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Giornale di Taranto - Giornalista1

“Alla luce delle drammatiche evidenze che continuano a manifestarsi nella nostra provincia in materia di contagi epidemiologici, chiediamo un incontro urgente al massimo referente sanitario territoriale”. È la richiesta inviata oggi da Cgil, Cisl e Uil Taranto al direttore generale Asl Taranto, Stefano Rossi, a seguito dell’evoluzione negativa del Covid nel Tarantino. “A preoccupare - dicono i sindacati - è il piano vaccini e la scansione temporale con cui saranno raggiunti i cittadini molto anziani o quelli che meritano una copertura vaccinale immediata a causa del lavoro che svolgono”. Le confederazioni evidenziano poi lo stato delle Rsa, le residenze assistenziali per anziani che Cgil, Cisl e Uil ritengono “da sempre vere e proprie bombe ad orologeria per i focolai territoriali”, nonché richiamano l’attenzione del dg Rossi “su tutte le altre prestazioni sanitarie che il Covid ha fatto arretrare”. “Non c’è più tempo da perdere - ribadiscono dopo la conferenza stampa di qualche giorno fa i vertici tarantini di Cgil, Cisl e Uil - e le istituzioni sanitarie condividano con la comunità azioni di sostegno ad una guerra che non si vince da soli”. 

“Alla luce delle drammatiche evidenze che continuano a manifestarsi nella nostra provincia in materia di contagi epidemiologici, chiediamo un incontro urgente al massimo referente sanitario territoriale”. È la richiesta inviata oggi da Cgil, Cisl e Uil Taranto al direttore generale Asl Taranto, Stefano Rossi, a seguito dell’evoluzione negativa del Covid nel Tarantino. “A preoccupare - dicono i sindacati - è il piano vaccini e la scansione temporale con cui saranno raggiunti i cittadini molto anziani o quelli che meritano una copertura vaccinale immediata a causa del lavoro che svolgono”. Le confederazioni evidenziano poi lo stato delle Rsa, le residenze assistenziali per anziani che Cgil, Cisl e Uil ritengono “da sempre vere e proprie bombe ad orologeria per i focolai territoriali”, nonché richiamano l’attenzione del dg Rossi “su tutte le altre prestazioni sanitarie che il Covid ha fatto arretrare”. “Non c’è più tempo da perdere - ribadiscono dopo la conferenza stampa di qualche giorno fa i vertici tarantini di Cgil, Cisl e Uil - e le istituzioni sanitarie condividano con la comunità azioni di sostegno ad una guerra che non si vince da soli”. 

 L’ulteriore peggioramento della situazione dell'ex Ilva di Taranto, avvenuto in questi ultimi giorni, "potrebbe generare tensioni sociali ingovernabili". Lo scrivono i segretari generali di Fim-Cisl Fiom-Cgil Uilm-Uil, Roberto Benaglia, Francesca Re David e Rocco Palombella, in una lettera inviata ai ministri Giorgetti, Orlando, Cingolani, Franco, a cui chiedono "un incontro urgente al fine di individuare al più presto le necessarie e opportune soluzioni a questa drammatica vertenza". 

Abayian e Guaita firmano il successo degli ionici sui gialloverdi di Zeman. Buona la prestazione dei rossoblù che si avvicinano alla vetta, occupata ora dal Casarano. Domenica prossima allo Iacovone arriva il Picerno, altra big del torneo. Mistter Laterza:” Partita eccezionale dei ragazzi, vinta grazie alla forza mentale. Bisogna ancora migliorare la condizione atletica ma abbiamo una settimana piena per lavorare. Mister Zeman:” Nel primo tempo abbiamo giocato meglio ma nella ripresa ci siamo montati la testa e contro il Taranto non puoi permettertelo.” Guaita: “ Ho pensato di smettere di giocare, se sono qui è grazie a questo gruppo straordinario. Abbiamo gestito alla grande la partita contro un ottimo avversario.”

 

 

 

di Andrea Loiacono

 

 

 

Il Taranto dopo due pareggi contro Cerignola e Fasano che avevano attirato le critiche di tifosi, addetti ai lavori e detrattori torna a vincere e lo fa come avvenuto nell'ultima gara disputata allo Iacovone per 2-0 però, questa volta, contro la capolista Picerno formazione dai valori tecnici indiscussi per questa categoria e guidati da Karel Zeman. Il Taranto si presenta in campo con il consueto 4-2-3-1 con Dorian Ciezkowski in porta alla sua seconda gara da titolare al posto di Sposito infortunato e con il rientro di Boccia sulla corsia destra. Al centro Rizzo prende il posto di Gonzalez squalificato e affianca Guastamacchia, sulla sinistra Ferrara. A centrocampo Marsili, giunto alla sua centocinquantesima presenza in rossoblu e Diaby; sulla trequarti Guaita, Tissone e Falcone dietro l'unica punta Abayian. Il Lavello invece secondo la filosofia di gioco offensiva del suo allenatore è 4-3-3 con Longo, Liurni e Burzio a comporre il trio d'attacco supportati da Herrera.

 

Taranto in maglia rossoblù, Lavello in maglia verde e pantaloncini gialli, dirige il Sig. Massimo Canci di Carrara.

 

 

 

Le prime fasi di gioco vedono il Lavello proiettato in attacco con la squadra di Zeman che prova a sbloccare la gara riversandosi in avanti. Al 6' c'è un tiro potente di Herrera da posizione leggermente defilata ma Ciezkoswski respinge con un bel intervento in angolo. Il Lavello in pochi minuti guadagna tre angoli consecutivi. Il Taranto si fa vivo dalle parti del portiere Carretta per due volte a cavallo del dodicesimo, prima con Falcone che calcia debolmente e poi con un cross sul quale un difensore lucano manda in angolo rischiando però l'autogol. Sugli sviluppi dell'angolo il Lavello è pericoloso in contropiede con la sfera che giunge a Burzio il quale calcia un forte rasoterra che termina di poco fuori. Al 19' c'è una bella azione manovrata del Taranto con Falcone che serve Tissone il quale vede bene Guaita ma il tiro dell'esterno argentino è da dimenticare. Guaita sarà nel complesso fra i migliori in campo. Al 25' c'è una punizione ben calciata di Marsili, Guastamacchia ci arriva ma l'impatto col pallone è debole. Al 31' la svolta della gara, Tissone e Guaita si scambiano la sfera che viene intercettata in angolo, il terzo per gli ionici. Dalla bandierina Marsili pennella un cross teso per l'inserimento perfetto di Guido Abayian il quale con un'inzuccata perfetta trafigge Carretta per l'esplosione di gioia e l'abbraccio tra i calciatori rossoblù. Prima rete stagionale con la maglia del Taranto per la punta argentina, autore di una prestazione molto generosa. Il Taranto rinvigorito dal risultato tiene bene il campo e chiude gli spazi al Lavello. Da segnalare un'ammonizione a Boccia. Termina il primo tempo senza recupero.

 

 

 

La seconda frazione ha inizio con il Taranto in avanti. Al 47' c'è una finta di Guaita sul fondo che poi crossa per Abayianma il suo colpo di testa termina alto a campanile tra le braccia del portiere. Al cinquantunesimo Diaby perde palla, Rizzo fa fallo su Liurni e viene ammonito. Al 55' c'è il primo cambio nel Taranto, entra Acquadro per Tissone. Al 58' arriva il raddoppio del Taranto; Guaita va sul fondo ed effettua un traversone che viene intercettato con un braccio, l'arbitro Canci assegna il rigore che dagli undici metri Guaita trasforma, Taranto due Lavello zero.Il Lavello prova a reagire guadagnando coner e con una conclusione di Burzio ben parata dal portiere rossoblu. Al settantaduesimo il Lavello sostituisce Corna per El Ouazni e Tuttisanti entra per Giunta. All' ottantatreesimo c'è il secondo cambio per il Taranto con Serafino classe duemilauno che rileva uno stremato Abayian. Nel Lavello Marotta entra per Burzio, Vengono assegnati quattro minuti di recupero nel primo dei quali c'è una mischia in area ionica sventata da Ferrara. La gara si conclude con il cambio tra Matute e Diaby. Il Taranto incassa tre punti di platino dopo una prestazione di spessore, il Lavello ne esce un po' ridimensionato. Domenica prossima altra sfida di cartello per il Taranto che affronterà il Picerno.

 

 

 

Queste le dichiarazioni dei protagonisti in sala stampa a cominciare dal mister del Taranto Laterza:” Mi è piaciuta la determinazione della squadra oggi, abbiamo dimostrato che un partita non giocata bene come quella col Fasano non può insinuare dubbi sulla qualità del nostro percorso. I ragazzi hanno dimostrato di saper reagire con prontezza e organizzazione. Se avessimo avuto più forza nelle gambe avremmo chiuso la gara nel primo tempo. La squadra adesso sta meglio ma io so che tutti possono dare qualcosa in più. Oggi i ragazzi sono stati eccezionali, ora ci concentreremo sul recupero di energie in una settimana di lavoro che potremo dedicare solo agli allenamenti. Il fatto di non subire gol da sei partite è un dato importante, il merito è di tutti i calciatori, dalla prima alla terza linea. Sapevamo che loro avrebbero giocato una partita offensiva e che potevamo avere degli spazi. Il merito della vittoria è del gruppo, dei ragazzi, perché io posso dare loro i concetti che voglio ma se non vengono recepiti da parte loro non ha senso. Il campionato è molto difficile, Oltre alla qualità delle avversarie ci sono altre avversità da affrontare come lo è stato il mercato aperto per tre mesi. In classifica ci sono tante squadre in pochi punti ma non è il momento di guardarla ora. Sono contento per le centocinquanta presenze di Marsili con il Taranto e del gol di Guaita, il primo rappresenta per me un aiuto e ha avuto questo onore di indossare una maglia così prestigiosa, il secondo ha passato un periodo di sofferenza e gli siamo tutti vicini, è un grande uomo oltre che un calciatore che oggi ha dimostrato quello che vale.

 

 

 

Dalle parole di Abayian si evince la soddisfazione per aver siglato la rete che ha sbloccato il match, la prima in campionato con la maglia del Taranto per lui:”Sono contentissimo per il gol, si tratta di un gol importante per me, che è arrivato di testa che è la mia specialità. Per me n anche se il gol non arrivava on rappresentava un'ossessione. Sin da quando sono arrivato qui, il gruppo mi ha fatto sentire a casa, tranquillo. Il gol è arrivato nel momento in cui la squadra stava soffrendo e di questo sono contento, per aver dato una mano. Ringrazio mi ha chiesto di ringraziarlo, Ho avuto l'intuizione di capire dove e quando sarebbe arrivata la sfera. Poi dopo il raddoppio c'era bisogno di sacrifici e mi sono messo a disposizione della squadra. Si è trattato di una partita intensa ma bella, ora pensiamo a preparare al meglio la prossima.”

No ad uno scambio tra più risorse economiche per potenziare la sanità a Taranto a fronte del manitenimento del siderurgico ArcelorMittal, ex Ilva. Lo dichiara Cosimo Nume, presidente dell'Ordine dei medici di Taranto, dopo la sentenza di sabato scorso del Tar Lecce che ha ordinato all’azienda di spegnere entro 60 giorni dalla data del provvedimento gli impianti dell’area a caldo del siderurgico perché inquinanti così come chiesto dal sindaco di Taranto con una propria ordinanza.

    “Fra le molte reazioni alla nota sentenza del Tar Lecce sulla chiusura dell’area a caldo dello stabilimento siderurgico di Taranto, tutte pienamente legittime e comprensibili, abbiamo riascoltato - afferma Nume - la proposta di rendere disponibili ulteriori risorse economiche per affrontare l'emergenza sanitaria connessa all'impatto delle emissioni inquinanti, cui sembrerebbe sottendere tuttora un’ottica eminentemente risarcitoria per i danni alla salute.Più volte questo ordine - continua il presidente dei medici di Taranto - ha avuto occasione di ribadire che, in termini strettamente sanitari, un danno alla salute non deve essere compensato quanto piuttosto prevenuto, adottando tutte le misure che il principio di precauzione impone a qualunque attività antropica che presenti rischi per l’integrità psicofisica dei cittadini. Rimaniamo fermi in questa convinzione - sostiene Nume - chiedendo che si abbia cura in primo luogo di attivare, predisporre e rendere operative, da parte di quanti ne hanno responsabilità a qualunque livello, tutte le procedure che escludano per il futuro altro nocumento ai lavoratori e ai cittadini di Taranto. Tutto il resto - conclude - non è neppure politica, arte antica e nobile, ma molto più probabilmente una pervicace miopia con cui si guarda al complesso problema senza alcuna capacità di trovarne le soluzioni”. 

 “La città è stata venduta ai Riva dai consulenti della Procura”. Parte all’attacco il pubblico ministero Mariano Buccoliero, oggi al settimo giorno di requisitoria al processo “Ambiente Svenduto” per il disastro ambientale contestato all’Ilva gestita dai Riva in corso davanti alla Corte d’Assise. Il pm, citando le intercettazioni telefoniche, si rifà alle posizioni di Fabio Riva, uno dei principali imputati nel processo, del padre Emilio, scomparso anni fa ma già imputato nel processo, nonché di altri protagonisti della vicenda come Lorenzo Liberti, Roberto Primerano (entrambi, anni fa, consulenti della Procura) e Girolamo Archinà, quest’ultimo dipendente Ilva usato dai Riva per i rapporti con la pubblica amministrazione, gli enti locali e la politica. Liberti e Archinà sono tuttora imputati mentre Primerano è stato assolto dalla Corte di Cassazione per intervenuta prescrizione.

   “Fabio Riva - ha detto oggi il pm a proposito dell’ex amministratore dell’Ilva - era al corrente dei lavori dei consulenti della Procura e sapeva come questi avrebbero concluso i loro lavori in merito a quantità e profili della diossina. Tant’è che manifesta dubbi sull’incidente probatorio chiesto dalla Procura. Ma Emilio Riva, lo rassicura, dicendogli: non ti preoccupare”. Per il pm, “Fabio Riva ha visto l’elaborato che ancora doveva essere consegnato al pubblico ministero. E anche Archinà aveva avuto un incontro con una persona che lo rassicurava sugli esiti della consulenza”. Secondo Buccoliero, i collegamenti tra i consulenti e Ilva erano assicurati da Girolamo Archinà e da Lorenzo Liberti.

   “L’attivita di consulenza di Liberti e Primerano è stata concordata e orientata in favore di Ilva - ha sostenuto il pm -. Taranto è stata venduta alla grande industria. Il comportamento dei consulenti risulta gravissimo perché avevano il dovere di bloccare questo mercimonio che ha portato malattia e morte”. Fenomeni che “continueranno nei prossimi anni” ha sostenuto il pm.  

 

 “I consulenti - ha insistito - hanno rappresentato in modo del tutto falso dati di fatti incontestabili”. Cioè - ha rilevato il pm - escludendo che l’impronta della diossina trovata negli animali abbattuti fosse quella della fabbrica mentre lo era. Il magistrato ha aggiunto che “a settembre 2010 i due consulenti, con una giravolta degna del miglior acrobata, si rimangiano tutto quello che avevano detto in precedenza come risulta nelle intercettazioni. Escludono in maniera decisiva e perentoria che la diossina trovata negli animali possa appartenere a Ilva”.

   In particolare, per il pm, Liberti - docente del Politecnico che fu chiamato come consulente dalla Procura - “si propone quale difensore dell’Ilva, avanzando dubbi sulla presenza di diossina Ilva e smentendo anche se stesso”. “Evidentemente quel famoso incontro con Archinà aveva risolto ogni problema” osserva il pm a proposito di un incontro tra Liberti e Archinà di marzo 2010, documentato dalla Guardia di Finanza, mentre “Roberto Primerano, da tecnico, da ingegnere, si era perfettamente reso conto dello stato dell’agglomerato quando ha fatto il sopralluogo”. “Dalla consulenza di agosto 2009, se le conclusioni di Liberti fossero state diverse, non avremmo avuto altri tre anni di inquinamento aggravando così  il pericolo per la pubblica incolumità” ha sostenuto il pm Buccoliero ricordando che il sequestro degli impianti dell’area a caldo è scattato solo a luglio 2012 con il provvedimento del gip.

   “Liberti, nella sua qualità di consulente del pm, era quello che, attraverso il suo dovere di verità e imparzialità, aveva il potere, l’obbligo giuridico di impedire la prosecuzione dell’attività emissiva - ha rilevato il pm -. Liberti doveva venire in Procura e, rappresentando i fatti in modo corretto, avrebbe dovuto dire: guarda pubblico ministero, qui dobbiamo bloccare tutto. Esattamente quello che ha detto sabato scorso il Tar”. 

Cinque casi di variante inglese del Covid accertati a Santeramo in Colle, un centro del Barese e il sindaco Fabrizio Baldassarre dispone la chiusura di tutte le scuole, compresi i due asili che erano ancora aperti. “Il quadro epidemiologico nel nostro territorio comunale è in rapida evoluzione - ha spiegato il primo cittadino - è salito a 244 il numero degli attualmente positivi”. Il timore del sindaco è per la diffusione delle variante inglese: “Santeramo è uno dei 16 comuni nel quale è stata accertata la presenza della variante inglese; 5 sono i casi acclarati scientificamente nel nostro territorio. Questa variante è più pericolosa in quanto il livello di trasmissibilità è maggiore, per tutte le fasce d'età, compresi i bambini”.

   Dopo una prima ordinanza di chiusura di alcune scuole, Baldassarre ha quindi decretato la sospensione delle attività in presenza nell’Asilo “Monsignor Rago” e nell’Istituto Paritario “San Giovanni Battista de La Salle”, disponendo che l’attività didattico/educativa sia svolta al 100% in modalità digitale integrata. 

Si avvia da oggi alla stretta finale la requisitoria dei pubblici ministeri al processo in Corte d’Assise a Taranto relativo al disastro ambientale contestata all’Ilva sotto la gestione del gruppo industriale privato Riva. Questa mattina riprenderà a parlare il pm Mariano Buccoliero, uno dei quattro pm del processo, che ha cominciato lo scorso 1 febbraio e sinora è andato avanti per 6 udienze distribuite in 2 settimane. Dopo il pm Buccoliero, interverranno i pm Giovanna Cannarile, Raffaele Graziano e Remo Epifani. Le richieste dei pm alla Corte (presieduta da Stefania D’Errico, a latere Fulvia Misserini) sono attese per dopodomani.

 

Nella prosecuzione della requisitoria da oggi, finiranno sotto la lente dell’accusa altri aspetti della vicenda, come il ruolo di alcuni ex pubblici amministratori locali imputati nel processo, nonché quello dei cosiddetti “fiduciari” di Riva (persone a cui la proprietà aveva delegato il controllo di funzioni importanti) e gli incidenti mortali sul lavoro. Nel processo ci sono 47 imputati, 44 persone fisiche e 3 società, le quali rispondono per la legge sulla responsabilità amministrativa delle imprese. Associazione a delinquere finalizzata al disastro ambientale, avvelenamento di sostanze alimentari, omissione dolosa di cautele in materia di sicurezza sul lavoro, corruzione: ecco i principali reati contestati. Tra gli imputati, ci sono Nicola e Fabio Riva, ex proprietari ex amministratori della fabbrica, ma anche l’ex presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola. 

 

 Nelle precedenti udienze, il pm Buccoliero è stato durissimo sulla gestione della fabbrica da parte dei Riva. Che nel 2013 - quasi un anno dopo il sequestro degli impianti dell’area a caldo da parte del gip di Taranto - il Governo “estromise” affidando la conduzione del gruppo ai commissari. Per il pm, “Ilva ha trasmesso dati ambientali tutti falsi prima del sequestro degli impianti. Questo non ci meraviglia. Sono state falsificate tutte le analisi per trasmettere una cokeria ad emissioni zero. Si è falsificato per ottenere l’Autorizzazione integrata ambientale del 2011”. Secondo Buccoliero, “quell’Aia del 2011 ha recepito in modo integrale tutto quello che diceva Ilva, con i limiti delle emissioni parametrati allo stato impianti che era disastroso.

   L’Aia del 2011 è frutto di una violazione di legge”. “Nel rione Tamburi di Taranto - ha detto ancora il pm Buccoliero - il PM10, che contiene due pericolosi inquinanti cancerogeni come diossina e benzoapirene, è cominciato a calare solo dopo il 2012,cioè dopo il sequestro degli impianti”. Aspetti critici relativi all’impatto ambientale, che anni dopo su ulteriori vicende che riguardano sempre l’area a caldo, la più impattante dello stabilimento, sono  richiamati anche nella sentenza pubblicata sabato scorso dal Tar di Lecce, che ha confermato l’ordinanza di un anno fa del sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, che impone lo spegnimento degli impianti perché inquinanti, e rigetta i ricorsi di ArcelorMittal e Ilva in amministrazione straordinaria. Il Tar ha dato ora all’azienda 60 giorni di tempo, dalla pubblicazione della sentenza, per fermare gli impianti così come ordinato dal sindaco. ArcelorMittal impugnerà il provvedimento del Tar al Consiglio di Stato.

Ci sono pugliesi che hanno lavorato in altre regioni d’Italia o all’estero, come Michele che per 9 anni ha prestato servizio in un ospedale in Irlanda, ma anche tante persone che vivono in altre regioni e sono pronte a trasferirsi in Puglia per coronare il sogno di un contratto tra gli oltre 1.000 aspiranti infermieri che dalle 7 di stamattina si sono presentati alla Fiera del levante di Bari, per effettuare la prova del maxi-concorso indetto dall’Asl Bari. Si tratta di una selezione per 566 infermieri, che si svolgerà da oggi al 19 febbraio, in due turni quotidiani da circa 1.000 candidati, per un totale di quasi 10.000 aspiranti. "Per molti anni - dice all'AGI Michele, 31 anni, di Bitonto -  ho vissuto lontano dalla mia terra, pur di lavorare. Credo che questo concorso sia un'occasione importante per poter finalmente tornare a casa".

   L’ingresso dei concorrenti è avvenuto dal lato della Fiera dell’edilizia, tramite 18 varchi ai quali steward e forze dell’ordine hanno verificato la correttezza delle procedure, con misurazione della temperatura, distanziamento e verifica dei documenti. 

   All’interno i banchi sono posti a distanza di sicurezza e altre persone controllano che tutti indossino correttamente la mascherina. I posti da assegnare sono 566, ma la graduatoria che si formerà tramite questa selezione resterà aperta, poiché il concorso è stato indetto nel 2019, quindi in base a previsioni di personale inferiori rispetto alle necessità imposte dalla pandemia. La speranza di molti candidati è quindi di piazzarsi in posizione favorevole, anche se non tra i primi 566, al fine di essere ripescati nelle fasi immediatamente successive. Gli elaborati saranno corretti in diretta streaming alla fine di ogni turno.

È corsa contro il tempo per scongiurare il licenziamento dei 130 assunti a tempo determinato da Infrataras, società del Comune di Taranto, che dal 24 febbraio prossimo, scaduto il loro contratto, saranno senza lavoro. Dopo il tavolo in Prefettura che non ha individuato una soluzione, questo pomeriggio, alle 15, si occupano del caso le commissioni Ambiente e Lavoro della Regione Puglia che ascolteranno in audizione le parti istituzionali e sindacali. Convocati, tra gli altri, sindaco e prefetto di Taranto, quest’ultimo in qualità di commissario di Governo alla bonifica. Poiché  non ci sono risorse nell’immediato, da parte sindacale è stato suggerito di far tenere in piedi i 130 contratti da parte di Infrataras, far accedere questa società alla cassa integrazione Covid nella quale collocare i lavoratori e guadagnare così tempo per costruire una soluzione. Ma si pensa anche all’uso della clausola sociale inserita nel Contratto istituzionale di sviluppo Taranto. Questa permetterebbe di dirottare i lavoratori nei cantieri delle opere finanziate col Cis. I 130, provenienti dalla società Taranto Isola Verde della Provincia di Taranto, messa in liquidazione anni fa, sinora sono stati impiegati in un progetto biennale chiamato “Verde Amico”, consistito in azioni complementari agli interventi di bonifica per Taranto. Il progetto è durato 2 anni. Una prima tranche, più corposa, con le risorse dell’allora commissario alla bonifica, Vera Corbelli, comprese le economie di spesa da quest’ultima ricavate, una seconda, invece, con 700mila euro della Regione Puglia. Ma ora i fondi sono terminati. 

 

 Il ministero dell’Ambiente non ne ha per finanziare la prosecuzione del progetto “Verde Amico” di cui ha anche contestato lo svolgimento. Il direttore generale della Direzione per il risanamento ambientale del ministero, Giuseppe Lo Presti, lo ha scritto all’attuale commissario per la bonifica, Demetrio Martino, che lo aveva invitato a verificare la possibilità di nuovi finanziamenti. Al Governo hanno chiesto ulteriori fondi anche il governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, e il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci. Lo Presti dichiara che l’ex commissario Corbelli ha collocato il progetto nell’ambito degli interventi per il Mar Piccolo “senza mai specificarne la fonte di finanziamento”. Solo in seguito, dice il ministero, Corbelli ha comunicato di aver destinato 1,5 milioni “riconducibili alle economie” derivanti dall’intervento “Piattaforma per un sistema integrato di riqualificazione dell’area vasta di crisi ambientale” finanziato per un importo di 20,800 milioni (fondi del ministero approvati dal Cipe con due delibere). Ma a quest’impiego delle risorse, il ministero dell’Ambiente, già un anno fa, ha fatto presente all’allora commissario che esso non era in linea “con le finalità originarie per cui erano state stanziate”. E in seguito sempre il ministero ha puntualizzato  “che gli interventi che si intendono finanziare col progetto Verde Amico non si configurano quali interventi di bonifica quanto piuttosto interventi volti alla rimozione di rifiuti abbandonati”, sottolineando che “resta in capo al commissario la responsabilità di tutte le azioni”. “La priorità è tutelare i lavoratori che non possono pagare per responsabilità non loro. Vogliamo fare il punto sui progetti che ci risulta siano stati avviati” commenta Marco Galante, consigliere regionale Puglia dell’M5S che ha chiesto il confronto di lunedì prossimo. 

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