Si discute di “fantomatici progetti di riconversione industriale mentre lo stabilimento AdI di Taranto è totalmente al collasso”. Lo dice la Uilm con tutte le rappresentanze sindacali unitarie (rsu) di fabbrica a proposito del polo di Acciaierie d’Italia, ex Ilva. Per la Uilm, “la fabbrica si sta fermando da sola, andando incontro ad eventi irreparabili da un punto di vista ambientale ed impiantistico. A Roma o in altri incontri del territorio - prosegue il sindacato - si discute di revamping dell’altoforno 5 (unica condizione per garantire una prospettiva ed una tenuta del sito visto il fine ciclo di altoforno 1 e 2), di ciclo combinato e addirittura di forni elettrici ad idrogeno verde tra 10 anni, senza mai condividere un documento con un progetto tecnico industriale che abbia le fonti di finanziamento e la relativa salvaguardia occupazionale”.
- “Si parla di tutto meno che delle persone interessate da una trasformazione che data la sua portata ha bisogna di serietà e approfondimenti concreti” afferma la Uilm. Per la quale “la quotidianità è fatta di gravi preoccupazioni e disagi come la mancanza di materie prime fondamentali per la marcia degli impianti, l’assenza di ricambi, di dispositivi di protezione individuale per la salvaguardia delle vite umane che operano sui reparti, la mancanza addirittura di carta asciugamani, di carta igienica, di acqua calda negli spogliatoi e di tanto altro”. Inoltre per la Uilm, Acciaierie d’Italia “continua ad abusare della cassa integrazione straordinaria usata come bancomat sulla pelle dei lavoratori, così come denunciato dalla Uilm alle autorità competenti. Come se non bastasse lo scempio citato, allo smontare dal proprio turno - sostiene il sindacato - i lavoratori sono costretti a raggiungere gli spogliatoi e portinerie di appartenenza a piedi o con passaggi di fortuna a causa dell’assenza di mezzi di trasporto interni in un sito grande tre volte la città di Taranto”. La Uilm dettaglia quindi una serie di episodi accaduti in vari reparti e afferma: “Chiediamo agli enti competenti di intervenire immediatamente per ripristinare un quadro di certezza di diritto a tutela della salute e sicurezza oltre che di rispetto della dignità delle persone”