Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator
Preferenze sui cookie
Giornale di Taranto - LA PROTESTA/ Uniti per dire No allo scudo penale per chi inquina. Tutte le istanze in un documento consegnato al prefetto di Taranto
Martedì, 17 Gennaio 2023 19:15

LA PROTESTA/ Uniti per dire No allo scudo penale per chi inquina. Tutte le istanze in un documento consegnato al prefetto di Taranto In evidenza

Scritto da 
Vota questo articolo
(0 Voti)

Il coordinamento delle associazioni ambientaliste ha tenuto questa mattina un presidio di protesta sotto la sede della Prefettura di Taranto contro il nuovo decreto legge sull’ex Ilva, Acciaierie d’Italia, e la reintroduzione dello scudo penale. Al prefetto Demetrio Martino é stato consegnato un documento. Vi si legge tra l’altro: “Consideriamo positivamente la sentenza di Ambiente Svenduto che prevede la confisca degli impianti inquinanti e il loro fermo”. Al presidio erano presenti cittadini, gli esponenti delle associazioni ed anche una donna di Taranto, Celeste Fortunato, affetta da leucemia, che nei giorni scorsi ha diffuso un video, divenuto virale sui social, contro il nuovo decreto. La donna è giunta in auto sin sotto la Prefettura, è rimasta nella vettura col volto coperto da una mascherina ed ha mostrato ai manifestanti una maglietta con la scritta “I bambini di Taranto vogliono vivere”. 

 

“Il prefetto - ha dichiarato dopo l’incontro Alessandro Marescotti, di Peacelink, a nome delle associazioni firmatarie del documento - rappresenta il Governo nel territorio ed è il nostro canale di comunicazione col Governo. Non siamo entrati nel merito tecnico del decreto legge, ma il prefetto, congedandoci, ha detto che il futuro della città dovrà comunque tenere conto del volere dei cittadini. Prendendo posizione contro il decreto e lo scudo penale, noi ci schieriamo a difesa della Magistratura, della vita e della salute. Il documento dato al prefetto lo consegneremo anche al procuratore della Repubblica di Taranto, Eugenia Pontassuglia”. “Siamo preoccupati - ha proseguito Marescotti - per i picchi di benzene verificatisi all’ex Ilva, tanto che l’Arpa è dovuta nuovamente intervenire verso l’azienda, mentre sullo scudo penale abbiamo fatto presente che non si capisce perchè lo si voglia reintrodurre se l’azienda dice di essere a norma sotto il profilo ambientale e se per il piano ambientale si sostiene che è prossimo alla conclusione”. Nel presidio è stato annunciato da Massimo Castellana, di Genitori Tarantini, che gli avvocati dell’associazione hanno presentato alla Corte di Giustizia Europea le osservazioni in merito alla class action inibitoria promossa contro l’ex Ilva da dieci associati. A novembre la stessa Corte aveva notificato agli organi dell’Unione Europea, agli Stati membri e alle parti del giudizio, l’ordinanza con la domanda di rinvio pregiudiziale interpretativo sollevata dal Tribunale di Milano nell’accogliere una delle istanze dei ricorrenti. “Secondo il regolamento che disciplina il procedimento dinanzi alla Corte Europea tutti i soggetti destinatari della notifica, compreso il Governo italiani, hanno il termine improrogabile di due mesi e dieci giorni per intervenire, presentando le loro osservazioni per iscritto” è stato evidenziato. Alla manifestazione odierna è giunta anche l’adesione della commissione per la Custodia del Creato a nome della Diocesi, nonchè dei pazienti oncologici ed ematoncologici dell’ospedale Moscati di Taranto e delle loro famiglie. “Siamo coloro che si sono ammalati a causa dell’inquinamento, i primi a subire sulla nostra pelle le sue conseguenze. Abbiamo tutti subìto il trapianto di midollo osseo in seguito alla diagnosi di leucemia e, chi più chi meno, sono anni che lottiamo per sopravvivere. Ovviamente di leucemia ci si ammala ovunque ma qui a Taranto i numeri sono da strage. Per non parlare dei bambini” dicono i pazienti e le loro famiglie.