Cgil, Cisl e Uil di Taranto e le rispettive categorie dei metalmeccanici, edili, trasporti e servizi inaspriscono la protesta nei confronti di Acciaierie d’Italia, ex Ilva. Mentre in tutti i siti del gruppo lunedì prossimo si effettueranno 4 ore di sciopero, a Taranto saranno invece 48 di cui le prime 24 lunedì. Lo hanno deciso oggi i sindacati. Il pacchetto di 48 ore di sciopero punta, si spiega, a “impedire un processo di desertificazione ambientale ed industriale del territorio. La prima mobilitazione del 21 novembre sarà articolata su 24 ore su tre turni con presidi e un corteo che partirà dalla portineria tubificio per raggiungere i lavoratori dell’appalto, e proseguirà verso le altre portinerie D ed A per giungere davanti alla portineria Direzione”. Per confederazioni e categorie, “è del tutto evidente che l'assenza della multinazionale alla riunione presso il ministero dello Sviluppo Economico ha mostrato, ancora una volta, tutto il disinteresse della stessa multinazionale e la volontà di determinare negativamente lo sviluppo di un territorio, dei lavoratori e della sua comunità, i quali non possono ulteriormente attendere dei tempi che rischiano di far implodere una situazione di criticità irreversibile”.
Cgil, Cisl e Uil insieme alle categorie avanzano poi una serie di richieste sono anche alla base delle 48 ore di sciopero. Si chiede in primo luogo che “lo Stato acquisisca il controllo e la gestione degli impianti nazionalizzando o diventando socio di maggioranza, rinegoziando l'accordo che prevede la transizione dei nuovi assetti societari al 2024, stabilendo e vincolando l’utilizzo dei fondi e la loro destinazione”.
Si chiede poi che “Acciaierie D'Italia ritiri il provvedimento di taglio degli ordini e delle commesse delle imprese dell'indotto” e che “il Governo sia garante di un riequilibrio delle relazioni sindacali all’interno del Gruppo ADI oggi assenti”. “Il Governo - chiedono ancora Cgil, Cisl e Uil e categorie - costituisca un tavolo permanente con tutti i soggetti interessati per garantire la risalita produttiva e la rinegoziazione del mancato accordo sulla cassa integrazione straordinaria”. Inoltre “sia confermata da parte del ministero del Lavoro l’integrazione al reddito per i lavoratori Ilva in amministrazione straordinaria” e infine “siano garantire le condizioni di salute e sicurezza in tutti gli stabilimenti”. “Le ulteriori 24 ore di sciopero - spiegano i sindacati - saranno programmate in assenza di risposte certe che possano finalmente traguardare obiettivi a tutela del lavoro, della salute e del tessuto produttivo ionico e del Mezzogiorno e che inevitabilmente non possono passare dalle mani dell’attuale amministratore delegato”.