probabilistico sviluppo degli eventi, pregiudizi idonei a frustrare irrimediabilmente le istanze di giustizia”. Nell’esposto si legge che è puramente e semplicemente impensabile anche solo ipotizzare che processi con migliaia di parti civili possano essere celebrati in modo non imparziale e possano essere trasferiti altrove sol perché tra di esse è presen-te anche un magistrato, o magari più d’uno”. Secondo il Codacons, “non consta nessun precedente di art. 11 c.p.p. applicato in processi che hanno avuto ad oggetto reati di disastro o, comunque, contestazioni di reato che hanno dato vita ad oceaniche costituzioni di parte civile. Basterebbe a tal fine pensare a tutte le vicende giudiziarie che hanno coinvolto banche, compagnie aeree o grandi società, ove decine di migliaia di malcapitati - tra cui certamente anche molti magistrati - hanno cercato di recuperare l’investimento perso, costituendosi parte civile nei processi penali”.