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Giornale di Taranto - Giornalista1

Viene definito “inaccettabile” da Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm  Uil l’atteggiamento assunto da ArcelorMittal Italia “che continua a non affrontare le problematiche dei reparti attualmente fermi dimostrando ancora una volta lo stato di confusione in cui versa l’azienda”. I sindacati contestano ArcelorMittal per il fatto che oggi ArcelorMittal ha rinviato l’incontro programmato per oggi per discutere dei problemi del reparto Produzione lamiere 2 “pochi minuti dopo” l’orario di convocazione della riunione. Le sigle metalmeccaniche chiedono ad ArcelorMittal “di riprogrammare nell’immediato un incontro per affrontare le tante problematiche esistenti nel reparto”.

 

 E non c’è ancora una data di convocazione in merito alla richiesta che gli stessi sindacati hanno inoltrato qualche giorno fa ad ArcelorMittal per discutere dell’assetto di marcia del siderurgico di Taranto. Infatti, ora che l’ostacolo dello spegnimento dell’altoforno 2 è stato superato col Tribunale del Riesame di Taranto che ha accolto il ricorso di Ilva  contro un precedente provvedimento negativo del 10 dicembre del giudice Francesco Maccagnano, Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil chiedono di incontrare ArcelorMittal - gestore della fabbrica mentre Ilva resta proprietaria -. In particolare, i sindacati metalmeccanici chiedono “un incontro urgente per conoscere nel dettaglio il piano di assetto di marcia dello stabilimento siderurgico”. “Riteniamo fondamentale - hanno scritto le sigle sindacali ad ArcelorMittal - avviare un confronto per conoscere nello specifico le scelte aziendali sia dal punto di vista della capacità produttiva che della conseguente ripartenza attualmente fermi”. Da rilevare che dopo la mancata proroga all’Ilva  per gli ulteriori lavori di messa in sicurezza da parte del giudice Maccagnano, l’altoforno 2 - uno dei tre attualmente operativi nello stabilimento - è stato messo in regime minimo di marcia, mantenuto con un livello adeguato termico e preparato alla fermata e spegnimento così come previsto dal cronoprogramma predisposto dal custode giudiziario dell’area a caldo, Barbara Valenzano.

 

 Se non fosse arrivato il provvedimento del Riesame il 7 gennaio, dal giorno successivo il piano di fermata e spegnimento dell’impianto sarebbe entrato nella sua fase cruciale. È presumibile che dopo il pronunciamento del Riesame l’altoforno 2 in questi giorni sia stato gradualmente riportato verso un assetto di marcia normale. In pratica quello che aveva prima del 10 dicembre quando è arrivato il no alla proroga da parte del giudice Maccagnano. Da vedere, infine, se ArcelorMittal, ora che l’altoforno 2 è tornato nella disponibilità del gestore, riterrà di programmare la fermata dell’altoforno 4 per manutenzione. Fermata, questa, che era già stata programmata qualche tempo fa ma che è stata di volta in volta rinviata e messa in stand by perché non si sapeva se ArcelorMittal avrebbe potuto contare anche sull’altoforno 2. Quest’ultimo aveva già subito un precedente sequestro già a fine luglio e in estate un piano di fermata e spegnimento era già stato avviato. Poi il 20 settembre intervenne il Tribunale del Riesame, su ricorso di Ilva che impugnò il no alla facoltà d’uso espressa dallo stesso giudice Maccagnano, e l’altoforno torno così nella disponibilità d’uso sia della proprietà che del gestore. Oltre all’incontro chiesto dai sindacati a Taranto, va aggiunto che ArcelorMittal vedrà i sindacati nazionali il 17 gennaio a Roma, alle 10. Quest’inconto allo stato è confermato. All’ordine del giorno, gli istituti contrattuali per i quali, in base all’accordo al Mise di settembre 2018, Fim, Fiom e Uilm nazionali ne rivendicano la piena continuità.

 

 

 

Presidente Giove: “Primo posto irraggiungibile, ho dato il massimo. Ci riproveremo il prossimo anno.” Mister Panarelli:” Partita dominata ma ci è mancata concretezza. Siamo rammaricati ma dobbiamo onorare la maglia fino alla fine.” Mister Bitetto: “ Disputata una buona gara, sofferto solo nel primo tempo.” Guaita: “ Queste gare vanno sbloccate prima. Difficile giocare contro una squadra così chiusa in difesa.”

 

 


di Andrea Loiacono

 

 

 

Proprio nella domenica in cui le battistrada Bitonto e Foggia fanno registrare uno stop inaspettato contro Gelbison e Agropoli, il Taranto nel big match della seconda giornata di ritorno non va oltre uno scialbo 0-0 contro il Casarano tra le mura amiche dello Iacovone. Doveva essere uno spareggio fra due formazioni distanti solo due punti in classifica che puntavano ad accorciare le distanze dalla vetta ma alla fine il pari non ha accontentato nessuno. Davanti a circa tremilacinquecento spettatori Panarelli conferma il 4-2-3-1 con Guaita al posto di Oggiano sulla linea dei trequartisti e Marino al posto di pelliccia sull'out destro di difesa. In avanti unica punta l'ex Olcese. Mister Bitetto rispolvera invece il classico 3-5-5 con la coppia Foggia-Favetta in attacco, quest'ultimo fresco ex che fino a due settimane fa vestiva ancora la casacca del Taranto. Tanti fischi per lui nel corso del match soprattutto da parte della curva ionica. Il primo tempo fa registrare una netta supremazia territoriale del Taranto con il centrocampo composto da Matute e Cuccurullo che vince la maggior parte dei duelli. In avvio di partita è l'ex Favetta per il Casarano a tentare un paio di volte la conclusione. Il Taranto risponde collezionando un paio di calci d'angolo e confezionando un'ottima palla gol con Genchi che serve Olcese che di testa da ottima posizione spedisce fuori. Al 40' ci prova D'Agostino dal limite ma la sua conclusione è alta. Sullo scadere di frazione il Casarano potrebbe passare in vantaggio con un colpo di testa di Palmisano da calcio d'angolo ma Sposito è bravo a negargli il gol. Si va a riposo con il risultato di parità.

 

 

 

La ripresa comincia senza cambi e con il Taranto che riprende con la stessa intensità del primo tempo in cerca del gol. Benvenga al 7' ci prova con una conclusione a lato. Lo stesso difensore ionico ci prova al 10' ma senza fortuna. Al 26' c'è l'occasionissima per il Taranto con Pelliccia che serve Olcese il quale si gira e calcia a botta sicura ma il suo tiro è deviato in angolo dal portiere. Al 32' c'è una punizione di Genchi che termina alta mentre al 36' Goretta sostituisce uno stremato Olcese. Il Taranto colleziona altri due calci d'angolo ma non riesce a trovare il pertugio giusto per scardinare la difesa leccese. Termina così 0-0 dopo 4' di recupero.

 

 

 

In sala stampa il primo a rilasciare dichiarazioni è il tecnico del Casarano ex Cerignola Dino Bitetto: “ Prima della gara non avrei firmato per il pari, non siamo venuti per questo. L'approccio alla partita è stato buono da parte nostra poi nella parte centrale del primo tempo abbiamo sofferto la pressione del Taranto che giocava in uno stadio bellissimo davanti al proprio pubblico. Finchè abbiamo manovrato bene stavamo giocando alla pari, ma i nostri attaccanti oggi avrebbero potuto dare di più e sfruttare meglio gli spazi. Tuttavia non siamo venuti per stravincere, volevamo fare una buona gara e ci siamo riusciti. Il campionato è ancora lungo, certo, si può sperare in un buon piazzamento ma credo che per il primo posto sia molto dura.”

 

 

 

In casa Taranto parole inequivocabili giungono dal presidente Giove il quale a “Cronache Tarantine” ha dichiarato: “ Chiedo scusa ai tifosi per la mancata vittoria di oggi. Si è trattato di una partita sottotono da parte della maggior parte della squadra, soprattutto degli over dai quali mi aspettavo di più. Gli under hanno invece sfoderato un'ottima prestazione. Alla luce di questo risultato purtroppo devo ammettere che la stagione è ormai compromessa, il primo posto è praticamente irraggiungibile. Dispiace perché ce l'ho messa tutta ma non mi arrendo, sarà per il prossimo anno. Abbiamo sei mesi di tempo per capire cosa non è andato e ripartire dai nostri errori.”

 

Anche Mister Panarelli mastica amaro: “ La mia squadra oggi ha fatto una grande partita, con un'ottima fase di non possesso. Oggi in campo c'è stata solo una squadra ma purtroppo non siamo riusciti a vincere. Quello che ci serve in questo momento anche giocando peggio di così è la vittoria e oggi non è arrivata, dovevamo essere più concreti in certe occasioni, è mancato solo questo. Credo che non si tratti di un modulo piuttosto che un altro perché domenica scorsa abbiamo vinto allo stesso modo; la prestazione è stata maiuscola ma non basta. A centrocampo la prestazione di Matute è stata ottima insieme a quella di Cuccurullo, credo che solo una giocata individuale ci avrebbe consentito di vincere. Le ho provate tutte, allargando anche gli esterni ma non è bastato. Nel secondo tempo abbiamo avuto due occasioni che dovevamo sfruttare meglio, oltre al fatto che dovevamo calciare e sfruttare meglio le palle inattive. In un altro momento avremmo parlato di una buona gara disputata dal Taranto ma è chiaro che l'obbligo di vincere fa vedere il pareggio come una sconfitta. Siamo rammaricati, la delusione è tanta ma dobbiamo subito reagire perché dobbiamo onorare fino alla fine questo campionato e la maglia che indossiamo in tutti gli incontri ufficiali. Domenica prossima andremo a Nardò, un campo ostico contro una piazza che ci aspetta come tutte come se fosse la partita della vita. Affrontiamo ogni squadra nel loro momento migliore ma dovremo vendere cara la pelle.”

 

 

 

Il pensiero finale è affidato alle parole dell'esterno argentino Leo Guaita: “ Nel primo tempo sono riuscito a dare alla manovra la spinta che volevo. É stata una partita difficile contro una squadra dalle buone individualità che è venuta qui per chiudersi tutta dietro. Questo non è il nostro modo di fare calcio ma è chiaro che ognuno fa il suo gioco. Si sono schierati con un centrocampo a cinque molto folto e difficile da superare. Nel calcio è più facile distruggere che costruire, specialmente quando si è obbligati a vincere. Noi abbiamo provato a segnare ma dovevamo essere più precisi. Ci spiace non riuscire a vincere da due mesi in casa e sicuramente dobbiamo migliorare. A parte la partita contro il Gravina, tutte le squadre che hanno fatto punti qui sono state rinunciatarie, vanno trovate le contromisure. Rispetto a qualche mese fa quando le mie prestazioni magari non erano eccezionali, non è cambiato nulla. Piuttosto credo che con il precedente allenatore avevo compiti forse più dispendiosi. Ma questa è solo un'ipotesi che faccio. L'impegno da parte mia però non è mai mancato. A Nardò sarà un'altra partita difficile contro una squadra che oggi ha vinto ma noi bbiamo l'obbligo di non guardare in casa altrui e pensare solo a noi. Il segreto in questa categoria è sbloccare il risultato, perché poi per una squadra come la nostra è tutto in discesa.”

( foto Box Tarentum)

 

“L’amministrazione Melucci ha da tempo avviato una programmazione tesa al completo recupero dell’isola Madre sia in termini di riqualificazione urbana e sociale che in quelli di nuova viabilità attraverso le linee di azione individuate nel PUMS - è quanto si legge nell’intervento di Gianni Cataldino, assessore sviluppo economico e polizia locale -

 

Nelle more di tutti gli interventi previsti dalle direzioni Urbanistica e Lavori Pubblici in ragione delle progettazioni esistenti, è nata, dall’ascolto dei cittadini e dalle valutazioni sul campo compiute dagli operatori della Polizia Locale, l’esigenza di operare sull’area compresa tra Palazzo di Città, Piazza Castello e via Duomo. 

 

Risistemazione e ripristino delle aree di parcheggio quindi, con una nuova segnaletica orizzontale e verticale  utili ad una migliore fruizione, permettendo tra l’altro la dissuasione della doppia fila visto che nelle stesse e nelle aree adiacenti è ormai diffusa l’abitudine al parcheggio selvaggio, impedendo anche il regolare flusso veicolare sia in ingresso che in uscita.

 

In ragione di queste azioni e, si è inteso altresì fare una valutazione ulteriore sulla Discesa Vasto che  ha un unico senso di marcia e due corsie di scorrimento, una preferenziale per gli autobus e l’altra corsia per i veicoli. Quindi, al fine di garantire una maggiore scorrevolezza del traffico cittadino, ed evitare l’intero attraversamento della Città Vecchia alle auto in cerca di parcheggio,si è stabilito di consentire in via sperimentale, nel tratto della Discesa Vasto compreso tra Via Di Mezzo e Piazza Castello,  il doppio senso di marcia realizzando una terza corsia di scorrimento e mantenendo invariata la corsia dei bus.

 

Una risistemazione immediata e necessaria in attesa delle ulteriori azioni che a breve saranno attuate per rendere l’Isola Madre maggiormente vivibile e visitabile a residenti, cittadini e turisti”.

Il governatore pugliese uscente, Michele Emiliano, ha vinto le primarie del centrosinistra pugliese con un ampio vantaggio rispetto ai suoi tre sfidanti Elena Gentile, Fabiano Amati e Leonardo Palmisano. Mancano ancora pochi seggi al conteggio , ma il segretario regionale del Pd, Marco Lacarra, ha annunciato la vittoria di Emiliano con oltre il 70% dei voti. Ai seggi sono andati oltre 80mila elettori, "una partecipazione inaspettata - ha detto Lacarra - una festa di democrazia".

   

Sono 250 mila le schede stampate per le Primarie del centrosinistra, che si svolgono oggi in Puglia e oltre 1.000 i volontari schierati nei 272 seggi delle sei province. In lizza per conquistare il posto di candidato governatore del centrosinistra: l’attuale governatore Michele Emiliano, il consigliere regionale Pd e ex assessore Fabiano Amati, l’ex assessora e eurodeputata del Pd Elena Gentile e il sociologo Leonardo Palmisano. Le operazioni di voto si svolgeranno fino alle 20 e alle 22 i dati inizieranno a confluire nella sede centrale del Pd regionale (in via Re David), dove ha sede il comitato organizzatore e la commissione di garanzia. Lì dovranno essere trasmessi entro lunedì i verbali di tutti i seggi, insieme ai contributi in denaro raccolti. Per votare bisognerà esibire un documento di identità e lasciare un contributo di un euro per coprire le spese organizzative. Possono votare i cittadini italiani, dell’Unione Europea o Paesi extracomunitari (in possesso del permesso di soggiorno), residenti nei comuni pugliesi, che abbiano compiuto 16 anni entro il 31 dicembre e che si riconoscano nella proposta politica della coalizione di centrosinistra. Al momento del voto gli elettori saranno registrati nell’albo pubblico degli elettori di centrosinistra. I quattro candidati sono stati impegnati fino a oggi pomeriggio in confronti televisivi e iniziative di piazza. Il presidente Emiliano ha fatto sapere che voterà alle 11 a Bari nel Circolo Pd di via Zara.

"Da minorenne ho iniziato a lavorare come bracciante. Adesso il settore dell'agricoltura può rappresentare uno sbocco lavorativo per tanti ragazzi e ragazze a cui non chiediamo di tornare alla zappa, ma di entrare in settore fatto di innovazione, agricoltura di precisione, rispetto dell'ambiente". Lo ha detto la ministra delle Politiche agricole, Teresa Bellanova, a 'Green zone' su Rai Radio1, sottolineando che l'agricoltura "non è un settore del passato ma è il futuro se l'impresa agricola è redditizia".

   "Per noi - ha aggiunto poi - vale l'equazione buona agricoltura buon cibo. Abbiamo tantissimi punti di eccellenza e vogliamo riportare questo settore primario ad essere al centro dell'agenda politica ed economica del paese". "Le parole chiave sono trasparenza e 

indennizzi per chi è stato colpito. Servono investimenti per indennizzare non solo chi ha subito il danno ma anche il territorio, per ricostruire il paesaggio. Un Salento senza gli  alberi di ulivo non lo vogliamo conoscere". Lo ha detto Teresa Bellanova, ministra delle Politiche agricole, sempre a 'Green zone' su Rai Radio1.

   E poi, ha aggiunto, serve "la ricerca: i fondi sono sempre pochi, ma la ricerca è l'unico strumento per contrastare la xylella e le altre malattie".

“La fontana di Piazza Ebalia - fa sapere il vicesindaco Paolo Castronovi- ha subìto nei giorni scorsi una operazione di manutenzione straordinaria. Sono stati statuiti i corpi illuminati con un modello a tecnologia LED che consente la colorazione RGB della fontana.

L'amiu ha provveduto a ripulire le vasche e gli idrogetti che compongono il caratteristico sbuffo della fontana che ha ripreso vigore. 

 

É stato inoltre montato un sistema anemometrico che sospende il getto quando il vento supera una velocità che può proiettarlo sulla strada creando disagio agli automobilisti”.

 

Fa registrare reazioni e prese di posizione la decisione del Tribunale del Riesame di Taranto che accogliendo il ricorso dei commissari Ilva ha stabilito che Afo2 debba continuare a marciare. Di seguito pubblichiamo l’intervento a firma di Genitori tarantini Ets -LiberiAmo Taranto Aps

LiberiAmo Taranto e Genitori tarantini - Coordinamento Roma

LiberiAmo Taranto e Genitori tarantini - Coordinamento Milano

Lovely Taranto Ets -Comitato di Quartiere Tamburi -Associazione Cittadini Attivi Puglia -WWF Taranto - Comitato Donne e Futuro per Taranto Libera

 La decisione del Tribunale del Riesame su Afo2 ci lascia assolutamente sconcertati perché privilegia in modo ingiusto ed illogico gli interessi economici di ILVA e dell’attuale gestore ArcelorMittal , nonché le esigenze dell’occupazione, a scapito della Salute e della Sicurezza, riducendo queste ultime al ruolo di gregarie rispetto alle prime. Sappiamo che la Corte Costituzionale nel 2013, consentendo l’uso degli impianti nonostante il sequestro penale, ha equiparato il diritto alla salute a quello della tutela dell’occupazione, da salvaguardare entrambi, ma sappiamo anche che nel 2019 un organo di giustizia superiore, e cioè la Corte Europea Dei Diritti dell’Uomo, ha condannato l’Italia, valutando anche le decisioni della Corte Costituzionale, per l’inerzia ed il ritardo nell’adeguare gli impianti alle normative vigenti. Allora perché i giudici hanno richiamato solo le decisioni della Corte Costituzionale e non la sentenza della CEDU che pure hanno l’obbligo di applicare in via prioritaria rispetto a qualunque pronuncia dei giudici nazionali? 

Non siamo giuristi, non siamo magistrati, ma è forte la sensazione che la Giustizia, anche questa volta, abbia trovato le porte chiuse, all’ingresso del territorio tarantino. “Alla luce della ‘migliore scienza ed esperienza del momento storico’ in cui si scrive, il rischio per i lavoratori dell’altoforno 2 deve considerarsi assai ridotto”, si legge tra le motivazioni che hanno indotto i giudici ad accogliere il ricorso presentato dai commissari dell’Ilva in amministrazione straordinaria. Non capiamo quali titolati periti i Magistrati abbiano ascoltato per addivenire a tale conclusione, ma resta un fatto: un rischio, per quanto ridotto, resta un rischio. Come quello che nel 2015 costrinse una famiglia (ed una intera comunità) a piangere la scomparsa del giovane Alessandro Morricella. 

Tra le prescrizioni elencate dal Tribunale del Riesame, viene concesso ai gestori dell’impianto un tempo di sei settimane per l’adozione dei dispositivi attivi che servono, in caso di pericolo, ad avvertire i lavoratori, consentendogli di potersi allontanare dall’altoforno. Questo, già di per sé, dovrebbe vietare agli operai di avvicinarsi, e quindi di lavorare, all’impianto dissequestrato fino al totale completamento della prescrizione. Ci attendiamo, quindi, che gli operai non vengano costretti ad operare nelle stesse condizioni che portarono alla morte di Alessandro. Ad oggi «è pressoché pacifica - puntualizzano ancora i giudici - l'entità del tempo necessario per adempiere alla più importante tra le residue prescrizioni, posto che vi è sostanziale convergenza tra custode ed Ilva in amministrazione straordinaria. Trattasi di macchinari che, finendo per escludere la presenza umana nei luoghi ove trovò la morte il giovane operaio Alessandro Morricella, porteranno (in concorso con tutte le altre prescrizioni già adempiute) all'ulteriore riduzione del rischio per i lavoratori dell'Altoforno 2, entro i limiti di legge». Questo ci fa capire che, ancora oggi, a distanza di oltre 4 anni, i rischi per i lavoratori vanno al di là dei limiti consentiti dalla legge e nessun giudice dovrebbe consentire ad alcuno di lavorare in tali condizioni. I Giudici hanno scritto che è loro obbligo giuridico applicare i principi posti dalla Corte Costituzionale. Però applicano questi principi parzialmente. Compiono il bilanciamento degli interessi in gioco per arrivare ad un giusto punto di equilibrio, ma si dimenticano del tutto dell’altro principio stabilito dalla Corte Costituzionale e cioè che il diritto alla salute poteva essere esposto a rischio solo entro un limitato periodo di tempo ( 3 anni con riguardo alla realizzazione di tutte le prescrizioni AIA) e si dimenticano altresi di applicare il principio europeo di precauzione. In questo caso sono passati, invece, quasi 5 anni dal tragico evento e le prescrizioni impartite per l’adeguamento di AFO2 ancora non risultano adempiute. Era quindi obbligo dei giudici applicare anche questo principio e non concedere alcuna proroga. Un’altra pagina nera è stata scritta e consegnata alla Storia.  E noi tarantini così ci sentiamo ancora una volta, inevitabili danni collaterali a garanzia di una produzione strategica, scarti di produzione da seppellire, infinitesime perdite di esercizio.

Non dimenticheremo i nomi dei giudici della Corte Costituzionale che nel 2013, con una decisione politica , hanno equiparato il diritto alla vita ed alla salute , unico ad essere definito fondamentale nella Costituzione, agli altri di grado inferiore. 

La misura è colma e siamo stanchi di subire ingiustizie da parte di quelle istituzioni che invece dovrebbero tutelarci.

Avanza a Taranto la fase di start up del nuovo servizio di raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani. Interessate nuove aree del territorio urbano. Le utenze dei rioni Tamburi, Lido Azzurro e Paolo VI - quartieri che mettono insieme una popolazione di 40mila persone circa - stanno ricevendo la visita degli operatori incaricati della consegna a domicilio di pattumelle e carrellati che sono identificabili attraverso cartellini di riconoscimento marchiati “Kyma Ambiente – Amiu”. Quest’ultima è l’azienda pubblica per l’igiene urbana controllata dal Comune di Taranto. Azienda che precisa che “in nessun caso” gli operatori “sono autorizzati a richiedere somme di denaro agli utenti poiché i kit vengono forniti loro in comodato d’uso gratuito”.

 

Gli utenti che abitano in villette, appartamenti singoli o condomini fino a 5 interni - si specifica - riceveranno 4 pattumelle di colore diverso (marrone, verde, giallo e grigio). Nei condomini più grandi, invece, saranno distribuiti 4 carrellati più capienti a disposizione di tutti gli inquilini e non le pattumelle per ogni singolo utente. Senza alcuna distinzione, tutti riceveranno un piccolo contenitore “sottolavello” destinato all’organico, buste e materiale informativo. Per l’azienda pubblica dell’igiene urbana di Taranto, “in questa fase è necessaria la collaborazione di tutti, affinché si possa giungere al traguardo del 3 febbraio, data individuata per l’avvio del nuovo servizio, con la totale copertura della distribuzione nelle zone interessate. In tal senso, gli operatori stanno lasciando un avviso agli utenti non presenti in casa per sollecitare il ritiro del kit nel punto di distribuzione. Un appello particolare, inoltre - si evidenzia -, viene effettuato nei confronti degli amministratori dei condominio, soprattutto di quelli dove non è stato possibile individuarli: sono invitati a contattare gli addetti alla distribuzione affinché si possano perfezionare le operazioni di registrazione dei materiali”. “Kyma Ambiente-Amiu” Taranto dichiara che ogni kit, che si tratti di pattumelle o carrellati, viene infatti associato tramite software alle utenze. Nel caso dei grandi condomini, l’associazione viene effettuata con l’amministratore. “Questo perché - si specifica - il materiale viene affidato alle cure degli utenti, come detto in comodato d’uso gratuito, e sin dal momento della consegna saranno loro a preoccuparsi della custodia all’interno delle proprietà private o delle pertinenze condominiali”. La distribuzione sta interessando anche le utenze non domestiche dei quartieri obiettivo dello start up e anche i grandi condomini e le utenze non domestiche di Talsano, Lama e San Vito, borgate di Taranto densamente abitate, dove il servizio è già attivo e sarà rimodulato dal 3 febbraio, affinché diventi uniforme.

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