I lavoratori di Acciaierie Italia sciopereranno il 20 ottobre e terranno una manifestazione nazionale che intendono fare presso Palazzo Chigi, sede della Presidenza del Consiglio dei ministri.
E\' quanto ha deciso il Coordinamento nazionale Fim-Fiom-Uilm che si è tenuto sotto la sede del Mimit.
I sindacati vogliono inoltre un\'audizione presso le commissioni parlamentari “Attività produttive” di Camera e Senato, per richiedere la costituzione di \"una commissione d’inchiesta che verifichi eventuali responsabilità sulla “mala gestio” dell’azienda pubblica-privata\" e \"un\'analisi approfondita, con esperti, per la verifica dei bilanci e l’uso delle finanze\".
Inoltre, il giorno 16 ottobre si terranno iniziative presso le prefetture di tutte le province interessate dai siti produttivi di Acciaierie d’Italia al fine d’incontrare i prefetti e le autorità locali competenti \"per denunciare i gravi problemi di salute e sicurezza presenti nei siti e sollecitare il governo ad assumere le decisioni indicate dalle organizzazioni sindacali\".
Nel comunicato finale, i metalmeccanici di Cgil, Cisl e Uil scrivono che \"le gravi criticità ed i problemi irrisolti dal management di Acciaierie d’Italia continuano ad essere le motivazioni delle iniziative di mobilitazioni, denunce, sollecitazioni, appelli e richieste d’intervento alle istituzioni ed ai governi\".
\"Continua ad essere inconcepibile ed inaccettabile che, a distanza di dieci anni dallo scoppio della vertenza dell’ex Ilva la stessa, non sia stata ancora risolta: il più grande gruppo siderurgico italiano da cui dipende l’economia di diversi territori italiani, il destino di oltre 20.000 lavoratori e la fornitura di un prodotto essenziale per l’industria manufatturiera italiana, versa in condizioni critiche e gravi sotto l’aspetto industriale ed occupazionale\".
\"La reale condizione e lo stato di declino del gruppo ex Ilva - proseguono Fim, Fiom e Uilm - è ormai cosa risaputa: la maggior parte degli impianti sono fermi o a marcia ridotta, i luoghi di lavoro sono insicuri, la situazione debitoria è insostenibile, la cassa integrazione viene utilizzata per la riduzione dei costi ed i livelli produttivi e l’ambientalizzazione sono estremamente distanti dagli obiettivi previsti dall’accordo del 2018.
Questa è la \'reale\' fotografia che smentisce la \'falsa\' narrazione del management di Acciaierie d’Italia emersa – in ultimo - durante lo Steel Committment\".
\"Anche al governo in carica - proseguono i sindacati - è stata avanzata, fin dal suo insediamento, la richiesta di intervenire e definire una diversa governance con il passaggio in maggioranza dello stato (passaggio ipotizzato dall’attuale Ministro delle Imprese e del Made in Italy nell’ultimo anno), di realizzare il previsto piano industriale ed ambientale del 2018 ed il riavvio di Afo5, di non prevedere uso di ammortizzatori sociali, di garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro in tutti i siti. Nell’incontro del 27 settembre scorso presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri siamo stati informati di una ennesima trattativa in corso tra Governo ed ArcelorMittal per stabilire dei nuovi patti parasociali\".
Fim Fiom Uilm \"respingono con forza e convinzione questo ennesimo tentativo di escludere il sindacato e la rappresentanza dei lavoratori\" e ribadiscono che \"se si vuole dare un futuro all’ex Ilva e salvare migliaia di posti di lavoro, salvare l’ambiente e continuare a creare ricchezza per tanti territori interessati, la scelta obbligata è quella di un immediato cambio di Governance e di gestione dell’intero gruppo e realizzare il piano industriale ed ambientale\".