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Giornale di Taranto - Il neo segretario della Cgil:“nuovo rapporto tra politica, sindacato e movimenti, proposta e non solo protesta, visione strategica e ritorno alla piazza”
Venerdì, 25 Luglio 2014 12:52

Il neo segretario della Cgil:“nuovo rapporto tra politica, sindacato e movimenti, proposta e non solo protesta, visione strategica e ritorno alla piazza” In evidenza

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“Taranto e il suo territorio hanno bisogno più che mai di una rappresentanza forte, capace di difendere ora i diritti di cittadini e lavoratori per creare le condizioni di un futuro in cui non ci sarà mai più spazio per ricatti. Di nessuna sorta. Ecco perché bisogna passare dalla fase di protesta a quella di proposta e in questo senso va riguadagnato un rapporto vero, ma anche leale e propositivo e non solo pregiudizievole, con la politica e il variegate mondo dei movimenti”

Parla chiaro al suo esordio pubblico il nuovo segretario della CGIL di Taranto, Giuseppe Massafra, che comincia proprio dalla necessità di ridare valore alla rappresentanza sindacale, come strumento per la tutela e la difesa dei diritti dei cittadini e dei lavoratori: “La rappresentanza sindacale ha il dovere anche di evitare che le battaglie sul futuro del territorio, che hanno radici storiche profondissime, prendano la strada dettata da mal di pancia populisti e, troppo spesso, qualunquisti”.

“La vertenza ILVA, la vertenza ENI, così come la destrutturazione del comparto manifatturiero non sono vertenze diverse – spiega poi Massafra – ma sono l’intreccio in cui si sviluppano altre centinaia di vertenze a catena. Perché non si può immaginare un nuovo modello di sviluppo sostenibile ed eco-compatibile se non si attrezza un adeguato piano di rilancio ed efficientamento della Pubblica Amministrazione, se non si mantiene alta guardia sul tema degli Appalti Pubblici e privati, se si abbassa l’attenzione sui lavori emergenti, spesso figli di una disoccupazione di ritorno, dall’agricoltura al fumoso mondo delle finte partite IVA”

Così Giuseppe Massafra fino a ieri difensore di un manifatturiero che con la Miroglio si confrontava con la desolazione di una fabbrica vuota, oggi da segretario generale parla di vertenze che si muovono sullo stesso piano a cui la CGIL “deve tentare di dare una visione strategica comune”.

“Serve una visione del territorio che mentre si scontra con una delle più difficili sfide di tutti i tempi, non può tralasciare il passato, dove il territorio deve andare a ritrovare la sua forza. Siamo in un periodo di transizione e con il processo di ambientalizzazione  in ILVA o gli investimenti ENI o nel Porto a Taranto si decide su un pezzo, direi fondamentale, delle politiche industriali del nostro Paese. Dopo decenni di sfruttamento incondizionato del territorio, con ricadute che dal punto di vista ambientale e della salute dei cittadini hanno generato il disastro che tutti conosciamo, il tema è decidere come ci attrezziamo nel presente per accogliere il migliore dei futuri possibili, in una condizione di totale inadeguatezza dell’apparato economico-produttivo locale, per attutire l’onda lunga dello smobilitamento o della delocalizzazione”.

“Come CGIL non forniremo alibi a nessuno, mentre i capitalisti pubblici e privati non aspettano altro – continua il segretario della CGIL – Ora esiste una consapevolezza nuova, molto diversa dalla vaporizzazione delle responsabilità individuali che ci hanno reso tutti responsabili del disastro. E per questo non diremo all’ILVA o all’ENI andatevene. Diciamo piuttosto rimanete qui, pagate con i vostri soldi il risanamento e la bonifica perché anche Taranto ha diritto ad immaginarsi un futuro oltre voi”

In perfetta continuità con il passato Massafra dunque torna a difendere il lavoro che c’è, ma dai suoi 34 anni chiede al territorio di fare massa critica, di tornare ad esprimersi collettivamente dentro e fuori le fabbriche, di fare sintesi anche nelle diversità, perché esse sono forza e non debolezza, per una proposta reale che sia in grado di presentare un nuovo modello di sviluppo credibile che faccia i conti ad esempio con il consolidamento del polo universitario tarantino ma anche con la competizione internazionale così come con il deficit di di approvvigionamento energetico dell’Italia.

“Alle grandi imprese dobbiamo togliere gli alibi per fuggire – continua Giuseppe Massafra – a tutti noi dobbiamo togliere la paura di agire, partendo dai conti con un passato che ci ha spesso messo nelle condizioni di non decidere su nulla. E non decidere in alcuni casi a Taranto non è significato solo  immobilismo ma in alcuni casi anche forte arretramento”

Infine un ultimo passaggio Giuseppe Massafra lo dedica alla relazione con il territorio che la CGIL, che andrà rinnovata, nelle forme e nei contenuti: “Non organizziamo scampagnate, ma difendiamo il lavoro, i lavoratori, le loro famiglie, il territorio. Per questo saremo ancora più presenti nelle piazze. Faremo del lavoro cultura del progredire e difesa dei diritti di tutti. Non solo, vogliamo che l'incontro e il confronto con i cittadini diventi un appuntamento fisso. Per questo stiamo pensando di organizzare periodicamente, attraverso le nostre categorie o il nostro sistema dei servizi, dei presidi nei diversi quartieri della città e in ogni comune della Provincia. Banchetti o gazebo nelle piazze che siano un appuntamento per l'ascolto dei cittadini e la presa in carico dei loro bisogni.”

Infine, il segretario della Cgil si concede una battuta sui “rottamatori”: “Non abbiamo bisogno di incentivi alla rottamazione. La macchina della Cgil ha bisogno solo di una messa a punto e potrà macinare ancora chilometri senza nessun timore”.

All’incontro con i giornalisti erano presenti anche il segretario organizzativo della CGIL di Taranto, Paolo Peluso, e la neo eletta componente di segreteria, Eva Santoro.