Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator
Preferenze sui cookie
Giornale di Taranto - LA RECENSIONE/ La vera storia della deportazione degli omosessuali sull’isola di San Domino, nell’intensa opera di Alfredo Traversa
Lunedì, 06 Marzo 2023 08:18

LA RECENSIONE/ La vera storia della deportazione degli omosessuali sull’isola di San Domino, nell’intensa opera di Alfredo Traversa In evidenza

Scritto da 
Vota questo articolo
(0 Voti)

di Ingrid Iaci

Una storia realmente accaduta nell\'anno 1939 sull\'isola di San Domino, tra le isole Tremiti: Domenico, un pescatore barese, viene deportato dagli squadristi del regime su questa isola  scelta del 

 quale luogo dove confinare gli omosessuali di allora. 

Un affresco puntuale e minuziosamente descrittivo di alcune storie di uomini gay, provenienti dal sud, dal centro e dal nord della penisola, durante l\'epoca fascista, che si ritrovano a vivere questa esperienza di \"esilio\" vista attraverso gli occhi di Domenico e raccontata da Michele, amico etero di Domenico, io narrante del libro e dell\'opera teatrale.

Al di là delle vicende personali di ciascuno, l\'opera tratta le storie di uomini che conducono una vita assolutamente normale ma il cui orientamento sessuale secondo l\'ideologia fascista rappresentava una minaccia all\'immagine virile del maschio italiano e per questo, quindi, dovevano essere confinati. 

In quel mondo intollerante verso ogni tipo di alterità, un mondo che mirava al dominio della razza ariana, cancellando le diversità sessuali, religiose, ideologiche e soprattutto  etniche, Alfredo Traversa, l\'autore del libro da cui è tratta l\'opera teatrale rappresentata ieri a Stazione 37, narra le vicende di uomini \"diversi\" finemente descritti ciascuno con il proprio idioma dialettale: tra di essi un ragioniere milanese, un sarto lucano, Peppinela il

napoletano, Romolo, il romano, detto barcaccia, e persino un mafioso siciliano, dom Mimì, “un omaggio alla mafia era dovuto\" dirà simpaticamente Alfredo Traversa alla fine dell\'opera. 

Ai momenti drammatici, interpretati fino allo stremo dall\'autore/attore, si alternano battute comiche che allentano la tensione nel corso della rappresentazione di situazioni orribili, ma ancora tremendamente attuali, in un momento storico già di per sè orribile. Non è mancato l’omaggio ad altri autori ed altre opere come Pasolini, ricordato nella triste sorte toccata ad Antonio, e “Sogno di una notte di mezza estate\" E anche i gabbiani, presenti all\'inizio ed alla fine della rappresentazione teatrale, ci ricordano l\'albatros di Coleridge e di Baudelaire, metafora del poeta/ artista che \"vola\" alto al di sopra delle miserie umane.

Il Domino (dal latino dominus =padrone) parola presente nel titolo, nel nome dell\'isola e nel gioco richiamato nello spettacolo teatrale, è, dunque, l\'invito dell\'autore ad essere padroni della propria vita e a non piegarsi di fronte alle avversità, nell\'eterno scorrere di situazioni che mettono l\'essere umano continuamente di fronte alla scelta tra bene e male. 

In tutta l\'opera teatrale la parola \" domino\" evoca quindi la capacità di cambiare direzione quando la vita pone degli ostacoli, il male appunto, esattamente come accade nel gioco fatto di tessere di legno con puntini e parti lisce. 

D\'altronde anche il destino di San Domino non si è sottratto al \"cambio di direzione\": l\'isola infatti da sede di atrocità, è oggi luogo ameno dove trascorrere le vacanze. A ricordare il passato, però, è stata deposta una targa in memoria di quella terribile parentesi.

Grande successo di pubblico per questo intenso lavoro di Alfredo Traversa che si inserisce nella bella rassegna di REC- Recitazione E Cinema curata da Debora Boccuni e Tiziana Risolo.