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Giornale di Taranto - AUTUNNO TARANTINO/ Poesia, musica e dialoghi a Palazzo Stola di Taranto per “Primo” Festival di Poesia civile e contemporanea
Martedì, 20 Settembre 2022 14:41

AUTUNNO TARANTINO/ Poesia, musica e dialoghi a Palazzo Stola di Taranto per “Primo” Festival di Poesia civile e contemporanea In evidenza

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Si è tenuto l’incontro settembrino di “Primo” Festival Internazionale di Poesia Civile e Contemporanea del Mediterraneo e della città di Taranto. Questa IV edizione, che avrà termine il 30 ottobre prende il titolo di VII CIELO. Poetry & Experience Sense in onore di Dante Alighieri.

Il festival nasce dall’idea e dal progetto della direttrice Tiziana Magrì ed è organizzato dall’Associazione culturale Contaminazioni ed è parte del progetto La Restanza.

 

La poesia che si traduce in dialogo fra culture e generazioni e ritrova così la sua essenza universale.

La poesia che crea ponti e unisce mondi.

La poesia che diventa chiave di volta per singoli e realtà che si fanno portavoce di bellezza, ma anche di istanze fondamentali, dal basso.

La poesia che ha il coraggio di osare, di farsi latrice di verità e senso di giustizia.

Questa è la poesia che il festival sceglie di accogliere e di respirare.

 

Proprio per queste ragioni, l’incontro con Julio Pavanetti, patrocinato dall’ambasciata dell’Uruguay, non deve sorprendere. Pavanetti è, infatti, oltre che fine autore, direttore del Festival Internacional de Poesía “Benidorm & Costa Blanca” e fondatore del Liceo Poético de Benidor.

Ma Pavanetti è anche un uomo che ha dovuto affrontare la dura realtà di sradicarsi, di trovarsi “spatriato”, per citare un termine usato proprio da un noto autore tarantino recentemente, pur di non sottostare alle dure e irragionevoli leggi di un regime crudele.

Dall’Uruguay vessato e umiliato alla Spagna libera.

Questo è il viaggio di un corpo ma anche di un’anima.

Così, l’autore di Battute d'arresto, il libro presentato durante il festival nella meravigliosa e storica location di Palazzo Stola, in dialogo con Costantino Liaci -scrittore e attivista culturale-, fa emergere tutta l’amarezza di questo percorso. Ma quello che è emerso è anche il carattere tenace di questo poeta che si fa testimone e denuncia <<oltraggi e ingiustizie […] il mio rifiuto assoluto al dispotismo>>. D’altronde, Primo, oltre che festival di poesia contemporanea, ha nel titolo e nel cuore la poesia civile, quella che si innesta nel terreno per riflettere ed erigere su di esso palazzi di diritti.

L’intervento è stato ad opera di Gianpaolo Mastropasqua, curatore postfazione di Battute d’arresto.

Le letture sono state curate dalla poetessa e artista Gabriella Grande.

 

In seguito, Joanna Kalinowska, poeta, traduttrice e presidente dell'Associazione Amici Italia-Polonia, ha introdotto la ricercatrice, intellettuale e scrittrice Anita Piscazzi.

 

Con Piscazzi la poesia ha rincontrato la sua vecchia amica melodia, ritornando nel suo habitat originario: il mondo della musica.

 

Piscazzi, infatti, ha fatto risuonare la poesia tramite il piano in una splendida performance poetico-musicale dal titolo L’Erranza <<un progetto piano poetico che parte dalle dinamiche creative, espressive e musicali della parola poetica che si intreccia con le improvvisazioni pianistiche della stessa autrice. L’erranza è la necessità di un forte cambiamento nella relazione con l’altro, errare significa sbagliare, perdere i punti di riferimento più sicuri. L’uomo è continuamente in cammino anche quando pensa di restare. Dunque, l’erranza non può esistere senza la restanza, aspetti inseparabili della vita che stabiliscono una reciprocità.>>.

 

L’autrice ha inoltre condotto con Kalinowska una pregnante riflessione sull’errare, su quel costante ricercare un cambiamento, rimanendo completamente nudi per poter finalmente attraversare la nostra strada e lasciarsi attraversare dai simboli essenziali di quella stessa erranza presente nel titolo.