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Giornale di Taranto - COLPO DI SCENA/ Ex Ilva, i 50 dell’indotto lasciano Confindustria Taranto e trattano autonomamente col Mimit
Domenica, 22 Gennaio 2023 14:07

COLPO DI SCENA/ Ex Ilva, i 50 dell’indotto lasciano Confindustria Taranto e trattano autonomamente col Mimit In evidenza

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Ex Ilva: aziende indotto formano comitato,lasciano Confindustria 

Le imprese di Taranto che hanno costituito il comitato indotto Acciaierie d’Italia, ex Ilva, escono da Confindustria Taranto. Lo dichiarano oggi le stesse imprese in un documento. Queste imprese, oltre che con l’ex Ilva, lavorano anche con le altre grandi industrie presenti nell’area tarantina. “Tutte le aziende dell’indotto associate a Confindustria Taranto - si afferma -  si sono dimesse in massa da Confindustria Taranto dopo aver constatato che occorre aprire una fase nuova. Una fase di pari dignità, di collaborazione costruttiva e di complementarità con le grandi imprese. Una fase meno politica e più concreta. Senza giochi di poteri e condizionamenti”. “ll nostro comitato - spiegano le imprese dell’indotto - è un’aggregazione di aziende libere e senza condizionamenti ideologici, unitesi per interagire direttamente e trovare soluzioni costruttive, pragmatiche e quindi efficaci alle problematiche tipiche del rapporto con clienti di così grandi dimensioni”. “Abbiamo sentito di non essere rappresentate, rischiando di fare la fine del vaso di coccio come nel 2015 - dicono le imprese -. In un assoluto vuoto di rappresentatività e lontane dalla palude della politica, le aziende dell’indotto hanno preso il cuore in mano e lo hanno gettato oltre l’ostacolo, appropriandosi del loro spazio e diventando protagoniste dirette del proprio destino, consapevoli che questa è una strada coraggiosa e senza ritorno. Una strada di assunzione di responsabilità”. Le imprese di Taranto che hanno costituito il comitato indotto Acciaierie d’Italia, ex Ilva, escono da Confindustria Taranto. Lo dichiarano oggi le stesse imprese in un documento. Queste imprese, oltre che con l’ex Ilva, lavorano anche con le altre grandi industrie presenti nell’area tarantina. “Tutte le aziende dell’indotto associate a Confindustria Taranto - si afferma -  si sono dimesse in massa da Confindustria Taranto dopo aver constatato che occorre aprire una fase nuova. Una fase di pari dignità, di collaborazione costruttiva e di complementarità con le grandi imprese. Una fase meno politica e più concreta. Senza giochi di poteri e condizionamenti”. “ll nostro comitato - spiegano le imprese dell’indotto - è un’aggregazione di aziende libere e senza condizionamenti ideologici, unitesi per interagire direttamente e trovare soluzioni costruttive, pragmatiche e quindi efficaci alle problematiche tipiche del rapporto con clienti di così grandi dimensioni”. “Abbiamo sentito di non essere rappresentate, rischiando di fare la fine del vaso di coccio come nel 2015 - dicono le imprese -. In un assoluto vuoto di rappresentatività e lontane dalla palude della politica, le aziende dell’indotto hanno preso il cuore in mano e lo hanno gettato oltre l’ostacolo, appropriandosi del loro spazio e diventando protagoniste dirette del proprio destino, consapevoli che questa è una strada coraggiosa e senza ritorno. Una strada di assunzione di responsabilità”. 

 Per queste imprese, “a peggiorare il clima e l’incertezza, ha contribuito l’inerzia della rappresentanza della Confindustria tarantina che, distratta e disorientata, aveva ormai derubricato in una routinaria questione tra semplici privati, le problematiche complesse della metalmeccanica e della siderurgia, delegandole alla competenza regionale e a loro dire nazionale”. Per le imprese, che si riferiscono all’ex Ilva, “attaccare questa fabbrica è una follia. E’ invece saggio difenderla aiutando a migliorarla. Per questo abbiamo lanciato messaggi di allarme al Governo e al Parlamento. Abbiamo chiesto di fare presto ed essere convocati per esporre il nostro punto di vista direttamente, senza filtri, come attori esperti della materia e portatori di un interesse legittimo, giusto e sincero. Il riconoscimento di tanti sforzi è arrivato il 19 gennaio 2023, quando le nostre imprese dell’indotto, formalmente riunitesi in comitato (una vera e propria “associazione” regolarmente costituita), sono state accolte e ascoltate dal ministro Adolfo Urso presso il ministero delle Imprese e Made in Italy, al pari della stessa Acciaierie d’Italia, dei suoi soci, delle istituzioni e delle altre forze produttive e di rappresentanza”. “Su esplicito invito del ministro - concludono le imprese - il nostro comitato parteciperà a tutti i successivi appuntamenti del tavolo di confronto indetti dal ministero, che saranno finalizzati allo sviluppo dell’accordo di programma e alla verifica passo dopo passo dell’avanzamento dei cronoprogrammi per la ripartenza e la decarbonizzazione di Acciaierie d’Italia”.