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Giornale di Taranto - MANCANZE/ Si è spento l’ex procuratore di Taranto Franco Sebastio, pioniere della lotta all’inquinamento, quando le aule erano vuote
Martedì, 10 Gennaio 2023 20:27

MANCANZE/ Si è spento l’ex procuratore di Taranto Franco Sebastio, pioniere della lotta all’inquinamento, quando le aule erano vuote In evidenza

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 di Luca Lorusso 

 

Si è spento  l’ex procuratore di Taranto Franco Sebastio. Il suo nome, la sua carriera, il suo impegno nella magistratura sono legati indissolubilmente all’emergenza ambientale di Taranto. Inizio’ ad occuparsi di inquinamento, da pretore, spesso in aule vuote perche’ la coscienza ambientalista non era ancora maturata. “Noi interveniamo quando il reato è stato consumato e non sempre percepiamo un clima favorevole nei nostri confronti” dichiarò non senza amarezza nel 2008 quando la questione ambientale esplose in tutta la sua drammaticità. Era febbraio del 2007 quando i vertici Ilva furono condannati per inquinamento, pm di quell’inchiesta Sebastio, procuratore aggiunto, e Alessio Coccioli. 

La sua frequentazione dei Palazzi di Giustizia risale agli albori degli anni Sessanta, ma non come magistrato. Infatti, il suo primo ruolo fu quello di cancelliere nella Pretura di un paese della provincia brindisina. Laureatosi in Giurisprudenza puntò al concorso per diventare giudice, obiettivo che centró nel 1969. Il suo primo incarico fu quello di pretore nel Milanese. A Taranto prese servizio nel 1976 sempre come pretore prima di diventare sostituto procuratore presso la Pretura del capoluogo ionico. La sua carriera si è poi brillantemente sviluppata nella città natale fino a diventare Procuratore capo nel 2008, ruolo ricoperto fino al 2015. Numerose le sue inchieste contro la ”grande industria“ per inquinamento ambientale. Andato in pensione, fu candidato sindaco nel 2017, ricoprì la carica di assessore comunale alla Legalità, ma quella politica, come del resto ha confessato in più di una circostanza, non era mai stata una sua passione. Al contrario di quella che aveva per il tennis, sport che ha praticato sin da giovanissimo fino a quando una malattia ha cominciato a minare il suo fisico.

 

 

 

Tanti i messaggi di cordoglio, le testimonianze, i ricordi che in queste ore si stanno rincorrendo su facebook. Ecco, di seguito, quello di Alessandro Marescotti, presidente di Peacelink.

 

“Franco Sebastio. Sono addolorato. Gli avevo telefonato qualche giorno fa, il 2 gennaio. Una telefonata di cortesia. Lo avevo sentito molto affaticato, con una voce strana, come se stesse dormendo e allora ho pensato che lo avevo chiamato in un momento inopportuno. Ci siamo scambiati poche frasi. Ha risposto con molta gentilezza, con tono laconico ma bonario. Mai avrei immaginato questo epilogo. Di lui mi ricordo in particolare il giorno in cui, con Piero Mottolese, andai in Procura a consegnargli le analisi della diossina sul pecorino. Una giornata di sole. Ci disse che dovevamo allegare ai dati di laboratorio una paginetta di accompagnamento: \\\\\\\\\\\\\\\"Non scrivete un romanzo, giusto una paginetta per dire cosa state consegnando”. Quella paginetta la scrissi a mano, seduta stante, mentre lui era lì in piedi, nell\\\\\\\\\\\\\\\'ufficio. Piero e io firmammo. Una cosa veloce di cui non percepimmo sul momento la portata. Era il febbraio del 2008. Cominciava così un\\\\\\\\\\\\\\\'esperienza che avrebbe segnato per sempre la mia vita. Fui convocato altre volte e portai altri dati. Ogni volta portavo con me la speranza. Era un uomo privo di illusioni, asciutto, essenziale. Da lui ho imparato tante cose. Ho seguito le sue conferenze. Sapeva spiegare molto bene. Andava diretto a cuore del problema. E analizzava tutto con razionalità cartesiana. Aveva il raro dono della sintesi. Era per natura, e soprattutto per esperienza, un pessimista. Ma al pessimismo della ragione associava un ottimismo della volontà che ha portato una città a liberarsi dal dominio di un sistema di potere malato. Da un sistema di potere che ha fatto ammalare le persone. E oggi lo ricordiamo per quello che è riuscito a darci, con la dedizione alle sue funzioni istituzionali esercitate per applicare la legge a fini di giustizia. Con lui questa città è cambiata, e oggi siamo più liberi.”