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Sabato, 17 Settembre 2022 16:41

GRANDI MANOVRE/ Con i Dl Aiuti Bis e Ter risorse a sostegno dell’Acciaio per 2 miliardi In evidenza

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Altre risorse pubbliche per sostenere l’acciaio. Col Dl Aiuti Ter il Governo ha infatti deliberato un miliardo per la svolta green della siderurgia italiana basata sull’uso negli impianti, dagli altiforni ai forni elettrici, del preridotto di ferro (un semilavorato) da produrre utilizzando come fonte di energia l’idrogeno da rinnovabili. Il preridotto ridurrà nella produzione l’uso di minerale, coke e rottame di ferro e abbasserà soprattutto le emissioni inquinanti. La svolta green dell’acciaio si colloca nel quadro del Pnrr.

   La norma di Aiuti Ter sul punto recita così: “Al fine di dare attuazione agli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, con riferimento agli investimenti legati all’utilizzo dell'idrogeno in settori hard-to-abate, alla realizzazione dell’impianto per la produzione del preridotto sono assegnate risorse finanziarie entro il limite di 1 miliardo di euro”. L’idrogeno dovrà derivare da fonti rinnovabili. Se ne occuperà una società ad hoc. Invitalia assumerà “ogni iniziativa utile all’apertura  del capitale della società a uno o più soci privati, in possesso di adeguati requisiti finanziari, tecnici e industriali, individuati mediante procedure selettive di evidenza pubblica”. 

 

Col Dl Aiuti Bis, invece, quasi due mesi fa il Governo ha previsto un altro miliardo ma in questo caso assegnato, tramite Invitalia, espressamente ad Acciaierie d’Italia, ex Ilva, mentre la disposizione di Aiuti Ter è per il settore siderurgico nel suo complesso. Con Aiuti Bis, nelle mani di Invitalia, partner pubblico di minoranza del privato ArcelorMittal che detiene invece la maggioranza, c’è sino ad un miliardo di euro da utilizzare per operazioni sul capitale di Acciaierie d’Italia rafforzandone la situazione patrimoniale.

   Tuttavia la sensazione diffusa, soprattutto nei sindacati nazionali metalmeccanici, è che per ora non accadrà nulla. Troppo complessa e delicata è la partita ex Ilva per decidere a una settimana dalle elezioni politiche. Invitalia, società del Mef, azionista di minoranza di Acciaierie d’Italia, è quindi orientata ad attendere l’insediamento del nuovo Governo prima di decidere quale scelta fare, visto che l’esecutivo  ha assegnato alla stessa Invitalia la tecnicalità dell’intervento. 

 

 Quanto a cosa fare del miliardo di euro, Acciaierie d’Italia spinge perché vada alla liquidità aziendale, perchè questo è il punto scoperto, con un circolante ridotto ai minimi termini ed una serie di costi da affrontare a partire da quelli del gas per finire al pagamento di indotto e fornitori, in forte sofferenza economica a Taranto. Il Governo, invece, vuole che le risorse di Aiuti Bis segnino una svolta nella gestione aziendale e affermino un più incisivo ruolo dello Stato (dopo l’accordo di fine maggio scorso, il passaggio dello Stato al 60 per cento del capitale di Acciaierie d’Italia è slittato a maggio 2024).

   In quanto al miliardo di Aiuti Ter per il preridotto e l’idrogeno, questo intervento green, riconducibile alla decarbonizzazione della siderurgia e in principal modo dell’ex Ilva di Taranto, è anche contemplato dal nuovo piano industriale di Acciaierie d’Italia che prevede più di 5 miliardi di investimenti in un orizzonte temporale a dieci anni a partire dal 2022. Per il preridotto a febbraio è stata costituita da Invitalia una società ad hoc che si chiama Dri Italia, la presiede Franco Bernabè, presidente di Acciaierie d’Italia. La spa è stata capitalizzata con 35 milioni dal Mef, elevabili a 70. L’impianto per produrre il preridotto dovrebbe sorgere a Taranto all’esterno del siderurgico. 

Ultima modifica il Sabato, 17 Settembre 2022 16:44
Giornalista1

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