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Giornale di Taranto - Economia, Lavoro & Industria
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Economia, Lavoro & Industria

Economia, Lavoro & Industria (1903)

ORA L'AZIENDA DEVE RICOLLOCARE I 331 LAVORATORI.

 

Il tempo delle attese è finito: questo in sintesi è quanto hanno ribadito oggi i vertici di FenealUil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil nell’incontro al Mise della cabina di regia sullo stato di avanzamento dell’accordo sottoscritto nel 2013 tra Natuzzi, sindacati e Ministero, con il quale è stato attivato il contratto di solidariet   per 1.818 lavoratrici e lavoratori e la cassa integrazione a zero ore per altri 331.

“Per questi ultimi l’accordo prevedeva la ricollocazione in nuove aziende che si  sarebbero dovute insediare sul territorio pugliese e materano” spiegano i sindacati; “nel corso degli ultimi due anni, la societ   incaricata di ricercare aziende interessate ad investire in quei territori - che peraltro oggi non si è presentata all’incontro - non ha portato al tavolo nessuna ipotesi concreta. Ecco perché - sottolineano - oggi abbiamo ribadito che nessun posto di lavoro deve andare perso e che vogliamo risposte concrete ad una precisa domanda: come e quando Natuzzi ricollocher   quei lavoratori e quelle lavoratrici?  I tempi - spiegano Feneal Filca Fillea - sono ormai stretti, il periodo di Cassa si esaurisce il 15 ottobre e, come ci hanno ricordato Mise e Ministero del Lavoro, la legge non consente altre proroghe. ”

Per questo, il calendario di lavoro della cabina di regia e delle task force istituite dalle regioni interessate, Puglia e Basilicata, sar  molto fitto: “sono stati gi   fissati tre incontri, due sul territorio e poi di nuovo al Mise il 20 luglio” raccontano i sindacati “data in cui l’azienda dovr   portare le soluzioni per la ricollocazione dei lavoratori. Oggi abbiamo avanzato numerose proposte, su cui i due Ministeri hanno invitato la direzione dell’azienda a fare una valutazione di fattibilit  , a cominciare dal riportare in azienda le lavorazioni fatte all’estero e dal reinternalizzare alcune delle lavorazioni attualmente realizzate all’esterno del sistema produttivo Natuzzi”.

La data del 20 luglio quindi è per i sindacati un punto di non ritorno “dopo gli incontri che avremo con le istituzioni locali - che sono al lavoro per accompagnare con importanti investimenti il piano di ricollocazione dei lavoratori -  Natuzzi dovr   darci risposte precise e concrete su come intende completare gli impegni presi con l’accordo 'ad esuberi zero' che tutti insieme abbiamo sottoscritto. Noi continuiamo a ribadire che nessun posto di lavoro deve essere perduto, come prevede l’accordo, e che gli stessi accordi vanno rispettati. Se ciò non fosse, Natuzzi dovr   assumersi le sue responsabilit  .”

 

Due anni fa Pasquale di Bari, trentunenne elettricista di Talsano, aveva un lavoro e una vita serena. Poi una mattina di maggio, mentre va a prendere gli attrezzi in un cantiere, cade urtando la colonna vertebrale su uno scalino e il ginocchio contro una parete: inizia così la sua nuova vita di invalido sul lavoro, tutelato dall’ANMIL di Taranto (Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro).

Anche se oggi riesce comunque a svolgere gran parte delle attività tipiche dell’elettricista, Pasquale è ancora disoccupato perché i datori di lavoro sanno che, in un cantiere, non può più fare i lavori particolarmente pesanti usando determinati macchinari; eppure continua ad avere un approccio positivo verso la vita e, soprattutto, tanta voglia di reinserirsi nel mondo del lavoro.

La sua è una delle tante “storie” di ordinaria invalidità testimoniate nel pomeriggio di ieri (lunedì 20 giugno) dagli invalidi sul lavoro che hanno partecipato al percorso formativo “La sicurezza e la prevenzione degli infortuni, con particolare riferimento alle tematiche concernenti il rischio amianto, la comunicazione sicurezza nei luoghi di lavoro, le tecniche di valutazione dei rischi”.

Durato due mesi con ottanta ore in venti lezioni, il corso si è concluso con la consegna degli attestati ai partecipanti, una ventina di invalidi e mutilati sul lavoro iscritti all’Anmil (D. Lgs. 81/08); l’iniziativa è stata organizzata dall’ANMIL Taranto, con la collaborazione di “Lavoro&Welfare”, ed approvata a livello nazionale dal Comitato di valutazione e selezione IRFA Anmil.

 

Emidio Deandri, presidente ANMIL Taranto, consegnando gli attestati ha spiegato che «per la prima volta abbiamo voluto organizzare questo corso sulla sicurezza a favore proprio degli invalidi sul lavoro, persone che in passato hanno già subito infortuni, perché siamo convinti che la formazione possa favorire in futuro il loro reinserimento lavorativo».

«Siamo molto soddisfatti – ha poi detto Emidio Deandri – perché, con le loro testimonianze ascoltate oggi, i corsisti hanno dimostrato di aver acquisito una nuova consapevolezza sull’importanza della sicurezza che, in particolare, intendono trasmettere ai loro nuovi compagni quando torneranno a lavorare».

 

Ma la formazione degli invalidi Anmil non si ferma qui: nell’occasione l’avvocato Nunzio Leone, docente e responsabile della Leonepartners, ha infatti annunciato che «a breve dovrebbe essere organizzato a loro favore anche un corso di alta specializzazione per diventare RSPP (Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione), figura necessaria nelle aziende ex D.Lgs. 81/2008, una qualifica che favorirà ulteriormente il loro reinserimento nel mondo del lavoro».

 

Intervenendo alla cerimonia il senatore professore Giovanni Battafarano, segretario generale di “Lavoro&Welfare”, nonché “padre” della Legge 68/99 del quale fu relatore in Senato, ha inoltre annunciato che «con l’ANMIL stiamo approfondendo lo studio del D. Lgs 151/2015, il cosiddetto “Jobs Act”, per individuare quelle misure che possono concretamente favorire il reinserimento lavorativo degli invalidi sul lavoro, non solo tutelando il loro sacrosanto diritto di essere assunti ex lege nelle aziende, ma anche sostenendo forme di autoimprenditorialità: penso proprio al caso di Pasquale di Bari che non viene assunto in aziende perché non può più fare lavori pesanti, ma potrebbe aprire una propria azienda per fare tutta una serie di lavori in cui un elettricista non deve necessariamente impiegare macchinari pesanti».

 

Emidio Deandri, presidente ANMIL Taranto, ha poi concluso la cerimonia confermando che «a breve dovremmo avviare un attività congiunta con i sindacati, in tal senso abbiamo già avviato contatti con la CGIL, per far sì che amministrazioni ed enti pubblici, nonché aziende private, provvedano finalmente alle assunzioni dalle categorie svantaggiate alle quali sono obbligate ex lege: stimiamo che, nella sola provincia di Taranto, siano oltre 2.000 gli invalidi sul lavoro e i disabili che dovrebbero essere così assunti, un “tesoretto” non intaccato da spending review o norme sul dissesto!»

 

Iniziato lo scorso 2 aprile con una lectio magistralis tenuta dal sen. prof. Giovanni Battafarano sull’attualità della legge 68/99, alla luce delle modificazioni apportate dal job act e sulle prospettive di reinserimento del lavoratore infortunato, il corso si è poi sviluppato in venti lezioni suddivise in cinque moduli formativi, che hanno visto impegnati docenti qualificati come gli avvocati qualificati come gli avvocati Mariella Tritto, Cataldo Tarricone e Nunzio Leone, gli ingegneri Agostino Capogrosso e Giammarco Lupo, e i dottori Franco D’Amicis, Giuseppe Murgolo, Doriano Castellano e Marco Amatimaggio.

Il coordinatore provinciale di USB Taranto Francesco Rizzo e Sergio Bellavita del coordinamento nazionale USB hanno incontrato nella giornata di ieri Sebastiano Leo, assessore allo sviluppo economico della Regione Puglia con il quale hanno discusso della questione appalti Ilva. “I lavoratori vivono una grossa difficoltà economica, sia chi è ancora in servizio che fa fatica a percepire lo stipendio, sia chi vive di cassa integrazione ed è ormai agli sgoccioli – afferma Rizzo -. L’assessore Leo ci ha ascoltato con molta attenzione e ci ha assicurato che a breve ci sarà un tavolo di confronto su questa questione, per venire incontro a tutti i lavoratori degli appalti Ilva. Siamo fiduciosi che la nostra richiesta non resti inattesa e che al più presto riusciremo a sciogliere anche questo nodo. Inoltre stiamo inviando formale protesta all’azienda in merito alle ditte che continuano a lavorare per Ilva ma senza pagare i dipendenti. Una per tutte: Comsider”.

Continuano intanto le assemblee all’interno dell’acciaieria. Oggi incontro nei tubifici, rivestimenti, Pla1, Pla 2, laboratori LT e nastri. “Siamo soddisfatti perché le assemblee in atto da ieri sono molto partecipate. I lavoratori ci stanno confermando la loro presenza alla manifestazione del 26 perché sono convinti che è necessario muoversi e non restare a guardare gli eventi”, conclude Rizzo. 

POSTE LE FONDAMENTA PER IL RITORNO ALLE ATTIVITA' LAVORATIVE.

 

Alessandro De Donno, Segretario Generale Confederazione CIL, comunica che nel pomeriggio del 15 giugno scorso il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha posto le fondamenta per il ritorno alle attività lavorative degli ex dipendenti della Soc. Taranto Isola Verde.A distanza di dodici mesi (giugno 2015) si è finalmente giunti alla conclusione della prima parte afferente gli ex lavoratori della società in house Taranto Isola Verde . L’impegno della Confederazione Italiana per il Lavoro e l’Occupazione (CIL) di Taranto ha restituito ai Lavoratori la dignità che è sancita dagli articoli 1, 2, 3, e 4 della Costituzione Italiana. È stata un’esperienza esaltante che ha reso manifesto un nuovo modus operandi nella tutela dei lavoratori, ovvero la “progettazione”. Questa organizzazione sindacale infatti si è distinta in modo innovativo rispetto ai vecchi canoni di concertazione correlati con la inutile dispersione di denaro pubblico che al termine quasi mai ha prodotto “lavoro” .

L’avvio è stato condiviso nell’immediato dal Governo e dalla Regione Puglia (e non dal Presidente della Provincia Tamburrano) che a fronte della presentazione di due progetti immediatamente disponibili relativi al Parco della Rimembranza e al Parco Letterario del Galeso, hanno finalmente riscontrato la presenza di concretezza correlata al ritorno alle attività dei lavoratori.Dal giugno del 2015 vi è stata una serie di incontri promossi da questa Organizzazione Sindacale con il Gabinetto della Presidenza della Regione Puglia e con la Dottoressa Corbelli il cui fine ultimo era quello a cui siamo giunti nel pomeriggio di ieri. Pare opportuno inoltre allo Scrivente segnalare che nel silenzio più assoluto della Città solo Arcangelo Margari, Segretario Provinciale della FlaicaCub, ha inteso condividere dal gennaio c.a. questo percorso che è risultato essere vincente.

In riferimento a dichiarazioni apparse sui social network afferenti soggetti che avrebbero millantato la leadership di questo progetto concepito dalla CIL riteniamo opportuno suggerire la verità e non storie campate in aria.Grazie Presidente Emiliano, grazie Dottoressa Vera Corbelli, grazie Assessore Loredana Capone, grazie Dott. Claudio Stefanazzi, grazie allo Staff tutto della Dottoressa Corbelli. I Lavoratori ringraziano.

 

 

 

 

Si parlerà di mare e di sport e di economia (del mare). L'iniziativa si svolgerà nella Saletta Monfredi della Camera di commercio di Taranto in viale Virgilio 152.

Focus Asia Orientale e Corea del Sud. Domani, domani 10 giugno - Biblioteca Comunale Isidoro Chirulli - Palazzo Ducale, Piazza Roma 32 – Martina Franca (TA) . Inizio lavori ore 16.00

 

Organizzato da Sistema Moda Italia, dal Comune di Martina Franca e da Confindustria Taranto, si terrà domani, venerdì 10 giugno, nella biblioteca comunale di Palazzo Ducale di Martina Franca, un convegno dal tema “LAVORARE CON L’ESTERO - Internazionalizzazione delle PMI, trend e nuovi scenari per il Sistema Moda”.

Il programma prevede i saluti di benvenuto di Francesco Ancona, Sindaco di Martina Franca, di Francesco Guido, Direttore Regionale Campania, Basilicata, Calabria, Puglia e Sicilia Intesa Sanpaolo e di Domenico Nardelli, Vicepresidente Confindustria Taranto con delega all’internazionalizzazione, titolare I.T.N. SPA – Industria Tessile.

Ad aprire i lavori sarà  Gianfranco Di Natale, Direttore Generale di Sistema Moda Italia; subito dopo è previsto l’intervento di Giovanni Foresti, Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo, sull’economia internazionale e i trend di crescita del Settore Tessile e Moda.

Interverranno successivamente, spostando l’attenzione sul tema dell’ internazionalizzazione e supporto alle imprese- Focus Asia Orientale e Corea del Sud- Monica Cristanelli, ResponsabileInternazionalizzazione Imprese Intesa Sanpaolo, e Claudio Celli, Desk Asia e Oceania Internazionalizzazione Imprese Intesa Sanpaolo.

Avrà poi inizio la tavola rotonda sul tema “Quali prospettive per la Moda italiana.  Soluzioni e strumenti per lo sviluppo internazionale delle PMI”,  a cui prenderanno parte: Salvatore Toma, Amministratore Delegato Vean Fashion;      Mario Totaro, Amministratore Delegato Mafrat; Gianluigi Venturini, Direttore Commerciale Imprese Direzione Regionale Campania, Basilicata, Calabria, Puglia e Sicilia Intesa Sanpaolo.

 

 

Lo Stato c’è e sarà visibile, di giorno e soprattutto di notte, nelle campagne di Grottaglie. Schierando uomini e mezzi adeguati per debellare il fenomeno del racket che sta seminando paura tra i tantissimi produttori di uva da tavola. Uno sforzo importante condotto, se necessario, sino a “militarizzare” l’agro grottagliese. 

E’ il segnale forte e chiaro lanciato dal prefetto di Taranto, Umberto Guidato, nella riunione di stamane del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica. A sollecitare un intervento così netto e rapido è stata Confagricoltura Taranto che lunedì scorso, nel Commissariato di Grottaglie, ha messo il questore Stanislao Schimera di fronte a una cinquantina di agricoltori esasperati per i tantissimi danneggiamenti subiti: 38 casi in meno di due mesi. E il fondato timore, ad inizio stagione, di non poter vendere il prodotto perché “i compratori girano a largo”. 

Il quadro preciso di un fenomeno criminale dilagante che assieme all’appello accorato rivolto allo Stato è arrivato sul tavolo del prefetto di Taranto. Che non ha perso tempo e nella riunione in Prefettura ha analizzato la situazione con il questore Schimera e i vertici delle Forze dell'Ordine, Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza e Corpo Forestale dello Stato e, assieme a loro, ha messo a punto un piano di intervento coordinato per mettere al sicuro le campagne grottagliesi e la produzione di un settore che vale 80 milioni di euro.

In particolare, si è deciso di schierare tutti gli uomini e i mezzi necessari per rendere visibile e percepibile la presenza delle Forze dell’ordine, comprese stazioni mobili della Polizia di Stato, e lavorare in sinergia con gli istituti di vigilanza e con gli stessi agricoltori. Nel frattempo, sul territorio sono già partiti dei servizi di pattugliamento, sia di giorno sia di notte, per fare terra bruciata attorno ai malviventi. «Da due giorni – spiega il presidente di Confagricoltura Taranto Luca Lazzàro, accompagnato alla riunione dalla vicepresidente Lucia Cavallo e dal direttore Carmine Palma  – cioè da quando abbiamo denunciato con forza e pubblicamente che c’era una vera e propria emergenza, non ci sono stati casi di danneggiamenti. Non abbassiamo la guardia, ovviamente; anzi, la risposta che è arrivata dal prefetto e dalle Forze dell’ordine è ciò che ci aspettavamo: un segnale potente e determinato che lo Stato non lascia soli i produttori e si fa carico della sicurezza loro e delle attività produttive». «Una risposta così netta e forte – rimarca Lazzàro -  è ciò che serve per debellare un fenomeno criminale di questa portata. La grande disponibilità del prefetto, che si è detto pronto a venire a Grottaglie di persona e dello stesso questore, che coordinerà sul territorio il piano d’intervento, significa che lo Stato c'è e vuol rendere tangibile la sua presenza. E noi di Confagricoltura, confortati da questa grande sensibilità degli uomini dello Stato e dalla vicinanza dimostrata dal presidente della Regione Michele Emiliano, continueremo a fare la nostra parte al fianco dei produttori di uva da tavola grottagliesi: per lottare e per denunciare, per consigliare e per informare. Come sempre».

"Niente assemblee, niente confronto con gli operai, nessun cenno alla questione ambientale. È così che Fim-Cisl Fiom-Cgil e Uilm preparano in Ilva lo sciopero per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici di venerdì 10 giugno senza neanche fare un’ora di assemblea, in barba ai principi più elementari di quella democrazia tanto decantata dai sindacati". 

Non le mandano a dire i componenti il comitato "Lavoratori e cittadini liberi e pensanti" che, in una lunga nota, sottolineano come, invece, le organizzazioni sindacali se da una parte sono "in silenzio in fabbrica" dall'altra sono pronte "a correre a Bari, dove interverrà tra gli altri il segretario generale Fiom Maurizio Landini, a parlare addirittura di potere d’acquisto del salario, di condizioni di lavoro, di tutela e rilancio dell’occupazione, di formazione-welfare-partecipazione. Landini, magari, nel suo discorso dovrà spiegare come si può perseguire la strada della partecipazione se i lavoratori non sono coinvolti in prima persona. Perché - prosegue la nota dei Liberi e Pensanti - riteniamo che non basta un volantino striminzito per spiegare le ragioni di uno sciopero". 

Secondo il Comitato, forse i sindacati temono che le assemblee "diventino luoghi di confronto in cui i lavoratori chiedano ai propri delegati di rispondere alle perplessità e alle paure circa il futuro della fabbrica. Il futuro prossimo nello stabilimento più inquinato ed inquinante d’Europa potrebbe infatti significare esubero per molti di loro. Già, esubero. Significa quindi che per molti di questi operai si prospetta la possibilità di andare a casa".

Sembrerebbe, secondo le fonti dei Liberi e Pensanti, che a breve l’altoforno/4 (tornato in funzione nel 2011 dopo tre anni di lavori di ristrutturazione) "potrebbe fermarsi, spegnersi definitivamente. Conferme a questo proposito arriverebbero dalla presenza sull’impianto di materiali che dovrebbero servire a bloccarne le funzioni. Anche il carbon coke dovrebbe essere acquistato e non più prodotto nel siderurgico con la conseguente chiusura di tutte le batterie tranne la decima, undicesima e dodicesima. La produzione dell’acciaio di Stato, con Afo/5 spento da oltre un anno, dovrebbe concentrarsi su Afo/1 e su Afo/2, il reparto che la Procura di Taranto sequestrò senza facoltà d’uso dopo l’incidente in cui perse la vita l’operaio Alessandro Morricella, investito da una colata di ghisa incandescente, e oggi in marcia per effetto del decreto voluto dal governo Renzi. Uno dei tanti decreti salva Ilva, siamo a quota 10, – puntualizzano al Comitato - che non tengono minimamente in considerazione la sicurezza e la salute dei lavoratori del siderurgico e dei cittadini di Taranto".

Ragion per cui, mentre i sindacati "preparano gli autobus per raggiungere Bari, mentre il Pd esulta ancora per il decimo decreto salva Ilva (sposta il termine per depositare le offerte dal 23 al 30 giugno e viene nominato dal ministero dell’Ambiente un comitato di esperti che, entro 120 giorni, deve esprimere un parere sulle eventuali proposte di modifica del piano ambientale presentate dai gruppi privati interessati all’acquisto)", il Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti propone il piano B per Taranto. 

"Ribadiamo che l’unica vera scommessa che il nostro territorio deve vincere, salvaguardando lavoro e salute, - concludono - sarà la chiusura programmata di tutte le fonti inquinanti, bonifica, formazione e reimpiego degli operai. Elaborazione e attuazione di progetti di pubblica utilità e di bonifica (previa nuova formazione di tutti i lavoratori), mobilità lunga finalizzata al prepensionamento con un accordo, come avvenuto in passato nel 1994 che stabilisca costi, modi, tempi e beneficiari, benefici per l’amianto, che ricordiamo essere presente nello stabilimento così come dichiarato da Bondi. Incentivi alla fuoriuscita volontaria (da quantificarsi e a carico dello Stato) e accesso al Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG/FEAG) per offrire un sostegno ai lavoratori in esubero. Le nostre proposte sono note da tempo. E ora è tempo di raccogliere la sfida del cambiamento, perché quello delle chiacchiere è finito".

È un giorno storico per le lavoratrici e i lavoratori di Teleperformance che vedono riconosciuto un diritto violato da anni: la Direzione Territoriale del Lavoro di Taranto ha infatti reso noto di aver adottato i provvedimenti di propria competenza nei confronti di Teleperformance in materia di controlli a distanza dei lavoratori.

I provvedimenti sono stati intrapresi in seguito alla richiesta di accertamento avanzata dall’USB di Taranto all’indomani della consegna da parte dell’azienda, di centinaia di lettere relative ad un presunto “scarso rendimento” dei dipendenti, valutato attraverso innumerevoli sistemi informatici, aventi il solo scopo di controllare individualmente l’attività dei lavoratori, istante per istante.

“Durante i mesi che hanno portato al riconoscimento delle nostre ragioni e di quelle di tutti i lavoratori, abbiamo denunciato come all’interno di Teleperformance si adotti da dieci anni a questa parte un complesso di sistemi informatici che consentono di spaziare dal controllo in tempo reale di ogni stato dell’attività lavorativa (pausa, non pronto, pronto, attesa etc…), all’archiviazione di tali informazioni per un tempo illimitato, fino alla registrazione di ogni conversazione telefonica con i clienti – afferma Francesco Rizzo, coordinatore provinciale USB Taranto -.  Tutto questo per ogni singolo lavoratore, in violazione dell’art. 4 dello Statuto dei lavoratori e del CCNL delle Telecomunicazioni che prevede espressamente che il monitoraggio dell’attività lavorativa avvenga su dati aggregati e mai individualmente. Un atteggiamento che è perdurato per tutto questo periodo  consegnando le lavoratrici e i lavoratori di Teleperformance alla crescente pressione, all’aumento dei ritmi di lavoro e della fatica fisica e mentale che questi strumenti di controllo individuale hanno imposto, inducendo molti alla rassegnazione e a credere che tutto questo fosse normale o lecito. Nei pochi mesi dalla costituzione all’interno di Teleperformance, l’USB ha dimostrato, al contrario, la volontà  e la capacità di affrontare una questione complessa che incide profondamente sull’organizzazione e la qualità del lavoro ed è riuscita, grazie al sostegno dei lavoratori e all’impegno rigoroso degli organi ispettivi, ad ottenere un risultato fondamentale per riaffermare la dignità dei lavoratori dei call center di Taranto e di tutta Italia, dove queste stesse dinamiche trovano ampia applicazione, per effetto di una competizione al ribasso che si gioca da nord a sud con le stesse regole ingiuste – continua Rizzo -. Da oggi le lavoratrici e i lavoratori di Teleperformance vedono restituito un loro diritto: quello ad uno spazio di autonomia e riservatezza nello svolgimento della propria attività lavorativa, quello di non dover rendere conto di ogni secondo della propria giornata lavorativa, insomma il diritto alla dignità di lavoratori e lavoratrici. L’USB  a Teleperformance, a Taranto e ovunque, nasce proprio dal bisogno delle lavoratrici e dei lavoratori di riaffermare diritti negati da anni, conquistarne di nuovi, rialzare la testa e cambiare le cose. Questa è la nostra idea di sindacato.  A questa ci sentiamo impegnati”.

 

Incontro questa mattina, nell’ex biblioteca provinciale di Taranto, per il coordinamento USB Difesa, il coordinamento provinciale INPS e 150 lavoratori, prevalentemente della Marina Militare. Oggetto della discussione: compiti e funzioni del personale civile all’interno del Ministero della Difesa.

“Innanzitutto abbiamo contestato il marchio fannulloni che è stato attribuito ai lavoratori del personale civile per diverso tempo, chiedendo il riconoscimento dei ruoli con la specificità (una sorta di indennità applicata ai militari, ma ancora inesistente per i civili) – spiega Costantino Ferrulli, referente nazionale USB Difesa -. Inoltre, al fine di risolvere il problema occupazionale su Taranto, abbiamo richiesto la riapertura delle ex scuole allievi operai per garantire un ricambio generazionale con le maestranze esistenti allo stato attuale, che verrebbero trasformate in formatori per i più giovani per trasmettere il bagaglio culturale e professionale per una maggiore efficienza  negli specifici compiti. Per questo motivo abbiamo redatto un documento già consegnato nelle mani del Ministro alla Difesa Pinotti, ma senza alcuna risposta”. In sintesi l’USB richiede di applicare le norme per il pensionamento antecedenti alla cosiddetta “riforma Fornero” per l’intera durata della delega, fino al 2024, a tutto il personale civile che a seguito di provvedimenti di riordino, configurazione e riorganizzazione degli enti dovesse essere considerato in esubero, per evitare il ricorso alla mobilità forzata o alla messa in disponibilità, valutando anche la possibilità di estendere tale deroga a tutto il personale del comparto. Inoltre richiede di sbloccare il turn-over del personale agendo anche sul ripristino delle scuole allievi operai e  utilizzare da subito quota parte dei risparmi derivanti dal riordino degli enti, per alimentare un fondo che sia strutturale, fisso e continuativo, denominato specificità,  che di fatto  riconosca i compiti e funzioni della componente civile espletati  all’interno del Dicastero. E ancora: definire in modo chiaro ed inequivocabile i compiti ed obiettivi del personale civile, attuando  un vero processo di valorizzazione professionale del personale civile di tutte le aree del Dicastero. “Vogliamo anche contrattare le ricadute dei processi di riorganizzazione legati al riordino dello strumento militare e riconoscere il confronto sindacale su tutte le parti che interesseranno il personale civile e reinternalizzare il più possibile le mansioni affidate all'esterno, assicurare trasparenza e riduzione effettiva degli sprechi”, conclude Ferrulli.

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