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Giornale di Taranto -
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“Finalmente la Giunta regionale ha stanziato le somme necessarie, includendole nel bilancio corrente della Regione, per procedere all’assunzione di 145 unità necessarie per mettere Arpa Taranto nelle condizioni di meglio operare sul territorio ionico alle prese con gravi emergenze ambientali. Si tratta di 4 milioni di euro rinvenienti dalla dotazione di complessivi 10 milioni 612mila euro messi a disposizione, per il 2018, di Arpa Puglia”.
C’è soddisfazione nelle parole di Gianni Liviano tanto più che dietro questo risultato c’è il lungo e paziente lavoro che il consigliere regionale del Gruppo Misto ha portato avanti nel tempo interfacciandosi, prima, con il direttore generale di Arpa Puglia, all’attenzione del quale ha rappresentato le esigenze e le richieste di adeguamento della pianta organica che arrivavano da Taranto, tutto sfociato nella redazione del Piano Taranto; incalzando, poi, il presidente Emiliano e la giunta regionale perché deliberassero in tale direzione. Cosa avvenuta anche in virtù di una mozione presentata da Liviano, e votata all’unanimità dal Consiglio regionale, con la quale si impegnava il presidente la Regione Puglia, nel rispetto delle competenze specifiche dei singoli dipartimenti, a compiere gli atti dovuti e di propria competenza al fine di poter provvedere alle assunzioni necessarie per Arpa Taranto.
La delibera, approvata il 7 novembre dello scorso anno, “ha delineato - ricorda Liviano - il Piano per l’assunzione del personale Arpa Puglia per le attività di cui all’articolo 8.1 della legge 1 agosto 2016 n°151. Questa legge - aggiunge il consigliere regionale tarantino - permetteva alla Regione Puglia ad autorizzare Arpa Puglia a procedere all’assunzione di personale a tempo indeterminato”.
E se per il 2017 tutto ciò non è stato possibile, in quanto alla richiesta del Mef di indicare la copertura finanziaria la Regione “non era stata in grado di rispondere perché in quel momento impossibilitata a farlo”, spiega Liviano, ecco che per il 2018, invece, il problema sarebbe stato superato “con l’implementazione di 4 milioni di euro (anche se la stessa legge 151 prevedeva fino a un massimo di 5 milioni di euro) della somma prevista per il normale funzionamento di Arpa Puglia postati nel bilancio corrente”.
Il cosiddetto “Piano Taranto”, ricorda ancora Liviano, è strettamente legato alle attività di controllo nello stabilimento Ilva di Taranto, di cui al Piano Ambientale, tese alla verifica dell’attuazione del quadro prescrittivo AIA, da effettuarsi prevalentemente in situ; lo stabilimento Ilva di Taranto è costituito da oltre 2000 componenti comprendenti macchine ed attrezzature pericolose, anche ad elevatissima pressione e contenenti sostanze ad alto rischio, che rappresentano fonti di elevato rischio su cui effettuare ogni verifica in seno alle procedure di Autorizzazione Integrata Ambientale, Rischio di Incidente Rilevante. Oltre a tale attività di verifica impiantistica, sono da ricomprendersi tutte le attività in materia di bonifiche.
“Adesso - conclude Liviano - vigileremo e ci adopereremo perché si passi subito ai fatti procedendo alle assunzioni con priorità per le stabilizzazione dei precari, risultanti in 80 unità. Del resto, lo stesso presidente Emiliano, nel corso di una conferenza stampa da lui tenuta lo scorso 23 dicembre, aveva pubblicizzato la prossima assunzione del personale Arpa. Ci aspettiamo, dunque, tutti gli atti amministrativi consequenziali”.

Credo sia opportuno conoscere per tempo le condizioni economico-finanziarie del Comune di Pulsano e di saperlo prima che venga conferito mandato ad una nuova giunta, anche per consentire ai cittadini elettori di valutare adeguatamente l’operato dell’ente negli ultimi dieci anni e scremare ulteriormente il carro di promesse e impegni (spesso irrealizzabili) che si stanno assumendo in queste ore di frenetica campagna elettorale.

Emiliano D’Amato, candidato sindaco per la Lista Pulsano Bene Comune, annuncia così l’inoltro di una lettera inviata ieri al Commissario Straordinario del Comune di Pulsano, Fabio Colapinto, e per conoscenza al Prefetto di Taranto, Donato Cafagna, al segretario generale del Comune, Marcella Calia, al responsabile del settore economico finanziario, Stefano Lanza e al revisore dei conti dello stesso ente, Antonio Benegiamo.

Il fascicolo che riguarda le questioni economico-finanziare dell’ente commissariato dallo scorso 12 marzo, sembrerebbe infatti Top Secret. Nessuna notizia ufficiale sull’analisi dei conti, nessuna nota pubblica relativa alle condizioni in cui verrebbero lasciate le casse dell’ente.

Il 31 marzo scorso avremmo dovuto approvare il bilancio di previsione e il 30 aprile quello consuntivo – scrive nella lettera D’Amato – ma nonostante le scadenze di mia conoscenza, salvo proroghe, non siamo nelle condizioni di valutare il futuro economico del Comune di Pulsano, che secondo le prime indiscrezioni relative al blocco dei concorsi pubblici, non godrebbe pertanto di buona salute.

Una eredità da pre-dissesto che ci consegnerebbe un ente sull’orlo del fallimento, in cui sarebbe difficili amministrare l’ordinario, figuriamoci lo straordinario che in campagna elettorale viaggia insieme alle promesse – dice Emiliano D’Amato.

Per questa ragione come consigliere comunale uscente e cittadino pulsanese, ho chiesto di prendere visione dei documenti che testimoniano la situazione economico-finanziaria attuale, con relativi atti correlati e  i pareri del revisore dei conti – scrive D’Amato – Si prepara una nuova stagione amministrativa ed è opportuno che la cittadinanza sappia la verità e che chiunque si candidi ad amministrare con lealtà e trasparenza, possa valutare su cosa potrà impegnarsi e su cosa no.

La lettera è stata inviata ieri tramite protocollo cartaceo a mano e posta elettronica certificata.

 

Torna la fiera del tatuaggio al centro commerciale Mongolfiera. Dopo le prime sue edizioni e visto il grande successo, il mondo dedicato al tattoo invade la galleria della Mongolfiera di Taranto. Da domani e fino a domenica decine di tatuatori provenienti da tutta la Puglia saranno a disposizione di tutti coloro che vorranno “lasciare un segno” sul proprio corpo, con dimostrazioni di nuove tecniche e idee originali. "intorno al mondo del tatuaggio c'è sempre un grande interesse  e curiosità - afferma Stefano D'Errico, direttore Mongolfiera -. In questi quattro giorni vedremo all’opera artisti di diverso calibro, specializzati in diverse categorie". Diversi gli stands espositori del settore e le iniziative legate a questo tema. Sarà possibile effettuare tatuaggi. La fiera seguirà gli orari di apertura del centro commerciale. 

L’incontro di questa mattina tra il Prefetto di Taranto, Donato Cafagna, l’ASL di Taranto, l’USB con il proprio legale, la cooperativa in questione con l’ufficio legale e il vicesindaco del comune di Grottaglie Vincenzo Quaranta non ha sortito l’effetto desiderato. Le lavoratrici restano senza stipendio. “Nonostante la disponibilità del dott. Vito Giovannetti dell’ASL a pagare le lavoratrici e l’intervento del Prefetto, la cooperativa ha fatto fallire il tentativo di conciliazione – spiega Federico Cefaliello, Responsabile Appalti e Territorio USB LP Taranto -. Le motivazioni non sono ancora ben chiare, ma crediamo si tratti di una presa di posizione. Abbiamo saputo inoltre che nei giorni scorsi hanno convocato i genitori dei ragazzi e alcune lavoratrici con l’intento di farli associare e chiedendo loro già un anticipo di quota. Una manovra alquanto strana”. Ricordiamo che le lavoratrici aspettano di essere pagate da ben otto mesi. “Da domani inizieremo con uno sciopero ad oltranza, a partire dalle ore 7.30, proprio nella sede operativa della cooperativa Amici di Grottaglie – va avanti Cefaliello -. Successivamente proseguiremo con una serie di manifestazioni per tutta la città. Ciò che la cooperativa sta mettendo in atto è molto grave. E non resteremo di certo a guardare, perché viene negato il diritto delle lavoratrici che, nonostante tutto, hanno continuato in questi mesi senza stipendio ad offrire il loro servizio, visto che si tratta di un impegno sociale importante”. 

HA tagliato, giovedi scorso, il traguardo dei 100 anni Pasqualina Annicchiarico (nella foto), affettuosamente chiamata da tutti “zia Ninnì”. Nata nel lontano maggio del 1918 a Palagiano, zia Ninnì è rimasta molto presto vedova, dopo appena 4 anni di matrimonio, del consorte Francesco Scialpi deceduto nel lontano 1980. A quel punto la sua vita si è legata al suo unico figlio Antonio Scialpi (nella foto) e al suo lavoro di bidella presso la scuola elementare “Giovanni XXIII”, come lei stessa ha tenuto a precisare, la “centrale”. Oltre all’affetto del figlio non manca alla centenaria il calore dei suoi numerosi nipoti e pronipoti, oltre una trentina.

Il lavoro di bidella le ha permesso di conoscere, negli anni, tanti allievi che in lei riconoscono doti di rara umanità.  

Pur attraversando momenti difficili, legati a una tragedia come la guerra, o a dolori personali che segnano la storia di ognuno, zia Ninnì è sempre stata molto forte, gioviale e ottimista come può testimoniare chi la conosce. Nel corso della giornata tante le visite ricevute tra cui quella del sindaco Domiziano Lasigna che nella circostanza, a nome della cittadinanza, ha fatto i complimenti alla centenaria per il secolare traguardo raggiunto e nel contempo rilasciato una targa a ricordo della giornata. Anche il vescovo mons. Claudio Maniago ha voluto presentare le felicitazioni alla parrocchiana più longeva (presumibilmente) della diocesi di Castellaneta. Per tutto il pomeriggio del 17 maggio, vi sono state visite di amici, conoscenti e semplici persone desiderose di conoscere la donna più longeva di Palagiano e nel contempo farle gli auguri oltre agli immancabili selfi, ormai diventati momenti immancabili di vita e di storia di ognuno. Per tutto il pomeriggio fino a sera nei pressi della sua abitazione, traversa di via Sansonetti, si sono svolti i festeggiamenti in suo onore con canti e balli prevalentemente dell’epoca della festeggiata.  

A.N.

di Andrea Loiacono

 

Un Taranto distratto, svogliato e scarico psicologicamente perde 3-1 a Cava Dei Tirreni la finale play-off del girone H di serie D dicendo addio alle speranze di un ripescaggio in Lega Pro. Mister Cazzarò conferma il solito 4-2-3-1 ma devi fare a meno all'ultimo minuto del difensore D'Angelo debilitato da un calo di ferro. Al suo posto in difesa la coppia Rosania Miale anche loro non al meglio della condizione. Di fronte la Cavese di mister Bitetto che avendo terminato il campionato al secondo posto ha due risultati su tre a disposizione. Il modulo è il 4-3-3 con Oggiano, Fella e Martiniello a comporre il tridente offensivo. Il Taranto scende in campo con una divisa completamente bianca mentre la Cavese è in tenuta blu. Sugli spalti del “ Simonetta Lamberti ci sono circa tremila spettatori.”

 

In avvio di gara è la Cavese a essere più intraprendente con la conquista di un calcio d'angolo. Al 12' Fella scende sulla corsia di destra salta un uomo e mette nel mezzo la sfera ma Miale è bravo a spazzare. Al 14' arriva il primo giallo per il Taranto estratto dal Sig. Pelagatti di Livorno sul volto di Bilotta per un fallo su Fella. Al 16' c'è un tiro di Martiniello dalla distanza che Pellegrino respinge con i pugni. Al 17' primo acuto del Taranto con Ancora che salta Carotenuto e calcia ma il portiere Blanchard è bravissimo e si oppone mandando la palla in calcio d'angolo. Il Taranto colleziona il primo corner battuto senza particolari conseguenze. I minuti che seguono sono di studio, non accade nulla di rilevante. Al 32' la Cavese passa in vantaggio. Massimo beffa Li Gotti sulla corsia laterale , crossa al centro per l'accorrente Favasuli che colpisce di testa spezzando gli equilibri della contesa. Al 37' Fella dalla fascia sinistra si accentra e conclude ma Pellegrino fa buona guardia. Al 39' il Taranto prova una reazione con Marsili che tira dalla lunga distanza, la sfera termina di poco fuori. Intanto c'è la seconda ammonizione per la Cavese con il difensore Lamè. Dopo 1' di recupero l'arbitro manda tutti negli spogliatoi.

 

La ripresa comincia senza cambi da ambo le parti. Al 2' D'Agostino ci prova dalla distanza e colpisce la traversa. Il Taranto sembra essere partito meglio e al 6' conquista un calcio d'angolo. Al 9' c'è un tiro di Lorefice dal limite dell'area di molto fuori. Intanto viene ammonito anche Ancora per proteste. Al 12' c'è un sinistro di Favasuli che Pellegrino blocca in due tempi. Al 16' c'è un tiro a giro di Favasuli che termina sul fondo. Cazzarò prova a cambiare qualcosa inserendo Favetta al posto di Galdean. Al 22' c'è un'occasione gol per il Taranto. Favetta si lancia in contropiede e serve Diakitè la cui conclusione verso lo specchio è deviata in calcio d'angolo. Al 30' la Cavese raddoppia, Fella serve Martiniello che complice la dormita generale della difesa rossoblù può calciare indisturbato sotto l'incrocio. Esce l'infortunato Rosania entra Corbier. Al 32' Ancora viene steso in area, per l'arbitro è calcio di rigore. Dagli undici metri si porta D'agostino che accorcia le distanze. Al 34' il Taranto potrebbe pareggiare, Favetta serve Diakitè il quale tutto solo davanti a Blanchard calcia alle stelle. Al 38' c'è un cambio nella formazione di casa, esce Massimo entra Logoluso. Al 39' viene ammonito Palumbo nel Taranto. Vengono assegnati 5' di recupero. A 2' dalla fine Favetta ha sul piede la palla del 3-2 ma la sua conclusione viene salvata sulla linea. Finisce così, con la Cavese che esulta e il Taranto che manda in archivio una stagione non proprio nel migliore dei modi.

 

Al termine della gara c'è tanta amarezza nello spogliatoio del Taranto. A parlare per primo ai microfoni è l'allenatore Michele Cazzarò: “Non credo che il Taranto oggi non fosse determinato. Abbiamo affrontato la gara come dovevamo. Purtroppo quando non si concretizzano le occasioni create arrivano sconfitte come questa. La Cavese è stata più brava a sfruttare le palle gol create a noi è mancato il cinismo. Per quanto riguarda la formazione, in difesa dovevamo giocare per forza con due centrali non al meglio della condizione visto l'imprevisto capitato a D'Angelo. Avevo preparato la partita in un altro modo e poi mi sono visto scompaginare i piani; così non è semplice affrontare un avversario tosto come la Cavese. Avrei potuto arretrare Marsili ma con i se si dicono tante cose. Penso che il Taranto abbia disputato un grande campionato, quando sono arrivato la squadra era in zona retrocessione e l'ho portata fino a qui. Non so quale sarà il mio futuro, questa è una decisione che spetta alla società.”

 

Tra i calciatori a parlare è Daniela Rosania, vittima di un infortunio nel corso del match:” Purtroppo si è riacutizzato l'infortunio che avevo patito in precedenza. Dispiace perché questo è avvenuto in occasione di un loro gol, mi assumo le mie responsabilità. Siamo venuti a giocare a testa alta ma non abbiamo finalizzato le occasioni create. Sono comunque soddisfatto dell'annata, siamo un gruppo unito che da dicembre ad ora ha fatto una rimonta eccezionale. Questa partita era una lotteria e purtroppo è andata male. Il calcio è fatto così, insegna soprattutto a saper perdere. Mi spiace che ogni volta la difesa venga messa sul banco degli imputati, le partite si giocano in 11 e si vincono o perdono in 11. Siamo entrati in campo con la consapevolezza di tenere il risultato in equilibrio ma purtroppo non ci siamo riusciti. I risultati parlano chiaro, fuori casa negli scontri diretti dovevamo fare qualcosa in più. Dobbiamo fare mea culpa se questo non è avvenuto. Dispiace aver perso punti a Fratta, Sarno, Altamura. Con qualche punto in più in campionato ci saremmo piazzati ancora meglio. Comunque ormai rammaricarsi non serve a nulla. Per quanto riguarda il mio futuro non so cosa accadrà. Io ho sempre espresso la volontà di restare a Taranto, squadra di cui ho indossato sempre i colori con orgoglio.”

 

Un’intera giornata dedicata alle tematiche di maggiore attualità, che interessano l’operato e l’attività quotidiana di chi lavora nel mondo del “condominio”.

Dalla gestione del tempo ai doveri di riscossione dell’amministratore; dalla gestione delle morosità alla presenza degli animali in condominio; dalla revoca dell’amministratore al nuovo regolamento europeo sulla privacy (GDPR). Ed, ancora, si discuterà della reputazione dell’amministratore ai bonus fiscali 2018, dai profili processuali alle Adr; dalle obbligazioni parziarie alla comunione ereditaria sino alla disciplina del condhotel e i criteri di tenuta della contabilità condominiale.

Una sorta di “Condominio Day”, durante il quale relazioneranno ben 14 esperti del settore e della materia, provenienti da tutta Italia. Ad organizzarlo, l’Arco, Amministratori e Revisori Contabili Condominiali, presieduto da Francesco Schena. Si terrà a Bari, sabato 19 maggio, dalle ore 8.45 alle 18, presso l’Hotel Excelsior di via Giulio Petroni 15.

I lavori cominceranno con una tavola rotonda che vedrà seduti allo stesso tavolo i rappresentanti di numerose associazioni: Alac, Anapi, Help! Condominio, Aic, Confabitare, Ap, Figiac, Naca, Valore Aggiunto e la stessa Arco.

L’evento vede il patrocinio della Regione Puglia e del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Bari. Patrocinio concesso anche da Confinternational, Aciform ed Asmef. Ai partecipanti saranno riconosciuti quattro crediti formativi ordinari, concessi dall’Ordine degli Avvocati di Bari. La giornata servirà anche per assegnare il Premio Condominio Italia 2018.

“La professione di amministratore di condominio, sebbene relativamente giovane, è destinata ad adeguarsi alle nuove sfide, che il mercato presenta – spiega il presidente nazionale Arco Francesco Schena -. La categoria inevitabilmente corre alcuni. Uno di questi è quello di soccombere all’egemonia economica di grandi gruppi, anche stranieri, con elevate capacità gestionali e manageriali, che guardano con interesse al mercato italiano, dove, al momento, il condominio rappresenta la più diffusa formula abitativa. Di qui, l’esigenza di elevarsi a rango di “professione”, in maniera seria e definitiva”.

Come? “Anche attraverso la formazione e l’aggiornamento continuo, il confronto e il dialogo, che proprio la giornata del Condominio Day ci offrirà”.

Il 1 maggio del 1988 fu inaugurato l’”Ulivo”, struttura realizzata con il contributi dei tanti che credettero nel grande progetto del fondatore mons. Guglielmo Motolese. A trenta anni dall’inizio della sua attività, la Fondazione Cittadella della Carità ha voluto  ricordare e festeggiare questa data con due iniziative.

Ieri, lunedì 14 maggio 2018, l’arcivescovo di Taranto mons. Filippo Santoro ha presieduto una S.Messa  che è stata celebrata all’aperto, nell’area antistante l’ingresso dell’Ulivo. Un appuntamento imperdibile, che ha messo al centro lo spirito fondante della Cittadella tutta, quello sguardo rivolto al fratello sofferente e quel supporto alla cura del malato, di colui che ha bisogno che qualcuno  si prenda cura di lui.

Erano presenti il presidente della Fondazione dott. Giuseppe Mele, accompagnato dal CdA avv. Angelo Esposito, avv. Salvatore Sibilla e dott.ssa Maria Silvestrini,  il presidente del Collegio dei Revisori dott. Cosimo Damiano Latorre, il direttore generale dott. Bruno Causo, le direzioni amministrativa e sanitaria, la responsabile R.S.A dott. Manuela D’Abramo, i dipendenti, i parenti di mons. Motolese e gli amici più cari.  

Riprendendo e rilanciando uno dei simboli che caratterizzano la Cittadella, l’ulivo, mons. Santoro ha raccolto  tutti in preghiera. L’ulivo è albero simbolo di forza, resistenza, pace, trionfo, fede, vittoria e salvezza; rappresenta la dedizione e l’impegno  nel recupero e nella riabilitazione dei pazienti  e può rappresentare la professione sanitaria dell’oggi, moderna ma con radici profonde. La S.Messa è stata celebrata sotto l’ombra degli alberi della Cittadella, in un tutt’uno con quella natura che circonda gli edifici e che rende preziosa la degenza nella R.S.A., luogo rigenerante. Lì, tutti si sono uniti in preghiera con mons. Santoro, che nel 2014 raccolse la sfida del mantenimento dei posti di lavoro dei dipendenti. L’arcivescovo ha ringraziato tutti per il costante impegno rivolto alla valorizzazione della struttura, ed ha invitato  al rispetto del lavoro. “Tutti devono fare il proprio dovere con la massima sollecitudine, perché il cammino comune porta frutto”. La Cittadella è nata come progetto d’amore, lo stesso amore che mons. Santoro ha manifestato con la presa in carico della Cittadella e con l’avvio di altri progetti caritatevoli, come l’ultimo nato, il centro di accoglienza per i senza fissa dimora allocato in palazzo Santacroce.

Martedì 15 maggio, alle ore 18. 30 la Compagnia Quanta Brava Gente ed il cantautore e scrittore Leo Tenneriello hanno intrattenuto gli ospiti dell’Ulivo.

Domenica 20 maggio 2018, Festa di Pentecoste, la Parrocchia dello Spirito Santo vivrà la sua festa patronale. Una delle tre solennità più importanti della fede cattolica, che richiama alla natura stessa della Chiesa; per gli Ebrei era la festa del raccolto del grano, per i cattolici  è la festa in cui il Signore, attraverso l’annuncio della Parola ad ogni creatura, chiama a raccolta tutti i suoi figli sparsi sulla terra.

Il programma dei festeggiamenti religiosi e civili è molto ricco e coinvolge gli abitanti del quartiere, diventando un’occasione di socializzazione. Il parroco don Martino Mastrovito sottolinea l’importanza dell’aggregazione. “Forse mai  come in questi tempi abbiamo bisogno ancora una volta di chiamarci a raccolta, di sentirci uniti, soprattutto nel nostro quartiere periferico. Il territorio a cui fa riferimento la nostra parrocchia è molto vasto, ma spesso trascurato”.

Per quanto riguarda il programma religioso tanti gli appuntamenti di lode al Signore: fra i più significativi, il pellegrinaggio delle reliquie di San Cataldo per le vie del quartiere,  per il cui evento è in corso il settenario di preparazione, che si terrà mercoledì 16 maggio. “In questo anno in cui la  comunità parrocchiale festeggia i cinquant’anni di istituzione, avremo l’occasione di rinsaldare il senso della nostra appartenenza alla Chiesa Diocesana attraverso il pellegrinaggio delle reliquie del nostro patrono, che saranno tra noi dal 16 al 20 maggio”.

Ed ancora la Veglia di Pentecoste sabato 19 alle 23.00 e le celebrazioni Eucaristiche di domenica 20, giorno in cui mons. Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto, impartirà alle ore 11.00, a nome del Pontefice,   la solenne benedizione Papale concessa da Sua Santità Papa Francesco alla comunità, in occasione del 50° dalla fondazione della parrocchia”.

Domenica 20 alle ore 18.00 si terrà la processione per le vie del quartiere : V.Lago d’Averno, V.Cripta del Redentore, V.Scoglio del Tonno, V.Ospedalicchio, V.Lago di Pergusa, V.Cripta del Redentore, V. Lago d’Averno. La festa si concluderà sul sagrato della  Chiesa. Durante il percorso, presteranno servizio di animazione: l’A.S.D. Sbandieratori e Musici della città di Oria e l’ “Orchestra di Fiati Città di Crispiano”, diretta dal prof. Francesco Bolognino.

Per quanto riguarda il programma civile molte le iniziative. Anche quella di un concorso canoro. “Abbiamo istituito  una borsa di studio per la musica, che verrà assegnata attraverso un progetto per il quale sono  coinvolti diversi professionisti del settore; tra questi Renzo Rubino che incontrerà a giugno, nella seconda fase del progetto, i primi dieci selezionati e assegnerà le due borse di studio,  del valore di trecento euro ognuna, per il settore voce e settore band”. E ancora l’ edizione 2018 delle “Olimpiadi di Pentecoste”, che  vedrà coinvolti tanti giovani che si cimenteranno in un torneo a squadre. Sono previsti spettacoli per i più piccoli, con i trampolieri e le bolle di sapone giganti; gli sbandieratori di Oria, ormai tradizione della festa, accompagneranno la processione di domenica 20  per le strade del quartiere. A seguire grande festa con il concerto dei “Notte Tempo” e, infine, i fuochi d’artificio concluderanno la serata.

Tutti questi eventi  - conclude don Martino Mastrovito -   sono inseriti in un contesto di ringraziamento e preghiera che continuamente sale a Dio dalla nostra comunità.  

Venerdì e sabato scorsi si sono svolti a Taranto i campionati nazionali universitari di canoa e canottaggio.

Un’ occasione importante per Taranto che ha avuto questo privilegio grazie alla complicità e alla collaborazione di Marina militare, università di bari e aeronautica militare.

“La vista suggestiva e la particolarità della gara hanno reso ancora più suggestivo quest’evento che riveste un ruolo molto importante per il nostro territorio e per lo sviluppo del tanto agognato turismo sportivo, ma soprattutto del turismo del mare a Taranto – commenta Irene Lamanna, presidente dell’Associazione Taranto Turismo -. Questo primo evento è sintomatico per spostare il baricentro di quello che è uno sport d’élite come il canottaggio, al sud e in particolare a Taranto.  È stato molto emozionante vedere il movimento di tantissimi studenti universitari italiani all’interno della base navale. Si è avuta la sensazione di vivere in una realtà universitaria. Abbiamo preso coscienza del valore aggiunto che può dare alla nostra città il mondo universitario, sempre unito alla Marina Militare, grazie alla quale abbiamo già diverse università in alcuni quartieri del nostro territorio. Indubbiamente va puntata l’attenzione sulla mole del movimento turistico che un’iniziativa del genere ha portato e può continuare a portare. Circa 1100 i turisti che per tre giorni hanno alloggiato e vissuto a Taranto. “Siamo praticamente all’anno zero – va avanti Lamanna -,  però è stato un importantissimo evento che ci ha dato ancora una volta prova di quanto lo sport possa dare un apporto forte allo sviluppo di Taranto. L’unica nota stonata è stato aver regalato a questi tre giorni una città completamente abbandonata a se stessa, sporca e incolta sotto ogni punto di vista. Per fortuna Taranto ha regalato, ai tanti sportivi e turisti, il suo mar Piccolo, grazie anche allo sforzo della Marina Militare che ha dato lustro a quel tratto di territorio. Chi però ha voluto girare la nostra città anche nelle ore serali e notturne, ha visto uno scenario pessimo”. E un’altra piccola nota Lamanna la rivolge anche al sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci. “E’ stato davvero un dispiacere notare che il nostro primo cittadino non abbia voluto presenziare a quest’evento e fare gli onori di casa a tutta questa gente venuta da ogni dove d’Italia”.

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