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Giornale di Taranto - Lincesso: Tempa Rossa, raddoppio Eni, Cementir, non si può dire sempre no
Venerdì, 18 Luglio 2014 10:54

Lincesso: Tempa Rossa, raddoppio Eni, Cementir, non si può dire sempre no

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Pubblichiamo di seguito un intervento del Segretario Generale Filca Cisl Taranto Brindisi Vito Lincesso

 

 

Le recenti considerazioni di Ance Taranto, in ordine alla crisi del settore edilizio nel territorio ionico, originata  il 2008 da quella economica mondiale di cui almeno nel Mezzogiorno non si scorge ancora la fine, confermano le nostre analisi, più volte riproposte, circa le conseguenze nefaste di una disoccupazione qui irrefrenabile e della morte del  40% di imprese manifatturiere e dei servizi.

I numeri ufficiali sono implacabili, se si considera che nel 2007/2008 i lavoratori edili censiti alla Cassa Edile di Taranto erano 8.551 mentre a consuntivo del 2013 se ne sono contati 4.657, ovvero 3.984 in meno e se si tiene conto che a fronte di 1.353 imprese edili censite ufficialmente nel 2008, a consuntivo 2013 ne risultano cancellate 410.

Aggiungiamo noi che migliaia tra lavoratori e lavoratrici rischiano di restare non solo senza lavoro ma anche  senza alcun sostegno al reddito a causa della poca sensibilità finora dimostrata dal Governo nazionale e delle scarse risorse a disposizione, nei cui confronti le Cgil Cisl Uil hanno programmato due giornate di mobilitazione per i prossimi 22 luglio (Regioni del Nord) e 24 luglio (Regioni del Centro e del Sud) presso il Ministero del Lavoro per sollecitare il rifinanziamento della Cig speciale in deroga che con la Cig ordinaria è cresciuta su scala nazionale del 5,6%.

Vanno da subito agevolati i percorsi di riqualificazione e ricollocamento, portate avanti politiche per la crescita e lo sviluppo, rilanciati gli investimenti pubblici e privati, attivate politiche industriali nei settori manifatturiero, turistico, agro-alimentare, green economy, affrontando contestualmente le tante criticità di sistema per aumentare la capacità attrattiva del nostro Paese e sostenere un’occupazione di qualità.

Ance Taranto poi, al netto dell’unica nota positiva del bonus fiscale per le ristrutturazioni edilizie, al 23,6% su cui si è spesa fortemente anche la Filca insieme con la Cisl, ha anche messo in evidenza l’aumento esponenziale della pressione fiscale sulla casa, aumentata del 200% in soli tre anni.

Basterebbe, infatti, considerare come nel 2011 il gettito Ici era stato di circa 9 miliardi mentre nel 2014 il prelievo Imu + Tasi è stimato in 25 miliardi.

L’edilizia rappresenta una fetta importante della ricchezza nazionale, circa il 10% del Pil ma sta pagando un prezzo altissimo alla crisi.

Occorre che il Governo ponga in essere una seria Politica delle infrastrutture con interventi mirati su casa, scuola e territorio, sbloccando quelle opere pubbliche incompiute in tutta la Puglia, per quanto ci riguarda, altrimenti quelle risorse non saranno più utilizzate ma dirottate altrove.

Detto questo è del tutto evidente come anche la Regione Puglia deve svolgere fino in fondo il proprio ruolo, per evitare che il suo disimpegno lasci spazio improprio a comunità locali minoritarie e, ancor peggio, a comitati e comitatini autoreferenziali ancorché particolarmente rumorosi, di decidere le sorti infrastrutturali ed occupazionali del territorio e della stessa regione.

Il progetto Tempa Rossa, il raddoppio della Centrale Eni, il revamping della Cementir (di cui si è persa traccia), sono i tre casi emblematici ultimi nel tempo, per quanto riguarda Taranto, rispetto ai quali la comunità ionica a cominciare dai rappresentanti delle Istituzioni, deve rapportarsi non già dicendo sempre dei no ma, al contrario, confidare negli Enti strumentali pubblici, nell’Università, nel mondo della conoscenza scientifica per ottenere certezze circa l’impatto ambientale delle rispettive realizzazioni sul territorio, ovvero sui lavoratori e sui cittadini in generale.

E una volta fatto questo, senza ulteriori perdite di tempo, consentire la realizzazione di opere che, se si guarda bene, sono a dimensione quasi sempre interregionale e spesso inserite nelle reti europee e, pertanto, coinvolgono i destini dello sviluppo di milioni di persone.

Analogo atteggiamento, da ancorare più decisamente al rapporto concertativo tra Istituzioni, Parti sociali e Associazioni datoriali del territorio ionico deve riguardare infine sia l’iniziativa comune per l’accelerazione dell’inizio lavori infrastrutturali al Porto, all’Arsenale MM., sia la regolazione degli appalti pubblici e non solo, scoraggiando il massimo ribasso e privilegiando l’offerta economicamente più vantaggiosa.

E, a proposito di concertazione che tanto di positivo ha prodotto in questo territorio, pensiamo che essa vada decisamente rilanciata, recuperandone la periodicità ed un luogo condiviso.

 

                                                                                               Vito Lincesso