
Economia, Lavoro & Industria (1973)
VENDITA DELL'ILVA/ Vertice a Palazzo Chigi. Urso: dal 14 trattativa esclusiva con l'acquirente. Ora massimo riserbo
Scritto da Giornalista1Nel vertice di ieri a Palazzo Chigi con i sindacati metalmeccanici, il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, ha annunciato che dopo il 14 marzo i commissari straordinari assegneranno l’ex Ilva e poi partirà la trattativa esclusiva con il soggetto acquirente. Lo apprende AGI da fonti partecipanti al tavolo svoltosi ieri nella sala verde. Non sono però stati fatti i nomi dei soggetti industriali. Oltre ai ministri Urso, Calderone e Pichetto Fratin, collegato un video anche il responsabile dell’Economia, Giorgetti.
“Voglio assolutamente evitare che qualcuno faccia ricorso, aggrappandosi a una dichiarazione che può sfuggire a qualcuno. C’è bisogno della massima discrezione fino al termine previsto dal bando”, ha aggiunto Urso, secondo quanto riferiscono fonti partecipanti al tavolo Governo-sindacati sull’ex Ilva.
“Servono strumenti straordinari per gestire una crisi straordinaria, nessun lavoratore deve restare indietro”. ha chiesto la Uilm con il segretario generale Rocco Palombella.“Dobbiamo gestire la vertenza dell’ex Ilva con strumenti straordinari che prevedano anche forme di risarcimento ai lavoratori, perché la nostra priorità è non lasciare indietro nessuno - ha detto Palombella -. Abbiamo di fronte un passaggio epocale verso una produzione green e per questo c’è bisogno di misure che diano una risposta a ogni lavoratore. Il destino dello stabilimento passa dalla tutela dei lavoratori in Ilva as, degli appalti e dei lavoratori sociali attualmente in cassa integrazione. A una nostra richiesta specifica sia la ministra Calderone che il ministro Urso hanno dichiarato di assumersi l’impegno di salvaguardare l’intera occupazione garantendo strumenti e risposte per tutti i lavoratori sociali e in Ilva as, oltre ai lavoratori dell’appalto che saranno tutelati” ha detto infine Palombella.
Alla presidenza del Consiglio abbiamo detto non un lavoratore di meno. I lavoratori che hanno difeso l’azienda sono tutti quanti in questo processo di transizione verso la decarbonizzazione. Devono essere tutti quanti coinvolti e garantiti”. ha detto Michele De Palma, segretario generale Fiom Cgil, dopo l’incontro. “Abbiamo detto al Governo che vogliamo provare a confrontarci con il nuovo soggetto che dovesse esserci, vogliamo confrontarci con il Governo, e provare a raggiungere un accordo. Un accordo con i Governo, le istituzioni e la nuova proprietà che sia un accordo di acciaio ma per il lavoro e l’ambiente, questo deve essere il segnale nuovo” ha detto De Palma.
Le proposte presentate hanno tutte l’aspetto della decarbonizzazione, i tempi che ci hanno definito sono il mese di giugno, e questo è il mese in cui le risorse messe a disposizione dello Stato vengono in qualche modo ad esaurirsi”. ha sottolineato Ferdinando Uliano, segretario generale Fim Cisl, “Avremmo due mesi di tempo da aprile per sviluppare una trattativa e mettere in sicurezza le questioni poste” ha detto Uliano.
“Non è ancora possibile entrare nel merito delle proposte in campo poiché la gara è ancora aperta. Entro la seconda metà di marzo, il governo prevede di valutare le offerte ricevute e di avviare un negoziato esclusivo con il soggetto ritenuto più adatto”. Lo dichiara la Fim Cisl col segretario generale Ferdinando Uliano e il segretario nazionale Valerio D’Alò sul vertice a Palazzo Chigi sull’ex Ilva. “Contemporaneamente - dice la Fim - saranno avviate procedure antitrust e sarà esercitata la golden power, un potere di controllo e salvaguardia per garantire che l'azienda rimanga sotto un adeguato presidio. Un punto importante emerso durante l'incontro è la collaborazione con gli enti locali, che il ministro Urso ha evidenziato come un aspetto fondamentale della procedura di cessione. Questo approccio mira a garantire che tutte le parti interessate siano coinvolte e che le decisioni prese siano condivise”. Uliano e D’Aló “hanno preso atto delle tempistiche indicate dal ministro, sottolineando la necessità di completare l'operazione in tempi rapidi, specialmente considerando che, come indicato dallo stesso Urso, a giugno l'azienda potrebbe trovarsi in difficoltà. I tempi non devono però influire sul percorso della trattativa che sarà sviluppata con la nuova società ricordando che nel 2018 l'accordo arrivò dopo circa un anno di negoziato”. La Fim, inoltre, ha “accolto positivamente la prospettiva di una partecipazione pubblica nella nuova compagine societaria”, esprimendo però “la necessità di comprendere meglio gli aspetti di governo e gestione dell'azienda”. La Fim ha ribadito “che l'accordo sindacale deve essere un elemento centrale, vincolante, soprattutto per quanto riguarda l'occupazione, sia di Acciaieria D’Italia, Ilva As e indotto, e le misure da adottare per garantire che nessuno venga lasciato indietro”. Per la Fim, “è essenziale considerare anche forme di incentivo per i lavoratori e tutte le opportunità industriali che si potranno generare. Infine, è stato sottolineato come sia prioritario garantire che il processo di decarbonizzazione sia accompagnato da una sostenibilità che non sia solo ambientale, ma anche sociale. Questo aspetto è fondamentale per assicurare che l'intera operazione possa realizzarsi in modo equilibrato e responsabile, tutelando tanto l'ambiente quanto le persone coinvolte”.
LAVORO/ Hiab chiude a Taranto, parte la casa integrazione per circa 100 dipendenti e si cercano acquirenti
Scritto da Giornalista1Partirà da la cassa integrazione straordinaria alla Hiab, durerà 12 mesi e accompagnerà la dismissione dello stabilimento di Statte (Taranto) dove sinora l’azienda ha costruito gru di piccole e medie dimensioni. La Hiab ha un centinaio di dipendenti. La cassa inizialmente sarebbe dovuta cominciare l’1 marzo ma lo slittamento dell’incontro tra ministero del Lavoro, Hiab, sindacati metalmeccanici e Regione Puglia ha fatto slittare i tempi. Hiab ha offerto dieci mensilità all’esodo e le sigle metalmeccaniche hanno chiesto che l’incentivo sia corrisposto anche ai lavoratori che potrebbero pensionarsi.
Alla Hiab di Statte, comune alle porte di Taranto, il 28 febbraio è stato l’ultimo giorno di lavoro. La cassa coinvolge circa 100 dipendenti, mentre la produzione di gru piccole e medie sinora fatta a Taranto, verrà cancellata. Si farà in Polonia e in Spagna. In Italia Hiab, controllata della multinazionale Cargotec, terrà solo il sito di Minerbio, in provincia di Bologna, nel quale prossimamente confluirà con un accorpamento quello di Argelato, anch’esso nel Bolognese, dove lavorano circa 13-14 unità. La Vertus, è la società a cui Hiab ha conferito l’incarico di advisor per cercare possibili, nuovi investitori per lo stabilimento che si chiude.
E sono tre, intanto, le manifestazioni di interesse per Hiab, anche se due sembrerebbero più fondate in questa fase iniziale. Ma Hiab non ha fatto nomi, né ha indicato provenienza e settori delle imprese, dicendo che si è in una fase preliminare. Hiab, in sostanza, sta acquisendo notizie sugli interlocutori e per il momento non si sbilancia. Nel piano industriale ha preventivato su Minerbio una produzione di 250 gru nel 2025 e di circa 300 nel 2026. A Minerbio, che costruirà gru grandi, non ci saranno esuberi ma solo l’assorbimento del personale che ora è ad Argelato. Una volta fatte le chiusure, la produzione di Hiab avverrà a Minerbio per l’Italia, Spagna, Brasile e Polonia. Nell’accordo sulla cassa integrazione entreranno gli aspetti già concordati per le parti. Ovvero che la Hiab è disposta a dare un incentivo di 10mila euro più tre mesi di fitto pagato se da Taranto in 25 - questo il numero indicato - dovessero essere disponibili a trasferirsi a Bologna, ma le disponibilità anche ieri non sono emerse. Inoltre, verrà corrisposta un’integrazione economica alla cassa per tutto il periodo di vigenza per ridurne l’impatto economico, mentre chi dovesse chiudere il rapporto di lavoro mentre è in corso la cassa, riceverà dalla Hiab in una soluzione unica la quota integrativa relativa al periodo compreso tra l’uscita definitiva dall’azienda e la conclusione della stessa cassa.
GRANDI MANOVRE/ Gli azeri di Baku Steel di nuovo a Taranto, si va verso la scelta dell'ex Ilva
Scritto da Giornalista1Nuova missione degli azeri di Baku Steel all’ex Ilva di Taranto dove hanno incontrato i tecnici di Acciaierie d’Italia. Mentre in uno degli ultimi fine settimana erano stati i sei commissari delle due amministrazioni straordinarie, AdI e Ilva, a recarsi a Baku, capitale dell’Azerbajian, e a visitare i loro impianti. Non è certo la prima visita che i rappresentanti di Baku compiono a Taranto. Rientra probabilmente negli approfondimenti sul dossier che uno dei potenziali acquirenti sta effettuando e precede la decisione del Governo e dei commissari sul nuovo investitore. Per il Governo e i commissari, sono gli ultimi giorni di valutazione. Nella serata di domani, nell’incontro che il Governo avrà a Palazzo Chigi con le sigle sindacali - lo ha convocato il sottosegretario alla presidenza, Alfredo Mantovano -, dovrebbe essere presentato il quadro d’insieme. Cioè dovrebbero essere illustrati i contenuti delle tre offerte arrivate dall’azera Baku Steel, dall’indiana Jindal International e dal fondo americano Bedrock per l’insieme di Acciaierie, visto che si è inteso privilegiare chi punta al gruppo intero e non a singoli asset, sui quali ci sono sette offerte. La scelta del vincitore sarà invece effettuata entro il 14, come il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, ha specificato. A pochi giorni dalle date dell’11 e del 14, la decisione finale - apprende Quotidiano - non è stata ancora ufficialmente presa. Tratta poi la conclusione, non ci sarà - come era parso in un primo momento - il negoziato esclusivo con il vincitore della gara alfine di migliorare l’offerta presentata poiché i pilastri sono già stati posti. E d’altra parte dalla prima data fissata per la presentazione delle offerte vincolanti, che era fine novembre, si sono succeduti una serie di rinvii proprio per dar modo ai tre potenziali investitori di rilanciare la propria proposta. Cosa che é avvenuta soprattutto per Baku e Jindal. Presa quindi la decisione, non partirà un supplemento di trattative, ma un’ulteriore fase, non meno impegnativa, che riguarderà l’adozione del Golden Power da parte del Governo, che attraverso questi poteri speciali eserciterà la vigilanza sull’interesse pubblico nazionale, il rilascio del parere dell’Antitrust europeo (anche se Baku e Jindal non appartengono a Paesi della UE, tuttavia ci potrebbero essere esportazioni di queste aziende verso l’area della UE), la stesura del contratto di vendita e la messa a punto della norma che prevederà la partecipazione minoritaria dello Stato nella nuova compagine societaria (potrebbe essere intorno al 20 per cento e il Governo pare che intenda fare un provvedimento specifico). Mentre costituirà un capitolo a parte, poi, il confronto con i sindacati per l’accordo relativo al personale da assumere e all’organizzazione del lavoro.
ASSEMBLEA CONFINDUSTRIA/ Confronto sulle rotte del cambiamento. Fratin annuncia: firmato il decreto, Taranto hub eolico offshore
Scritto da Giornalista1Energia, innovazione, decarbonizzazione, sono queste le parole maggiormente richiamate ieri all'assemblea di Confindustria Taranto su Le rotte del cambiamento. È stata una grande occasione di incontro e di riflessione sui più importanti temi che riguardano il presente e il futuro del territorio in rapporto alla sua visione di crescita e economica e imprenditoriale. Si è parlato di come gestire le risorse in campo, PNRR , JTF, Contratto istituzionale di Sviluppo, di Giochi del Mediterraneo, e naturalmente dell'ex Ilva prossima alla cessione. Particolarmente attese in questo senso erano gli interventi del presidente nazionale di Confindustria Emanuele Orsini e di Antonio Gozzi, presidente di Federacciai e vice presidente di Confindustria.
Ad aprire i lavori è stato il presidente di Confindustria Taranto Salvatore Toma che ha abbracciato tutte le questioni sul tappeto sottolineando la necessità che tutte le risorse disponibili siano spese perché non farlo sarebbe un'enorme occasione persa "Oggi - ha detto-abbiamo una dote straordinaria di risorse – dal PNRR al JTF a quelle già previste nel CIS, il Contratto istituzionale di Sviluppo – ma occorre che i processi godano di una forte accelerazione.
E’ una sfida che non possiamo permetterci di perdere. Tali risorse andranno ripartite su progetti importanti, che vanno dalla ricerca e sviluppo per la filiera dell’idrogeno verde allo stoccaggio di energia da fonti rinnovabili e all’efficientamento energetico; dal sostegno alla transizione ecologica per tutelare le risorse naturali ai progetti su innovazione, transizione e diversificazione dell’economia. Senza entrare nel merito dei progetti pubblici, attivati da Comune e Commissario per le bonifiche, che avranno ricadute importanti sull’economia del territorio, fondamentali sono le misure a favore delle imprese che saranno attivate attraverso avvisi pubblici. E parliamo di misure riguardanti ricerca, servizi avanzati in ottica di innovazione e sostenibilità, aiuti agli investimenti produttivi. Gli avvisi avranno inizio a partire dal terzo trimestre di quest’anno, per proseguire nell’anno prossimo e chiudersi entro il 2029. Accanto a questi, ci sono una serie di strumenti che vanno dai Pia ai Mini Pia, Nidi, Tecnonidi, Gber e Impresa Possibile, grazie alla programmazione virtuosa della nostra Regione Puglia. Non meno di rilievo si prospettano le misure di sostegno alla riqualificazione e formazione dei lavoratori, anche cassintegrati, con particolare attenzione alla formazione specialistica e professionalizzante per la transizione. Rispetto al PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, a fronte di un 30% di risorse spese a livello nazionale, la sola città di Taranto, destinataria di ben un miliardo 300 milioni di risorse complessive per 599 progetti, non supera il 9% di fondi già impiegati. E’ un dato che deve farci riflettere e che ci pone davanti ad una emergenza che non possiamo ignorare: la nostra capacità di spesa deve poter procedere in proporzionealla mole di opportunità di cui disponiamo."
La grande questione dell'ex Ilva e della sua cessione è stata al centro dell'intervento del presidente nazionale Orsini.
“Mi immagino e auspico che il 14, il 17 di questo mese sarà individuato il percorso con l’impresa che può essere interessata a portare quest’azienda che per noi é fondamentale. Che sarà, dev’essere anche coesa con il territorio - ha detto Orsini - perché sarà anche importante la costruzione che ci sarà tra territorio e impresa. La siderurgia è per noi fondamentale, perché se vogliamo avere un piano industriale del Paese e Ilva un pezzo della rotta - ha sostenuto Orsini citando il tema dell’assemblea di Confindustria Taranto, ‘le rotte del cambiamento’ -, è fondamentale avere le materie che sono quelle che costruiscono il percorso industriale e la siderurgia sicuramente è tra queste materie”.
Su questo fronte Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente, ha dato un annuncio importante con un videomessaggio in cui accanto all’impegno “sulla nuova Ilva decarbonizzata”, ha detto di aver “già firmato, e trasmesso per il concerto agli altri ministeri Economia e Trasporti, l’individuazione di Taranto come base di riferimento per le piattaforme offshore".
"Questo riesce a fare il paio, naturalmente, con quella che sarà la nuova produzione di acciaio di Ilva”, ha aggiunto Pichetto, "cioè l’utilizzo dell’acciaio per le piattaforme. È un impegno per creare un nuovo percorso. È un impegno nazionale per tentare di raggiungere dei livelli dei prezzi di energia che siano compatibili e permettano la competitività del nostro Paese”.
Quella dell’ex Ilva “è una storia complessa e in tutti questi mesi ho sottolineato sempre la centralità del piano industriale che è quello che dà garanzie al territorio, ai lavoratori e al fatto che l’Ilva di Taranto possa continuare a essere un hub strategico per il Paese". ha detto Antonio Gozzi, presidente di Federacciai e vice presidente di Confindustria, parlando oggi a margine dell’assemblea.
"Credo che i commissari siano molto impegnati sull’analisi del piani industriali e dei piani di decarbonizzazione che per me fanno parte essenziale del piano industriale”, aggiunge Gozzi. “I commissari, sotto la guida di Giancarlo Quaranta, hanno fatto un lavoro eccellente. Un lavoro eccellente di normalizzazione sia industriale che organizzativa e manageriale, che costituisce premessa fondamentale per chi arriverà. Perché arrivare in un deserto disastrato, è una cosa ancora più difficile".
"Arrivare in un ambiente sia pure con tutte le difficoltà, ma ordinato e normalizzato, è il grande valore dell’azione di governo che i commissari hanno dato in questi mesi e di cui l’Ilva aveva estremamente bisogno", ha concluso il presidente di Federacciai.
Lu.Lo.
GRANDI MANOVRE/ Ex Ilva: rush finale per la vendita, commissari in Azerbajian per incontrare i vertici di Baku Steel
Scritto da Giornalista1I commissari delle amministrazioni straordinarie di Acciaierie d’Italia e di Ilva hanno incontrato a Baku, capitale dell’Azerbajian, i vertici di Baku Steel Company e i rappresentanti del Governo azero e della società statale Azerbaijan Investment Company Ojsc, per discutere della cessione dell’ex Ilva. I commissari hanno anche visitato gli impianti di Baku Steel. Il confronto viene ritenuto positivo. A novembre due dei tre commissari di AdI, Fiori e Tabarelli, erano stati in Oman e incontrato i manager di Jindal International, il gruppo che compete come Baku Steel e gli americani di Bedrock per l’intera acquisizione del gruppo dell’acciaio. In Oman, Jindal sta infatti costruendo un’acciaieria basata su forni elettrici e preridotto che dal 2026 produrrà inizialmente 3 milioni di tonnellate di acciaio per poi salire a 5 a regime. È un investimento da 3 miliardi di dollari. Rientrati in Italia dall’Azerbajian, i commissari AdI, Fiori, Quaranta e Tabarelli, ma anche i commissari Ilva, Danovi, Di Ciommo e Savi - è Ilva in as la società venditrice -, dovranno ora tirare le somme e riportarne le conclusioni al ministro delle Imprese, Adolfo Urso. Anche se Baku è data in pole position ed è quella che con i rilanci avvenuti entro il 14 febbraio ha offerto 400 milioni in più rispetto a Jindal, fonti vicine al dossier dicono che la partita non é definitivamente chiusa e che la verifica finale terrà conto di tutte tre le offerte. Anche quella degli americani di Bedrock - che è un fondo di investimento -, i quali, al contrario degli altri due gruppi, non hanno effettuato alcun rilancio confermando la proposta avanzata a gennaio. L’esito dell’istruttoria finale dei commissari potrebbe aversi già in questa settimana o all’inizio della prossima.
LAVORO A RISCHIO/ Leonardo: in corso lo sciopero di 24 ore nel polo di Grottaglie
Scritto da Giornalista1È cominciato questa mattina nell’area di Grottaglie (Taranto) uno sciopero di 24 ore, 8 per turno, di tutto il polo Leonardo. Lo sciopero è indetto dalle sigle metalmeccaniche Fim. Fiom e Uilm. La protesta riguarda lo stabilimento Leonardo che appartiene alla divisione Aerostrutture, e nel quale lavorano un migliaio di addetti, le aziende LGS, LLS - sigle, rispettivamente, di Leonardo Global Solution e Leonardo Logistic System - e le imprese dell’indotto: Axist, Tecnoplants - per la quale di recente è stata prorogata la cassa integrazione - Ivra e Svib. Sono in corso i presidi davanti agli ingressi dello stabilimento Leonardo e un corteo muoverà più tardi per raggiungere il Municipio di Grottaglie dove in mattinata si terrà un Consiglio comunale monotematico sulla crisi Leonardo con la presenza di parlamentari, consiglieri regionali e sindacati.
La manifestazione odierna intende evidenziare il protrarsi dello stato di difficoltà di Leonardo a Grottaglie e a cascata di ciò che è collegato, a causa della ridotta attività di lavoro per Boeing, la compagnia Usa a cui il sito da tempo fornisce due sezioni della fusoliera del 787. La consegna di fusoliere ha avuto negli ultimi anni una progressiva decelerazione a causa degli effetti Covid e della crisi che a sua volta ha investito Boeing negli Usa e questo pesa sull’attività di Grottaglie che è fondamentalmente mono commessa. I sindacati ora temono che col prossimo piano Z62 di Boeing ci possa essere un’ulteriore riduzione nella fornitura di fusoliere.
A Grottaglie Leonardo non c’è per ora cassa integrazione ma si sta fronteggiando la situazione con dei piani di formazione per il personale. Attualmente sono in corso quelli dell’azienda, da aprile in poi dovrebbero cominciare quelli finanziati dal ministero del Lavoro attraverso il fondo “Nuove competenze”. Intanto, Leonardo ha annunciato ai sindacati che il 26 febbraio il sito di Grottaglie sarà visitato da manager di aziende arabe del settore, accompagnati da rappresentanti del Governo e dirigenti Leonardo.
NUOVI DEBITI PER L'EX ILVA/ Al Tribunale di Milano proposti altri crediti per un 1 miliardo
Scritto da Giornalista1A un anno esatto dall’ingresso in amministrazione straordinaria di Acciaierie d’Italia, arrivano altri debiti per l’ex Ilva. Debiti che l’azienda dovrà onorare e al tempo stesso crediti che fornitori e imprese attendono di veder riconosciuti. Stavolta è nell’ordine di un altro miliardo complessivo. Era il 20 febbraio del 2024 quando il ministro Adolfo Urso firmò il decreto di ammissione dell’azienda all’amministrazione straordinaria nominando commissario Giancarlo Quaranta (le nomine degli altri due commissari, Giovanni Fiori e Davide Tabarelli, arriveranno l’1 marzo) ed è di queste ore la proposta dei commissari al Tribunale di Milano relativa al riconoscimento nel progetto di stato passivo di AdI di ulteriori somme. Sono quelle relative alle istanze tardive, mentre quelle tempestive sono già state trattate a giugno (e dopo le tardive potranno anche esserci le ultratardive). Per AdI, proposta l’ammissione di ulteriori crediti prededucibili per 207 milioni e di chirografari per 890 milioni. Sono stati invece esclusi crediti per 660 milioni. Questa è la proposta dell’amministrazione straordinaria al Tribunale di Milano. Adesso nell’udienza del 5 marzo deciderà il giudice delegato Laura De Simone. Che potrebbe confermare il quadro oppure modificarlo in relazione a talune posizioni. Nei giorni precedenti l’udienza, è possibile presentare memorie difensive. In quella del 19 giugno scorso i crediti presentati ammontavano a un miliardo e 700 milioni ma il giudice ne ha riconosciuti per un miliardo e mezzo. Il 5 marzo, oltre alle istanze tardive per AdI, vanno in esame anche quelle tempestive della holding AdI e delle controllate, anch’esse in amministrazione straordinaria. Da aggiungere che ai crediti proposti tra giugno e ora da Acciaierie d’Italia per il riconoscimento, si sommano quelli, egualmente rilevanti, che risalgono allo stato passivo di Ilva, società proprietaria degli impianti, andata in amministrazione straordinaria a gennaio 2015.
VENDITA EX ILVA/ L'offerta di Baku Steel supera di 400 mln quella di Jindal
Scritto da Giornalista1La differenza tra le due offerte presentate per l’acquisizione di Acciaierie d’Italia, l’ex Ilva, è di circa 400 milioni di euro. Lo apprende AGI. In sostanza, l’offerta del gruppo azero Baku Steel Company è più alta di 400 milioni rispetto a quanto presentato dagli indiani di Jindal International. Venerdì scorso i due gruppi, Baku Steel Company e Jindal International, hanno rilanciato le loro offerte precedenti risalenti a gennaio, mentre nessun rilancio è stato effettuato dal terzo competitore, il fondo americano Bedrock.
GRANDI MANOVRE/ Corsa a due tra Baku Steel e Jindal per l'acquisto dell'ex Ilva: a Taranto cresce la preoccupazione
Scritto da Giornalista1Più che attesa, a Taranto, sede del principale stabilimento siderurgico messo in vendita insieme al resto da Acciaierie d’Italia, l’ex Ilva, c’è preoccupazione. Preoccupazione per l’arrivo di un altro gruppo straniero dopo l’esperienza non positiva con ArcelorMittal - che un anno fa veniva allontanato per far posto ad una nuova amministrazione straordinaria - e per gli esuberi che ormai si annunciano certi. In base ai rilanci arrivati, la sfida sarà a due: tra gli indiani di Jindal International e gli azeri di Baku Steel, con quest’ultimi in vantaggio, perché già prima della scadenza di ieri per i rilanci, hanno presentato una migliore offerta sia occupazionale con meno esuberi (7.800 diretti garantiti per 2 anni a fronte di un perimetro di poco inferiore ai 10mila) che economica per l’acquisto (1 miliardo). Tra i dipendenti di AdI ci si interroga su quale modello porteranno gli azeri o gli indiani, come imposteranno le relazioni sindacali e con la città, e cosa accadrà se Baku dovesse confermare l’arrivo a Taranto di nave gasiera per rifornire i forni elettrici, passaggio cruciale della decarbonizzazione, che il bando AdI pone come priorità.
Ma al di là della preoccupazione, considerato che Ilva in as, la precedente amministrazione straordinaria, ha già in pancia 1.700 esuberi storici in cassa a zero ore da anni, e con scarse, se non nulle, possibilità di reimpiego, e che AdI in as ha attualmente in cassa altri 2.500 dipendenti e c’è già una richiesta di rinnovo cassa per un anno per 2.955 diretti a Taranto (il 18 febbraio è in programma un incontro al ministero del Lavoro), ci sono anche molta sfiducia e disillusione dopo quasi 13 anni vissuti in bilico (il sequestro degli impianti e l’inchiesta giudiziaria risalgono infatti al 2012). Non è affatto un caso che i lavoratori di Taranto del siderurgico siano decisamente più interessati al ripristino di incentivi economici per l’esodo agevolato (che ci sono già stati nel 2018, 100 mila euro lordi a chi andava via) e al migliore calcolo contributivo ai fini della pensione anticipata se durante il lavoro si è stati esposti all’amianto. L’interesse significativo che c’è su questi temi sta a dimostrare che gli operai ex Ilva di Taranto aspettano la prima occasione utile per uscire dall’acciaieria senza rimetterci o rimettendoci relativamente. E proprio oggi FdI ha presentato a Taranto la sua proposta di legge alla Camera per riaprire i benefici pensionistici connessi all’esposizione all’amianto a fronte di 10 anni di esposizione. Firmatario della proposta il deputato Giovanni Maiorano, che l’ha presentata insieme alla senatrice Vita Maria Nocco e all’europarlamentare Michele Picaro. Ma per una riapertura degli incentivi e delle pensioni connesse all’esposizione certificata all’amianto, spingono anche le sigle sindacali. È anche un modo per attutire l’impatto degli esuberi che saranno determinati oltrechè dalle scelte del nuovo investitore, anche dal passaggio ai forni elettrici con la decarbonizzazione, forni elettrici che per tonnellata di acciaio prodotta richiedono meno addetti rispetto agli attuali altiforni.
TRAGUARDI/ È la tarantina Daniela Fumarola la nuova segretaria generale della Cisl
Scritto da Giornalista1Daniela Fumarola è stata eletta nuova segretaria generale della Cisl dal Consiglio generale del sindacato, composto da 199 membri. Erano presenti alla votazione 191 consiglieri. Fumarola succede a Luigi Sbarra, il quale è stato segretario generale della Cisl per quattro anni. A votare a favore sono stati 188 consiglieri. Due schede sono state giudicate nulle, una era bianca. La percentuale è quindi del 98,4%.
Nata a Taranto, laureata in scienze sociologiche alla Cattolica di Milano, Daniela Fumarola è stata la prima donna ad essere eletta segretaria Cisl Taranto, ricoprendo tale mandato da marzo 2009. A ottobre 2015 venne eletta segretario generale aggiunto e, a seguire, segretaria generale Cisl Puglia-Basilicata. Dal 2017 Fumarola ricopre la carica di segretario generale regionale Cisl Puglia, dal 29 luglio 2020 fa parte della segreteria nazionale.
Un traguardo quello della sindacalista tarantina, frutto di una lunga esperienza sul campo, alle prese con vertenze di grande rilievo.
Già Segretario generale Cisl di Taranto, poi della Cisl Puglia, Daniela Fumarola attualmente ricopre il ruolo di Segretario aggiunto della Cisl nazionale.
Lu.Lo.