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Giornale di Taranto - L’UDIENZA/ Ex Ilva, attesa per le prossime ore la decisione del TAR sull’ordinanza di stop degli impianti
Giovedì, 13 Luglio 2023 19:04

L’UDIENZA/ Ex Ilva, attesa per le prossime ore la decisione del TAR sull’ordinanza di stop degli impianti In evidenza

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Si è svolta stamattina al Tar di Lecce la camera di consiglio per stabilire se dovrà essere sospesa o confermata l\'ordinanza cui il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, ha intimato lo stop dell\'area a caldo dello stabilimento siderurgico ex Ilva, ora Acciaierie d’Italia, in mancanza di soluzioni per ridurre le emissioni di benzene. I giudici si sono riservati di decidere nelle prossime ore in attesa poi dell’udienza di merito che, in questo caso, ai svolgerebbe dopo l’estate.

    Nella scorse settimane, a fronte dell’impugnazione dell’azienda, il Tar aveva già sospeso l’ordinanza con un atto monocratico del presidente in attesa della camera di consiglio odierna. Il procedimento ha visto i legali di Comune e Provincia (affiancati dai colleghi di Regione Puglia, Arpa Puglia e Asl Taranto) evidenziare “l\'allarmante situazione che a livello sanitario un intero territorio è costretto a subire da decenni” sottolineando “che a chiedere il rigetto della sospensiva e, di conseguenza, la piena operatività dell\'ordinanza non c\'è solo un\'amministrazione, ma un\'intera comunità. Una comunità che può veder scongiurato il danno sanitario soltanto grazie a interventi decisi e all\'adozione di provvedimenti come quello che il sindaco Melucci ha firmato lo scorso 22 maggio”.

 

A Lecce, al Tar, erano presenti, oltre il sindaco Melucci, una rappresentanza delle amministrazioni locali e Legambiente, che ha formalizzato la sua costituzione nel procedimento. Contestando un progressivo aumento delle emissioni di benzene sulla base di rapporti di Arpa Puglia e Asl Taranto - aumento che però non ha mai sforato il valore soglia, fissato in 5 nanogrammi per metro cubo d’aria come media annuale -, il sindaco ha intimato ad AdI e ad Ilva in amministrazione straordinaria, rispettivamente gestore e proprietario degli impianti, di individuare e sanare in 30 giorni le  cause alla base delle maggiori emissioni. Se inadempienti, nei 30 giorni successivi le società dovranno spegnere gli impianti dell’area a caldo. Acciaierie d’Italia ha impugnato l’ordinanza ed è andata al Tar del Lazio. Quest’ultimo, però, ha stabilito il 21 giugno che la competenza territoriale del caso non è a Roma ma a Lecce. L’azienda ha quindi riproposto l’impugnazione al Tar di Lecce. I primi 30 giorni indicati nell’ordinanza del sindaco sono già trascorsi e adesso stanno trascorrendo gli altri 30. Il 21 giugno, alla scadenza dei primi 30 giorni, AdI ha comunicato al Comune “di aver provveduto a verificare che gli impianti dello stabilimento siderurgico che comportano le emissioni di benzene (ed in particolare le cokerie) non evidenziano né hanno evidenziato anomalie di esercizio...” e che l’ispezione ordinaria da parte di Ispra ed Arpa ‘non ha evidenziato alcuna violazione di prescrizioni Aia rilevanti rispetto al benzene”.