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Giornale di Taranto - Giornalista1

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giuseppe Conte, ha approvato un decreto-legge che introduce misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-2019.

Il decreto interviene in modo organico, nell’attuale situazione di emergenza sanitaria internazionale dichiarata dall’Organizzazione mondiale della sanità, allo scopo di prevenire e contrastare l’ulteriore trasmissione del virus.

Il testo prevede, tra l’altro, che nei comuni o nelle aree nei quali risulta positiva almeno una persona per la quale non si conosce la fonte di trasmissione o comunque nei quali vi è un caso non riconducibile ad una persona proveniente da un’area già interessata dal contagio, le autorità competenti sono tenute ad adottare ogni misura di contenimento adeguata e proporzionata all’evolversi della situazione epidemiologica.

Tra le misure sono inclusi, tra l’altro, il divieto di allontanamento e quello di accesso al Comune o all’area interessata; la sospensione di manifestazioni, eventi e di ogni forma di riunione in luogo pubblico o privato; la sospensione dei servizi educativi dell’infanzia e delle scuole e dei viaggi di istruzione; la sospensione dell’apertura al pubblico dei musei; la sospensione delle procedure concorsuali e delle attività degli uffici pubblici, fatta salva l’erogazione dei servizi essenziali e di pubblica utilità; l’applicazione della quarantena con sorveglianza attiva a chi ha avuto contatti stretti con persone affette dal virus e la previsione dell’obbligo per chi fatto ingresso in Italia da zone a rischio epidemiologico di comunicarlo al Dipartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria competente, per l’adozione della misura di permanenza domiciliare fiduciaria con sorveglianza attiva; la sospensione dell’attività lavorativa per alcune tipologie di impresa e la chiusura di alcune tipologie di attività commerciale; la possibilità che l’accesso ai servizi pubblici essenziali e agli esercizi commerciali per l’acquisto di beni di prima necessità sia condizionato all’utilizzo di dispositivi di protezione individuale; la limitazione all’accesso o la sospensione dei servizi del trasporto di merci e di persone, salvo specifiche deroghe.

Si introduce, inoltre, la facoltà, per le autorità competenti, di adottare ulteriori misure di contenimento, al fine di prevenire la diffusione del virus anche fuori dai casi già elencati.

L’attuazione delle misure di contenimento sarà disposta con specifici decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro della salute, sentiti i Ministri e il Presidente della Regione competente ovvero il Presidente della Conferenza dei presidenti delle regioni, nel caso in cui gli eventi riguardino più regioni. Nei casi di estrema necessità ed urgenza, le stesse misure potranno essere adottate dalle autorità regionali o locali, ai sensi dell’articolo 32 della legge 23 dicembre 1978, n. 833, fino all’adozione del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri.

Ai fini sanzionatori, il decreto stabilisce che il mancato rispetto delle misure di contenimento è punito ai sensi dell’articolo 650 del Codice penale.

 

Infine, il testo prevede che il Prefetto, informando preventivamente il Ministro dell’Interno, assicuri l’esecuzione delle misure avvalendosi delle forze di polizia e, ove occorra, delle forze armate, sentiti i competenti comandi territoriali.

 

EGIDIO ALBANESE: “COSI' AZIENDA PIU' PRODUTTIVA”

 

 

Siglata l’intesa tra il CTP e le organizzazioni sindacali aziendali. Al termine di alcune riunioni precedenti in cui il Direttore Dott. Giuseppe Murgolo si è confrontato con i sindacati, è stato poi acceso il semaforo verde all’accordo. Che, in calce, porta la firma dell’Amministratore Unico Avv. Egidio Albanese.

In particolare, il testo sottoscritto prevede che i lavoratori rinuncino all’indennità sinora percepita 5 minuti prima e 5 minuti dopo l’inizio del turno, ottenendo quale contropartita un incremento del buono pasto che passa così dalle precedenti 5,16 a 7,50 euro.

«Sono molto contento - afferma in una nota stampa l’amministratore unico del Consorzio trasporti pubblici - anche perché si arriva a quest’intesa dopo che eravamo stati costretti a dichiarare 18 esuberi per la nota vicenda delle linee passate all’Amat. Ma poi, progressivamente, abbiamo prima ritirato quelle procedure che avrebbero portato ai licenziamenti e, infine, arriviamo persino a sottoscrivere in favore dei nostri dipendenti questo premio.

Perché lo facciamo? Sia - assicura Egidio Albanese - perché c’è la copertura finanziaria per farlo nonostante le falsità che circolano in giro sui nostri bilanci e soprattutto perché la rinuncia dei sindacati a percepire quelle indennità, di fatto, fa aumentare la produttività della azienda. Ora, andiamo avanti proseguendo sulla strada del dialogo nel rispetto della distinzione dei ruoli. Più forti e uniti saremo al nostro interno, di più potremo proporci al mercato esterno».

“Non c’è alcun allarme e alcuna psicosi ingiustificata in Puglia a seguito dei casi di Covid 19 in Lombardia e Veneto”.  Lo dichiara il direttore del Dipartimento Politiche della Salute della Regione Puglia, Vito Montanaro. “Tutti i possibili casi sospetti, anche quelli che non avevano nessun criterio epidemiologico e che hanno destato interesse da parte della stampa locale nelle ultime ore, sono passati al vaglio puntuale dei Dipartimenti di Prevenzione e del centro di riferimento per la diagnosi del nuovo Coronavirus. Si ribadisce che nessun contagiato è stato finora identificato a seguito di specifici accertamenti. È indubbio che la segnalazione di casi confermati in Italia ha portato ad un innalzamento ulteriore del livello di sorveglianza e di attenzione da parte delle autorità sanitarie della regione. Ciò al fine di non sottovalutare alcun elemento di rischio.    La Regione ha provveduto a rendere disponibili tutti i dispositivi di protezione individuale (DPI) per gli operatori sanitari di tutti i pronto soccorso e di tutte le strutture sanitarie".

 

 "Inoltre - prosegue Montanaro - i DPI sono disponibili per tutti i Medici di medicina generale e Pediatri di libera scelta oltre che quelli degli Scap che dovessero essere chiamati a valutare eventuali pazienti sintomatici. Sono state, infine, intraprese tutte le azioni per il tempestivo allineamento a quanto previsto dall’ordinanza del Ministero della Salute che, come è noto, prevede misure di sorveglianza attiva e di profilassi basate sulla tempestiva segnalazione alle autorità sanitarie, ai Dipartimenti di prevenzione, ai medici di medicina generale ed ai pediatri di libera scelta di chi abbia fatto ingresso in Italia da meno di 14 giorni dal soggiorno in aree a rischio della Cina dove è in corso l’epidemia da nuovo coronavirus. Queste persone, per la salvaguardia della salute collettiva, sono invitate all’isolamento fiduciario a domicilio e a non violarlo concordando qualsiasi azione in accordo con i Dipartimenti di prevenzione territorialmente competenti, con i medici di medicina generale e con i pediatri di libera scelta. Non è altresì prevista l’esecuzione a tappeto di tamponi faringei per la verifica della presenza del nuovo coronavirus, come anche ribadito dal Ministero della salute, tranne in quei casi in cui le autorità sanitarie dovessero ravvisarne la necessità dopo attente e puntuali valutazioni".

Con il rito delle Quarantore, Taranto, con la storica Arciconfraternita del Carmine, si prepara alla Quaresima che introduce ai riti della Settimana Santa, importante e partecipato evento della città pugliese. Il rito delle Quarantore verrà introdotto domani sera da una messa celebrata alle 18.30 nella chiesa del Carmine e terminerà nel tardo pomeriggio di martedì. Ad animarlo saranno i confratelli del Carmine che, in abito di rito, saranno in preghiera davanti all’altare dove sarà esposta l’Eucarestia. La preghiera sarà effettuata domenica da dopo la messa sino alle 24 e lunedì dalle 7, in modo ininterrotto, sino a poco prima delle 18.30 di martedì. Nella nottata tra lunedì e martedì la chiesa del Carmine sarà aperta. I confratelli impegnati nelle “Quarantore” sono gli stessi che poi, nelle domeniche di Quaresima, animeranno la Via Crucis solenne al Carmine ma, soprattutto, i riti del Giovedì e Venerdì Santo. Questi consistono nel pellegrinaggio ai Sepolcri (gli altari della Reposizione allestiti nelle chiese del centro di Taranto e della città vecchia) dalle 15 del giovedì sino alla prima mattinata di venerdi e nella processione dei Misteri. Questa esce dal Carmine alle 17 del Venerdì Santo per rientrare il mattino successivo in un arco orario compreso tra le 7.30 e le 9. Le ore impiegate dal corteo sacro per percorrere un tragitto non eccessivamente lungo nel centro sono dovute alla caratteristica, lentissima andatura degli stessi confratelli. Pellegrinaggio ai Sepolcri e processione dei Misteri vengono compiuti dai confratelli del Carmine a piedi nudi. Eccetto i portatori delle statue dei Misteri, i confratelli sono incappucciati. Due delle statue più importanti dei Misteri, Gesù Morto e l’Addolorata, nel 2015 hanno compiuto il 250esimo anniversario della donazione al Carmine da parte dei nobili tarantini Calò. Nei giorni scorsi, in preparazione alla Settimana Santa, l’Arciconfraternita del Carmine ha organizzato la terza edizione della mostra 'Facies Passionis', i volti della Passione, che da mercoledì sera a domenica scorsi é stata visitata da quasi 13mila persone. Esposte, in questa edizione 2020, dieci statue dell’Addolorata provenienti da altrettante confraternite di Puglia che portano questo simulacro nelle loro processioni della Settimana Santa. Il bilancio triennale della mostra allestita nella chiesa del Carmine registra oltre 30mila visitatori. 

 Il nuovo corso di laurea in Medicina e Chirurgia che l’università di Bari ha istituito a Taranto sarà ubicato nella ex sede della Banca d’Italia, un prestigioso immobile nel centro di Taranto che affaccia sul lungomare. La scelta della sede è stata definitivamente ufficializzata in una conferenza di servizi in Prefettura, presenti il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, con delega alla programmazione economica, Mario Turco, il prefetto di Taranto, Demetrio Martino, e altri rappresentanti istituzionali. Banca d’Italia ha dismesso la sede provinciale di Taranto da qualche anno nel quadro del riassetto dell’istituzione. Da allora l’immobile è rimasto inutilizzato. L’orientamento emerso è ora quello di acquistare l’edificio attraverso un progetto specifico da finanziare nell’ambito delle misure del Contratto istituzionale di sviluppo per Taranto. Contratto che tra l’altro residua di circa 500 milioni di risorse (riprogrammate e riassegnate a Taranto) da spendere. Siccome però si vuol far partire il nuovo corso si laurea già dal prossimo anno accademico 2020-2021, per accelerare i tempi sarà proposto alla Banca d’Italia un contratto di locazione temporanea da parte di Asl Taranto in attesa di completare le procedure di acquisto dell’immobile. Il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, ha già scritto al rettore dell’Università di Bari, Stefano Bronzini, dichiarando che “tutti i rappresentanti delle Istituzionisi sono impegnati a fornire, nell’ambito delle proprie competenze, un contributo fattivo finalizzato all’individuazione di un immobile a Taranto da destinare a sede didattica dell’attivando corso di laurea in Medicina e Chirurgia per il prossimo anno accademico 2020/2021”. “L’impegno di questo Comune - ha detto il sindaco al rettore - è quello di valutare l’acquisizione dell’immobile di piazza Ebalia (ex sede provinciale della Banca d’Italia) previo finanziamento con fondi statali e previsione normativa di destinazione dell’immobile alla formazione universitaria del Polo Jonico”. Infine il sindaco, “al fine di avere certezza dell’accreditamento del corso di laurea  in Medicina e Chirurgia a Taranto”, chiede di conoscere se Uniba ha acquisito, “tramite il necessario titolo (contratto di locazione o altro), l’utilizzo dell’immobile ai fini dell’attivazione del corso di laurea”. Questo, specifica il sindaco di Taranto, in attesa “della definizione dei percorsi ipotizzati e rappresentati in sede di conferenza di servizi”. 

“La presenza di focolai di Coronavirus sul nostro territorio, in Lombardia e Veneto, richiede ovviamente di alzare il livello di attenzione e di adottare con urgenza tutte le misure di prevenzione, a tutela dei cittadini e degli operatori sanitari, che sono tra le categorie più rischio” - commenta così Donato Monopoli, segretario Fimmg Puglia, le ultime notizie sulla diffusione del virus in Italia. “I medici e gli altri operatori sanitari devono essere messi in condizioni di lavorare in sicurezza. Facciamo nostro l’appello del Presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici, Filippo Anelli, che ieri ha chiesto che le Regioni forniscano subito il previsto materiale di protezione - mascherine, camici, guanti e occhiali - e indicazioni univoche su come gestire i casi. - continua Nicola Calabrese, segretario Fimmg Bari - Per questo abbiamo chiesto alla Regione Puglia di convocare subito la task force regionale per aggiornare con la massima urgenza i protocolli operativi. La Regione ha risposto prontamente convocando per lunedì il Comitato Permanente Regionale della Medicina Generale”

 

 I medici di medicina generale, come indicato dal segretario nazionale Fimmg Silvestro Scotti, in caso di sintomi influenzali come febbre, tosse e difficoltà respiratorie, invitano i pazienti a non recarsi presso gli studi medici, la continuità assistenziale o il pronto soccorso. Anche nel caso di una banale influenza, andare dal medico di famiglia, dalla guardia medica o in pronto soccorso, vuole dire rischiare di infettare altre persone. Occorre invece chiamare uno dei seguenti numeri per essere sottoposti al triage telefonico, rispondendo a domande relative per esempio ai propri contatti, capacità respiratoria, eventuali episodi di dispnea: - il numero verde 1500 - lo studio del proprio medico di famiglia - i numeri dedicati all’emergenza che saranno comunicati dalla Regione I medici di famiglia di Fimmg e Simg hanno messo in campo un protocollo di prevenzione che prevede l’invio a tutti i medici della medicina generale di una scheda di triage telefonico da utilizzare per porre ai pazienti, sospetti di un contagio da Covid-19, domande con le quali fare una prima diagnosi a distanza. Saranno gli operatori sanitari a valutare tutte le informazioni fornite telefonicamente dal paziente e a dirgli come comportarsi, affidandolo in caso di sospetto a un medico indicato all’interno della rete territoriale dei medici di famiglia, che procederà ad un visita domiciliare. “Invitiamo i pazienti alla massima collaborazione, alla serenità e a interpretare eventuali domande del proprio medico di famiglia come parte di una procedura operativa finalizzata a rendere il sistema più efficiente. - conclude Donato Monopoli - Tutti, cittadini, operatori sanitari e istituzioni, devono fare la propria parte e dare il proprio contributo per evitare la diffusione del virus”.

 

Questa sera, evento di gala, all’insegna della solidarietà

 


 Solidarietà e intrattenimento musicale, momenti di confronto su quella che è la propria mission e l’illustrazione di nuovi progetti, che rendono questi dieci anni di attività solo un trampolino verso nuovi orizzonti.

Saranno questi gli ingredienti giusti della serata di gala in programma per le 20,30 di oggi, presso l’hotel “Cecere” a San Basilio – Mottola, a cura di “Opera Don Bonifacio Azione Verde”. Si tratta di un’organizzazione umanitaria internazionale fondata da Don Bonifacio Duru, sacerdote nigeriano della Diocesi Cattolica di Orlu, in Nigeria. La sua missione è promuovere lo sviluppo umano attraverso l’educazione olistica, l’istruzione e la formazione di bambini e adulti e la realizzazione di programmi socio - sanitari finalizzati a garantire il diritto alla salute e l’inclusione sociale.

La serata di oggi vedrà la partecipazione dei sindaci del versante ionico – occidentale, di Regione e Provincia, oltre che del mondo associativo. Oltre a premiare tutti coloro che si sono distinti per atti di solidarietà nel campo della cultura e solidarietà, dello spettacolo, della sanità, della cittadinanza attiva, dell’inclusione sociale, della fotografia e dell’economia o nel dialogo e nell’accoglienza, Azione Verde traccerà un bilancio dei suoi vent’anni di attività nel mondo, con uno sguardo particolare alla Nigeria (dove attualmente è concentrata la missione) e in Puglia, dove, con una sede operativa a Palagiano, è attiva da dieci anni.

Dieci anni di missione in Puglia, che proseguiranno dando concretezza a un nuovo progetto: il “Centro Humanae Vitae Apulia” in zona Conca D’Oro al servizio del territorio ionico, a poco più di otto chilometri dal Comune di Palagiano, in provincia di Taranto, a circa 700 metri dalla strada statale 106, in posizione davvero strategica per la sua fruibilità.

E’ stato presentato l’altra mattina in Provincia da Rosaria Propato e Domenico Agatiello, rispettivamente presidente e direttore generale di Azione Verde, affiancati da Monica Scarati e Fortuna Propato, coordinatori regionali per la Puglia. Intervenuti anche il presidente della Provincia Giovanni Gugliotti e il sindaco di Palagiano Domiziano Lasigna.

Il centro con tutte le sue strutture servirà per potenziare il sistema dell’inclusione sociale e della cittadinanza globale attiva. L’intento è quello di migliorare il sistema della conoscenza, della comunicazione e della valorizzazione del patrimonio locale in chiave interculturale, di favorire l’inclusione sociale di specifici gruppi marginali. Così, “la missione internazionale si integrerà con quella territoriale, promuovendo la vita umana e mettendola al centro di ogni azione”, come detto da Agatiello, “con l’auspicio – ha aggiunto Rosaria Propato - che le istituzioni, la Regione in primis, rispondano e siano presenti avvallando il nostro progetto, scommettendo sulla nostra scommessa”.

 

 

“Non si può restare sordi di fronte a una comunità che grida di dolore e a prese di posizione come quella del sindaco Melucci. Bisogna tornare a Taranto per far decidere i tarantini su lavoro, sviluppo, salute e riconversione, in base a un piano economico capace di liberare il territorio dal ricatto occupazionale”. Lo dicono le Sardine di Puglia dopo l’intervento d ieri del sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, che ha invitato il premier Giuseppe Conte ad abbandonare ogni confronto con ArcelorMittal sull’ex Ilva perché  ritenuto “inaffidabile”. “Come Sardine - dicono gli esponenti del movimento che nei giorni scorsi hanno tenuto incontri a Taranto e Squinzano nel Salento -, ribadiamo l’ipotesi di tenere a Taranto un Consiglio straordinario internazionale sulle politiche economiche e produttive sostenibili. Facciamo confrontare gli esperti e poi lasciamo decidere i tarantini, come nel nostro piccolo ci hanno chiesto le amiche e gli amici incontrati negli ultimi giorni”

 

“È evidente - proseguono le Sardine - che quello che abbiamo sentito in riva al mar Piccolo dagli operai ex Ilva, dai ragazzi della città vecchia e da alcune associazioni ambientaliste che in questi mesi hanno interloquito con noi, rimane purtroppo solo sullo sfondo di una questione che viene ancora una volta affrontata pensando al Pil e non alle persone. Taranto - sostengono le Sardine - fa bene ad alzare la testa e a chiedere voce: in riva allo Ionio si sa troppo poco della trattativa in corso. Dal punto di vista nazionale, ci siamo approcciati a quella drammatica situazione senza avanzare piani mirabolanti. Siamo siamo stati accusati di assenza di visione”. Per le Sardine, “l’assenza di visione sembra riguardare tutta la politica e tutti coloro che hanno pensato di risolvere il nodo della vertenza ex Ilva (e delle bonifiche che invocano urgenza) con l’approccio ragionieristico dei numeri e dimenticando il fronte più esposto: quello della città, delle istituzioni territoriali, delle parti sociali e dell’associazionismo”.

Entro fine mese Ilva in amministrazione straordinaria e ArcelorMittal, salvo improvvise rotture degli ultimissimi giorni, sottoscriveranno l’accordo che dovrebbe spianare la strada alla “nuova” Ilva, quella con la partecipazione dello Stato accanto al privato Mittal e l’introduzione dei forni elettrici accanto agli altiforni a ciclo integrale per avere sostenibilità ambientale dal punto di vista produttivo. Ieri i commissari di Ilva in as hanno incontrato i loro avvocati per un’ulteriore verifica sui testi e, da quanto apprende AGI, il lavoro procede spedito. “L’accordo dovremmo farlo, ci sono le basi per arrivarci”, spiega una fonte vicina al dossier.

   Ma proprio nel giorno in cui si fa un altro passo avanti per l’intesa, sia da Taranto, attraverso il sindaco Rinaldo Melucci, che dal sindacato, con Rocco Palombella, segretario generale Uilm, partono accuse pesanti. il sindacalista parla di “trattativa farsa” che “serve solo a far uscire ArcelorMittal dall’Italia. L’accordo che il Governo e la multinazionale stanno discutendo - sostiene - si limita a spostare il problema in avanti, magari al prossimo esecutivo”. Palombella giudica “irrisori” i 500 milioni che ArcelorMittal dovrà versare (400 cash e 100 di magazzino) per uscire a novembre qualora le condizioni dell’accordo di fine febbraio non si realizzassero, visto che l’accordo del 2018 al Mise  prevedeva investimenti per 4 miliardi. 

 

Ancora più netto Melucci che scrive al premier Giuseppe Conte invitandolo a rompere ogni discorso con Mittal. Per il sindaco, gli ultimi anni “non hanno prodotto progressi degni di nota. Presidente - scrive il sindaco al premier - ci difenda lei, interrompa subito ogni dialogo con questi signori, non c'è più niente da fare. Noi agiremo già da oggi di conseguenza”. 

   Sia pure partendo da sponde diverse, sindacato e sindaco manifestano una stessa preoccupazione: che quello di febbraio non sia un accordo vero e strutturato, ma solo una soluzione tampone. Giusto per guadagnare tempo tra primavera ed estate. Da fonti vicine al dossier si apprende infatti che l’intesa che verrebbe sottoscritta non fa riferimento né al nodo occupazione (eppure per mesi si è parlato di esuberi e al Mise, a dicembre, Mittal ha stimato 4.700 unità in eccesso) né a quello dello scudo penale (sottolineato invece come molto importante nella nuova memoria di difesa che i legali di Mittal hanno presentato la sera del 31 gennaio al Tribunale di Milano in vista dell’udienza del 7 febbraio, poi rinviata al 6 marzo).

   “In effetti - spiega una fonte - la partita vera non si gioca adesso ma a novembre, quando si configurerà definitivamente il piano industriale e dovranno esserci la ricapitalizzazione della società e la costituzione della newco per il preridotto. Solo allora - si afferma - si entrerà davvero nel merito dei numeri sia della produzione che della forza lavoro da impiegare”. Se così fosse, si avrebbe un ennesimo periodo di attesa, che però non sta bene a tutto il sindacato che da tempo chiede di uscire dall’incertezza.

 

 Il sindaco di Taranto, invece, ha attaccato duramente ArcelorMittal chiedendo al Governo di abbandonare ogni trattativa, perché la società gli ha nuovamente sbarrato il passo - introducendo nuove argomentazioni - sulla revisione dell’Autorizzazione integrata ambientale. Il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, ha accolto già da fine maggio scorso la richiesta del sindaco, ha aperto il relativo procedimento, ma ArcelorMittal, spiega una fonte, “si oppone perché ritiene che rivedere l’Aia equivalga ad una modifica contrattuale”.

   L’attuale Aia, cioè l’insieme delle prescrizioni con i relativi tempi di attuazione, è quella normata da un dpcm di settembre 2017. Il sindaco, invece, da mesi chiede che si introduca la Valutazione del danno sanitario per misurare se l’incremento produttivo è compatibile con la salute della popolazione. L’aspetto non è secondario, perché, si osserva, sinora il confronto con Mittal ha riguardato solo Mef e Mise, oltre alla presidenza del Consiglio, mentre del ministero dell’Ambiente non c’è traccia.

   A ciò infine si aggiunga l’evidente insoddisfazione del sindaco sul fatto che il nuovo decreto legge Cantiere Taranto (annunciato da Conte a novembre e dicembre) ancora non vede la luce. E insieme al decreto con le misure di rilancio che non c’è, si osserva in Comune, resta in stand by anche il Contratto istituzionale di sviluppo con circa 500 milioni di risorse che ancora non si riescono a mettere a frutto. 

 Un treno Frecciargento proveniente da Roma è rimasto bloccato per oltre un’ora sul primo binario della stazione ferroviaria di Lecce con le porte chiuse e tutti i viaggiatori a bordo, dopo che si era diffusa la notizia della presenza di un passeggero proveniente dalla Cina che ha fatto scattare l'allarme per un sospetto caso di coronavirus. Secondo quanto si è appreso, la segnalazione sarebbe stata fatta da un passeggero, forse una ragazza, tramite cellulare. Sulla banchina della stazione sono accorsi gli agenti della polizia muniti di mascherine, mentre il personale sanitario ha avviato i controlli. La preoccupazione si è diffusa subito tra parenti e amici dei viaggiatori che aspettavano l’arrivo del treno. Dopo oltre un’ora di attesa, al termine degli accertamenti, è stato fatto sapere che la persona segnalata non manifestava segni di contagio. Le porte del treno si sono aperte ed i viaggiatori hanno potuto lasciare la stazione. Lo stato di salute del passeggero sottoposto a controlli, così come quello di tutti gli altri passeggeri che viaggiavano con lui nella stessa carrozza, sarà monitorato per una quindicina di giorni. Dall’Asl fanno sapere che si è trattato di un falso allarme, probabilmente dovuto alla psicosi che si sta diffondendo soprattutto dopo le notizie sui casi di coronavirus nel Nord Italia.

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