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Giornale di Taranto - Artigianato, Commercio & Agricoltura
Artigianato, Commercio & Agricoltura

Artigianato, Commercio & Agricoltura (136)

Torna a crescere il settore biologico in Puglia, con un aumento del 12% in un anno, confermando la regione al top della classifica nazionale per l’agricoltura biologica con quasi 321mila ettari coltivati a bio. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti Puglia, diffusa in occasione del Sana, il Salone internazionale del biologico e del naturale in corso a Bologna. \"La Puglia è la seconda regione più bio d’Italia con 320.829 ettari, dove la pratica biologica – spiega Coldiretti Puglia - interessa tutti i comparti agricoli dall’olivo con 89mila ettari ai cereali con oltre 63mila ettari, dalla vite con più di 19mila ettari agli ortaggi con quasi 13mila ettari, oltre a 3 impianti di acquacoltura biologica. Un successo trainato dalla fiducia dei consumatori con 1 cittadino su 5 che – secondo Coldiretti - consuma regolarmente prodotti bio ed è disposto a pagare anche di più per acquistare un prodotto certificato bio, mentre il 13% dei consumatori è certo che, nel prossimo futuro, aumenterà la spesa per portare in tavola prodotti biologici\". 

 La spinta verso il biologico è sostenuta soprattutto da motivi salutistici, ma molto importanti nella scelta di acquisto, il territorio di origine e le garanzie della certificazione. \"Sul fronte dei prezzi si registra – precisa la Coldiretti regionale -  il permanere di una marcata instabilità e un generale trend rialzista. Anche se per la maggior parte delle colture si riduce il differenziale di prezzo riconosciuto all’agricoltore biologico rispetto all’omologo prodotto convenzionale. Con l’aumento dei costi l’agricoltura biologica ha consentito anche di tagliare di un terzo i consumi energetici attraverso l’utilizzo di tecniche meno intensive, le filiere corte e la rinuncia ai concimi chimici di sintesi prodotti con l’uso di gas. Ma si va anche dall’uso di sostanze naturali e 100% Made in Italy – spiega Coldiretti - per concimare i terreni e sostituire i fertilizzanti dall’estero, rincarati anche del 170% con un effetto valanga sulla spesa delle famiglie, al riutilizzo degli scarti di produzione (foglie, gusci, paglia, ecc.) per garantire energia pulita, fino al potenziamento delle filiere corte con la vendita diretta che abbatte i trasporti\". \"In questo modo si riesce a ridurre i consumi di energia in media del 30% rispetto all’agricoltura tradizionale – sottolinea Coldiretti – ma in alcuni caso, come ad esempio per le mele, si arriva addirittura al -45%. Concimare la terra attraverso l’uso del letame, il compostaggio dei residui organici e anche i residui degli impianti di biogas, favorisce così la resilienza delle aziende agricole biologiche – rileva Coldiretti - e rappresenta un modello produttivo in grado di contrastare la dipendenza da mezzi di produzione esterni alle aziende. Ma, puntando sulla filiera corta, il biologico riduce anche i tempi di trasporto dei prodotti e, con essi, le emissioni in atmosfera, tagliando le intermediazioni con un rapporto diretto che avvantaggia dal punto di vista economico agricoltori e consumatori. L’attenzione dei consumatori di cibo biologico ha portato alla realizzazione nei Mercati di Campagna Amica di spazi destinati alle produzioni agroalimentari biologiche, oltre alle fattorie completamente bio e numerosi agriturismo di Campagna Amica che hanno impostato la ristorazione proprio sulle produzioni aziendali bio\".

2500 metri quadri di pannelli solari che consentiranno all’azienda vinicola ionica di ridurre la propria impronta ecologica e, in futuro, di creare una comunità energetica

Angelo Varvaglione: “Sostenibilità e responsabilità sociale due pilastri del nostro operato”

 

Attenzione all’ambiente e politiche volte a ridurre la propria impronta ecologica, che si traducono in azioni all’avanguardia. Varvaglione1921, azienda vinicola ionica da sempre sensibile al tema dell’ecologia, ha raggiunto un nuovo traguardo verso la sostenibilità e l’indipendenza energetica grazie alla recente installazione, in collaborazione con Enel It, di un impianto fotovoltaico da 500 kW, circa 2500 metri quadrati di pannelli solari. L’azienda sarà a breve in grado di coprire il 70% del proprio fabbisogno attraverso l’energia solare prodotta internamente.

L’obiettivo ambizioso della cantina tarantina, una delle aziende vinicole più innovative di tutto il Sud Italia, è quello di diventare completamente autosufficiente dal punto di vista energetico entro il 2025, e l’installazione dei pannelli fotovoltaici provvederà in tal senso a generare energia pulita e rinnovabile.

Riconosciuta come un’azienda sostenibile da Equalitas l’anno scorso, Varvaglione1921 si impegna attivamente a ridurre la sua impronta carbonica e le emissioni di CO2. L’entrata in funzione dei pannelli fotovoltaici rappresenta un passo cruciale per il raggiungimento di questo obiettivo, poiché l’azienda non dovrà più fare affidamento sull’energia elettrica tradizionale. A partire dal prossimo anno, Varvaglione1921, inoltre, calcolerà la propria Carbon Footprint, valutando in modo accurato le emissioni di anidride carbonica prodotte dalle proprie attività, attraverso una serie di indicatori che analizzeranno l’intero processo produttivo, dall’arrivo dell’uva in cantina al la bottiglia etichettata esce dall’azienda per raggiungere.

“Il percorso che abbiamo intrapreso da ormai diversi anni e che è culminato nella certificazione Equalitas, è solo l’inizio – le parole di Angelo Varvaglione, sustainability manager dell’azienda –. Ci impegniamo non solo a livello ambientale, ma anche nella responsabilità sociale e nella promozione del benessere dei nostri dipendenti. Siamo orgogliosi del nostro ruolo attivo nella comunità e intendiamo costruire il nostro futuro su solide basi ecologiche e sociali”.

Uno degli aspetti più innovativi del piano di sostenibilità di Varvaglione1921 è l’approccio alla comunità energetica. L’azienda si sta muovendo in questo senso per essere non solo autosufficiente, ma anche produttrice di energia. Questo modello di comunità è ancora in fase di regolamentazione legislativa, ma nella vision dell’azienda coinvolgerebbe sia le aziende private sia i comuni, offrendo ai cittadini l’opportunità di partecipare e beneficiare dell’energia prodotta tramite sconti sulla bolletta elettrica.

“Guardiamo al futuro del nostro territorio e a quello che vogliamo lasciare alle generazioni a venire – ha dichiarato Marzia Varvaglione, Responsabile Marketing e Mercati Esteri dell’azienda –, per noi la sostenibilità non è solo un concetto astratto, bensì impegno concreto per continuare a produrre in maniera innovativa senza nuocere alla natura”.

È da quest’anno che l’azienda tarantina è tra le venti cantine italiane che  hanno sottoscritto una partnership con Vinventions per avere il primo tappo al mondo prodotto con la plastica raccolta nelle zone costiere: Nomacorc Ocean è infatti una chiusura per vini che mira a ridurre l’inquinamento marino e recupera, secondo i principi dell’economia circolare, gli Ocean Bound Plastic. Questo speciale tappo ha fatto la sua comparsa sul Margrande, il Fiano del Salento IGP di Varvaglione, a simboleggiare ulteriormente il legame di questa azienda con il territorio ionico.

Organizzata dal GAL Terre del Primitivo, l’azione informativa è rivolta agli agricoltori e si terrà il prossimo martedì 25 Luglio presso “l\'Azienda Agricola Marina Piccola Farm” ad Avetrana.

 

Il prossimo 25 Luglio si terrà la visita nel Campo Dimostrativo in Olivicoltura, uno dei tre campi voluti dal GAL Terre del Primitivo nella Programmazione 2014-2020 nell’ambito dell’Intervento B 5.2 “Azioni informative e dimostrative”.

 

A partire dalle ore 17:30, presso l’Azienda Agricola Marina Piccola Farm ad Avetrana, verranno analizzati i risultati raccolti dalle strumentazioni di agricoltura di precisione, posizionate nei terreni dedicati al campo dimostrativo ivi realizzato.

 

Forte è l’impegno del GAL Terre del Primitivo relativamente all’informazione continua degli imprenditori agricoli.

 

È per questo che è stata fortemente voluta la realizzazione dei Campi Dimostrativi, attrezzati con strumentazioni che consentono la raccolta di dati relativi al terreno e allo stato di salute delle piante di specifiche colture. In particolare, il monitoraggio da drone per la misurazione dello stress vegetativo dovuto a carenze di microelementi, il Dss per il controllo dei fitopatogeni, fino alle trappole interconnesse, permettono all\'azienda agricola di sapere quali sono le sostanze di cui è carente la pianta e poter intervenire in maniera ottimale, tempestiva e maggiormente sostenibile. Infatti, riuscendo a conoscere in anticipo cosa accadrà in campo, attraverso le stazioni meteorologiche, i sensori fogliari e i modelli previsionali, si ottiene la riduzione dei trattamenti fitosanitari, monitorando anche diversi insetti, come ad esempio la mosca dell’ulivo, intervenendo solo laddove è realmente necessario. Tali dati, monitorati costantemente e, opportunamente rielaborati, diverranno utili informazioni che saranno diffuse a beneficio di tutti gli agricoltori.

 

L’obiettivo finale dei campi dimostrativi, così come per le altre azioni previste dall’Intervento B 5.2 (vademecum informativi, workshop, convegni, ecc.) è quello di rendere l’agricoltura del comprensorio del GAL maggiormente competitiva.

 

 

 

Rendere le aziende agricole più sostenibili, diversificare le attività agricole reintroducendo colture arboree che in tempi passati avevano nel territorio una importante produzione (fico, mandorlo, patata primaticcia, Pomodorino di Manduria, ecc.), mostrare i vantaggi e le opportunità dell’agricoltura di precisione: sono questi gli obiettivi specifici che si intende raggiungere.

La partecipazione gratuita è aperta a tutti gli interessati.

 

L’iniziativa rientra le Azioni a sostegno del Programma di Sviluppo Rurale della Regione Puglia 2014-2020 Fondo F.E.A.S MISURA 19 Sottomisura 19.2 PIANO DI AZIONE LOCALE \"MUSEO DIFFUSO DELLE TERRE DEL PRIMITIVO” - Azione B “Creazione di un sistema turistico integrato e sostenibile\" Intervento B 5.2 Sostegno ad attività dimostrative e azioni di informazione.

 

 

Il rilancio delle attività di vicinato, le strategie da adottare per valorizzare le vie del commercio, gli interventi di rigenerazione urbana. Tematiche strettamente connesse al legame indissolubile che vi è tra la città ed i negozi, un rapporto  che non è solo economico, ma sociale, culturale ed identitario.  

 

Il commercio tra le attività economiche della città,  più strettamente di ogni altro settore, vive in stretta sinergia  con le dinamiche degli  spazi: l’accesso, la cura, le funzioni, l’attrattività ed altro. Ecco perché è impossibile segnare un confine netto tra pubblico e privato, tra strada e negozi:  la porta di accesso al negozi è un limite materiale,  ma che comunque  ‘filtra’ ciò che avviene al di là della soglia.

 

Tale premessa spiega perché l’Amministrazione comunale e Confcommercio Taranto, uno dei principiali stakeholder in tema di commercio urbano, debbano trovare un punto di sintesi nel ragionamento sul futuro del commercio di vicinato  e del rilancio delle strade del commercio.  

Se ne è parlato ieri in un incontro allargato tra una folta rappresentanza  dell’Amministrazione guidata dal vice sindaco Fabrizio Manzulli ( erano presenti gli assessori Cosimo Ciracì, Fabiano Marti, Gianni Azzaro, Matteo Giorno ed il presidente di Kyma Ambiente, Giampiero Mancarelli) e una delegazione Confcommercio guidata dal vice presidente vicario Giuseppe Spadafino ( costituita da dai presidenti di delegazione Salvatore Cafiero per il  Borgo, Lelio Fanelli per Tre Carrare Solito,  Stany Vitiello per Talsano, il presidente di Federmoda Taranto Mario Raffo e in rappresentanza di Città Vecchia Gaetano Galiano).

 

Partendo dal dato acclarato  che la relazione tra le politiche urbane e quelle commerciali è indiscutibile,  e che la collaborazione tra amministrazioni e associazioni di categoria sia la condizione essenziale per determinare politiche più  incisive ed efficaci per il rilancio delle aree urbane del commercio, l’obiettivo rimane quello di contribuire ognuno per il proprio ruolo e per le proprie funzioni a riportare al centro del ragionamento sul presente e il futuro prossimo del tessuto commerciale di   Taranto, un’idea di città più vivibile ed accessibile, una città che sia di tutti  - cittadini, lavoratori, residenti e non-, una città che sia luogo di relazioni, di servizi, di commerci, di cultura, di svago.

 

Su questi temi  e sui percorsi da avviare,  le parti torneranno a confrontarsi in tempi brevissimi attraverso un calendario di incontri dedicati ai vari temi (Viabilità, Decoro ed Igiene, Eventi, Servizi) secondo un crono-programma che sarà concordato dalle parti. Intanto, per ora c’è la volontà  di ragionare assieme sul lavoro da fare per fermare la desertificazione commerciale  di alcune zone della città, per ricucire il rapporto tra tessuto commerciale e territorio, per rendere la città con le sue vie del commercio più attrattiva, e   questo è già un primo importante punto di partenza. Nei prossimi giorni si andrà sui temi e certamente non mancheranno i ragionamenti e le proposte su cui ci sarà da riflettere e da lavorare.

 

 

 

Elezioni per il rinnovo delle cariche sociali in Federmoda Taranto; la più importante organizzazione provinciale del settore moda, abbigliamento, calzature, tessuti, accessori, articoli sportivi, tessile per la  casa rinnova le cariche sociali.

 

Si è svolta nei giorni scorsi l’assemblea per il rinnovo del direttivo provinciale, confermato alla guida della categoria Mario Raffo (Abbigliamento Taranto), un dirigente che nel precedente mandato si è caratterizzato per il costante impegno a sostegno del commercio al dettaglio di vicinato e del settore ‘Abbigliamento e Calzature’, tra i più colpiti dalla crisi pandemica  e dalla lunga sequenza di chiusure forzate imposte dalla misure restrittive anticovid.

 

Il nuovo  direttivo particolarmente numeroso, vede molte riconferme ma anche  l’ingresso di alcuni giovani imprenditori di seconda e terza generazione: Andrea Andriani ( Abbigliamento), Salvatore Cafiero

( Abbigliamento), Alessandro Castellana  (Abbigliamento), Luca De Florio (Abbigliamento ), Lorenzo Di Pierro ( (Abbigliamento Calzature), Antonio Dromì (Calzature), Andrea Fardello (Abbigliamento), Vincenzo Friolo (Abbigliamento), Pietro Gallo (Abbigliamento), Stefania L’Imperio (Calzature), Fabiana Mirabile ( Abbigliamento), Saverio Schiavone ( (Abbigliamento), Paola Scialpi ( Abbigliamento), Giuseppe Spadafino (Merceria e tessuti ), Christian Speciale (Calzature e Abbigl.), Eugenio Speciale (Calzature ), Stanislao Vitiello (Abbigliamento)  

 

Marzia Varvaglione è la nuova presidente di Agivi. Classe 1989 e già vicepresidente nel mandato in scadenza di Violante Gardini Cinelli Colombini, la business developer e direttore marketing and sales dell’omonima azienda di famiglia è stata designata all’unanimità oggi alla guida dell’Associazione dei giovani imprenditori vinicoli italiani tra i 18 e 40 anni di Unione italiana vini dal neo-eletto Consiglio direttivo. La presidente ha poi nominato Tommaso Canella (Casa Vinicola Canella Spa) e Vittoria Rocca (Angelo Rocca & figli) vicepresidenti.

“Sono onorata e felice – ha commentato Varvaglione –, carica di sentimenti contrastanti tra una grande gioia e un gran senso di responsabilità. Ma sono pronta a mettermi a lavorare con la squadra di Agivi con cui opereremo in continuità con le precedenti presidenze. Voglio ribadire l’impegno prioritario di Agivi per la sostenibilità, nel senso più ampio e duraturo che, nella sua declinazione francese di durabilité, ci invita a impegnarci per tracciare una strada che abbia valore anche nel futuro. Puntiamo su innovazione tecnologica, digitalizzazione e formazione. In una parola: cultura, la vera discriminante per fare la differenza anche e soprattutto nel mondo del vino. Sono prontissima – ha concluso – a mettere a disposizione la mia esperienza e a mutuare, come mantra di questa presidenza, una delle frasi più illuminanti del grande Michael Jordan, ‘Con il talento si vincono le partite, ma è con il lavoro di squadra e l’intelligenza che si vincono i campionati’. Ho giocato a basket nelle massime serie, in Eurolega, e so che il campionato che vogliamo vincere è quello del nostro futuro come imprenditori e come esseri umani”.

Soddisfatta anche la presidente uscente Violante Gardini Cinelli Colombini: “Ho sempre creduto in questo progetto, fin da quando entrai a farne parte nel 2008. In Agivi non solo ho imparato molto frequentando i corsi di formazione e visitando cantine in Italia e all’estero, ma ho trovato dei grandi amici, colleghi, con cui ci scambiamo importanti concetti commerciali. Dall’elezione dello scorso Consiglio, nel novembre 2019, si sono associati 57 nuovi giovani che lavorano nel mondo del vino, una “famiglia” in continua crescita che conta oggi 105 soci, con tre candidature saranno votate al prossimo cda”. Un percorso, quello di Agivi, che non si è fermato neanche con la pandemia: “Abbiamo organizzato importanti corsi di formazione – ha proseguito Violante Gardini Cinelli Colombini –, fatto viaggi in persona e virtuali, stretto partnership con il Politecnico di Milano e Poli.design e il Gambero Rosso, e abbiamo avuto la fortuna di incontrare di persona grandi imprenditori di fama internazionale come Sandro Veronesi. Voglio ringraziare tutti i soci che hanno creduto in me e Unione italiana vini che mi ha dato modo di partecipare ai loro cda, coinvolgendo i giovani nel policy making del vino a livello non solo nazionale ma anche internazionale”.

A sedere nel Consiglio Nazionale di Unione italiana vini per la compagine saranno ora la presidente Marzia Varvaglione e il vicepresidente designato, Vittoria Rocca. Il Consiglio direttivo eletto oggi dall’Assemblea generale dei soci è invece composto da: Giulia Benazzoli (Benazzoli Fulvio Società Agricola), Tommaso Canella (Casa Vinicola Canella Spa), Martina Centa (Soc. Agr. Roeno), Violante Gardini Cinelli Colombini (Az. Agr. Donatella Cinelli Colombini), Giulia Goretti (Agr. Goretti Produzione Vini Srl), Nicola Guidi(Cantine Guidi 1929), Matteo Magnabosco (Azienda Agricola Ca del Lupo), Vittoria Rocca(Angelo Rocca & figli), Annamaria Sorricchio di Valforte (Barone di Valforte), Emanuela Tamburini (Azienda Agr. Tamburini) e Marzia Varvaglione (Varvaglione – Vigne e Vini srl).

 

Tutto è pronto per la presentazione di giovedì pomeriggio alle 18 a Palazzo di Città del  volume “Il Porto di Taranto: dai Borboni alla riscoperta della vocazione commerciale. La storia, le bandiere, le merci, il lavoro”, scritto da un pioniere del porto commerciale di Taranto, Adolfo Melucci. Stella al merito del lavoro, 40 anni di vita portuale, esperienza nella logistica con la storica Compagnia Portuale Neptunia.

 

Un lavoro non certo banale – sottolinea Michele Conte presidente dell’International Propeller Club Of Taras, che in anteprima, con orgoglio, (ndr Adolfo Melucci è anche Socio del Propeller Club) propone la presentazione del volume edito da Mandese, Casa del Libro - che tratta un argomento particolarmente interessante e non proprio agevole data la sua complessa articolazione: la storia del Porto di Taranto, che caratterizza nel tempo la storia della stessa Città influenzandone lo sviluppo fin dalle sue origini.

 

Una storia millenaria che il libro racconta attraverso le vicende del suo porto, con i suoi momenti di grandezza, ma anche di decadenza oltre che del Porto, della stessa città.

Una ricerca che si propone come obiettivo di mettere in luce la vocazione mercantile di Taranto.

 

L’analisi effettuata dall’Autore evidenzia – rileva Sergio Prete, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio, nel suo intervento al volume – come il porto di Taranto sia stato utilizzato per l’esportazione delle produzioni locali, differenziate in base ai diversi periodi storici, o per l’approvvigionamento delle merci di cui il territorio e le sue imprese necessitavano. La conoscenza della storia del porto di Taranto – continua Prete – delle attività produttive e dell’interscambio commerciale generato dal territorio di riferimento rappresenta un valore aggiunto anche per una maggiore consapevolezza della funzione di servizio svolta dalla infrastruttura portuale e della necessità di fare affidamento su un mercato di produzione e consumo per lo sviluppo dei traffici.

 

Sfogliare le foto in bianco e nero o i manifesti di carico di quell’epoca di ripartenza, o, ancora, ricordare quei volti scavati dalla fatica e dalle intemperie – afferma Rinaldo Melucci, sindaco di Taranto e figlio dell’autore, nella prefazione – è quasi un rito di iniziazione per una comunità che spesso dimentica di essere stata (e che può tornare) una vera e propria capitale del Mediterraneo.

Il “racconto” sintetizza circa tre secoli di storia, in cui lo scalo jonico ha avuto nell’ambito del commercio marittimo meridionale, una funzione strategica pur essendo uno scalo periferico.

 

La nostra idea di casa editrice – aggiunge Antonio Mandese, editore della storica casa editrice Casa del Libro Mandese – è sempre stata quella di guardare al futuro volgendo lo sguardo al passato; con questi presupposti – continua Mandese – il libro di Adolfo Melucci ci è parso molto interessante.

 

Bisognerà arrivare al ‘700 perché Taranto diventi una delle più importanti porte d’ingresso e di importazione per il Regno di Napoli, che da Taranto si approvvigionava delle produzioni agrarie che qui confluivano.

Un excursus storico che delinea il passaggio della Taranto da naviglio napoletano tra i più visitati a porto del Mezzogiorno d’Italia degli anni ’70 del 900 con le prime spedizioni all’estero dei tubi dell’Italsider, con gli annessi problemi che ritornano ancora oggi, legati ai pescaggi, comodi ormeggi, moli adatti ai diversi traffici marittimi.

A conclusione del lavoro, poi la nascita e la storia della Compagnia Portuale Neptunia a Taranto.

L’Amministrazione comunale di Taranto recepisce le istanze  dei commercianti ed adotta soluzioni che daranno una prima risposta alla problematica del parcheggio nelle aree urbane del commercio.   

L’Amministrazione Melucci, come è noto, ha approvato in Giunta un atto di indirizzo che  apporterà   alcune modifiche al servizio di sosta a pagamento gestito da Kyma Mobilità.

 

“Saranno introdotte alcune novità -commenta Mario Raffo, presidente provinciale di Federmoda Taranto- riguardanti soprattutto la gestione degli abbonamenti,  è necessario  che tutti comprendano che occorre adottare misure che favoriscano una rotazione degli stalli da destinare alla sosta, venendo incontro alle esigenze di tutti i cittadini, non solo dei residenti e dei lavoratori. Apprezziamo che l’Amministrazione abbia condiviso ed accolto le richieste di Confcommercio, valutandone la fondatezza, dimostrando così di voler comprendere l’urgenza di dovere avviare un percorso di mediazione tra i diversi bisogni della utenza, in una logica di apertura della città alla piena fruizione degli spazi e dei servizi urbani a tutti i cittadini: i residenti, i pendolari, i lavoratori, i visitatori.”

 

“Auspichiamo che questo sia l’avvio di un percorso più ampio a breve, medio e lungo termine che – osserva Giuseppe Spadafino, presidente della delegazione Montegranaro/Salinella Confcommercio - porti alla adozione di progetti più ampi e strutturati, per una dinamica gestione della mobilità e dei parcheggi. Per quanto concerne viale Liguria, rappresentando l’asse principale dell’area, riteniamo che con la stretta sui pass residenti, finalmente si andranno, come avevamo chiesto, a liberare posti auto, disponibili per la sosta veloce dell’utente di passaggio che deve effettuare una commissione, un acquisto, raggiungere un ufficio o altro. Non possiamo accettare in una città carente di aree parcheggio di congelare interi isolati a beneficio di una sola parte della cittadinanza. D’altronde nel quartiere il 90% delle aree di sosta non rientra nelle zone contrassegnate dalle strisce blu, pertanto è giusto che quel restante 10% sia nella totale disponibilità della sosta a pagamento temporizzata.”

 

“Analogamente, i commercianti del Borgo auspicano che - sottolinea Salvatore Cafiero, presidente della delegazione Confcommercio-   la riduzione degli abbonamenti agevolati sia compresa ed accolta con il giusto spirito da tutti, se è vero che il problema del rilancio del Borgo sta a cuore a tutti i Tarantini (residenti, lavoratori, consumatori). Chiaramente non è questa la soluzione definitiva, anche se abbiamo imboccato  la buona strada, innanzitutto è importante il dialogo con l’Amministrazione, da qui la necessità di proseguire:  con la messa a regime  del  park & ride di Cimino;  con la ricerca  di altre aree da destinare allo scambio sosta auto/navetta come Piazzale Democrate (Tamburi), o l’avvio del progetto Croce. Naturalmente, come andiamo ripetendo da tempo, fondamentale il coinvolgimento della Marina Militare che, disponendo di tante aree in città non utilizzate o sotto utilizzate per scopi di servizio, potrebbe mettere a disposizione di un territorio con il quale vanta un importante legame storico ed affettivo, l’area della stazione torpediniere; stessa cosa per la caserma Mezzacapo la cui posizione è assolutamente centrale rispetto al Borgo. Ovviamente siamo soddisfatti della notizia che sarà effettuato il raddoppio dell’area parcheggio Oberdan.”  

 

“Ottima la decisione del raddoppio del parcheggio Icco – dichiara Lelio Fanelli, il presidente della delegazione  Tre Carrare Battisti-  un’area di servizio già ora fondamentale per la nostra zona commerciale, anch’essa afflitta dalla carenza di posti auto. Il parcheggio si rivelerà strategico soprattutto con l’entrata in funzione delle BRT, le linee di collegamento rapido che cambieranno la mobilità della città e che in uno dei due  percorsi coinvolgerà la vicina via Dante. Riteniamo inoltre che vada al più presto attivata l’area Cimino ormai pronta per un immediato utilizzo. Auspichiamo che questo nuove percorso di confronto con l’Amministrazione si consolidi nel tempo portando a risultati tangibili. ”

 

 

Differenziare le colture, valorizzare la tradizione e incrementare la produttività. Questo il diktat dell’agricoltura 4.0. L’attuale contesto impone con decisione nell’agricoltura e nel sistema agroalimentare importanti scelte che muovano con decisione verso la sostenibilità, l’aggiornamento tecnologico continuo, la differenziazione strategica sui mercati, la valorizzazione e l\'interpretazione di nuove domande di mercato e la salvaguardia di varietà territoriali, storiche e uniche.

 

L’agricoltura è chiamata a dare risposte concrete e sposare in modo consapevole il cambiamento. Un percorso di ammodernamento e innovazione che sappia garantire la qualità unica dei prodotti rispettando la terra e il territorio, con i loro ritmi e la loro ricchezza, senza trascurare la tradizione.

 

La piaga della xylella fastidiosa, infine, ha accelerato la necessità del cambiamento.

 

Questi i temi del convegno, moderato dalla direttrice del Gal Terre del Primitivo, Rita Mazzolani, “Verso l’agricoltura 4.0 nelle terre del Primitivo _ Le opportunità delle tecnologie applicate all’agricoltura”, organizzato nell’ambito dell’Intervento B 5.2 “Sostegno ad attività dimostrative e azioni di informazione” che si terrà venerdì 28 Aprile a Manduria alle ore 16,30 presso l’Istituto Einaudi di Manduria a cura del GAL Terre del Primitivo.

Il convegno, rivolto non solo agli imprenditori agricoli ma alla comunità intera, intende presentare le diverse attività che sostanziano il progetto B 5.2: workshop monotematici, campi dimostrativi con attrezzature di agricoltura di precisione, visite in campo. Obiettivi del progetto sono pertanto informare il mondo agricolo sulla necessità di diversificare le colture (recuperando colture arboree che in tempi passati avevano nel territorio una forte valenza produttiva ed economica, fra cui il fico e il mandorlo), rendere le aziende più sostenibili e, soprattutto, quello di mostrare i vantaggi e le opportunità dell’agricoltura di precisione.

È per questo che il GAL ha fortemente voluto la realizzazione di una serie di campi dimostrativi per la raccolta di informazioni relative al terreno e alle colture, che verranno rielaborate e diffuse a beneficio di tutti gli agricoltori.

 

Ad introdurre i lavori sarà Dario Daggiano, presidente del Gal Terre del Primitivo, con i saluti della DS dell’Istituto Einaudi, Pierangela Scialpi.

A entrare nel dettaglio ci sarà Salvatore Attanasio che presenterà il programma delle azioni informative che si terranno in ciascuno degli 11 Comuni del comprensorio GAL e a seguire, Raffaele Ranieri, della società Skydrone360, che presenterà i 3 campi dimostrativi e sperimentali che saranno realizzati nel comprensorio e che avranno l’obiettivo di valutare le applicazioni dell’agricoltura di precisione.

Le conclusioni del convegno saranno affidate all’Assessore all’Agricoltura della Regione Puglia, Donato Pentassuglia, che fortemente perora l’adeguamento delle produzioni alle nuove esigenze del mercato, con modelli e sistemi di gestione in grado di meccanizzare, nell’ottica della sostenibilità.

 

 

 

 

Un importante momento di confronto tra mondo accademico e operatori del settore

L’innovativo progetto europeo StopMedWaste per la riduzione degli scarti alimentari, la diminuzione degli scarti ortofrutticoli e la riduzione dell\'impiego postraccolta di agrofarmaci

 

Masseria Fruttirossi – Lome Super Fruit, azienda leader a livello nazionale nella coltivazione del melograno, ospita per la prima volta un importante workshop di elevato livello scientifico sulla coltivazione e su alcuni aspetti fitosanitari della melagrana.

“La filiera del melograno in Puglia”: questo il titolo del workshop organizzato, nell’ambito del progetto europeo “StopMedWaste”, dal Dipartimento di Scienze del Suolo, della Pianta e degli Alimenti dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro (DiSSPA-UNIBA).

L’evento si terrà, alle ore 15.00 di venerdì 28 aprile, presso lo stabilimento Masseria Fruttirossi, in Contrada Terzo Dieci a Castellaneta Marina.

Nel workshop esperti del mondo accademico e operatori del settore tratteranno e si confronteranno su aspetti della coltivazione e del controllo delle malattie del postraccolta del melograno.

Con 350 ettari di proprietà in agro di Castellaneta Marina coltivati a melograno, Masseria Futtirossi è il principale produttore italiano di melagrana; tra i campi è ubicato il moderno stabilimento di confezionamento e trasformazione dei frutti in succhi – 100% pura spremuta senza zuccheri o conservanti aggiunti – commercializzati con il brand “Lome Super Fruit”; recentemente l’azienda ha introdotto su 40 ettari la coltivazione dell’avocado.

 

StopMedWaste è un progetto europeo triennale mirato al miglioramento della conservazione di ortofrutticoli freschi e di piante aromatiche mediante l\'impiego di strategie innovative in grado di garantire la sicurezza del consumatore, la riduzione degli sprechi ed un minore impiego di agrofarmaci di sintesi.

Il progetto prevede lo sviluppo in laboratorio delle strategie più efficaci per il prolungamento della vita postraccolta dei prodotti freschi, che successivamente saranno saggiate in condizioni semicommerciali o commerciali.

StopMedWaste punta alla riduzione degli scarti alimentari passando dal 30 al 15% (in accordo con le Priorità delle Nazioni Unite - ZeroHunger Challenge), alla diminuzione del 20% degli scarti ortofrutticoli, nonché a ridurre del 20% l\'impiego postraccolta di agrofarmaci.

 

Il workshop inizierà con i saluti istituzionali portati da: Dott. Luigi Trotta, Dirigente Sezione Competitività delle Filiere Agroalimentari della Regione Puglia, Prof. Gianfranco Romanazzi, Presidente Associazione Italiana per la Protezione delle Piante, Dott. Luca Lazzaro, Presidente Confagricoltura Puglia, Dott. Gianluca Chieppa, Presidente Associazione regionale Pugliese Tecnici e Ricercatori in Agricoltura, e Dott. Oronzo Milillo, Presidente regionale Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali Puglia.

I lavori entreranno nel vivo con la presentazione del progetto “StopMedWaste” a cura del Prof. Gianfranco Romanazzi, Università Politecnica delle Marche, e del Prof. Antonio Ippolito, Università degli Studi di Bari; in seguito l’Ing. Michele De Lisi e il Dott. Davide De Lisi presenteranno l’azienda Masseria Fruttirossi.

La Dott.ssa Annamaria Mincuzzi (UNIBA) relazionerà poi su “Malattie biotiche: perdite, patogeni, sintomatologia, mezzi di lotta”, mentre il Dott. Davide De Lisi e la Dott.ssa Rosalinda Surico (Masseria Fruttirossi) su “Malattie abiotiche: cause, incidenza, prevenzione”; il Prof. Giuseppe Ferrara (UNIBA) relazionerà su “Aspetti produttivi legati alla fisiologia della pianta”.

Dopo le considerazioni finali sui lavori del workshop, l’evento si concluderà con una visita all’azienda Masseria Fruttirossi.

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