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Giornale di Taranto -
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di Andrea Loiacono

 

Con una doppietta realizzata da Max Marsili il Taranto espugna lo stadio “ D'Angelo di Altamura” nell'incontro valido per la semifinale play-off di serie D ed accede alla finale che si giocherà in Campania contro la Cavese che ha sconfitto il Cerignola.” Mister Cazzarò conferma il 4-2-3-1 ma cambia qualcosa negli interpreti. Restano in panchina Cacciola e Corbier al posto di Bilotta e Ligotti. In difesa spazio a D'Angelo che prende il posto di Rosania. Sono oltre 400 i tifosi rossoblù al seguito della squadra. Il Taranto scende in campo con la terza maglia completamente nera con i numeri fluorescenti. Partono bene i ragazzi di Cazzarò grazie ad un paio di conclusioni di Ancora e Cazzarò che risultano imprecise. A cavallo del ventesimo minuto l'Altamura conquista due calci d'angolo. Sugli sviluppi del secondo l'arbitro il Sig. Bertini di Lucca vede un tocco di mano da parte di Marsili e decreta il penalty. Sul dischetto si porta Aliperta che calcia però sul palo. Al 29' l'Altamura sfiora nuovamente la rete con una traversa colpita da D'Anna. Da ora in poi sale in cattedra il Taranto. Diakitè scende sulla corsia destra e serve Ancora che resiste ad un fallo passa la sfera a Marsili il quale scarica un tiro potente che passa sotto le gambe del portiere Morelli. Taranto in vantaggio per la gioia del numeroso pubblico di fede rossoblù. Il vantaggio galvanizza il Taranto che al 45' potrebbe raddoppiare con D'Agostino che dal limite dell'area calcia rasoterra ma la sua conclusione finisce a lato. Il primo tempo termina dopo un minuto di recupero. La ripresa riparte senza cambi da ambo le parti con l'Altamura che conquista una serie di calci d'angolo. Al 7' Clemente sfiora il pareggio grazie ad un errore difensivo di Miale che con un retropassaggio serve involontariamente l'attaccante murgiano la cui conclusione è deviata provvidenzialmente da Li Gotti. Al 20' è Diakitè che fa salire il Taranto con un bello spunto ma l'attaccante viene steso da Clemente che si prende il cartellino giallo. Sugli sviluppi della punizione Marsili Calcia un bolide che finisce sotto l'incrocio e il Taranto raddoppia. Al 26' Di Senso conclude verso la porta di Pellegrino sfiorando l'1-2. Al 30' Favetta sostituisce un generoso Diakitè. Proprio Favetta poco dopo serve una palla d'oro a Ancora ma l'attaccante tarantino arriva stanco all'appuntamento con la sfera e calcia debolmente da ottima posizione. Da questo momento in poi l'ultimo quarto d'ora trascorre senza particolari rischi per il Taranto che gestisce bene la gara e anzi potrebbe triplicare le marcature con una conclusione da fuori area del subentrato Gori ma la palla finisce fuori. Dopo 6' di recupero il Taranto può festeggiare una vittoria importantissima che vale l'accesso alla finale dove incontrerà fuori casa la Cavese di Mister Bitetto.

 

Al termine della gara a parlare per i rossoblù è l'allenatore in seconda mister Murianni: “Avevamo preparato al meglio questa gara. Credo che il Taranto abbia rischiato poco se escludiamo un rigore inventato e una traversa frutto di una nostra distrazione, per il resto non c'è stata partita. Giocando in casa era ovvio che l'Altamura tentasse di fare qualcosa in più ma noi siamo stati bravi a controllare la gara; potevamo anche siglare il terzo gol quindi la nostra vittoria è meritata. Non siamo preoccupati per la finale da disputare a Cava, anche qui il Taranto non aveva mai vinto. Andremo in Campania per fare la nostra partita e cercare di vincere.”

 

Il protagonista di giornata è sicuramente Max Marsili, il centrocampista del Taranto è stato il migliore in campo oltre ad aver realizzato una bellissima doppietta: “ Sono molto felice per la vittoria prima di tutto perché era fondamentale vincere. Ovviamente mi fa piacere aver realizzato due gol, la mia prima doppietta con la maglia del Taranto. Credo che questa sia una vittoria meritata per noi. Sulla punizione ci siamo consultati con D'Agostino e Galdean e abbiamo subito deciso che l'avrei calciata io visto che la distanza era ragguardevole. Dedico queste reti a mia moglie e i miei figli, le persone più importanti della mia vita. Adesso ci godiamo la vittoria e da martedì penseremo alla Cavese, un'altra grande squadra. Ma se giocheremo così abbiamo tutte le chance di poter dire la nostra e vincere questi play-off.”

Da sabato, Palagiano ha una scuola intitolata al suo concittadino Nicola Ruffo, assassinato a Bari il 6 febbraio del 1974, a soli 44 anni, durante una rapina in una tabaccheria del centro, nel tentativo di tutelarne la proprietaria indifesa. Un solo colpo dritto al cuore, un altro colpo inferto dalla mafia barese.

Il plesso in Corso Lenne dell’istituto comprensivo “G. Rodari” è stato intitolato alla sua memoria, alla presenza del governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, che, nel 2006, da sindaco, nella città di Bari, gli ha voluto intitolare anche una strada.

“Oggi – ha detto Emiliano – vogliamo ricordare quanto faccia orrore il modo di fare delle mafie: sono una specie di grande tumore. Palagiano è schierata nell’antimafia sociale da tantissimi anni. Questa giornata deve servire – ha continuato Emiliano - anche a far capire ai nostri ragazzi che devono, quando è necessario, far valere i loro diritti, sì, ma mai intavolando atti di violenza e prepotenza, che vanno combattuti ed evitati. E, in questo, Nicola Ruffo è un gran maestro di vita. Per colpire le organizzazioni criminali bisogna ricordare gli atti ignobili di cui si sono resi artefici, ma, soprattutto, necessita ricordare gli uomini che li hanno o hanno tentato di contrastarli”.

Prima dello scoprimento della targa, che ricorda il sacrificio di “Nicola Ruffoconcittadino, vittima di mafia e medaglia al valor civile”, nell’auditorium del “Rodari” si è tenuto un convegno. Hanno preso la parola il dirigente scolastico che si è prodigato perchè questa intitolazione avvenisse e che, avvenisse alla presenza di Emiliano. Sono intervenuti anche Preneste Anzolin (già dirigente del “Rodari”); il responsabile coordinamento Libera Taranto e Libera Memoria PugliaAlessandro Tedesco; la vicepresidente nazionale Libera e Libera Memoria nazionale Daniela Marcone; Mario Dabbicco, referente Libera Puglia; il vice Prefetto dott.ssa Buccoliero; Pasqualina Ruffo, figlia di Nicola Ruffo; il sindaco del Comune di Palagiano Domiziano Pio Lasigna.

“Questa giornata – ha detto Lasigna - non vuole essere solo un tributo al ricordo, ma all’insegnamento di quelli che devono essere i valori da perseguire e i comportamenti da combattere. Le tracce di memoria aiutano a saper scegliere da che parte stare, a discernere il bene dal male. La lotta alla mafia è anche questo” . Maria Liso Ruffo, moglie di Nicola, ha voluto ringraziare chi non ha mai dimenticato quel gesto eroico. “Mio padre, vittima innocente consapevole – ha detto Pasqualina – dopo 44 anni torna a vivere nella sua Palagiano, attraverso una scuola, che consegna ai posteri il ricordo del suo sacrificio”.

Di seguito il discorso che L'arcivescovo di Taranto ,mons. Filippo Santoro,  ha pronunciato nel corso della cerimonia de U Pregge con la consegna della statua di San Cataldo al sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci.

Signor Sindaco,

 

è con viva gioia che oggi condivido con Lei, per la prima volta, questa cerimonia di consegna del simulacro e delle reliquie di San Cataldo quale primo cittadino della bella Taranto. Le affido il Patrono come segno visibile di profonda fiducia, di quel bisogno di comunione civile che oggi ci manifestiamo non solo per tradizione né tantomeno per formalità, ma perché siamo fedeli ai gesti che da sempre fondano la nostra amata città. Affidarle il Santo è un atto di amore che dona continuità all’incontro di San Cataldo con la nostra terra.

Le auguro Signor Sindaco di custodire sempre l’entusiasmo dell’inizio del suo mandato con il desiderio di fare, realizzare e di costruire ponti tra persone e categorie per migliorare la città che oggi rappresenta. 

 

All’inizio dell’anno pastorale ho consegnato alla diocesi tre parole programmatiche del cammino di questa chiesa locale, una delle quali questa sera risuona con peculiare significato questa sera,  ed è la parola appartenenza.

La festa patronale è un’occasione privilegiata per ricostruire il sentimento di appartenenza dei tarantini per la loro città e da lì ripartire per un nuovo percorso possibile, ne abbiamo avuto le prove in occasione delle inaugurazioni degli edifici storici che, non senza sacrifici e difficoltà, la curia arcivescovile ha ristrutturato e restituito alla fruizione, come anche quelli della pubblica amministrazione inaugurati nei mesi scorsi.

 

In questi ultimi mesi ha visto la luce  il centro di accoglienza per i migranti “Madre Teresa di Calcutta” che ha trovato posto nell’ex convento delle Carmelitane Scalze al quartiere Paolo VI.

Subito dopo, abbiamo inaugurato il centro notturno San Cataldo Vescovo, per i senza fissa dimora nel già Palazzo Santacroce, in Città vecchia, ancora un’opera “testimonianza” del nostro essere cristiani.

Ed è di questi giorni il grande affetto popolare che ha accompagnato l’apertura straordinaria, in attesa della conclusione dei lavori ormai vicina, del Santuario della Madonna della Salute: tanti i fedeli che mi hanno avvicinato per raccontarmi aneddoti della loro devozione legati a quella chiesa.

Anche questa antica Cattedrale è oggetto di continue migliorie per la preghiera e l’accoglienza del popolo cataldiano.

 

Per troppo tempo i tarantini hanno rinunciato alla bellezza, hanno assistito scoraggiati allo sbriciolamento di quelle che furono le loro case sull’Isola, all’abbandono delle radici a favore di quartieri all’inizio anonimi e senz’anima senza, nati perché in quel momento non abbiamo saputo, o voluto, immaginare un futuro diverso.

 

Tanta edilizia del Borgo umbertino, i palazzi ad interrompere la vista del mare, le villette sugli scogli, parlano di un progresso, di un benessere, portatori di guasti più che di benefici.

 

Ora la Provvidenza sembra farci ravvedere a forza dalle strade sbagliate. Perché piaccia o no la crisi economica e il disagio sociale ci costringono a un passo indietro, a ritornare ai valori della nostra storia.

 

E lì vogliamo tornare, alla città bella che ci raccontano i nostri avi, che ritroviamo nelle immagini dei libri che Taranto hanno decantato, nelle cartoline d’epoca; dobbiamo ritornare ad avere tutti e singolarmente cura della città, ognuno per le proprie competenze, a ricercar bellezza e a promuoverla.

 

San Cataldo e il mare è il tema scelto per questa edizione dei festeggiamenti. Io conosco signor Sindaco il suo attaccamento al mare. Il mare consola il nostro sguardo, è stato e deve tornare ad essere l’elemento naturale per i tarantini. La bonifica del Mar Piccolo, la ripresa dell’economia piscatoria, le attività turistiche: a questo devono essere indirizzati tutti gli sforzi.

 

Tutti insieme, solidali con chi ha e avrà bisogno di aiuto, diversamente non ce la faremo.

E tutti insieme vuol dire che la ricerca della bellezza dovrà mettere in moto percorsi virtuosi che producano occupazione per i nostri ragazzi e le nostre ragazze: senza di loro non andremmo lontano. E questo garantendo una vera educazione alla dignità personale e sociale, al lavoro, al senso civico senza lasciarli a derive di tipo consumistico e istintivo che incentivano la prevaricazione e l’illegalità. Educazione alla bellezza e responsabilità vanno insieme.

 

E vuol dire anche essere solidali con la categoria che più di ogni altra in questo momento soffre per gli attacchi incrociati di chi ne mette a repentaglio i posti di lavoro. Sono molto preoccupato per le notizie che mi giungono in merito agli eventuali esuberi all’Ilva e alla riduzione delle tutele dei posti di lavoro. Alla città dico: non lasciamo soli gli operai, le loro famiglie, che più di ogni altro hanno subìto i danni della ricerca del profitto che non considera la persona umana e l’ambiente.

Io sarò al loro fianco fino a che all’ultimo di essi non sarà garantita la continuità del lavoro degno che è il lavoro che garantisce la piena realizzazione e il rispetto dell’essere umano che però esige anche la responsabilità di un lavoro ben fatto, senza scappatoie e con serietà.

 

Signor Sindaco, anche se la città spesso sembra essere lamentosa ed inerte, conosciamo le innumerevoli difficoltà di chi l’amministra, ma siamo anche testimoni a livello locale di una grande sinergia fra le autorità locali civili e militari che specie in questo periodo sono unite in una speciale concertazione positiva di intenti e di legami verso la Città dei Due Mari.

 

Signor Sindaco le stringo la mano per donare insieme la festa ai tarantini, non una festa di evasione e di parentesi fra le difficoltà, ma la festa per infondere coraggio ed ottimismo e responsabilità comune; la festa di chi non si dimentica di nessuno, la festa di chi vuole cambiare le cose, la festa dell’appartenenza, la festa di chi conosce il mare, anche il mare grosso, di chi lo sa solcare, di chi porta la nave in porto.

San Cataldo ci benedica tutti. Buona Festa Taranto    

L’Atleta di Taranto corre con lo stendardo del Coni nazionale e punta a diventare ambasciatore dello sport. Inoltre dalla Fidal l’invito a presenziare agli Europei di atletica di Berlino 2018.

La presentazione a Roma del progetto “Ikkos”, che parte dal romanzo dello scrittore tarantino Lorenzo Laporta, ha raccolto consensi ed idee progettuali concrete. Nell’ambito del convegno “Il Sogno di Olimpia tra sviluppo economico e pedagogia”, esponenti di spicco di vari settori hanno contribuito a lanciare su scala nazionale l’idea che parte dal capoluogo jonico.

 

All’incontro, nella sala giunta del Coni, l’entusiasmo del presidente Giovanni Malagò: <<Siamo vicini a questa storia e a questo personaggio e sono felice di poter contribuire alla  promozione. Complimenti a Lorenzo perché per pensare un progetto così ambizioso bisogna essere anche un po’ folli. Ma i grandi dello sport, così come nella vita, non devono essere scontati. Evviva Ikkos!>>.

Un evento organizzato da Laporta in collaborazione con la Federazione Italiana di Ateltica Leggerarappresentata dal segretario nazionale Fabio Pagliara: <<Ci ha molto colpito questa idea che coniuga tradizione e innovazione e la sosteniamo perché è così che vanno avanti cultura e sport. Per questo abbiamo invitato Ikkos e il suo vino a “Casa atletica italiana”, che promuove le eccellenze italiane nel mondo, nell'ambito dei campionati europei di atletica leggera di agosto a Berlino.>>.

<<L’idea – ha commentato Lorenzo Laporta - è di creare un vero e proprio brand che possa unire le eccellenze del territorio, partendo dallo sport e allargandosi all’industria pulita a km zero. Dopo il vino e la linea di t-shirt Ikkos, si pensa ad un grande evento sportivo in suo nome, oltre ad un film kolossal di cui è già pronta una pre-sceneggiatura>>.

Assente giustificata Roberta Vinci, stella del tennis, che ha voluto partecipare attraverso un videomessaggio: <<Da buona tarantina sono contenta per il bellissimo libro dell’Atleta leggendario per la nostra meravigliosa città. I miei auguri sono per Lorenzo e per l’intero progetto>>.

 

Dalla Regione Puglia l’idea lanciata dal dirigente dell’agenzia del territorio Elio Sannicandro: <<Nel nuovo piano regionale dello sport, in sinergia con il presidente Michele Emiliano, c’è l'idea dei giochi del Mediterraneo a Taranto, che potrebbero tornare in Italia dopo 30 anni. Ikkos potrebbe esserne l’ambasciatore>>. Carlo Capria per la Presidenza del Consiglio dei Ministri: <<Per valorizzare la Magna Grecia dobbiamo cavalcare un'opportunità. E cioè la bellezza di questo territorio>>. Alla presentazione capitolina il vicesindaco di Taranto Rocco De Franchi:<<Oggi è l’occasione per dimostrare la grande bellezza di Taranto, anche attraverso anime belle come Lorenzo e l'editore Mandese. La nostra città vuole essere contaminata dalla cultura>>. Ikkos come leva turistica nelle parole del presidente dell’Autorità Portuale jonica Sergio Prete: <<Occorre diversificare e puntare anche sulla narrazione del territorio per il turista. Tra le nostre eccellenze che l’Authority sta portando avanti come marketing internazionale c'è anche Ikkos>>.

 

Il progetto strizza l’occhio anche a Rai Cinema, presente con Silvana Palumbieri e alla danza con la ballerina professionista Roberta Di Laura: <<Felice di questa collaborazione artistica e di portare, con il mio lavoro, Taranto all'estero>>. Al tavolo romano poi il contributo di Anna Maria Salinari di Tenuta Zicari, della conduttrice tv Janet de Nardis e della Cisl con Vito Vitale. Tra i main sponsor del progetto: Ionian Shipping Consortium, Banca di Taranto, Confcommercio Taranto

Ai primi di aprile un vertice in Prefettura aveva determinato la necessità di un approfondimento maggiore circa il piano industriale di Infrataras: la multi servizi del Comune di Taranto che dovrebbe coadiuvare l’AMIU (la municipalizzata ai servizi di igiene urbana) nel servizio di raccolta differenziata.

Approfondimento richiesto da Funzione Pubblica CGIL a fronte di un piano industriale che traguarda esclusivamente l’obiettivo di un anno e non fornisce – dice Lorenzo Caldaralo, segretario generale della Funzione Pubblica Taranto – informazioni precise sul futuro di questa azienda e dei lavoratori attuali (20) e quelli in arrivo da AMIU (32).

Oggi la protesta si è trasferita sotto Palazzo di Città a Taranto, dove la delegazione di lavoratori e rappresentanti sindacali è stata ricevuta dall’Assessore alle partecipate del Comune, Massimiliano Motolese.

Abbiamo chiarito le nostre posizioni e reiterato la richiesta di una sospensione di quel piano che a nostro avviso rimane lacunoso e troppo limitato nel tempo e nella mission aziendale – prosegue Caldaralo – Una condizione che purtroppo non ci mette al riparo da possibili processi di liquidazione e sospensione delle attività come già accaduto per altre aziende a partecipazione pubblica come l’Isola Verde emanazione della Provincia.

Serve programmazione per la CGIL e serve che il socio unico chiarisca una volta per tutte le sue intenzioni.

L’Assessore Motolose ha interagito in mattinata con l’amministratore delegato dell’Infrataras Umberto Salinas, e ha annunciato alla delegazione l’intenzione di voler riconvocare al più presto il tavolo di confronto sulla procedura in corso.

Dopo mesi di silenzi si apre finalmente una vertenza che non è solo occupazionale – spiega Caldaralo – ma di risposta programmatica alle necessità della comunità su servizi indispensabili come la raccolta dei rifiuti e la differenziata. Attenderemo con fiducia la convocazione del tavolo che speriamo possa riunirsi in tempi stretti.

Disponibili ingenti risorse per rimettere a nuovo e in totale sicurezza le strade provinciali ioniche. Il Decreto del 16 febbraio 2018, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 100 del 5 maggio 2018, riguardante il finanziamento da parte del Mit, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, degli interventi relativi a programmi straordinari di manutenzione della rete viaria di province e città metropolitane è stato approvato in tempi brevissimi. Alla provincia di Taranto sono stati destinati oltre 13 milioni di euro, 990 per l’anno 2018 e oltre due milioni e quattrocento mila euro per gli anni successivi fino al 2023.

A darne notizia è il mottolese Vanni Caragnano, presidente del Comitato Strade Sicure, noto per le sue battaglie riguardanti la strada statale 100.

“Ora – afferma - non ci sono più attenuanti. Il piano di riparto è stato pubblicato. Pertanto, la sicurezza stradale e il miglioramento della viabilità delle nostre provinciali non possono più attendere”.

La Provincia di Taranto assume la funzione di soggetto attuatore. “Per questo – continua Caragnano - abbiamo già preso contatti con il presidente Martino Tamburrano affinchè si apra, in tempi brevi, un tavolo per la pianificazione degli interventi più urgenti”. Tra le priorità d’intervento, Vanni Caragnano segnala: la messa in sicurezza e l’ammodernamento dei sette chilometri della provinciale 23, che collega la statale 100 alla statale 7 nel tratto di Castellaneta; la pianificazione dell’intervento di realizzazione di un ponte, che superi il restringimento della provinciale 237 verso Noci; la riqualificazione e messa in sicurezza della provinciale 53 verso Martina Franca; il miglioramento del manto stradale della provinciale 27 verso Palagianello; il miglioramento funzionale delle provinciali 109, 110 e 102, senza dimenticare tutte le altre provinciale a sud ovest di Taranto verso il mare”.

“Tutti interventi – sostiene il presidente del Comitato - che, se pianificati per tempo e nel rispetto di quanto previsto dal Decreto, in assenza di osservazione da parte della Direzione Generale del Mit, saranno realizzabili in tempi brevi, contribuendo a migliorare definitivamente la viabilità di tutta la nostra provincia”.

Il Comitato Strade Sicure ha già contatto la Direzione Generale per le strade e le autostrade e per la vigilanza e la sicurezza nelle infrastrutture stradali del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, cui verrà sottoposto, annualmente, il programma degli interventi prioritari da realizzare. “Il nostro intento – ribadisce Caragnano - è quello di poter dare un importante contributo, collaborando con la Provincia, ma anche con Polizia Stradale, cui segnaleremo situazioni di pericolo e, ora, facilmente risolvibili grazie a queste nuove risorse disponibili. Purtroppo, i dati in nostro possesso denunciano un alto indice di mortalità sulle nostre provinciali, che raggiunge un picco con il coincidere dell’aumento dei sinistri stradali durante i periodi estivi”.

“Lo schema del ministro Calenda è prevedibile e scontato come l’ok
dell’antitrust, adesso secondo lui manca solo l’accordo sindacale per
chiudere la partita”, così Sergio Bellavita, USB NAZIONALE, commenta
le ultime battute sulla vicenda Ilva.
Francesco Rizzo, coordinatore provinciale USB Taranto aggiunge: “per
quanto ci riguarda,  l’accordo sindacale non seguirà lo schema che il
Governo ha proposto. Siamo pronti alla mobilitazione. ​Non accettiamo
accordi in cui ci sono lavoratori in esubero né sullo schema degli
accordi Piombino-Alitalia e senza le necessarie garanzie ambientali.
Se Calenda pensa di fare il solito accordino sindacale dove a pagare
le conseguenze sono i lavoratori, le famigli e la comunità Tarantina
ci vedrà arrivare a Roma in massa.”

Sergio Bellavita sottolinea ancora una volta che sul numero dei
lavoratori, sulla discontinuità e sui diritti acquisiti,  “non c’è
discussione, vanno presi tutti alle stesse condizioni economiche e
normative.se  Mittal non accetta queste condizioni,  si deve
nazionalizzare. Il centro della discussione non è il mercato, perché
il centro è la salute delle persone e il lavoro di 18.000 dipendenti
Ilva e appalto, e comunque per noi tutte le decisioni sono vincolate
al parere dei lavoratori”.
Sulle convocazioni della Regione Puglia e le dichiarazioni dei 5
stelle Rizzo conferma la disponibiltà a dialogare con tutti. “La
partita Ilva è troppo importante perché riguarda il presente e il
futuro di una intera comunità , per questo ci vuole il coinvolgimento
di tutti”.

 

“Tornare a vivere la città vecchia riappropriandosi del tessuto sociale e degli elementi storici, riscoprendo dignità e valori. In quest’ottica si inquadra la riapertura al culto della chiesa della Madonna della Salute, un’opera che costituisce un ulteriore e importante contributo della Diocesi di Taranto alla complessiva rivitalizzazione della città vecchia di Taranto“.

Non ha dubbi, su questo, mons. Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto. E la decisione di organizzare un Open day (quello di domenica 6 maggio) per permettere ai Tarantini di visitare, in attesa della non lontana riapertura al culto, il restaurato santuario della Madonna della Salute si inquadra in questa ottica.

Un messaggio che è stato ben recepito dai tantissimi tarantini che ieri mattina hanno gremito gli spazi di piazza Monteoliveto per assistere alla cerimonia di apertura del portone del santuario, chiuso circa trent’anni fa per dissesti statici originati da un fulmine che danneggiò la cupola. Lavori di ristrutturazione che hanno subito una lunga interruzione e ripresi lo scorso anno grazie ai fondi di Coesione e sviluppo, circa un milione e duecentomila euro, messi a disposizione dalla Regione Puglia.

Oltre alla facciata del santuario sono stati effettuati interventi di consolidamento degli interni, il restauro degli stucchi e delle opere d’arte, il rifacimento dei pavimenti e l’installazione di un moderno impianto di illuminazione. Tra gli interventi eseguiti (progettati dallo studio associato Start dell’ing. Gianfranco Tonti e dell’arch. Leda Ragusa), di particolare effetto è il ripristino del cielo stellato che decora la cupola e le superfici voltate.

“Oggi - ha sottolineato mons. Santoro - ridoniamo un gioiello prezioso della storia di Taranto alla città e alle giovani generazioni perché si sentano orgogliosi della storia della loro città. Il desiderio che ho è che insieme alla riapertura del santuario ci sia il rinnovamento dell’intera città”.

Il santuario della Madonna della Salute si trova in piazza Monteoliveto, uno dei siti più belli della città vecchia dove si affacciano la casa natale di Giovanni Paisiello, palazzo Gallo e l'antica chiesetta di Sant’Andrea degli Armeni.

“L’emozione che mi ha accompagnato durante questo percorso di restauro, durato circa un anno  - ha spiegato l’ing. Laura Tonti - è stato riscoprire, giorno per giorno, la bellezza del cielo stellato della cupola che caratterizza questo bellissimo monumento. Restauro - ha concluso - che ha riguardato anche le superfici verticali e le volte interne, la deumidificazione delle murature, Il rifacimento delle vetrate decorate, il ripristino delle opere in legno e la realizzazione di un impianto di illuminazione scenografico".

di Antonio Notarnicola
La recente sentenza (28/3/2018) emessa dalla Corte di Appello di Lecce in ordine alla vicenda del mega impianto fotovoltaico costruito in contrada Conocchiella (masseria Martellotta), dalla società italo-spagnola RenAssett, ha definitivamente assolto l’ex sindaco Michele Labalestra, l’ex assessore alle energie alternative, Marco Natale, la sig. Anna Greco, a sua volta madre di M. Natale, oltre ai funzionari comunali Angelo Maggi, Antonio Dattis e Filippo Pellegrino, quest’ultimo funzionario regionale. La vicenda ha avuto origine dall’esposto presentato dall’ex sindaco Paolo Rubino unitamente ad un gruppo di cittadini firmatari, secondo cui il terreno ove sorge l’impianto di produzione di energia elettrica (stando alla tesi prodotta con il predetto esposto), essendo terreno demaniale, quindi della collettività, non poteva essere utilizzato per finalità di favore per poche persone ma, al limite, per l’intera collettività. Questo, grosso modo, era l’impianto dell’accusa portato all’attenzione degli organi giudicanti. Evidentemente dopo cinque anni di svariate udienze che hanno scandito l’intero iter giudiziario, i legittimi proprietari del terreno ove ricade l’impianto fotovoltaico per la produzione di energia elettrica, appunto Greco-Natale, hanno potuto dimostrare di possedere la titolarità del terreno origine della controversia. Di qui la sentenza di assoluzione della Corte di Appello di Lecce che ha così ribaltato la sentenza di primo grado emessa dal Tribunale di Taranto, che vide invece condannati per abuso d’ufficio, tranne l’ex sindaco Labalestra, i menzionati personaggi privati e pubblici. I giudici, in tale decisione, dopo aver sottolineato la ormai maturata prescrizione per tutti i reati contestati (quindi sia per l’abuso d’ufficio, per la cui condanna è stato proposto appello dai sopra citati Greco, Natale, Maggi, Dattis, che per gli altri reati, per cui vi fu assoluzione davanti al giudice di prime cure), riguardo l’unica condanna, hanno voluto comunque pronunciarsi con un’assoluzione nel merito, stante, a detta dell’Organo Giudicante, “l’evidente innocenza pur in presenza di una causa di estinzione del reato” quale appunto la prescrizione.
A termine di siffatta complessa vicenda legale, tanta gioia e tantissima soddisfazione, si respira in casa Greco-Natale, per la felice conclusione dell’inaspettato procedimento penale che ha trascinato per aule di tribunali l’intera famiglia. S’impone quindi un commento a caldo da parte del principale artefice qual era l’ex assessore Marco Natale, per fare chiarezza di certi aspetti anche non legali. Alla domanda se il mancato appoggio al bilancio di previsione per il triennio 2018/2020, presentato dal Comune di Palagianello in sede di approvazione, in qualche modo sia dovuto ai sventolati festeggiamenti pronunciati dal sindaco nel corso di un comizio, l’indomani della sua assoluzione e della contemporanea condanna, piuttosto pesante, sua e di sua madre. Questa la sua risposta: “assolutamente no, sono due aspetti completamente differenti”. “Una cosa è l’educazione, dove poi si riflettono i comportamenti di una persona – ha precisato Marco Natale – altra cosa è l’aspetto politico”. “Il tavolo è saltato perché all’interno della maggioranza consiliare non è stata accettata la mia candidatura a sindaco”.
Si precisa che Marco Natale ha presentato una propria lista in corsa alle prossime elezioni comunali che si terranno il 10 giugno prossimo.

di Andrea Loiacono

 

Non basta al Taranto un netto successo per 3-1 ai danni della Turris per agganciare il terzo posto in classifica. A pochi istanti dalla fine infatti l'Altamura ha avuto la meglio sul Nardò ridotto in nove da due espulsioni e si garantisce il terzo posto e la possibilità di giocare il primo match dei play-off tra le mura amiche.

Mister Cazzarò decide di far riposare qualche elemento soprattutto in difesa dove Pizzaleo prende il posto di Pellegrino tra i pali, Bilotta sostituisce Corbier sulla fascia destra e Giannotta prende il posto di Cacciola a sinistra. A centrocampo cabina di regia confermata con Marsili e Galdean in cabina di regia. Ancora, D'Agostino e Lorefice alle spalle dell'unica punta Diakitè. La squadra campana falcidiata dalle assenze si presenta invece con il 4-3-3 con l'ex Improta terminale offensivo. I primi venti minuti sono di studio. Al 25' D'Agostino impegna il portiere con un tiro da fuori. Si tratta del preludio al gol che arriva al 28'. Marsili calcia verso la porta, un difensore nel tentativo di rinviare svirgola e per D'Agostino è facile spingere in rete. Al 35' ancora il Taranto vicino al gol con un gran tiro di Lorefice che il portiere D'invero para in due tempi. Al 37' prima vera occasione per la Turris con Liberti che da fuori area conclude ma Pizzaleo si fa trovare pronto. Al 41' l'arbitro concede un rigore per la Turris per fallo di Pizzaleo su Improta. Lo stesso improta ex rossoblù si porta sul dischetto ma Pizzaleo si allunga in tuffo e salva la sua porta. Il primo tempo termina con il Taranto in vantaggio.

 

La ripresa si apre senza cambi ma con un' ammonizione per D'Agostino. Il Taranto si riversa nella metà campo ospite e guadagna un calcio d'Angolo. Lo stesso Ancora conclude verso la porta corallina senza trovare la rete. Rete che invece arriva con D'Agostino che entra in area, dribla un difensore si sposta la sfera sul sinistro e conclude battendo D'inverno per il raddoppio degli ionici.

Il Taranto però non sembra sazio e conquista un calcio di rigore con Diakitè che viene atterrato da Follera. Dal dischetto si porta D'Agostino che firma la sua tripletta personale. A questo punto comincino i primi movimenti sulle panchine con Favetta che prende il posto di Diakitè. Al 26' il portiere della Turris si supera, prima su Ancora e poi su Marsili, poi l'azione sfuma. Alla mezz'ora arriva il gol della bandiera per la Turris con l'ex improta che effettua un mezzo pallonetto dalla distanza che beffa Pizzaleo. Nel Taranto mister Cazzarò concede la standing ovation a D'agostino, al suo posto entra Capua. Al 43' Roghi della Turris da buona posizione spedisce alle stelle. C' è il tempo per un ultimo cambio con Palumbo che prende il posto di Lorefice. Il triplice fischio finale decreta il quarto posto per il Taranto e risucchia la Turris nella zona play-out.

 

Al termine della gara Mister Cazzarò non si presenta in sala stampa, al suo posto c'è il vice Mister Murianni: “ Non è successo nulla di particolare spiega il tecnico. Mister Cazzarò è solo deluso dalle troppe critiche ricevute nella settimana seguente alla sconfitta di Potenza. Quella di oggi è stata una partita senza storia in cui avremmo potuto fare anche più gol. Abbiamo dato spazio a ragazzi che se lo meritavano come Pizzaleo e abbiamo concesso un turno di riposo ai due terzini in quanto sia Cacciola che Li gotti erano diffidati. Abbiamp preferito far riposare anche Corbier. Sicuramente contro l'Altamura ci sarà qualche cambio, ma quello che sarà fondamentale è l'approccio, cercheremo di giocarla con la massima grinta possibile. Noi dal campo non sapevamo il risultato dell'Altamura. Certo sapere che ha fatto due gol nelle battute finali fa rabbia perché volevamo giocare davanti al nostro pubblico al quale sarò sicuramente vietata la trasferta. Comunque non cambia nulla andremo li per fare il nostro gioco. Resta il rammarico per non essere partiti con questa squadra sin dall'inizio, purtroppo alcune vicissitudini ce lo hanno impedito. Avremmo sicuramente lottato per il primo posto. Nel girone di ritorno abbiamo fatto anche più punti del Potenza e questo significa che avremmo meritato anche di più del terzo posto.” Il protagonista di giornata è Stefano D'Agostino che con questa tripletta raggiunge quota 13 reti con la maglia del Taranto che sommate alle 9 messe a segno con quella del Campobasso fanno 22 gol stagionali: “ Sicuramente sono contento di quanto fatto in questa stagione ma la soddisfazione più grande è aver trovato questo gruppo che è una vera e propria famiglia, sono orgoglioso dei miei compagni.” Per quanto riguarda le reti di oggi penso che la prima sia stata fortunosa, mentre il secondo è stato un bel gol. Il rigore ha poi chiuso la partita. Non so se sia uno svantaggio giocare i play-off fuori casa, io li ho disputati da quinto eliminando proprio il Taranto con il Fondi. Ci sono tanti stimoli che si attivano anche giocando fuori casa, noi andremo ad Altamura per vincere, faremo la nostra partita. Stiamo cercando di mettere in condizione la società di poter disputare un campionato diverso da questo. Poi spetterà a loro quale strategia attuare. Io so con certezza che vorrei rimanere a Taranto. Ora non posso firmare nessun contratto ma a tempo debito ci incontreremo con la società. Come me diversi miei compagni vogliono proseguire in questa avventura, si è creato un grande gruppo, con i giusti accorgimenti potremmo dire la nostra sia in serie D che in C. “

 

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