Il Tribunale di Taranto ha condannato la Asl di Taranto al risarcimento del danno da perdita parentale, subìto dai genitori e dal fratello di un bambino, riconoscendo loro un ristoro di circa un milione di euro. La giudice Annagrazia Lenti della Sezione Civile ha riconosciuto il nesso di causalità tra la condotta dei sanitari dell’ospedale Santissima Annunziata di Taranto, intervenuti per le cure, e il decesso del piccolo, disponendo con sentenza il risarcimento del danno da perdita parentale.
La vicenda giudiziaria prende il via da una vacanza trasformatasi in tragedia nell’estate del 2013. Una famiglia (padre, madre e il loro piccolo di appena un anno) di origini italiane, ma che per ragioni lavorative viveva stabilmente in Germania, aveva deciso di trascorrere le vacanze estive nel paese d’origine al mare, nella zona di Chiatona nel Tarantino. Il piccolo era stato colpito da un gravissimo stato di disidratazione che ne aveva causato la morte.
I genitori presentarono denuncia e al termine di una consulenza tecnica medico-legale disposta dal pm, la Procura della, ritenendo che non vi fossero estremi per rilevare una malpractice medica, formulò richiesta di archiviazione, alla quale si opposero i genitori del bambino, rilanciando e rimotivando le loro accuse di responsabilità colposa e negligente dei sanitari mediante una consulenza tecnica di parte. Il gip, tuttavia, dispose l’archiviazione del caso.
A questo punto, i genitori del bambino hanno avviato la causa civile per colpa sanitaria a carico della Asl di Taranto, che si è conclusa con la sentenza di risarcimento a loro favore.