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Giornale di Taranto - IL DECRETO/ Ex Ilva, prestito ponte di 689 milioni, scudo penale, patto tra i soci: Taranto inascoltata
Giovedì, 29 Dicembre 2022 07:59

IL DECRETO/ Ex Ilva, prestito ponte di 689 milioni, scudo penale, patto tra i soci: Taranto inascoltata In evidenza

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Uno sciopero dalle 23 del 10 gennaio alle 7 del 12 gennaio è stato proclamato ieri sera  nell’ex Ilva di Taranto, Acciaierie d’Italia, dai sindacati Fiom Cgil, Uilm e Usb appresi i contenuti del decreto approvato dal Consiglio dei ministri.

    Per le tre sigle, “nonostante nella giornata odierna il mondo del lavoro e delle istituzioni, all’unisono, abbiano inviato al governo un messaggio forte e chiaro, ovvero di non erogare nessun ulteriore prestito pubblico in qualunque forma ad ArcelorMittal, socio totalmente inaffidabile ed inadempiente, senza un preventivo riequilibrio della governance che, cosi come garantito dallo stesso ministro delle Imprese e del Made in Italy in più circostanze, avrebbe dovuto prevedere l’ingresso di Invitalia in maggioranza, rimandato al 2024, il Cdm di ha approvato il decreto legge recante \\\'Misure urgenti per impianti di interesse strategico nazionale\\\' confermando la volontà di erogare i 680 milioni, già stanziati, in modalità finanziamento soci, ripristinando vergognosamente perfino lo scudo penale ai gestori del sito”.

    “In altre parole - dicono Fiom, Uilm e Usb - il governo Meloni si disinteressa completamente delle richieste di un intero territorio, dei lavoratori, dei cittadini, cedendo ai ricatti di un operatore privato che si permette quotidianamente di prendersi gioco delle piaghe della nostra comunità, compiendo solo sgradevoli bluff e azioni incostituzionali, garantendogli, come se non bastasse, anche l’esimente penale per i propri comportamenti illeciti”.

Come annunciato dal ministro delle Imprese e Made in Italy Adolfo Urso al Consiglio dei ministri il decreto legge recante “Misure urgenti per impianti di interesse strategico nazionale” presentato dal Ministero per le Imprese e il Made in Italy e dal Ministero della Giustizia, approvato dal Cdm, prevede che i 680 milioni, già stanziati, possano essere utilizzati fin d’ora quale finanziamento soci convertibile in futuro aumento di capitale dell\\\'ex Ilva. Urlo ha anche riferito del nuovo accordo tra gli azionisti di Acciaierie d’Italia, ArcelorMittal e Invitalia per il rilancio dell\\\'ex Ilva di Taranto e conseguenti garanzie occupazionali.

Per tutta risposta, oltre allo sciopero 

i sindacati hanno organizzato una manifestazione a Roma, nelle vicinanze di Palazzo Chigi, l’11 gennaio. La data è stata decisa ieri da Fiom Cgil, Uilm e Usb, dopo l’assemblea nella sede della Provincia, con le istituzioni locali. Erano presenti tra gli altri il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, e il governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, collegato in video call.

   “L’assemblea di oggi è stata importante perchè ha ribadito che larga parte del mondo sindacale e le principali istituzioni del territorio sono fortemente contrarie alla misura che il Governo si accinge a prendere nelle prossime ore per Acciaierie d’Italia. Dissentiamo su un prestito erogato ad Acciaierie d’Italia senza garanzia alcuna”.

    “L’unico modo per cambiare le cose non è erogare il prestito all’azienda ma cambiare totalmente gestione perché quella di Acciaierie d’Italia, a conduzione maggioritaria Mittal, si è rivelata un disastro” aggiunge Sperti. “Oggi abbiamo fissato la data della manifestazione a Roma che faremo con le istituzioni, adesso stabiliremo le modalità organizzative”.

“ Ciò che ha deciso il Governo - dichiara il segretario generale della Uilm Rocco Palombella- rappresenta un atto grave e irresponsabile che non ha ascoltato le nostre grida di allarme. Riteniamo sbagliato concedere questa ingente somma di denaro pubblico senza reali garanzie occupazionali e produttive nè vincoli chiari sul futuro dell’ex Ilva\\\". 

“Questo provvedimento - afferma ancora Palombella - è l’ennesima occasione persa da parte di un Governo del nostro Paese, perché da una parte si consente una produzione minima che farà continuare a perdere economicamente, dall’altra parte si consente alla multinazionale di continuare ad avere mani libere che potrà portare alla chiusura definitiva dell’ex Ilva e di un asset strategico della siderurgia italiana\\\".

    \\\"Un pannicello caldo - insiste il leader Uilm - che terminerà i suoi effetti nelle prossime settimane, dopo che verranno pagati i debiti con i fornitori energetici e con le ditte dell’indotto. Sono stati concessi 680 milioni di euro pubblici senza uno straccio di piano industriale. È una vergogna\\\".

    \\\"Per questo - conclude - confermiamo la nostra manifestazione dell’11 gennaio a Roma sotto Palazzo Chigi. Il Governo deve ascoltare i 20 mila lavoratori e le comunità interessate. No a forzature, saremo intransigenti per il bene dei lavoratori e il futuro della più grande acciaieria europea”.

Intanto il ministro ha convocato il Tavolo ex Ilva il 19 gennaio con la partecipazione delle forze sociali, sindacati e associazione produttive, rappresentanti degli Enti locali, azionisti pubblici e privati in cui l’azienda illustrerà i piani di sviluppo e gli impegni industriali e occupazionali. “Acciaierie d’Italia, ArcelorMittal e Invitalia hanno convenuto di modificare i patti parasociali - ha annunciato il

ministro-incidendo su aspetti cruciali come la partecipazione azionaria e la futura governance e determinando gli impegni finanziari dei soci, con rispettivi impegni proporzionali alla quota azionaria\\\".