E' Martino Tamburrano (FI), Sindaco di Massafra, il nuovo Presidente della Provincia di Taranto. E' stato eletto con la nuova Legge che ha riordinato le provincie italiane e cioè dai Sindaci e dai relativi consiglieri comunali. Succede al Commissario che ha retto l'Amministrazione per circa un anno e mezzo dopo le dimissioni dell'allora Giunta guidata da Gianni Florido.
Vincono le larghe intese, perde la linea dettata dal segretario regionale del Pd Emiliano, traballa la maggioranza di palazzo di Città con il sindaco Stefàno messo all'angolo.
I seggi sono così distribuiti: 6 Forza Italia,4 Pd, 2 Centrosinistra. Nella competizione un ruolo decisivo lo hanno giocato i franchi tiratori del PD che hanno sostenuto il candidato di centrodestra.
A portare Tamburrano in sella alla Provincia ionica è stato sostanzialmente il voto disgiunto. I voti di lista sono stati infatti ripartiti con il 54% al centrosinistra e il 46% al centrodestra, mentre il candidato Tamburrano ha incassato la vittoria con il 63.80%.
I passi successivi saranno l'indicazione di un vice presidente e di due delgati di Giunta.
Ma vediamo, nel dettaglio, com sarà composto il nuovo Consiglio provinciale:Forza Italia 6 consiglieri
Pino Pulito (Martina Franca)
Arturo De Cataldo (Sava)
Muschio Schiavone (Martina Franca)
Giuseppina Castellaneta (Taranto)
Michele Franzoso (Torricella)
Marco Natale (Palagiano)
PD
Piero Bitetti (Taranto)
Vito Miccolis (Massafra)
Giovanni Azzaro (Taranto)
Maria Grazia Cascarano (Manduria)
Lista Lopane
Dante Capriulo (Taranto)
Filippo Iliano (Taranto)
Sabato sera alle 22:30, nell’ospedale “Santissima Annunziata” di Taranto, è deceduto il dipendente dell’Amiu SpA Cataldo Pagliarulo, di 41 anni.
Vittima di un fatale incidente avvenuto nella mattinata dello scorso 21 settembre, mentre era in servizio nel quartiere Tamburi, Cataldo non è riuscito a riprendersi dal trauma cranico subito. Il peggioramento del quadro clinico generale, infatti, ha vanificato la speranza che si ristabilissero le sue funzioni vitali. Il corpo di Cataldo, secondo quanto disposto dalle autorità competenti, sarà sottoposto ad autopsia.
L’Amiu SpA è vicina alla famiglia del caro Cataldo, che lascia la moglie Luisa.
Il contributo di Angelo Di Leo
Si vince fuori e si pareggia in casa. Quest'anno si viaggia così, controvento e senza patemi, in attesa di vedere l'effetto che farà.
Il Taranto soffre gli inizi.
È' accaduto anche oggi, infatti, che il primo quarto d'ora delle due frazioni sia stato appannaggio della squadra avversaria.
E se nel primo tempo il Bisceglie - forte e compatto - ha impressionato per tenuta e saldatura dei reparti, prima di soffrire il ritorno dei rossoblu che nel primo tempo sfiorano per tre volte il vantaggio, nella ripresa i levantini hanno trovato il gol quasi per caso ma confermando le buone cose mostrate alle prime battute di gare,
Tutto nella ripresa, vantaggio del Taranto, pareggio del Bisceglie e una occasione successiva per parte.
Tra i rossoblu, Genchi il migliore per sagacia e voglia. Marsili non sempre capace di generare gioco, forse preoccupato da Zotti che si è confermato il migliore del Bisceglie (suo il pareggio con un pallonetto coraggioso e raffinato). Bene i centrali, Mignogna meno brillante del solito.
La squadra di Favo, insomma, le sa prendere senza farsi male e sa offendere rischiando di ferire a morte. Ciarcia', Genchi e Mignogna sfiorano in effetti il vantaggio mentre Biaceglie produce gioco senza mai arrivare alla porta.
Il primo tempo finisce senza reti ma consegna al pubblico una squadra che sorprende per volontà e adattamento al contesto tattico avversario.
La ripresa comincia di nuovo male, come detto. Biaceglie convinto, Taranto in affanno che però trova il gol con il nuovo entrato Gaeta (seconda punta al posto del mediano Conti) che di testa rende onore alla punizione di Mignogna.
Pochi minuti, però, bastano al Bisceglie per pareggiare.
Il Taranto ci crede di più e Genchi sfiora il gol vittoria al termine di un forcing che esalta la curva ma non produce scossoni.
Dall'altro lato Zotti si conferma leader assoluto e talento di lusso per la sierie D.
Infine, encomio per Mirarco che di piede salva sulla linea... E salva il risultato.
Riceviamo e pubblichiamo un intervento di Mario Pennuzzi
Peppino Cannata sicuramente è stato una delle personalità politiche più significative della Taranto del Novecento un grande sindaco che dovette affrontare una delle grandi crisi della macchina comunale - al tempo non si parlava di dissesto- un amministratore capace tra i protagonisti della "vertenza Taranto": ultimo tentativo di progettare in maniera organica il futuro della città.
Sotto la sua amministrazione furono gettate le basi di servizi moderni per la città persino per l'epoca avveniristici, fu il tempo di grande opere ma insieme, purtroppo quello delll'avvio di una politica fatta di personalismi e di trasformismi,che segnarono e determinarono la fine di quella esperienza.
Ma su questo le analisi dei percorsi e la sintesi dei processi sarà fatta da chi scrive di storia.
Per quello che mi riguarda molto più semplicemente mi è capitato di pensare a Peppino Cannata in questi giorni in relazione al dibattito politico della città.
Cannata sindaco, infatti parlando della esperienza amministrativa che stava svolgendo - all'epoca era l'unico sindaco di sinistra in un capoluogo pugliese - era solito dire " La politica è l'arte del possibile"
Affermazione che a me,al tempo, giovane dirigente del PCI e agli altri "ragazzi" della mia generazione appariva di un inaccettabile opportunismo:per noi la politica era soprattutto il regno di una battaglia culturale e morale in cui avanzare ed affermare i sacri principi: la democrazia, l'uguaglianza , il socialismo.
Avevamo torto: così molti di quella generazione si sono persi, alcuni portando sino alle estreme conseguenze la propria rigidità, altri trasformandosi in professionisti del moralismo teorico ed in abili mestieranti capaci di giustificare qualsiasi torsione e scelta opportunistica,:parole oggi dimenticate come inciucio, consociativismo,trasversalismo
Non c'eravamo accorti che c'era bisogno anche di un "pensiero debole" che non è il pensiero dei dementi come pare credere qualche illustre personaggio nazionale,ma il pensiero, e la pratica di chi sà mettersi in discussione, di chi ha dei principi saldi, ma cerca di comprendere anche quelli altrui, di chi pensa di aver ragione ma non pretende di avere la verità assoluta, di chi si sforza di essere nel giusto senza definirsi "l'uomo della provvidenza".
Ma tutto questo oggi è passato, stiamo pagando il conto di non aver capito in tempo.
Quello che condiziona la politica odierna non è più "l'arte del possibile", ovvero la ricerca di strumenti che ci consentano di avvicinarsi alla meta prefissata, se dovessimo con uno slogan definire il momento potremmo dire "In politica tutto è possibile.": si cambiano i pareri a seconda delle convenienze, si possono fare patti con tutti e di qualsiasi natura,l'importante è essere in carica e mantenersi a galla.
Ciò vale per il Governo nazionale come rilevava de Bortoli dalle colonne del Corriere della Sera denunciando il patto dai contenuti non chiari che tiene insieme il PD di Renzi e la Forza Italia di Berlusconi, questa è la storia della attuale competizione alla Provincia di Taranto,competizione riservata al solo ceto politico che stà dando prova di essere capace di qualsiasi tipo di aggiustamento interno, (anche perchè non essendo una competizione elettorale aperta a tutti non molti si sono interessati di ciò che sta accadendo),per cui valgono più gli accordi che ciascun esponente fà che le impostazioni politiche ed esponenti dello stesso partito sono schierati su fronti opposti c'è un candidato di centro destra ma è appoggiato anche da significativi esponenti di centro sinistra , c'è un candidato di centro sinistra ma le liste che lo appoggiano sono messe in discussione da chi appoggia il candidato di centro destra.
Insomma difficilmente si può capire qual'è il nodo che distingua questi informi schieramenti.
Ma questa è anche la storia del progettato allargamento al nuovo centro destra della maggioranza al comune di Taranto.
Non so neppure se si possa davvero parlare di un vero allargamento al nuovo centro destra, dal momento che a Taranto è ormai difficile identificare un consigliere comunale con una appartenenza politica, in molti vagano da partito in partito, da gruppi consacrati dalle elezioni in gruppi spuri nati da accordi estemporanei frutto del momento che si possono sempre cambiare se così conviene un bel salto per una esperienza nata con la velleità di rinnovare la politica alla fine si ha la sensazione che il Governo vero delle cose al di là delle facce che si prestano al pubblico, quello delle cose che contano,quello che decide delle scelte di sviluppo, dei piani regolatori dei rapporti industriali, del personale , quello,insomma, della seconda linea che non compare alle elezioni ma che è in grado di decidere sia sempre nelle stesse mani.
Non so se questo abbia davvero il sapore di vecchia massoneria come dice De Bortoli , certo non sà di nuovo e certamente non è con questi metodi e con questi uomini che sarà possibile rinnovare il Paese.
Una politica incapace di una seria programmazione economica e servile verso i poteri forti scaricherà ancora una volta sui cittadini di Taranto ed i lavoratori la propria incapacità
Riceviamo e pubblichiamo un intervento di Giancarlo Girardi
"E’ il mercato con le sue regole", qualcuno direbbe nel caso dell’attuale vendita di Ilva. L’immagine invece sembra di essere circondati da avvoltoi pronti a spolpare una preda. Tra essi una modesta cordata di italiani per garantire solo un’immagine “patriota” dell’operazione. Ad ora sono cinque, aumenteranno con ogni probabilità nelle prossime settimane. Venti anni fa fu preferito un acquirente italiano, un “falco dell’industria” mostratosi ben presto uno sciacallo. Allora l’impresa pubblica cedette il tutto con la volontà di disimpegnarsi dai gravi problemi ambientali prodotti in oltre trenta anni lasciando alla semplice e non vincolante disponibilità del compratore per affrontarli. Oggi si ripresenta la questione e la si affronta, sostanzialmente, allo stesso modo. Non ci sarà alcun piano industriale, come richiesto dai sindacati, da imporre alla multinazionale di turno, il futuro sarà determinato dal mercato dell’acciaio ancora oggi in crisi di sovrapproduzione nel mondo. L’interesse principale è, nei fatti, determinato dall’acquisizione della quota attuale di mercato di Ilva mentre sarà certamente imposto il rapporto mille dipendenti per milione di tonnellate prodotte con una perdita certa di occupazione nel breve e medio periodo. L’acquirente non si accollerà mai i costi delle bonifiche e delle ambientalizzazioni degli impianti produttivi. Si lascerà solo alla magistratura ed ai suoi tempi il compito per l’azione penale e risarcitoria del danno ambientale per lavoratori e cittadini. Sarà garantito il risarcimento proprietario dei Riva e la multinazionale acquirente non avrà alcun vincolo sociale che la Costituzione prevede per le imprese italiane. Certo ci sarà, nell’operazione, l’immagine di un apparato produttivo nazionale, considerato strategico, aperto alle leggi della globalizzazione tanto cara all’attuale governo nazionale. Una politica incapace di una seria programmazione economica e servile verso i poteri forti scaricherà ancora una volta sui cittadini di Taranto ed i lavoratori la propria incapacità. Il futuro non è incerto ma certissimo. Giancarlo Girardi
Inizio Anno Accademico 2014 - 2015
In occasione dell’inizio delle attività didattiche del nuovo anno academico 2014 - 2015, il Rettore del Politecnico Eugenio Di Sciascio, unitamente ai direttori dei dipartimenti e ai coordinatori dei corsi di laurea, incontrerà le “matricole” dei corsi di ingegneria e architettura in una cerimonia di benvenuto, lunedì prossimo, 29 settembre. Agli studenti verrà anche fornito un simpatico vademecum con i principali riferimenti per chi inizia a muoversi nel Politecnico.
Il saluto d’inizio anno, coinvolgerà tutti i nuovi studenti del Politecnico che faranno capo alle sedi di Bari e Taranto.
IL Rettore ha commentato: ”Sarà un momento di saluto e presentazione della comunità in cui i nostri ragazze e ragazzi si accingono ad entrare, iniziando un periodo di formazione importante per il loro futuro e con l’ambizione di prepararli al meglio per le sfide che, numerose e impegnative, li aspettano nel mondo del lavoro e della professione.”
L’incontro del Rettore Di Sciascio con le matricole avverrà a Bari nell’aula magna “Attilio Alto” (campus universitario), alle ore 15:00 e contestualmente, mediante collegamento video (diretta streaming webtv.poliba.it), con Taranto, con la Sala delle Conferenze della sede del Politecnico.
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Domenica, in 474, saremo chiamati ad eleggere il Presidente ed il nuovo
Consiglio della Provincia di Taranto.
Una elezione così detta di 2° livello.
In questi giorni ne abbiamo viste e sentite di tutti i colori.In uno
scenario per certi versi desolante.
Finalmente ieri Michele Emiliano ha usato parole chiare: chiedendo di
votare per un progetto chiaro, politico, di cambiamento, per Gianfranco
Lopane presidente, per una delle due liste di centro sinistra che lo
sostengono. Sconfiggendo gli inciuci degli accordi oscuri e spartitori, che
continuano a resistere.
Personalmente ho accettato l'invito di alcuni consiglieri comunali di
essere candidato, quale loro rappresentante di un progetto di cambiamento.
Non so come finirà domenica sera. Continuo a pensare che la Politica possa
essere pulita, di idee, di impegno civile e non di scambio.
Anche in questa competizione abbiamo assistito a consiglieri che hanno
scambiato il loro voto con qualche utilità personale o perchè lo ha
ordinato il capo. Totalmente assente è stato il dibattito sulle idee
strategiche da perseguire alla guida di un'ente che comunque avrà delle
importanti competenze: innanzitutto di cura dello sviluppo del territorio
e di tutela e valorizzazione dell'ambiente, senza dimenticare quelle di
costruzione e gestione delle strade provinciali, quelle di programmazione
provinciale della rete scolastica e di gestione dell'edilizia scolastica.
Premesso ciò, e tenuto da conto della drammaticità della crisi che investe
la città e la provincia di Taranto, in primis ambientale, sanitaria ed
occupazionale, credo sinceramente che la scelta politica, anche in
PROVINCIA, debba essere di CAMBIAMENTO RADICALE: non possiamo più inseguire
un modello produttivo legato alla vocazione industriale pesante (quindi
nessuna ammissibilità di progetti come Tempa Rossa o nuove discariche) ma,
in città ed in provincia, necessita diversificare le produzioni, puntare su
quelle pulite, sfruttando in primis le nostre immense risorse naturali.
Così come credo che in tutti i comuni della provincia bisogna innovare i
meccanismi di partecipazione per l'affermazione di quello che consideriamo
BENE COMUNE.
Rinnovo l'appello finale a tutti quei CONSIGLIERI COMUNALI CHE SI SENTONO
LIBERI. Sconfiggiamo gli inciuci, CONDIVIDIAMO la voglia di cambiare le
nostre città, la nostra provincia, il modo di fare politica.
Votiamo LOPANE Presidente e consigliere una persona libera e con la voglia
di cambiare.
Dante Capriulo - Candidato al consiglio provinciale di Taranto.
I segretario di Cgil, Cisl e Uil Giuseppe Massafra, Daniela Fumarola e Giancarlo Turi hanno inviato ai due candidati alla carica di presidente della Provincia, Gianfranco Lopane sindaco (centrosinistra) di Laterza e Martino Tamburrano (centrodestra) sindaco di Massafra un articolato documento in cui indicano le priorità del territorio ionico
Cgil Cisl Uil, in vista delle imminenti elezioni del Presidente della Provincia di Taranto, di domenica 28 settembre p.v. inoltrano alle SS.LL. il Documento unitario allegato, segnalando alcune priorità vertenziali rapportate alla situazione socio-economica del territorio e riguardanti:
· Bacini di crisi
· Dinamiche occupazionali e potenzialità di alcuni importanti settori
· Investimenti
· Bonifiche
· Emergenza sanitaria
· Sistema Difesa
· Polo Universitario ionico
Si esprime l’auspicio che tali priorità divengano parte integrante dell’azione amministrativa e di governo di chi sarà eletto Presidente, finalmente recuperando il ruolo specifico della Provincia nelle materie ad essa attribuite, rilanciando la concertazione sociale totalmente negata nel periodo di Commissariamento dell’Ente ed adottando politiche attive mirate allo sviluppo, all’occupazione e al rilancio dei settori produttivi strategici per l’economia dell’area territoriale e del Paese.
Cordiali saluti.
DOCUMENTO
Cgil Cisl Uil considerano opportunità favorevole, alla costruzione corresponsabile e partecipata di un futuro positivo del territorio ionico, gli impegni assunti dal Premier Matteo Renzi, in occasione della sua recente visita a Taranto, tanto in ordine alla strategicità nazionale dell’Ilva, ritenuta determinante per la ripartenza del settore manifatturiero, quanto alla compatibilità possibile tra fare impresa e rispettare la salute dei lavoratori, dei cittadini, dell’ambiente.
Altrettanto positivamente valutano il suo impegno di ritornare entro fine anno per fare il punto con la rappresentanza Istituzionale e sociale sugli sviluppi delle tante criticità di quest’area, già poste all’attenzione del confermato Tavolo Interistituzionale presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Queste attenzioni, dunque, rappresentano occasioni decisive per mantenere vivo il confronto con il Governo nazionale, concentrando l'attenzione su temi e su obiettivi condivisi, prioritari e strategici.
Le recenti rilevazioni Istat, secondo cui nel primo semestre 2014, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, l’Italia meridionale ha contribuito con il +2,4% alla percentuale di crescita dell’export estero, grazie anche al +9,4% della Puglia prima regione italiana per crescita percentualedoveTaranto incrementa del +65,6% (Ilva ed Eni in primis) confermano quanto determinante sia già adesso questo territorio nella determinazione del Pil nazionale e di quali fortissime potenzialità esso sia accreditato.
L'attuale condizione economico-produttiva registra qui il fatto che numerose crisi aziendali, alcune datate - a mero titolo esemplificativo si citano i casi di Natuzzi, della ex Miroglio, della Cementir di cui va scongiurato il disimpegno preannunciato, altre più recenti (Vestas - Marcegaglia) – vedono accentuarsi gli elementi di difficoltà.
Analoghe considerazioni si propongono in maniera altrettanto drammatica per le Pmi dell'appalto - indotto Ilva, dell’Arsenale MM e dell’Eni.
In situazione non dissimile versano le imprese dei servizi (ditte di pulizia delle scuole statali) e partecipate, dell’agroalimentare con il rischio di una possibile, ulteriore, ingente fuoriuscita di lavoratori e lavoratrici dall'attività produttiva.
Questo va a peggiorare l'attuale condizione occupazionale già critica, che ha visto dall'inizio della crisi ad oggi una riduzione di ben oltre 13 mila occupati nell’itera provincia.
A dir poco drammatica la situazione in cui versano i servizi di trasporto, a partire da quelli su rotaia, la cui attuale sistemazione determina una vera e propria situazione di isolamento geo-politico del territorio.
Le analisi specifiche evidenziano un tasso di disoccupazione in forte crescita: dall’11% del 2012, si passa al 15,5% del 2013 (+ 5,2% sul 2008) con un proiezione per l’anno in corso al 17%. Quella giovanile si attesta al 40,7% (+ 8,8% sul 2008).
Il ricorso alla CIG rileva un aumento complessivo del 34,4% su base annua, con incidenza del 107,7% su quella ordinaria e del 40,1% su quella in deroga.
In questo contesto ha pesato in maniera considerevole la crisi del polo siderurgico (Ilva e indotto), oltre alla delocalizzazione di taluni traffici in ambito portuale.
Il quadro dell’economia locale si completa considerando sia il lento ed incostante avvio dei lavori di ambientalizzazione dello Stabilimento Ilva, che quelli di infrastrutturazione del Porto.
Rispetto al Porto, si prende atto della recente sospensiva decisa dal Tar di Lecce concernente l’aggiudicazione dell’appalto dei lavori, con l’ulteriore riverbero sui ritardi della loro realizzazione e sulle ulteriori ricadute negative, legate al disimpegno transitorio se non definitivo da scongiurare decisamente, da parte della TCT.
E' fondamentale ed urgente, pertanto, non solo prestare la massima attenzione alle singole vertenze, anche di rilievo nazionale ma mantenere, contestualmente, un congruo sistema di sostegno in termini di ammortizzatori sociali.
INVESTIMENTI
E’ necessario che il Tavolo Interistituzionale discuta anche dell’attivazione di politiche industriali (investimenti pubblici e privati, ambientalizzazione Ilva, revamping di Cementir), di politiche energetiche (Eni-Tempa Rossa, Vestas, Marcegaglia…) e delle infrastrutture (Porto, Arsenale MM).
Al tal riguardo Cgil Cisl Uil chiedono al Governo nazionale di fare il punto sullo stato dell'arte dei programmi di investimento previsti a partire da quello dei vari iter autorizzativi.
A distanza di poco più di un anno dai primi interventi governativi, Cgil Cisl Uil riprendendo l’impostazione fin ora seguita, ritengono necessari gli interventi sui seguenti ambiti, taluni dei quali devono essere riconsiderati e divenire oggetto di ulteriori provvedimenti.
BONIFICHE
Al netto degli impegni finanziari e dei progetti relativi all’area portuale, il Sito di Taranto è risultato destinatario di un unico investimento complessivo di soli 119 Meuro.
Di questi 61 graveranno a carico dello Stato e 58 a carico della Regione Puglia.
Le misure attengono, unicamente, ad un primo intervento sulle scuole del rione Tamburi, sulla zona PIP di Statte e, non ultimo, sullo studio per gli interventi di bonifica del Mar Piccolo rispetto al quale, però, non è ancora dato di conoscere i contenuti.
Considerando lo stato di avanzamento dei lavori dei due primi ambiti e la complessità del terzo, necessiterebbe sviluppare ulteriori progetti sino all’esaurimento del budget disponibile.
Al contempo occorre individuare, con estrema chiarezza, nuove fonti di finanziamento che possano adeguatamente sostenere l’ulteriore progettualità che interesserà il territorio ionico.
Non appare superfluo rammentare che lo stesso riguarda una superficie di dimensioni imponenti (115 km2in tutto).
Si ritiene che lo strumento dell’Accordo di programma si rappresenti come utile per definire ruoli, competenze e impegni finanziari dei soggetti a vario titolo coinvolti in questa grande opera.
L’imminenza della programmazione dei Fondi strutturali europei per il periodo 2014 – 2020 rappresenta un appuntamento imperdibile.
Richiedono che, già da subito, nell'ambito della riprogrammazione dei fondi 2007/20013 siano previsti per questo finanziamenti ad hoc per l'area di Taranto.
Si valuti ancora come le lungaggini amministrative connesse ai percorsi autorizzativi (Taranto e le aree interessate dagli interventi ricadono nel sito Sin) sono tali da comportare una iper estensione dei tempi di realizzazione delle opere, per cui è di tutta evidenza come la ridotta disponibilità di finanziamenti non può che frustrare l’intera filiera operativa.
EMERGENZA SANITARIA
L’Esecutivo di Governo in cui la delega in materia sanitaria venne ricoperta dall’ex Ministro Balduzzi, proclamò la necessità di un vero e proprio “Progetto salute” per l’area ionica prendendo a riferimento le evidenze scientifiche contenute nello studio “Sentieri”.
In una realtà territoriale a rischio ambientale così alto, l’assenza di un impianto strategico di misure di carattere sanitario a favore di lavoratori e di cittadinipuò essere compensata intanto con la piena attuazione di quanto prevede Decreto legge sulla Terra dei fuochi(D.L. n.136/2013) ma nel medio-lungo termine l’obiettivo non può che essere quello del consolidamento e/o realizzazione di presidi sanitari e socio-sanitari (dal nuovo Ospedale ai Presidi sul territorio, alla riorganizzazionedistrettuale e dipartimentale) che rafforzino il profilo della prevenzione e della sorveglianza sanitaria dentro e fuori i luoghi di lavoro, a partire da quelli più esposti.
Questo determinerebbe l’avvio di una tutela effettiva della salute che si radichi sul territorio.
Interessanti ed utili le prime risposte (realizzazione del “Centro Salute e Ambiente” finanziato dalla Regione Puglia e il sistema di deroghe all’assunzione di personale medico e sanitario a tempo indeterminato) ma fortemente circoscritte ad un ambito limitato e, conseguentemente, reputate del tutto insufficienti, compreso il mancato turnover del personale.
Particolare attenzione occorrerà dedicare all’uso tempestivo delle risorse di cui al suddetto Decreto per l’effettuazione di azioni di prevenzione e di controllo dello stato di salute delle popolazioni di Taranto e di Statte.
SISTEMA DIFESA
Cgil Cisl Uil contestano le scelte del Ministero della Difesa che hanno determinato la “Legge di revisione dello strumento militare” nel tentativo di ridurre i costi ma che ha solo tagliato posti di lavoro civili e militari, senza realizzare risparmi e lasciando inalterate ampie aree di privilegio, con l’aggravante che una recente comunicazione del Comando Logistico della M.M. ha dichiarato l’impossibilità di finanziare, per l’Arsenale di Taranto, la manutenzione delle navi per il 2015, con le conseguenti ricadute occupazionali.
L’intera attività produttiva legata agli insediamenti della Marina Militare nel territorio ionico vive, da troppo tempo, una lunga fase di transizione, sospeso tra i propositi di rilancio infrastrutturale (cd. Piano Brin) ed una realtà fatta di eterni rinvii.
In tale contesto Cgil Cisl e Uil hanno invece individuato una via d’uscita, un percorso concreto per uscire dalla crisi, a partire dalla verifica di come i finanziamenti previsti dalla legge di stabilità per l’industria navalmeccanica, destinati alla costruzioni di nuove navi, possano coinvolgere lo stabilimento di Taranto, favorendo altresì il processo, ancora timido ed incerto, di apertura all’utenza esterna delle attività manutentive e cantieristiche.
Ragionevole appare poi coniugare la nuova occupazione, che potrebbe rinvenire dallo smaltimento delle 50 navi militari da dismettere, con la necessità che questo avvenga nel pieno rispetto dei parametri ambientali in collaborazione con l’Ilva considerato che, proprio in tale direzione è intervenuto un apposito studio dell’Università di Bari.
La necessità di assicurare il ricambio generazionale per la trasmissione delle conoscenze deve essere perseguita attraverso accordi specifici tra Ministero della Difesa e la Regione Puglia, dedicando parte delle risorse regionali europee destinate alla formazione, alla creazione di specifici percorsi formativi, strutturati nel tempo, nel settore navale.
Quanto all’internalizzazione delle attività ed alla valorizzazione della manodopera interna, non possiamo condividere che alcune lavorazioni o attività logistiche ed impiegatizie siano affidate a personale militare, addestrato e pagato per fare altro, mandando invece a casa i lavoratori dell’indotto, privandoli di ogni futuro lavorativo.
E’ per questo che dobbiamo pretendere, nella formazione del bilancio della Difesa, la diminuzione delle risorse destinate a spese inutili, sprechi e privilegi, e all’incremento di quelle destinate ad assicurare le attività ausiliarie nel settore dei servizi.
- Nessuna attività potrà essere però pienamente garantita se non sarà completato il risanamento delle strutture attraverso una diversa gestione dell’appalto delle opere, da anni ferme, individuando una figura commissariale alla stregua di quanto effettuato per altri ambiti (cfr. Porto di Taranto.
POLO UNIVERSITARIO IONICO
Le criticità che si sono evidenziate attengono essenzialmente nelle modificazioni di carattere ordinamentale introdotte con il D.M. n.47 del 30.01.2013.
In tale provvedimento si stabiliscono le procedure per l’autovalutazione, l’accreditamento iniziale e periodico delle sedi e dei corsi di studio universitari.
Gli elementi di complessità per le sedi decentrate, Taranto rientra ovviamente tra queste, attengono all’autovalutazione ed evidenziano:
- l’incremento del numero minimo di docenti di riferimento per ogni corso di laurea;
- la quantità massima di didattica assistita, che si sostanzia nel numero massimo di ore erogabile da ciascun docente
Come logica conseguenza aumenta in maniera esponenziale il numero di docenti necessari.
Il risultato immediato è stato che il Politecnico di Taranto, nell’ A.A. 2013/14 ha già perso il corso di laurea magistrale in “elettronica”, residua unicamente quello triennale (laurea breve).
Alla ormai conclamata incapacità degli enti locali (Comune e Provincia) di sostenere finanziariamente il progetto formativo, occorre porre rimedio con la:
- adozione di un sistema “derogatorio” al D.M.n. 47/13 nella parte più innanzi esplicitata;
- implementazione di corsi di laurea “caratterizzati” che recepiscano le nuove vocazioni economiche e produttive del territorio;
- reintegrazione del corso di laurea magistrale in “elettronica”.
Emerge, infine, l’esigenza di una strutturazione sinergica con il mondo dell’associazionismo e dell’imprenditoria pubblica e privata, in grado di sostenere anche finanziariamente il progetto di consolidamento e di rilancio dell’intero Polo universitario.
L’assessore alle Politiche Giovanili, Guglielmo Minervini, ha partecipato alla presentazione di “Porto Ricco Sud”, un festival che si articolerà il 3-4 e 5 ottobre nel quartiere Madonnella di Bari, “invadendo” alcuni edifici monumentali, strade e spazi che normalmente hanno altri usi rispetto a quelli teatrali e espositivi. Il festival nasce da un’idea dell’associazione culturale “Passeggeri” che si è formata nell’ambito del programma “Principi Attivi” promosso dalla Regione Puglia.
Con “Passeggeri”, anche la compagnia teatrale “La Ballata dei Lenna”.
Testimonianze, teatro, musica e fotografia saranno al centro di performance all’interno di palazzi come il comando della Terza regione aerea sul lungomare, il palazzo dell’Acquedotto, la scuola Balilla, il palazzo della Provincia, il cinema Esedra, la sede di Banca Etica, lo storico pub “Joy’s”, la chiesa e gli annessi di San Sabino. L’associazione “Arta” organizzerà visite guidate nel quartiere.
Sul sito passeggeri.wix.com/passeggeri è visitabile l’intero programma.
“Il progetto – ha spiegato l’assessore Minervini, presente con il colonnello Vincenzo Girardi dell’Aeronautica Militare e il dott. Vito Palumbo dell’Acquedotto Pugliese – apparentemente è un po’ eccentrico rispetto a quelli già promossi da Principi Attivi. Ma la scommessa di Principi Attivi e di Bollenti Spiriti era ed è quella di innovare e questo che presentiamo oggi è un esempio eloquente e emblematico di quello che accade quando ci si contamina. E il teatro diventa un grimaldello di quando si organizzano cose creative: i linguaggi utilizzati nel teatro diventano sugli eccentrici palcoscenici scelti dai ragazzi di “Passeggeri” occasioni per rivitalizzare città e quartieri. Gli spazi di “Porto Ricco” infatti concorrono a definire le identità di un quartiere multietnico e affacciato sul mare come Madonnella”.
Dario Stefàno: “Inquinamento e tutela della salute: la Puglia di oggi non si volta dall'altra parte”
Dario Stefàno interviene sulla questione ambientale con un intervento che di seguito pubblichiamo
Il lavoro di questi anni ci consente di fotografare lo stato di salute ambientale attuale: se è possibile ragionare sulla Puglia di oggi con cognizione di causa - partendo da dati certi, rilevazioni scientifiche, metodologie innovative - lo si deve al lavoro avviato a partire del 2005.
Non per rivendicare meriti, ma per ristabilire verità: questi dieci anni ci sono serviti per illuminare un tema cruciale, quello del rapporto tra attività industriali e tutela della tutela salute, rimasto per lungo tempo nell'ombra.
Il nostro impegno è quello di rendere la Puglia una regione sempre più vivibile e attraente: non possiamo consentire a niente e a nessuno di vanificare questo, né di mettere a repentaglio la salute dei pugliesi.
Il reportage di Avvenire - pubblicato ieri - sullo stato di salute di aria, acque, terreni pugliesi, porta ancora una volta alla nostra evidenza la diffusione elevata di malattie tumorali nelle province pugliesi.
Al quale fa seguito lo studio condotto da Arpa che ha definito “irrilevante” il rischio tumore legato alla centrale di Cerano. Una contraddizione solo apparente.
Quelli presentati dalla nostra agenzia regionale descrivono la situazione di oggi attraverso tecniche di rilevazioni incontestabili. È del tutto evidente che sostenere sotto controllo l'impianto Enel non cancella gli effetti di ciò che per lunghi decenni è stato fatto sulla testa dei pugliesi. La Puglia continua a pagare il prezzo delle politiche industriali degli anni 60-70 che da una parte hanno prodotto lavoro, sviluppo, reddito, ma dall’altra oggi mostrano la faccia allora non prevista: ferite ambientali, inquinamento, danno allo salute.
Rimediare in poco tempo alle conseguenze di pratiche durate quarant’anni non è possibile: ci vuol tempo, coraggio, tenacia. Però, anche qui non partiamo da zero: oggi disponiamo di un lavoro innovativo fatto di rilevazioni, monitoraggi, controlli, studi scientifici, che fino a dieci anni fa non era mai stato condotto.
Ci siamo dotati di un legge che sottopone le industrie pesanti – insediate nei territori Sin (siti interesse nazionale) – al vaglio di un inedito e penetrante monitoraggio sanitario, nel senso che si introduce un parametro, la “valutazione di danno sanitario”, a cui ciascuna azienda è chiamata a sottoporsi per eventualmente correggere, con l’uso di più innovative tecnologie o modificando linee e fattori produttivi, le proprie performance.
Perché non basta essere in regola con quei limiti emissivi degli inquinanti che sono elementi convenzionali e non verità scientifica: bisogna essere in regola nei confronti del diritto alla salute e del diritto alla vita, che sono beni di rango costituzionale.
Noi dobbiamo proseguire su questa strada. Investire affinchè il lavoro di Arpa - e quello condotto dalle strutture sanitarie - ci consenta di ricomporre un mosaico e stabilire con più precisioni i fattori di rischio e il nesso causa-effetto.
Per questa importante sfida, sarà indispensabile rafforzare ancora di più il ruolo di ARPA Puglia, quale braccio operativo della Regione, attraverso azioni a sostegno dell’attività tecnico scientifica svolta dall’agenzia.
La consapevolezza del tanto che ancora ci attende non deve tradursi nella minimizzazione del lavoro svolto in questi dieci sulle politiche ambientali: dobbiamo proseguire per aggredire e risolvere i grandi e complessi problemi ancora sul tappeto.
Il binomio Economia ed Ecologia ha tracciato la rotta in questi anni, ridurre l’inquinamento da sostanze nocive e incrementare i livelli di protezione ambientale e tutela della salute rappresentano la bussola.
La bonifica delle aree inquinate, ad esempio, ha permesso di recuperare innumerevoli siti, quasi uno per comune, sfruttando le risorse rinvenienti dai fondi ecotassa e soprattutto dalle risorse comunitarie. Ma le criticità dell’inquinamento sono anche quelle concentrate in specifici bacini: Brindisi, Manfredonia, Taranto, per citarne alcuni. Criticità dovute alle attività industriali presenti.
Li si è intervenuto a valle dei relativi piani che hanno interessato le aree SIN, ma anche su ex discariche e su siti dismessi in passato interessati da attività ad alto potenziale di inquinamento.
Massima allerta su incuria o attività della criminalità organizzata nello smaltimento illegale dei rifiuti. La strategia futura dovrà focalizzarsi ancora di più e meglio sul principio del “chi inquina paga.
Ora servono nuovi ed articolati contratti d’area, nuove strategie di sviluppo che possano portare alla rinascita di quelle realtà territoriali: con opportune azioni rendiamole leve di un nuovo modello di sviluppo. Ciò è possibile con un’attenta regia pubblica, con investimenti che fungano anche da catalizzatori delle risorse private da mobilitare. Con un nuovo modello di governance con ottiche manageriali che pongano al centro la qualità della vita delle comunità.
E’ l’innovazione che abbiamo abbracciato e sulla quale insistere, per dare ai pugliesi una migliore qualità della vita”.