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Giornale di Taranto - INCONTRO IN REGIONE PER AFFRONTARE L'EMERGENZA SEU IN PUGLIA. HANNO PARTECIPATO GLI ASSESSORI GENTILE ALLA SANITA' E NARDONI ALLE RISORSE AGRICOLE. INTERVENTO DEL CONSIGLIERE PDL ZULLO
Venerdì, 23 Agosto 2013 08:15

INCONTRO IN REGIONE PER AFFRONTARE L'EMERGENZA SEU IN PUGLIA. HANNO PARTECIPATO GLI ASSESSORI GENTILE ALLA SANITA' E NARDONI ALLE RISORSE AGRICOLE. INTERVENTO DEL CONSIGLIERE PDL ZULLO In evidenza

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Incontro operativo ieri in Regione per affrontate l'emergenza SEU sindrome emolitico uremica che in Puglia ha già fatto registrare 16 i casi in due mesi. Di questi 14 hanno riguardato bambini di età inferiore ai 36 mesi, i restanti due un adolescente e un adulto. Le aree interessate sono il litorale di Bari, la costa ionica della provincia di Taranto, il Salento e la zona di Brindisi. I sintomi sono dissenteria con sangue e muco nelle feci, dolore addominale, pallore, astenia, vomito. All'incontro hanno partecipato gli Assessori Regionali alla Sanità Elena Gentile e delle Risorse Agricole Fabrizio Nardoni, Il perché della presenza di Nardoni è dovuta al fatto che si stanno anche verificando la filiera alimentare, quella zootecnica, le acque di balneazione e potabili. L’unica certezza per il momento sembra essere quella che il contagio non è avvenuto con l’acqua di mare i maggiori indiziati sembrerebbero essere alcuni prodotti alimentari come carne, verdura, latte e derivati. La Seu, infatti, è provocata da una infezione intestinale causata dal batterio escherichia coli che, colonizzando nell’intestino, libera la verocitotossina la quale, entrando nel circolo sanguigno, arriva ai reni. Sulla questione è intervenuto con una nota il Consigliere Regionale Zullo del PDL il quale ha sostenuto di "comprendre che si debba difendere la qualità del nostro mare in un momento significativo per il turismo, ma non voler ammettere che la diffusione del germe ha ormai superato la semplice trasmissione serbatoio d’infezione (ruminanti)—alimenti e siamo in una fase di diffusione ambientale del germe serbatoio d’infezione-ambiente-alimenti, può essere di grave pericolosità per la prevenzione di nuovi casi, anche in relazione al periodo di incubazione della malattia. Essendo un’ infezione a trasmissione oro-fecale, - dice ancora Zullo - è evidente che il primo comparto dell’ambiente ad essere considerato è l’acqua e a seguire il suolo. Questi due comparti sono interessati in modo massiccio quando diventano recapito finale di impianti di depurazione. Insisto sul fatto che trattasi di bambini di pochi mesi di vita che si nutrono ancora di omogeneizzati, yogurt, latte pastorizzato che però hanno fatto bagni e della variegata distribuzione geografica dei casi non concentrati in un posto o in una zona ma diffusi nel territorio regionale. E’ emblematico in questo senso il racconto di alcune mamme. I prelievi per gli esami batteriologici oltre che in mare vanno effettuati sull’effluente depurato degli impianti di depurazione che recapitano in mare o sul suolo in prossimità di colture di verdure, ortaggi e frutta (es. fragole, angurie ed altre) a pianta bassa in contatto con il terreno e vanno effettuati con frequenza e non una tantum perché ci possono essere giorni in cui i moti ondosi del mare, a causa di venti favorevoli per la balneazione ma sfavorevoli per la diluizione al largo degli scarichi inquinanti, non contribuiscono alla auto-depurazione naturale delle acque di balneazione per diluizione. La diluizione è un fenomeno di disinfezione naturale che consiste in un processo in cui la forte carica batterica di un effluente da impianto di depurazione arrivata in mare si diluisce per cui la carica batterica per ml di acqua si riduce al punto da dare risultati favorevoli per la salute del nostro mare, ininfluenti per la capacità di produrre malattia ma non tranquillizzanti per la diffusione ambientale del germe. Ecco perché - conclude il Consigliere PDL - continuo a richiedere che venga istituito un coordinamento degli interventi per coordinare gli interventi dei servizi sanitari e veterinari dei Dipartimenti di Prevenzione delle ASL con l’ARPA, l’Istituto Zooprofilattico, l’OER e i reparti ospedalieri . Un coordinamento di tal genere servirà non solo a fermare la diffusione della SEU ma a far comprendere a chi ha responsabilità di Governo che l’efficienza degli impianti di depurazione in Puglia è un problema serio che se per fortuna oggi non impatta sullo stato di salute del nostro mare, a lungo andare, perdurando questo stato di inefficienza, sì”.

Ultima modifica il Lunedì, 26 Agosto 2013 09:47