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Giornale di Taranto - Economia, Lavoro & Industria
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Economia, Lavoro & Industria

Economia, Lavoro & Industria (1902)

Il Consigliere regionale del M5S Marco Galante ha partecipato a un incontro, presso Confcommercio Taranto, per affrontare l’emergenza che sta colpendo il settore della mitilicoltura  in città. Le temperature eccezionalmente elevate delle scorse settimane hanno provocato danni ingenti, dalle prime stime si tratterebbe di 15 o addirittura 30 milioni di euro di perdite. Pare irrilevante per Taranto e ancor di più per i miticoltori la vuota solidarietà di chi per campanilismo promuove il consumo del frutto cittadino alla pari dell’allarmismo di coloro che intimano di non cibarsene. “E’ fondamentale – dichiara Galante – che si concretizzi la prospettiva emersa durante il confronto di un Tavolo tecnico che definisca interventi di ristoro per il settore ma anche e soprattutto che interessi il “Sistema Taranto” nel suo complesso: una cabina di cui dovrebbero far parte Amministrazione, Camera di Commercio, imprese, Università, CNR, per un rilancio di carattere progettuale del territorio, lontano anni luce dal modello di sviluppo cancerogeno fino ad oggi in piedi, e volto pertanto a valorizzare turismo, cultura, impresa ecocompatibile, agricoltura e artigianato. Spetta al Legislatore sostenere questo sforzo e il Gruppo regionale del Movimento 5 Stelle supporterà concretamente questo sforzo. E’ previsto per oggi – continua Galante - l’incontro tra l’assessore Di Gioia e il consigliere Pentassuglia per l’individuazione di fondi capaci di offrire sostegno ai miticoltori tarantini, a cui la calura  ha distrutto i molluschi in fase di accrescimento e i semi che avrebbero dato il frutto per l’anno successivo, molto richiesti anche dagli allevatori nazionali e stranieri. Auspico che anche i miei colleghi consiglieri regionali della provincia jonica – conclude - siano pronti a collaborare per risolvere al meglio la situazione”.

Il dibattito sul treno Frecciarossa che percorre in sei ore e mezza il tragitto Milano-Bari, terminando la sua corsa nel capoluogo di regione ed escludendo le province di Taranto, Brindisi e Lecce, riapre bruscamente l’annosa e irrisolta questione delle dotazioni infrastrutturali sul nostro territorio. E ripropone in maniera urgente, dopo tanta discussione, la necessità di soluzioni definitive sul tema dei trasporti come elemento centrale e propulsore di qualsiasi ipotesi di sviluppo economico. Già nel 2012 la Camera di commercio di Taranto aveva colto questo aspetto istituendo il Tavolo della Mobilità e riunendo intorno ad esso tutti gli stakeholder interessati, anche con la partecipazione delle province di Matera e Cosenza, nella convinzione che la questione trasporti non possa e non debba essere condotta come una guerra di campanile, ma secondo una logica di pianificazione che deve intercettare e soddisfare le vere esigenze dei territori.
Come già ribadito in questi giorni da tanti esponenti del mondo politico ed economico, la vicenda del Frecciarossa bloccato sulla “linea gotica” di Bari, ha fatto da detonatore ad un problema che non è stato mai risolto: i collegamenti da e per le aree geograficamente più marginali della regione. Aree che pur essendo decentrate e collegate male con il resto dell’Italia e con le altre nazioni, hanno conquistato negli anni rilievo in campo turistico, commerciale, industriale. 
Fermo restando il denominatore comune tra le tre province del Sud della Puglia, è evidente che Taranto detiene, purtroppo, un gap infrastrutturale in materia di trasporti più pesante di altre realtà. Per questo se sono giuste e condivisibili le rivendicazioni per allungare il Frecciarossa sulla dorsale adriatica fino a Lecce, lo sono ancora di più per chiedere che i collegamenti ferroviari veloci giungano sino al capoluogo ionico.
RFI, infatti, negli anni ha progressivamente ridotto il numero dei treni a lunga percorrenza da e per Taranto. I pochi collegamenti rimasti sono effettuati con mezzi obsoleti dismessi da altre aree del paese più “fortunate”, con tempi che rendono anti-economico l’utilizzo del treno stesso. E’ un cane che si morde la coda: l’offerta di Trenitalia non è concorrenziale, non va incontro alle esigenze del mercato, il servizio è scadente e, quindi, l’utenza non lo premia. Le ferrovie, però, utilizzano questo argomento per tagliare le tratte sostenendo che i treni viaggiano vuoti. Un ragionamento analogo a quello adottato per mantenere colpevolmente chiuso ai voli passeggeri l’aeroporto di Taranto/Grottaglie, un altro insopportabile affronto per il nostro territorio, una reiterata ingiustizia in aperto contrasto con la volontà espressa dai cittadini e dalle Amministrazioni pubbliche locali. Condizioni inaccettabili, dunque, per il cui superamento è fondamentale un moto comune e condiviso di dissenso. Come è possibile pensare di riconquistare il mercato con vetture vecchie e scassate e con percorrenze interminabili? Oggi l’Italia è tagliata in due: una parte è collegata con bolidi fiammanti, l’altra, sempre che sia collegata, con utilitarie di seconda mano. E’ questa l’agenda per il Sud? Ed è questo il modello che Trenitalia vuole riprodurre su scala regionale interrompendo l’alta velocità a Bari?
Non solo bisogna opporsi a questa logica francamente inverosimile, rivendicando e chiedendo pari opportunità e pari dignità tra le popolazioni, ma è anche necessario pretendere una nuova stagione di confronto a livello nazionale e regionale. 
Palazzo Chigi ha rivolto la propria attenzione a Taranto per la vicenda Ilva e con la legge 20/2015 intende avviare percorsi di sviluppo legati alla valorizzazione dei beni culturali, architettonici e storici. Un’apertura importante che le Istituzioni partecipanti al Tavolo permanente, fra le quali l’Ente camerale, stanno cercando di tradurre in azioni efficaci. Sicuramente, però, trasporti adeguati agevolerebbero quelle dinamiche di riconversione turistico-culturale su cui il Governo per primo starebbe puntando. Il tema della mobilità, quindi, va portato e posto all’attenzione del Tavolo Istituzionale per Taranto non come appendice rivendicativa del territorio ma come imprescindibile complemento delle ipotesi di sviluppo tracciate dal Governo.
Quanto alla Regione Puglia, all’avvio della nuova consiliatura, durante l’incontro con i neoeletti consiglieri regionali della provincia di Taranto, la Camera di commercio di Taranto ha già evidenziato con forza la necessità di superare le diversità politiche per ragionare con un unico fine: la crescita economica e sociale del territorio ionico. Un concreto adeguamento delle infrastrutture di trasporto è tema significativo intorno al quale fare squadra, in quanto coinvolge - sotto vari profili ed esigenze, da quelle commerciali a quelle sanitarie, di studio, di lavoro - imprese e cittadini della provincia di Taranto che, ad oggi, inspiegabilmente sono costretti a subire quella che appare una vera e propria sperequazione nel diritto alla mobilità ed alla fruizione di un sistema di trasporto pubblico accessibile ed utile.

 

di GIOVANNI BATTAFARANO, Segretario Generale Associazione Lavoro & Welfare

 

In questi giorni, l’ISTAT ha pubblicato un aggiornamento dei dati economici del nostro Paese, dai quali si conferma che, dopo otto anni di profonda crisi economica,  la ripresa economica è in atto, ma per ridurre la disoccupazione e per una diffusa ripresa produttiva è ancora poco. Vediamo l’andamento della crisi dal versante del ricorso agli ammortizzatori sociali, secondo l’Indagine condotta dal l’Osservatorio Lavoro&Welfare.

 Il mese di giugno, come si può evincere dalla tabella allegata, conferma la tendenza generale nella riduzione delle ore di CIG sul 2014 (-30,27%) con una tendenza non consolidata visto che per il secondo mese consecutivo, si è registrato un aumento sul mese precedente (+3,83%), con 67.909.991 ore di CIG autorizzate.  In questo mese è cambiata la situazione delle ore di Cigderoga, dove le ore autorizzate sono cresciute del +380,23% sul mese precedente portandosi sui valori medi del 2014, 19-20 milioni di ore mese di Cigd. Situazione in calo invece nella richiesta di ore di Cigs ( -18,91% su maggio 2015) e nella richiesta di ore di Cigo (-23,75% su maggio 2015).

La situazione produttiva conferma la presenza di qualche segno di miglioramento, ma la crisi industriale presenta uno zoccolo duro dove ci vuole ancora tempo ma anche qualche nuova idea nelle scelte del Governo per una stabile e diffusa ripresa della produzione industriale. Restano molto contraddittori ancora i dati sulla congiuntura economica.

A giugno bene l’export del nostro Paese che traina la ripresa +5% nel primo semestre con un saldo positivo nei primi sei mesi di 18,5 miliardi. Bene nell’eurozona dove il surplus commerciale si attesta a 26,4 miliardi, tra gennaio e giugno 2015 le vendite della zona euro verso il resto del mondo sono aumentate a 1.011,7 miliardi (+6% rispetto allo stesso periodo nel 2014).

Aumenta il tasso di disoccupazione (+0,2%) attestandosi al 12,7%, nei dodici mesi il numero di disoccupati è aumentato del 2,7% (+85 mila) e il tasso di disoccupazione di +0,3%,unico dato positivo è che l’aumento della disoccupazione è anche legato alla riduzione degli scoraggiati che si sono reinseriti nel mercato del lavoro, ma per ora come nuovi disoccupati.

Questa situazione dovrà ora purtroppo fare i conti con le scelte della Cina sulla svalutazione della propria moneta, che finiranno per influenzare le esportazioni. Si riconferma una situazione dove la congiuntura negativa dell’economia sembra aver toccato il punto più basso e ha invertito la tendenza con un leggero miglioramento, ma dove le prospettive sono ancora tutte da consolidare. La situazione economica e produttiva del Paese resta fortemente divaricata tra recessione e ripresa.

Si rendono più evidenti le distanze tra le realtà produttive che tornano protagoniste nello sviluppo e nella ripresa e realtà territoriali, produttive e settori che vivono il contesto di una deindustrializzazione. La CIG cresce sia rispetto al mese di maggio (+3,83%), mentre cala rispetto a giugno 2014 (-3,29%), sia rispetto all’intero periodo, gennaio – giugno 2014 (-30,27%). La media delle ore di CIG nel 2014 era stata di oltre 89 milioni di ore, mentre in questi primi sei mesi del 2015 è scesa a 60 milioni di ore mese.Il quadro nel mese di giugno è il risultato di diverse tendenze nelle tipologie di concessione delle ore di CIG.

È utile riaffermare il concetto (in tempo di riforme) che la CIG non è, e non è stata in questi anni di profonda crisi, solo una protezione per i lavoratori, (consentendo loro di mantenere un reddito oltre alla continuità del rapporto di lavoro) ma ha anche consentito alle stesse aziende di mantenere transitoriamente invariato il proprio assetto produttivo, riaffermando e confermando il ruolo e la validità dello strumento CIG.

Il forte limite è che non ci sono stati nel ricorso alla Cassa integrazione speciale (Cigs), e non ci sono ancora oggi sufficientemente, dalla parte imprenditoriale delle aziende, interventi attivi, progetti di riorganizzazione, ristrutturazione, orientamento e di investimento nella struttura industriale del Paese.

Nella maggioranza delle crisi aziendali sono troppo pochi gli interventi attivi, la situazione ristagna, le crisi aziendali vengono continuamente solo costatate ma nella quasi totalità dei casi non vengono avviati interventi strutturali.

In conclusione, si può dire che la ripresa è in atto e che tuttavia non è stabilizzata e potrebbe risentire delle ripercussioni internazionali, a partire dalle vicende della Cina. Tardano a riprendere gli investimenti privati, nonostante gli incentivi in atto.

 

Occorre che la prossima legge di stabilità compia scelte rigorose in direzione della crescita sostenibile, delle energie rinnovabili, dell’innovazione, che abbiano quelle ricadute occupazionali indispensabili alla coesione sociale e nazionale del nostro Paese.

Giovanni Battafarano Segretario Generale Associazione Lavoro&Welfare


Alcuni dipendenti di TARANTO  ISOLAVERDE hanno occupato la sede in via Dario Lupo. A tutt'oggi - dicono i dipendenti della società della Provincia di Taranto - non sono stati corrisposti ancora gli stipendi da aprile 2015 ... la situazione è diventata inostenibile e allarmante per le 231 famiglie che non sanno piu come affrontare la giornata. Si chiede una immediata risposta istiutuzionale affinche termini questa violenza psicologica e distruttiva verso i lavoratori che non sanno piu quale sia il loro fututro o meglio la cosa certa è che a inizio ottobre scattera' il licenziamento collettivo poiche scadranno i 75 gg della messa in liquidazione.

La Commissione europea ha approvato il programma operativo 2014-2020 della Puglia: si tratta di un investimento complessivo di €7,12 miliardi, di cui €3,56 miliardi stanziati dall'UE attraverso il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) e il Fondo Sociale Europeo (FSE) e l'altra metà derivante dal cofinanziamento nazionale. 
I commenti del commissario europeo per la politica regionale, Corina Cretu e di quello per l'occupazione e gli affari sociali, Marianne Thyssen

La Corina Crețu ha detto di essere "particolarmente soddisfatta per l'adozione di questo ambizioso programma. La Puglia disporrà per i prossimi anni di un investimento di grande portata che dovrà soprattutto servire a sviluppare un ambiente favorevole all'innovazione e alle imprese, facilitando in questo modo la creazione di migliaia di posti di lavoro. Il programma contribuirà a rendere il territorio più attrattivo, migliorando così il tenore di vita dei suoi cittadini."  

Marianne Thyssen ha invece  sottolineato che  "Con oltre 3,5 miliardi di fondi UE a disposizione possono essere realizzati più investimenti per sostenere crescita e occupazione in Puglia. I fondi destinati a formazione professionale, educazione, assistenza e servizi sociali, e utilizzati per promuovere l'inclusione e combattere la povertà, contribuiranno notevolmente a migliorare la vita dei cittadini nella regione." (...) 

Una buona parte dei fondi è destinata al sistema economico: 1,1 miliardi per la competitività, l'innovazione e l'internazionalizzazione delle PMI, 672 milioni per ricerca e sviluppo con particolare riguardo alla collaborazione tra pubblico e privato, 272 milioni per banda larga e agenda digitale.

Infrastrutture e investimenti per la sostenibilità ambientale ed energetica rappresentano un secondo perno del programma: 1,1 miliardi sono destinati alla tutela e valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale, e per opere e la gestione di acqua e rifiuti, 462 per migliorare le connessioni trasportistiche, 396 milioni per favorire una transizione verso economia a basse emissioni di carbonio (energia e mobilità urbana).

Un terzo pilastro è costituito dall'ambito del sociale e della formazione: 1 miliardo sarà investito per promuovere l'inclusione sociale e contrastare la povertà, 754 per la formazione professionale e facilitare la transizione tra formazione e lavoro, 540 milioni per la mobilità e partecipazione al mercato del lavoro.

I risultati attesi sono:

  • Creazione di 1500 nuove imprese;
  • Aumento della spesa pubblica in ricerca e sviluppo dallo 0,5 allo 0,7 del PIL e della privata in R&S dallo 0,19 allo 0,25 del PIL;
  • Popolazione coperta da banda larga ultraveloce (100Mbs): 50%;
  • Aumento dell'export dal 12.6 al 18% del PIL; 
  • Riduzione delle emissioni di CO2 da 38.546 a 33.535 tonnellate;
  • Decuplicare il numero di visitatori ai siti culturali e naturali beneficiari di fondi;
  • Riabilitazione di 1500 ettari di terreno degradato;
  • 320.000 persone servite da impianti di trattamento acque modernizzati; 
  • 3500 nuovi posti in asili nido e strutture per la prima infanzia

Pur apprendendo dagli articoli di stampa di questa mattina i contenuti della relazione dell’ARPA Puglia in merito alla riaccensione dell’AFO 1, il Sindaco di Taranto, dott. Ippazio Stefàno si muove a sostegno dell’iniziativa del Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. A ridosso di Ferragosto, infatti, alcuni cittadini di Taranto avevano segnalato un evento anomalo a seguito dell’accensione dell’altoforno, poi rilanciato dal Presidente Emiliano con la richiesta all’Arpa di disporre tutti gli accertamenti che il caso richiede e di riferire nel più breve tempo possibile. La riapertura dell’altoforno ripropone la questione relativa alla compatibilità della produzione con la tutela della salute e dell’ambiente, assolutamente prioritaria. Ed è proprio in ragione dell’esigenza di garantire massima tutela alla salute e di conoscere l’impatto ambientale derivante dall’accensione dell’altoforno 1 che il Sindaco sostiene l’azione del Governatore.

Il Sindaco, dunque, si affida e confida nell’autorevolezza scientifica dell’ARPA Puglia che "è tale da garantire la reale conoscenza degli effetti di questa riapertura dell’AFO 1 attraverso una puntuale azione di monitoraggio, di cui conoscerne gli esiti, allo scopo di informare i cittadini e, soprattutto, per consentire agli organismi deputati alla tutela della salute l’adozione dei conseguenti atti, se necessari." 

Sabato, 15 Agosto 2015 10:37

IPOTESI CHIUSURA ILVA/ CARAMIA CONTRO CARAMIA.

Scritto da

 

L'Italcave prende le distanze dalle dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi dall'ex Presidente di Confindustria Taranto

 

La nota pubblicata sul quotidiano Taranto Buonasera, con la quale la famiglia Caramia prende le distanze dalla famiglia Caramia (si proprio così, non si tratta di un errore !!!) lascia perplessi e solleva una serie di interrogativi sul ruolo che ricopriva e ricopre Antonio Caramia all’interno della azienda di famiglia, la Italcave S.p.A.(nella foto) e sulle ragioni che hanno portato lo stesso  Antonio Caramia ad assumere una posizione così netta nei confronti dell’ILVA. L’imprenditore tarantino nei giorni scorsi aveva infatti dichiarato che la chiusura della Grande Industria non sarebbe stata un danno per Taranto che invece da questo smantellamento ne avrebbe potuto trarne vantaggi economici ed occupazionali, sia per gli attuali dipendenti che per nuovi lavoratori. Dichiarazioni che hanno indotto il legale della Italcave a chiarire la posizione della società sottolineando che le considerazioni espresse da Antonio Caramia erano state espresse a titolo personale e non in rappresentanza dell’azienda. Cosa ha portato quindi l’ex Presidente degli industriali ionici a rilasciare dichiarazioni così importanti? Una prima ipotesi porterebbe ad optare per una discesa in campo politica del Caramia, considerato che potrebbe esserci nei prossimi mesi una crisi di Governo e quindi elezioni anticipate, ma anche la prossima scadenza elettorale (marzo-aprile 2017) per il rinnovo del Consiglio comunale di Taranto che aprirebbero molte opportunità. Scenderebbe in campo con i Verdi considerato che le posizioni si avvicinano molto a quelle delle associazioni ambientaliste? Non riteniamo possibile una simile ipotesi visto il passato ed il vissuto dell'imprenditore tarantino. Viene quindi da domandarsi con quale coalizione potrebbe eventualmente schierarsi considerato peraltro che da tempo è fuori dai giochi sia politici che all’interno della organizzazione confindustriale. Le dichiarazioni sono lontane dalle politiche espresse dal centro-destra (di cui l’imprenditore è sempre stato vicino) che non ha mai ventilato ipotesi di chiusura dello Stabilimento ILVA di Taranto, anzi ne ha sempre chiesto il rilancio produttivo, ma lo allontanerebbe anche dal Centrosinistra che proprio con i recenti decreti legge ha di fatto impedito che i provvedimenti della Magistratura bloccassero gli impianti. Anche gli industriali ionici riteniamo che non abbiano gradito la posizione assunta dal loro ex presidente in quanto da tempo schierati per la ripresa dell’ILVA dal punto di vista della produzione. Quindi una situazione in evoluzione di cui racconteremo gli sviluppi, se sviluppi ci saranno.


Dal sito della Regione  apprendiamo che ammonta a

 sette miliardi e 100 milioni la dotazione del Por Puglia (Fers + Fondo Sociale) 2014/2020, approvato oggi dalla Commissione Europea. Poco più di 5 miliardi e mezzo riguardano il Fers, mentre un miliardo e mezzo è dedicato al Fondo Sociale.

Come è noto, l’Unione europea contribuirà direttamente con il 50% dell’ammontare totale.
"Esprimo la mia particolare soddisfazione per l'approvazione del POR Puglia da parte dell'Unione Europea- dice il Presidente della Regione, Michele Emiliano.- Ringrazio in particolare gli Uffici che sotto la direzione del Dott. Pasquale Orlando hanno in questo modo ottenuto l'approvazione del loro lavoro, di questo mi congratulo con loro e con tutti i componenti del partenariato pubblico/privato che hanno collaborato al conseguimento di questo risultato"

Salvato l’istituto “Paisiello” di Taranto. Per gli anni 2015 e 2016 Ministero della Pubblica Istruzione, Regione e Provincia di Taranto si sono impegnati a cofinanziare i capitoli relativi alle spese fisse per il personale dell’Istituto “Giovanni Paisiello”. Ciascuna istituzione verserà un milione di euro una tantum, per un totale quindi di tre milioni di euro, nelle more del processo di statalizzazione dell’Istituto musicale.

La decisione è stata confermata oggi al termine di un incontro in Presidenza tra Emiliano e il presidente Tamburrano che hanno formalizzato la decisione con una lettera indirizzata al ministro Stefania Giannini. Il “Paisello” finora viveva solo grazie ai finanziamenti provinciali che con la riforma “Delrio” erano a rischio, condannando la scuola musicale alla chiusura.

“Si tratta di una buona notizia per Taranto – ha dichiarato il presidente Michele Emiliano – con uno dei primi atti della mia Amministrazione e di concerto con il Governo centrale e con gli enti locali si mette fine a una questione che metteva a rischio posti di lavoro, decenni di storia e prospettive per la crescita culturale dell’intera provincia. Non intendiamo abbandonare Taranto e invece vogliamo rilanciarne lo sviluppo in tutte le direzioni compatibili con la vita umana, perché se cresce Taranto, cresce la Puglia intera e questa città diventerà uno dei modelli per tutta la Regione”. Il Presidente Emiliano ha poi voluto ringraziare personalmente la sottosegretaria alla Pubblica Istruzione, on. Angela D’Onghia, “per la sensibilità dimostrata e l’impegno profuso nella risoluzione della vertenza”.

 

Immagine associata al documento: Dopo l'accordo romano sul contratto di solidarietà, oggi riunione barese con i sindacati sulla vertenza "Teleperformance", azienda tarantina di call center che occupa circa duemila addetti e che è - a parte l'Ilva - la più grande realtà industriale ionica. 
La riunione è stata presieduta dal presidente Emiliano, con gli assessori allo Sviluppo economico, Loredana Capone e al Lavoro, Sebastiano Leo, oltre agli esperti della task force regionale per l'occupazione. Per i sindacati sono intervenuti i rappresentanti aziendali e di categoria di Cgil, Cisl, Uil e Ugl.
"Queste aziende - ha proposto Emiliano nel corso della riunione - non vanno lasciate sole. Intendiamo chiedere a Governo e Parlamento interventi normativi per regolare il settore. Spesso queste imprese trattano dati sensibili per la privacy dei cittadini e occorre lavorare perché questi dati non siano in balia del massimo ribasso d'asta, magari delocalizzando all'estero dati, numeri, vite delle persone. 
Si deve prendere atto che - come dice Papa Francesco - in settori come questo il mercato e basta non funziona da solo e che occorre una sua regolazione. Questa regolazione la chiederemo al Governo e ai nostri rappresentanti alla Camera e al Senato, per rendere più produttivo il settore e meno in balia delle gare con fantasiosi capitolati che hanno l'unico obiettivo di comprimere il costo del lavoro".            
 

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