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Giornale di Taranto - IN APPELLO/ Bimbo morto di tumore, la Procura di Taranto impugna la sentenza di proscioglimento dei dirigenti dell’ex Ilva
Giovedì, 03 Novembre 2022 08:57

IN APPELLO/ Bimbo morto di tumore, la Procura di Taranto impugna la sentenza di proscioglimento dei dirigenti dell’ex Ilva In evidenza

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La Procura di Taranto, col pm Mariano Buccoliero, ha impugnato davanti alla Corte d’Appello la sentenza di proscioglimento emessa dal giudice dell’udienza preliminare, Pompeo Carriere, nei confronti di alcuni dirigenti dell'ex Ilva per la morte del piccolo Lorenzo Zaratta a Taranto. Un piccolo di 5 anni deceduto a luglio 2014 per una rara forma tumorale al cervello. L’impugnazione in appello del pm punta ad aprire un processo e “un dibattimento approfondito”. “Permane un’insuperabile situazione di ragionevole dubbio circa l’effettiva sussistenza del nesso causale fra la presunta condotta ascritta agli imputati e il decesso del piccolo Lorenzo”. Cosí, nella sentenza, il gup Carriere ha motivato un’assoluzione e il non luogo a procedere per altri 8 imputati, tutti ex dirigenti Ilva all’epoca della vecchia gestione del gruppo Riva. Il gup scrive che “la letteratura medica, allo stato attuale delle conoscenze scientifiche, non consente di affermare la sussistenza di una correlazione causale tra inquinamento ambientale-atmosferico e tumori del sistema nervoso centrale e segnatamente dell’astrocitoma”, patologia, questa, che ha causato il decesso del piccolo Lorenzo.

 

 Tuttavia, per il pm Buccoliero non va affrontato “il rapporto tra inquinamento ambientale e astrocitoma di Lorenzo” ma quello “tra sostanze cancerogene nel cervello di Lorenzo e tumore sviluppato proprio ove tali sostanze sono state trovate”. “Le sostanze cancerogene che inaliamo che si trovano, ad esempio, nel fumo di sigarette o nei fumi industriali inquinanti oppure in altri fumi che respiriamo, provocano i tumori delle vie respiratorie. Le sostanze con cui ci alimentiamo quelli dello stomaco e così via. È dove la sostanza passa, si trattiene ed accumula che si può formare il tumore” rileva il pm nell’impugnazione delle decisioni del gup. Le motivazioni del gup sono state depositate ad agosto mentre la sentenza è di luglio. Il 12 luglio il gup ha assolto Angelo Cavallo, ex dirigente della fabbrica, che aveva chiesto il rito abbreviato (e per il quale il pm Mariano Buccoliero aveva chiesto la condanna a 2 anni e 4 mesi), e stabilito, inoltre, che non vi sia il processo per gli altri otto imputati che avevano optato per il rito ordinario. Si tratta di Luigi Capogrosso, direttore dello stabilimento Ilva fino al 3 luglio 2012, nonchè degli ex responsabili dell’area Parchi Minerali, Giancarlo Quaranta e Marco Adelmi, dell’ex capo dell’area Cokerie, Ivan Di Maggio, dell’ex responsabile dell’area Altiforni, Salvatore De Felice, degli ex capi delle Acciaierie, Salvatore D’Alò e Giovanni Valentino, e di Giuseppe Perrelli, all’epoca dei fatti responsabile dell’area Gestione Rottami Ferrosi. La tesi dell’accusa ha sostenuto che la mamma del piccolo, lavorando nel rione Tamburi di Taranto, molto vicino all’acciaieria, aveva inalato in gravidanza le emissioni nocive della fabbrica trasmettendole poi al feto.