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Giornale di Taranto - LO STUDIO/ Inquinamento e neurosviluppo infantile: a Taranto, su 600 bimbi esaminati 90 presentano deficit
Sabato, 24 Giugno 2023 16:55

LO STUDIO/ Inquinamento e neurosviluppo infantile: a Taranto, su 600 bimbi esaminati 90 presentano deficit In evidenza

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“In alcuni casi è emersa una differenza fino a 16 punti tra il quoziente d’intelligenza dei bimbi più vicini al siderurgico rispetto a quelli più lontani. Alcune aree risultano più svantaggiate con maggiori rischi di problemi neurocomportamentali o di minori capacità neurocognitive”. Lo ha dichiarato Roberto Lucchini, docente dell’Università di Brescia, presentando la ricerca condotta a Taranto insieme all’Asl che ha riguardato i dati preliminari dell\'impatto degli inquinanti sul neurosviluppo infantile. Coinvolte oltre 600 famiglie della città. La ricerca, che si è sviluppata in cinque step diversi, è stata effettuata coinvolgendo bimbi senza alcuna diagnosi pregressa e le loro famiglie, sottoponendoli a tre tipi di test: questionari emotivi-comportamentali, test cognitivi per la rilevazione del QI e questionari socio-economici. Coinvolte anche le mamme di tre zone di Taranto, individuate in base alla distanza dalla zona industriale, per definire la relazione tra perfezione degli eventi stressanti, situazione sociale ed economica e salute psico-fisica. Per Alessandra Patrono, ricercatrice dell’Università di Brescia, “è uno dei primi studi che integra i dati del neurosviluppo con dati ambientali e socioeconomici. Dai primi test, è risultato che un sesto del campione ha avuto punteggi significativi dal punto di vista clinico. Nella zona immediatamente adiacente alla zona industriale, è risultato significativo dal punto di vista clinico con un impatto del 42%, l’indice cognitivo di memoria di lavoro\". Per Marco Peli, ricercatore dell’Università di Brescia, “ci siamo interessati alle alterazioni, ai valori che secondo noi non erano normali. Tutte le diagnosi iniziali che non era chiaro se fossero alterate o meno. Le diagnosi sono state confermate: deficit intellettivo, disturbo dell\'attenzione. Ci sono delle diagnosi che non vengono colte dalle famiglie o dalle scuole e se non vengono colte in fase precoce, non è possibile fare un intervento. Non bisogna sottovalutare questi segnali che perché ci possono essere situazioni che possono essere corrette” ha concluso Peli. Per Roberto Lucchini, “la conclusione della ricerca sarà nel 2024 ma \"non potevamo attendere per diffondere i dati, nascondere sotto lo zerbino non serve a niente. La ricerca parte dalla comunità e alla comunità deve ritornare”.