Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator
Preferenze sui cookie
Giornale di Taranto - IL CASO/ Michele Riondino: Acciaierie d\\\'Italia ha cercato di bloccare le riprese del film Palazzina Laf
Giovedì, 14 Dicembre 2023 21:34

IL CASO/ Michele Riondino: Acciaierie d\\\'Italia ha cercato di bloccare le riprese del film Palazzina Laf In evidenza

Scritto da 
Vota questo articolo
(0 Voti)

Acciaierie d’Italia, ex Ilva, con una lettera inviata a giugno 2022, avrebbe cercato di bloccare a Taranto le riprese di Palazzina Laf, il film del regista e attore Michele Riondino che narra di un gruppo di 79 lavoratori demansionati e mobbizzati in un edificio dello stabilimento (di qui il nome del film, in proiezione in questi giorni nelle sale cinematografiche), vicenda accaduta con la gestione del gruppo Riva che per questo è stato anche condannato dal giudice penale. Acciaierie, denuncia Riondino sui social, ha cercato di bloccare le riprese con tre lettere, manifestando contrarietà non tanto alle riprese di un film che racconta vicende accadute realmente in fabbrica, quanto ai “modi” e ai “luoghi in cui queste riprese dovevano essere svolte”. L’azienda, denuncia il regista e attore, ha sollevato problemi relativi alla tutela dell’ambiente, alla sicurezza dei lavoratori e alle tecniche di ripresa. Sulle prime due questioni sollevate da Acciaierie, Riondino dice che “fanno ridere se considerate da che pulpito viene la predica”. 

Quella che pubblico- scrive il regista - è solo la prima di tre lettere con le quali esprime il suo dissenso non tanto alle riprese di un film che racconta alcuni fatti avvenuti nel suo perimetro, ma come si può leggere, la sua opposizione è nei modi e nei luoghi in cui queste riprese dovevano essere svolte. Colpisce molto che tra le motivazioni addotte vi sono:

- la tutela dell’ambiente 

- la sicurezza dei lavoratori

- le tecniche di ripresa

Ora, se già le prime due fanno ridere se considerate da che pulpito viene la predica, l’ultima fa veramente riflettere su che tipo di considerazione ha la suddetta società della questione ambientale e sanitaria tarantina (oltre che dell’industria cinematografica italiana). 

ADI dall’alto della sua esperienza considera superati i metodi di ripresa tradizionale perché ritiene che la tecnologia nel cinema abbia raggiunto livelli che permettono di girare in luoghi diversi da quelli dell’ ambientazione del film, e ritengono incomprensibile che una produzione di alto livello come Palomar non possa permettersi tali tecniche (ad averci anche solo il quarto di un quarto di tutti i soldi che lo stato ha messo nelle casse di quella fabbrica avremmo fatto un film che avatar scansate proprio). 

Vi rendete conto di che assurdità?!?.

Un paradosso sì, che ancora una volta ci dice quanto il grottesco alberghi nella realtà a volte molto di più che nell\'arte. 

Lu.Lo. 

 

 

.

Ultima modifica il Venerdì, 15 Dicembre 2023 07:15