\\\\\\\"Per me un\\\\\\\'Italia senza Ilva non è\\\\\\\" Italia. \\\\\\\"Se noi l\\\\\\\'anno prossimo, di questi tempi, potremo visitare i cantieri per il ponte (sullo Stretto, ndr), che ha bisogno di acciaio, sarebbe frustrante far partire l\\\\\\\'opera pubblica più grande al mondo andando a prendere materie prime all\\\\\\\'estero. Spero che l\\\\\\\'equilibrio fra ambiente e lavoro si trovi\\\\\\\". Lo ha detto il vicepremier Matteo Salvini, a margine dell\\\\\\\'inaugurazione della 86esima fiera del Levante di Bari. \\\\\\\"Con tutto l\\\\\\\'acciaio di cui abbiamo bisogno non basta l\\\\\\\'Ilva, ne servono ben di più di una di Ilva. L\\\\\\\'importante è che non chiuda - ha ribadito Salvini - la sostenibilità ambientale è fondamentale, bisogna usare buon senso e non legarsi mani ai piedi alla Cina. Perché se chiude l\\\\\\\'Ilva, l\\\\\\\'acciaio noi lo prendiamo in Turchia, in India, in Cina e un\\\\\\\'Italia senza acciaio non può essere una potenza industriale. La salute è fondamentale, prioritaria, numero uno, la sicurezza sui cantieri fondamentale, prioritaria, prima preoccupazione, il lavoro però non è un un di più\\\\\\\".
\\\\\\\"Se riusciremo a decarbonizzare l\\\\\\\'Ilva\\\\\\\", per cui \\\\\\\"bisogna lasciare intatti i due miliardi del Pnrr, è chiaro che questa industria potrebbe, una volta neutralizzata dal punto di vista dei danni alla salute e delle emissioni nocive almeno in parte, essere a disposizione di questa grande impresa dell\\\\\\\'ingegneria italiana\\\\\\\", ha dichiarato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, dopo l\\\\\\\'intervento in cui Salvini ha ipotizzato di utilizzare l\\\\\\\'ex Ilva a servizio del progetto del ponte sullo Stretto. \\\\\\\"Condivido il suo intervento persino sul sul ponte dello Stretto, dove evidentemente c\\\\\\\'è una determinazione, una maturazione di quest\\\\\\\'opera che dentro una logica europea comincia a trovare una giustificazione\\\\\\\".