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Giornale di Taranto - Giornalista1

 

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Domenica, in 474, saremo chiamati ad eleggere il Presidente ed il nuovo
Consiglio della Provincia di Taranto.
Una elezione così detta di 2° livello.
In questi giorni ne abbiamo viste e sentite di tutti i colori.In uno
scenario per certi versi desolante.
Finalmente ieri Michele Emiliano ha usato parole chiare: chiedendo di
votare per un progetto chiaro, politico, di cambiamento, per Gianfranco
Lopane presidente, per una delle due liste di centro sinistra che lo
sostengono. Sconfiggendo gli inciuci degli accordi oscuri e spartitori, che
continuano a resistere.
Personalmente ho accettato l'invito di alcuni consiglieri comunali di
essere candidato, quale loro rappresentante di un progetto di cambiamento.
Non so come finirà domenica sera. Continuo a pensare che la Politica possa
essere pulita, di idee, di impegno civile e non di scambio.
Anche in questa competizione abbiamo assistito a consiglieri che hanno
scambiato il loro voto con qualche utilità personale o perchè lo ha
ordinato il capo. Totalmente assente è stato il dibattito sulle idee
strategiche da perseguire alla guida di un'ente che comunque avrà delle
importanti competenze: innanzitutto di cura dello sviluppo del  territorio
e di tutela e valorizzazione dell'ambiente, senza dimenticare quelle di
costruzione e gestione delle strade provinciali, quelle di programmazione
provinciale della rete scolastica e di gestione dell'edilizia scolastica.
Premesso ciò, e tenuto da conto della drammaticità della crisi che investe
la città e la provincia di Taranto, in primis ambientale, sanitaria ed
occupazionale, credo sinceramente che la scelta politica, anche in
PROVINCIA, debba essere di CAMBIAMENTO RADICALE: non possiamo più inseguire
un modello produttivo legato alla vocazione industriale pesante (quindi
nessuna ammissibilità di progetti come Tempa Rossa o nuove discariche) ma,
in città ed in provincia, necessita diversificare le produzioni, puntare su
quelle pulite, sfruttando in primis le nostre immense risorse naturali.
Così come credo che in tutti i comuni della provincia bisogna innovare i
meccanismi di partecipazione per l'affermazione di quello che consideriamo
BENE COMUNE.
Rinnovo l'appello finale a tutti  quei CONSIGLIERI COMUNALI CHE SI SENTONO
LIBERI.  Sconfiggiamo gli inciuci, CONDIVIDIAMO la voglia di cambiare le
nostre città, la nostra provincia, il modo di fare politica.
Votiamo LOPANE Presidente e consigliere una persona libera e con la voglia
di cambiare.
Dante Capriulo - Candidato al consiglio provinciale di Taranto.


I segretario di Cgil, Cisl e Uil Giuseppe Massafra, Daniela Fumarola e Giancarlo Turi hanno inviato ai due candidati alla carica di presidente della Provincia, Gianfranco Lopane sindaco (centrosinistra) di Laterza  e Martino Tamburrano (centrodestra) sindaco di Massafra un articolato documento in cui indicano le priorità del territorio ionico

Cgil Cisl Uil, in vista delle imminenti elezioni del Presidente della Provincia di Taranto, di domenica 28 settembre p.v. inoltrano alle SS.LL. il Documento unitario allegato, segnalando alcune priorità vertenziali rapportate alla situazione socio-economica del territorio e riguardanti:

·         Bacini di crisi

·         Dinamiche occupazionali e potenzialità di alcuni importanti settori

·         Investimenti

·         Bonifiche

·         Emergenza sanitaria

·         Sistema Difesa

·         Polo Universitario ionico

Si esprime l’auspicio che tali priorità divengano parte integrante dell’azione amministrativa e di governo di chi sarà eletto Presidente, finalmente recuperando il ruolo specifico della Provincia nelle materie ad essa attribuite, rilanciando la concertazione sociale totalmente negata nel periodo di Commissariamento dell’Ente ed adottando politiche attive mirate allo sviluppo, all’occupazione e al rilancio dei settori produttivi strategici per l’economia dell’area territoriale e del Paese.

Cordiali saluti.

DOCUMENTO

Cgil Cisl Uil considerano opportunità favorevole, alla costruzione corresponsabile e partecipata di un futuro positivo del territorio ionico, gli impegni assunti dal Premier Matteo Renzi, in occasione della sua recente visita a Taranto, tanto in ordine alla strategicità nazionale dell’Ilva, ritenuta determinante per la ripartenza del settore manifatturiero, quanto alla compatibilità possibile tra fare impresa e rispettare la salute dei lavoratori, dei cittadini, dell’ambiente.

Altrettanto positivamente valutano il suo impegno di ritornare entro fine anno per fare il punto con la rappresentanza Istituzionale e sociale sugli sviluppi delle tante criticità di quest’area, già poste all’attenzione del confermato Tavolo Interistituzionale presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Queste attenzioni, dunque, rappresentano occasioni decisive  per mantenere vivo il confronto con il Governo nazionale, concentrando l'attenzione su temi e su obiettivi condivisi, prioritari e strategici.

Le recenti rilevazioni  Istat, secondo cui nel primo semestre  2014, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, l’Italia meridionale ha contribuito con il  +2,4% alla percentuale di crescita dell’export estero, grazie anche al +9,4% della Puglia prima regione italiana per crescita percentualedoveTaranto incrementa del +65,6% (Ilva ed Eni in primis) confermano quanto determinante sia già adesso questo territorio nella determinazione del Pil nazionale e di quali fortissime potenzialità esso sia accreditato.

L'attuale condizione economico-produttiva registra qui il fatto che numerose crisi aziendali,  alcune datate -  a mero titolo esemplificativo si citano i casi di Natuzzi, della ex Miroglio, della Cementir di cui va scongiurato il disimpegno preannunciato, altre più recenti  (Vestas - Marcegaglia) – vedono accentuarsi gli elementi di difficoltà.

Analoghe considerazioni si propongono in maniera altrettanto drammatica per le Pmi dell'appalto - indotto Ilva, dell’Arsenale MM e dell’Eni.

In situazione non dissimile versano le imprese dei servizi (ditte di pulizia delle scuole statali)  e partecipate, dell’agroalimentare con il rischio di una possibile, ulteriore,  ingente fuoriuscita di lavoratori e lavoratrici dall'attività produttiva.

Questo va a peggiorare l'attuale condizione occupazionale già critica,  che ha visto dall'inizio della crisi ad oggi una riduzione di ben oltre 13 mila occupati nell’itera provincia.

A dir poco drammatica la situazione in cui versano i servizi di trasporto, a partire da quelli su rotaia, la cui attuale sistemazione determina una vera e propria situazione di isolamento  geo-politico del territorio.

Le analisi specifiche evidenziano un tasso di disoccupazione in forte crescita: dall’11% del 2012, si passa al 15,5% del 2013 (+ 5,2% sul 2008) con un proiezione per l’anno in corso al 17%. Quella giovanile si attesta al 40,7% (+ 8,8% sul 2008).

Il ricorso alla CIG rileva un aumento complessivo del 34,4% su base annua, con incidenza del 107,7% su quella ordinaria e del 40,1% su quella in deroga.

In questo contesto ha pesato in maniera considerevole la crisi del polo siderurgico (Ilva e indotto), oltre alla delocalizzazione di taluni traffici in ambito portuale.

Il quadro dell’economia locale si completa considerando sia il lento ed incostante avvio dei lavori di ambientalizzazione dello Stabilimento Ilva, che quelli di infrastrutturazione del Porto.

Rispetto al Porto, si prende atto della recente sospensiva decisa dal Tar di Lecce concernente l’aggiudicazione dell’appalto dei lavori, con l’ulteriore riverbero sui ritardi della loro realizzazione e sulle ulteriori ricadute negative, legate al disimpegno transitorio se non definitivo da scongiurare decisamente, da parte della TCT.

E' fondamentale ed urgente, pertanto, non solo prestare la massima attenzione alle singole vertenze, anche di rilievo nazionale  ma mantenere, contestualmente,  un congruo sistema di sostegno in termini di ammortizzatori sociali.

 

INVESTIMENTI

E’ necessario che il Tavolo Interistituzionale discuta anche  dell’attivazione di politiche industriali (investimenti pubblici e privati, ambientalizzazione Ilva, revamping di Cementir), di politiche energetiche (Eni-Tempa Rossa, Vestas, Marcegaglia…)  e delle infrastrutture (Porto, Arsenale MM).

Al tal riguardo Cgil Cisl Uil chiedono al Governo nazionale di fare il punto sullo stato dell'arte dei programmi di investimento previsti a partire da quello dei vari iter autorizzativi.

A distanza di poco più di un anno dai primi interventi governativi, Cgil Cisl Uil  riprendendo l’impostazione fin ora  seguita, ritengono  necessari gli interventi sui seguenti ambiti, taluni dei quali devono essere riconsiderati e divenire oggetto di ulteriori provvedimenti.

 

BONIFICHE

Al netto degli impegni finanziari e dei progetti relativi  all’area portuale, il Sito di Taranto è risultato destinatario di un unico investimento complessivo di soli 119 Meuro.

Di questi 61 graveranno a carico dello Stato e 58 a carico della Regione Puglia.

Le misure attengono, unicamente,  ad un primo intervento sulle scuole del rione Tamburi, sulla zona PIP di Statte e, non ultimo, sullo studio per gli interventi di bonifica del Mar Piccolo rispetto al quale, però, non è ancora dato di conoscere i contenuti.

Considerando lo stato di avanzamento dei lavori dei due primi ambiti e la complessità del terzo, necessiterebbe  sviluppare ulteriori progetti sino all’esaurimento del budget disponibile.

Al contempo occorre individuare, con estrema chiarezza, nuove fonti di finanziamento che possano adeguatamente sostenere l’ulteriore progettualità che interesserà il territorio ionico.

Non appare superfluo rammentare che lo stesso riguarda una superficie di dimensioni imponenti (115 km2in tutto).

Si ritiene che lo strumento dell’Accordo di programma si rappresenti come utile per definire ruoli, competenze e impegni finanziari dei soggetti a vario titolo coinvolti in questa grande opera.

L’imminenza della programmazione dei Fondi strutturali europei per il periodo 2014 – 2020 rappresenta un appuntamento imperdibile.

Richiedono che, già da subito, nell'ambito della riprogrammazione dei fondi 2007/20013 siano previsti per questo finanziamenti ad hoc per l'area di Taranto.

Si valuti ancora come le lungaggini amministrative connesse ai percorsi autorizzativi (Taranto e le aree interessate dagli interventi ricadono nel sito Sin) sono tali da comportare una iper estensione dei tempi di realizzazione delle opere, per cui è di tutta evidenza  come la ridotta disponibilità di finanziamenti non può che frustrare l’intera filiera operativa.

 

EMERGENZA SANITARIA 

L’Esecutivo di Governo in cui la delega in materia sanitaria venne ricoperta dall’ex Ministro Balduzzi, proclamò la necessità di un vero e proprio “Progetto salute” per l’area ionica prendendo a riferimento le evidenze scientifiche contenute nello studio “Sentieri”.

In una realtà territoriale a rischio ambientale così alto, l’assenza di un impianto strategico di misure di carattere sanitario a favore di lavoratori e di cittadinipuò essere compensata intanto con la piena attuazione di quanto prevede  Decreto legge sulla Terra dei fuochi(D.L. n.136/2013) ma nel medio-lungo termine l’obiettivo non può che essere quello del consolidamento e/o realizzazione di presidi sanitari e socio-sanitari (dal nuovo Ospedale ai Presidi sul territorio, alla riorganizzazionedistrettuale e dipartimentale) che rafforzino il profilo della prevenzione e della sorveglianza sanitaria dentro e fuori i luoghi di lavoro, a partire da quelli più esposti.

Questo determinerebbe l’avvio di una  tutela effettiva della salute che si radichi sul territorio.

Interessanti ed utili le prime risposte (realizzazione del “Centro Salute e Ambiente” finanziato dalla Regione Puglia e il sistema di deroghe all’assunzione di personale medico e sanitario a tempo indeterminato) ma fortemente circoscritte ad un ambito limitato e, conseguentemente, reputate del tutto insufficienti, compreso il mancato turnover del personale.

Particolare attenzione occorrerà dedicare all’uso tempestivo  delle risorse di cui al suddetto Decreto per l’effettuazione di azioni di prevenzione e di  controllo dello stato di salute delle popolazioni di Taranto e di Statte.

 

SISTEMA DIFESA

Cgil Cisl Uil contestano le scelte del Ministero della Difesa che hanno determinato la “Legge di revisione dello strumento militare” nel tentativo di  ridurre i costi ma che ha solo tagliato posti di lavoro civili e militari, senza realizzare risparmi e lasciando inalterate ampie aree di privilegio, con l’aggravante che una recente comunicazione del Comando Logistico della M.M. ha dichiarato l’impossibilità di finanziare, per l’Arsenale di Taranto, la manutenzione delle navi per il 2015, con le conseguenti ricadute  occupazionali.

L’intera attività produttiva legata agli insediamenti della Marina Militare nel territorio ionico vive, da troppo tempo, una lunga fase di transizione, sospeso tra i propositi di rilancio infrastrutturale (cd. Piano Brin) ed una realtà fatta di eterni rinvii.

In tale contesto Cgil Cisl e Uil hanno invece individuato una via d’uscita, un percorso concreto per uscire dalla crisi, a partire dalla verifica di come i finanziamenti previsti dalla legge di stabilità per l’industria navalmeccanica, destinati alla costruzioni di nuove navi, possano coinvolgere lo stabilimento di Taranto, favorendo altresì il processo, ancora timido ed incerto, di apertura all’utenza esterna delle attività manutentive e cantieristiche. 

Ragionevole appare poi coniugare la nuova occupazione, che potrebbe rinvenire dallo smaltimento delle 50 navi militari da dismettere, con la necessità che questo avvenga nel pieno rispetto dei parametri ambientali in collaborazione con l’Ilva  considerato che, proprio in tale direzione è intervenuto un apposito studio dell’Università di Bari.

La necessità di assicurare il ricambio generazionale per la trasmissione delle conoscenze deve essere perseguita attraverso accordi specifici tra Ministero della Difesa e la Regione Puglia, dedicando parte delle risorse regionali europee destinate alla formazione, alla creazione di specifici percorsi formativi,  strutturati nel tempo, nel settore navale. 

Quanto all’internalizzazione delle attività ed alla valorizzazione della manodopera interna,   non possiamo condividere che alcune lavorazioni o attività logistiche ed impiegatizie siano affidate a personale militare, addestrato e pagato per fare altro, mandando invece a casa i lavoratori dell’indotto, privandoli di ogni futuro lavorativo.

E’ per questo che dobbiamo pretendere, nella formazione del bilancio della Difesa, la diminuzione delle risorse destinate a spese inutili, sprechi e  privilegi, e all’incremento di quelle destinate ad assicurare le attività ausiliarie nel settore dei servizi.  

-        Nessuna attività potrà essere però pienamente garantita se non sarà completato il risanamento delle strutture attraverso una diversa gestione dell’appalto delle opere, da anni ferme, individuando  una figura commissariale alla stregua di quanto effettuato per altri ambiti (cfr. Porto di Taranto.

 

 

 

 

POLO UNIVERSITARIO IONICO

Le criticità che si sono evidenziate attengono essenzialmente nelle modificazioni di carattere ordinamentale introdotte con il D.M. n.47 del 30.01.2013.

In tale provvedimento si stabiliscono le procedure per l’autovalutazione, l’accreditamento iniziale e periodico delle sedi e dei corsi di studio universitari.

Gli elementi di complessità per le sedi decentrate, Taranto rientra ovviamente tra queste, attengono all’autovalutazione ed evidenziano:

-        l’incremento del numero minimo di docenti di riferimento per ogni corso di laurea;

-        la quantità massima di didattica assistita, che si sostanzia nel numero massimo di ore erogabile da ciascun docente

Come logica conseguenza  aumenta in maniera esponenziale il numero di docenti necessari.

Il risultato immediato è stato che il Politecnico di Taranto, nell’ A.A. 2013/14 ha già perso il corso di laurea magistrale in “elettronica”, residua unicamente quello triennale (laurea breve).

Alla ormai conclamata incapacità degli enti locali (Comune e Provincia) di sostenere finanziariamente il progetto formativo, occorre porre rimedio con la:

-        adozione di un sistema “derogatorio” al D.M.n. 47/13 nella parte più innanzi esplicitata;

-        implementazione di  corsi di laurea “caratterizzati” che recepiscano le nuove vocazioni economiche e produttive del territorio;

-        reintegrazione del corso di laurea magistrale in “elettronica”.

Emerge, infine, l’esigenza di una strutturazione sinergica con il mondo dell’associazionismo e dell’imprenditoria pubblica e privata, in grado di sostenere anche finanziariamente il progetto di consolidamento e di rilancio dell’intero Polo universitario.

L’assessore alle Politiche Giovanili, Guglielmo Minervini, ha partecipato alla presentazione di “Porto Ricco Sud”, un festival che si articolerà il 3-4 e 5 ottobre nel quartiere Madonnella di Bari, “invadendo” alcuni edifici monumentali, strade e spazi che normalmente hanno altri usi rispetto a quelli teatrali e espositivi. Il festival nasce da un’idea dell’associazione culturale “Passeggeri” che si è formata nell’ambito del programma “Principi Attivi” promosso dalla Regione Puglia.

Con “Passeggeri”, anche la compagnia teatrale “La Ballata dei Lenna”.

Testimonianze, teatro, musica e fotografia saranno al centro di performance all’interno di palazzi come il comando della Terza regione aerea sul lungomare, il palazzo dell’Acquedotto, la scuola Balilla, il palazzo della Provincia, il cinema Esedra, la sede di Banca Etica, lo storico pub “Joy’s”, la chiesa e gli annessi di San Sabino. L’associazione “Arta” organizzerà visite guidate nel quartiere.

Sul sito passeggeri.wix.com/passeggeri è visitabile l’intero programma.

“Il progetto – ha spiegato l’assessore Minervini, presente con il colonnello Vincenzo Girardi dell’Aeronautica Militare e il dott. Vito Palumbo dell’Acquedotto Pugliese – apparentemente è un po’ eccentrico rispetto a quelli già promossi da Principi Attivi. Ma la scommessa di Principi Attivi e di Bollenti Spiriti era ed è quella di innovare e questo che presentiamo oggi è un esempio eloquente e emblematico di quello che accade quando ci si contamina. E il teatro diventa un grimaldello di quando si organizzano cose creative: i linguaggi utilizzati nel teatro diventano sugli eccentrici palcoscenici scelti dai ragazzi di “Passeggeri” occasioni per rivitalizzare città e quartieri. Gli spazi di “Porto Ricco” infatti concorrono a definire le identità di un quartiere multietnico e affacciato sul mare come Madonnella”.

 

 

Dario Stefàno interviene sulla questione ambientale con un intervento che di seguito pubblichiamo

Il lavoro di questi anni ci consente di fotografare lo stato di salute ambientale attuale: se è possibile ragionare sulla Puglia di oggi con cognizione di causa -  partendo da dati certi, rilevazioni scientifiche, metodologie innovative - lo si deve al lavoro avviato a partire del 2005.

Non per rivendicare meriti, ma per ristabilire verità: questi dieci anni ci sono serviti per illuminare un tema cruciale, quello del rapporto tra attività industriali e tutela della tutela salute, rimasto per lungo tempo nell'ombra.

 

Il nostro impegno è quello di rendere la Puglia una regione sempre più vivibile e attraente: non possiamo consentire a niente e a nessuno di vanificare questo, né di mettere a repentaglio la salute dei pugliesi.

 

Il reportage di Avvenire - pubblicato ieri - sullo stato di salute di aria, acque, terreni pugliesi, porta ancora una volta alla nostra evidenza la diffusione elevata di malattie tumorali nelle province pugliesi.

 

Al quale fa seguito lo studio condotto da Arpa che ha definito “irrilevante” il rischio tumore legato alla centrale di Cerano. Una contraddizione solo apparente.  

 

Quelli presentati dalla nostra agenzia regionale descrivono la situazione di oggi attraverso tecniche di rilevazioni incontestabili. È del tutto evidente che sostenere sotto controllo l'impianto Enel non cancella gli effetti di ciò che per lunghi decenni è stato fatto sulla testa dei pugliesi. La Puglia continua a pagare il prezzo delle politiche industriali degli anni 60-70 che da una parte hanno prodotto lavoro, sviluppo, reddito, ma dall’altra oggi mostrano la faccia allora non prevista: ferite ambientali, inquinamento, danno allo salute.

 

Rimediare in poco tempo alle conseguenze di pratiche durate quarant’anni non è possibile: ci vuol tempo, coraggio, tenacia. Però, anche qui non partiamo da zero: oggi disponiamo di un lavoro innovativo fatto di rilevazioni, monitoraggi, controlli, studi scientifici, che fino a dieci anni fa non era mai stato condotto.

Ci siamo dotati di un legge che sottopone le industrie pesanti – insediate nei territori Sin (siti interesse nazionale) – al vaglio di un inedito e penetrante monitoraggio sanitario, nel senso che si introduce un parametro, la “valutazione di danno sanitario”, a cui ciascuna azienda è chiamata a sottoporsi per eventualmente correggere, con l’uso di più innovative tecnologie o modificando linee e fattori produttivi, le proprie performance.

Perché non basta essere in regola con quei limiti emissivi degli inquinanti che sono elementi convenzionali e non verità scientifica: bisogna essere in regola nei confronti del diritto alla salute e del diritto alla vita, che sono beni di rango costituzionale.

 

Noi dobbiamo proseguire su questa strada. Investire affinchè il lavoro di Arpa - e quello condotto dalle strutture sanitarie - ci consenta di ricomporre un mosaico e stabilire con più precisioni i fattori di rischio e il nesso causa-effetto.

 

Per questa importante sfida, sarà indispensabile rafforzare ancora di più il ruolo di ARPA Puglia, quale braccio operativo della Regione, attraverso azioni a sostegno dell’attività tecnico scientifica svolta dall’agenzia.

La consapevolezza del tanto che ancora ci attende non deve tradursi nella minimizzazione del lavoro svolto in questi dieci sulle politiche ambientali: dobbiamo proseguire per aggredire e risolvere i grandi e complessi problemi ancora sul tappeto.

 

Il binomio Economia ed Ecologia ha tracciato la rotta in questi anni, ridurre l’inquinamento da sostanze nocive e  incrementare i livelli di protezione ambientale e tutela della salute rappresentano la bussola.

 

 

La bonifica delle aree inquinate, ad esempio, ha permesso di recuperare innumerevoli siti, quasi uno per comune, sfruttando le risorse rinvenienti dai fondi ecotassa e soprattutto dalle risorse comunitarie. Ma le criticità dell’inquinamento sono anche quelle concentrate in specifici bacini: Brindisi, Manfredonia, Taranto, per citarne alcuni. Criticità dovute alle attività industriali presenti.

Li si è intervenuto a valle dei relativi piani che hanno interessato le aree SIN, ma anche su ex discariche e su siti dismessi in passato interessati da attività ad alto potenziale di inquinamento.

 

Massima allerta su incuria o attività della criminalità organizzata nello smaltimento illegale dei rifiuti. La strategia futura dovrà focalizzarsi ancora di più e meglio sul principio del “chi inquina paga.

 

Ora servono nuovi ed articolati contratti d’area, nuove strategie di sviluppo che possano portare alla rinascita di quelle realtà territoriali: con opportune azioni rendiamole leve di un nuovo modello di sviluppo. Ciò è possibile con un’attenta regia pubblica, con investimenti che fungano anche da catalizzatori delle risorse private da mobilitare.  Con un nuovo modello di governance con ottiche manageriali che pongano al centro la qualità della vita delle comunità.

 

 

E’ l’innovazione che abbiamo abbracciato e sulla quale insistere, per  dare ai pugliesi una migliore qualità della vita”.

 

Forti preoccupazioni anche dal settore autotrasporto, se il Porto di Taranto muore, fallisce una città. Molteplici, infatti, sono le aziende di autotrasporto su gomma che fanno parte di tutto il sistema della logistica del Porto di Taranto.

Sono tante le Aziende e le famiglie che in questi giorni vedono a repentaglio il proprio futuro e delle proprie famiglie con la consapevolezza che se TCT e Evergreen lasciano Taranto a loro non spetterà la Cassa Integrazione.

“Pur Condividendo la situazione dei lavoratori dipendenti, vogliamo che la situazione del nostra situazione del lavoro sotto pagato e a rischio, sia a conoscenza di tutti “ cosi in una nota di Casartigiani gli autotrasportatori jonici esprimo il proprio disagio, continuando gli stessi: “Attendiamo della Istituzioni risposte certezze, attraverso un formale tavolo istituzionale più volte richiesto ove confrontarci con Ilva – Evergreen e TCT, e chiarire una volta per tutte quale sarà il futuro di Taranto.

Le 1000 le aziende iscritte all’albo degli autotrasportatori di Taranto con una forza lavoro di 1500 lavoratori dipendenti circa tra autisti e personale amministrativo, rischiano entro ottobre il licenziamento di massa e indi la chiusura delle aziende.

Si parla di alternative che  al momento non esistono  è nostro interesse crearle ma al momento nessuno se ne preoccupa ne  la politica  ne  i sindacati, ne le istituzioni

Il Comitato NO al raddoppio dell'inceneritore interviene nel dibattito sulle elezioni provinciali prendendo una chiara posizione e rivolgendo una sorta di appello ai sindaci e ai consiglieri comunali chiamati al voto. Ecco il testo del documento

a tutti coloro che hanno il grave compito di votare il nuovo presidente della Provincia di Taranto            

UNA SCELTA DI COSCIENZA E DI SOSTENIBILITA’ VERSO IL BENE COMUNE!

 

 PRESSO CHE ..                                                                                                                                                                        

Il Comitato NO RADDOPPIO/ per la Corretta gestione dei rifiuti di Massafra si oppone, dal febbraio 2012, al progetto di raddoppio dell’attuale inceneritore e propone per il problema dei rifiuti la Strategia RIFIUTI-ZERO, in quanto, una società che voglia definirsi “CIVILE”, non può bruciare i propri rifiuti, ma deve trasformarli in risorse, attraverso il riutilizzo, il riciclo, il compostaggio, la riduzione della componente non riciclabile.

Le attività del Comitato sono sempre state ispirate dalla ricerca del bene comune e non da opzioni partitiche o da interessi privati.

L’elezione del nuovo Consiglio Provinciale e del suo Presidente, rientrando nelle dinamiche politico-amministrative del nostro territorio, ha dei riflessi anche sulla vita del Comitato e sulle sue scelte.

L’Amministrazione Provinciale e specificamente il Settore Ecologia, in quest’ultimo anno, hanno compreso le ragioni della lotta del nostro Comitato e hanno deciso, nell’ambito delle loro specifiche competenze, di contrastare il progetto del raddoppio fino a sostenere il ricorso al Consiglio di Stato contro una sentenza del TAR di Lecce che dava il via libera alla costruzione del secondo inceneritore.

Gli amministratori di Massafra, con poche eccezioni, non hanno mai espresso un giudizio negativo e non hanno mai adottato provvedimenti che esprimessero una chiara e decisa opposizione al progetto di raddoppio.

L’ipotesi che il Sindaco di Massafra, dott. Martino Tamburrano, possa essere chiamato ad ricoprire il ruolo di nuovo Presidente della  Provincia, ci allarma, ci preoccupa e non lascia spazio all’ottimismo.

Non esprimiamo giudizi sulla persona ma sulle scelte operate da lui in questi anni, come Sindaco.

Il dott. Tamburrano non ha mai voluto assumersi delle responsabilità, anche di fronte a norme che potevano autorizzarlo, non ultime quelle relative al “Principio di precauzione”. Non ha mai assunto un comportamento coraggioso e mai compiuto gesti concreti a difesa della salute delle persone e a salvaguardia dell’ambiente, preferendo rimandare ad altri organi amministrativi o tecnici, l’onere di prendere decisioni.

Il Comitato ritiene quindi di non sentirsi tutelato da questa prospettiva che rischia di vanificare questi anni di impegno civico e rendere più difficile il cammino verso l’attuazione della strategia RIFIUTI ZERO che  il Consiglio Comunale di Massafra ha, comunque, approvato all’unanimità.

Il nostro territorio è già pesantemente aggravato dagli impianti inquinanti esistenti! L’ipotesi, tragica, che il Sindaco di Massafra diventi anche Presidente di provincia, metterebbe a serio rischio il delicato equilibrio SALUTE – LAVORO – AMBIENTE.

Ciò detto, in virtù dei passati comportamenti, siamo dell’avviso che MARTINO CARMELO TAMBURRANO AUTORIZZEREBBE LA COSTRUZIONE DI NUOVE INDUSTRIE, INSALUBRI E CON EMISSIONI TOSSICO-NOCIVE, DAI BEN NOTI EFFETTI:

  1. AGGRAVAMENTO DELL’INQUINAMENTO
  2. RISCHIO DI CONTAMINAZIONE DEI PRODOTTI ALIMENTARI DELLE NOSTRE AZIENDE, CON CONSEGUENTE PERICOLO DI ELIMINAZIONE DELLE FONTI DI REDDITO DI INTERE FAMIGLIE
  3. POSSIBILITA’ DI NUOVI CASI DI GRAVI DANNI ALLA SALUTE!

A causa di queste prevedibili conseguenze, riteniamo di manifestare la nostra preoccupazione e chiediamo, a tutti coloro che hanno il grave compito di votare il nuovo presidente della Provincia di Taranto,           UNA SCELTA DI COSCIENZA E DI SOSTENIBILITA’ VERSO IL BENE COMUNE!

 

 

 

Il Comitato di Massafra

La sezione tarantina dell'Associazione Italiana Fisioterapisti – A.I.FI. prende posizione sulla paventata chiusura dei Corsi di Laurea tarantini. 

Alessandro Stasi, responsabile provinciale, denuncia la situazione, che potrebbe rivelarsi per la città di Taranto un ulteriore scippo alle tante occasioni di formazione e sviluppo del territorio. “E’ assolutamente inaccettabile – afferma Stasi– che il Corso di Laurea di Fisioterapia, che ha sede a Taranto da oltre trenta anni, rischi di emigrare altrove, con conseguenti danni per la formazione, l’economia e la crescita culturale della città. Come A.I.FI. chiediamo la risoluzione dei molti problemi che in questi giorni stanno caratterizzando gli incontri in essere. Gli studenti hanno effettuato regolare domanda di iscrizione, stanno pagando regolarmente le tasse, come accade negli altri Corsi di Laurea, chiediamo pertanto la stessa attenzione rivolta alle altre sedi universitarie”.

L’A.I.FI. regionale ed in particolare quella tarantina continuano a prendere posizione sulla questione Corsi di Laurea di Fisioterapia perché sostengono da sempre la qualità della formazione e ritengono che questa debba essere perseguita sempre ed ovunque. Pertanto l’Associazione  chiede garanzie sulla qualità dei corsi, sulla didattica, sui docenti e sulla stessa sede, che  è tutt’ora provvisoria.

Lo sviluppo alternativo di Taranto  non può avere futuro senza Università – conclude Stasi-    Taranto deve rimanere sede  dei Corsi di Laurea delle Professioni Sanitarie, di Fisioterapia,  Infermieristica e dei Tecnici della Prevenzione Ambientale, per un totale di oltre 600 studenti iscritti”.

 

   

stArt up teatro, la quarta giornata

Ultima (data) ma non l’ultima. Chiusura di tutto rispetto per l’edizione 2014 di stArt up teatro. Gli spettacoli di sabato 27 settembre: alle ore 19, allo spazio off del TATÀ, Roberto Corradino in L’osso duro, liberamente tratto da "L'artista del digiuno" di Franz Kafka e altri organi sparsi, coproduzione Nuovo teatro Abeliano; alle ore 21, all'auditorium del TaTÀ, in prima regionale, Fortebraccio Teatro in I giganti della montagna atto I di Luigi Pirandello, adattamento e regia Roberto Latini; alle ore 23, al MuDi, in prima regionale, Teatri Uniti in Titanic the End, ideazione e regia Antonio Neiwiller, in una visione di Salvatore Cantalupo 

 

 
 
ULTIMO APPUNTAMENTO DI OPEN DAYS SUMMER 2014
Programma delle aperture prolungate serali del Museo Nazionale
Archeologico di Taranto:
Venerdì 26 settembre è previsto il prolungamento di orario di visita fino
alle ore 22.00 (chiusura biglietteria ore 21.30). Alle ore 20.15 verrà
effettuata una visita guidata gratuita a cura di archeologi della
Soprintendenza (prenotazione telefonica al numero 099/4532112).
Teatro virtuale ad orari prefissati.
Ingresso a pagamento, riduzioni ed esoneri come da normativa.
Sabato 27 settembre il MARTA sarà aperto fino alle ore 23.00 (chiusura
biglietteria ore 22.30), Giornata mondiale del Turismo e ultimo
appuntamento del programma Open Days Summer 2014 promosso
dall’Agenzia Regionale Puglia Promozione. Sono previste due visite
guidate gratuite alle ore 20.15 e alle 21.30 (prenotazione telefonica al
numero 099/4538639).
Anche durante l’apertura del sabato sarà fruibile il Teatro virtuale.
Ingresso gratuito.
Nel percorso museale, ai contesti archeologici si alternano sculture,
quadri e disegni della mostra Giacomo Manzù e le sue donne.
Il Microcredito d'Impresa è lo strumento con cui la Regione Puglia offre alle microimprese pugliesi già operative e non bancabili un finanziamento per realizzare nuovi investimenti. L'iniziativa è attuata da Puglia Sviluppo SpA.
 
CHI PUÒ RICHIEDERE UN FINANZIAMENTO?
L'impresa deve:
aver emesso la prima fattura almeno 6 mesi prima della domanda preliminare
avere meno di 10 addetti e non essere partecipata per la maggioranza da altre imprese
avere una delle seguenti forme giuridiche: ditta individuale, soc. coop., s.n.c., s.a.s., associazione tra professionisti, s.r.l. semplificata
essere non bancabile, avendo rispettato negli ultimi 12 mesi tutti i seguenti requisiti:
non avere avuto liquidità per più di € 50.000
non essere stata proprietaria di immobili e macchinari per un valore superiore a € 200.000
non avere fatturato più di € 120.000
non aver beneficiato di finanziamenti superiori a € 30.000
 
QUALI ATTIVITÀ NON SI POSSONO FINANZIARE?
Il Fondo non finanzia i settori seguenti:
pesca, agricoltura e zootecnia
energia, acqua e fogne
attività finanziarie, assicurative e immobiliari
noleggio e leasing operativo
lotterie, scommesse, case da gioco
organizzazioni associative
commercio e intermediazione
 
COME FUNZIONA IL FINANZIAMENTO?
Importo: da € 5.000 a € 25.000
Durata massima: 60 mesi (più preammortamento di 6 mesi)
Tasso di interesse: fisso, 70% del tasso di riferimento UE (al 1 gennaio 2014 il tasso sarebbe stato 0,37%)
Rimborso: in rate mensili costanti posticipate. È possibile, in qualsiasi momento, estinguere il finanziamento
Modalità di rimborso: RID con addebito sul conto corrente.
 
Alle imprese che avranno rispettato tutte le scadenze del finanziamento sarà riconosciuta una premialità di importo pari a tutti gli interessi pagati.
 
SONO RICHIESTE GARANZIE?
Fatta eccezione per le soc. coop., per le s.r.l. semplificate e per le associazioni professionali, non sono richieste garanzie patrimoniali e finanziarie.
L'impresa dovrà individuare un garante morale.
La garanzia morale - che non potrà essere rilasciata dietro compenso - non costituisce responsabilità patrimoniale del garante.
Potranno rilasciare garanzie morali persone che operano con un ruolo di riferimento in organizzazioni, associazioni, comunità o gruppi sociali purché radicati sul territorio.
 
QUALI SPESE SI POSSONO FINANZIARE?
Spese di investimento (almeno il 30% del totale):
opere murarie e assimilate
macchinari, impianti, attrezzature, automezzi di tipo commerciale
programmi informatici, brevetti e licenze
Altre spese:
materie prime, semilavorati, materiali di consumo
locazione di immobili, affitto apparecchiature di produzione
utenze
polizze assicurative
COME RICHIEDERE UN FINANZIAMENTO
Si compila su Internet una domanda preliminare sintetica. Non è previsto l'invio di documenti cartacei.
Sono a disposizione sul territorio sportelli gratuiti informativi e di assistenza.
L'istanza di finanziamento vera e propria sarà redatta durante un colloquio di tutoraggio presso Puglia Sviluppo S.p.A.
 
ESECUZIONE DEL PROGRAMMA
Le imprese finanziate sono obbligate a dimostrare la corretta esecuzione della spesa per la quale si è ottenuto il finanziamento.
Le spese devono essere sostenute entro 6 mesi dall'erogazione del finanziamento.
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