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Giornale di Taranto - Economia, Lavoro & Industria
Economia, Lavoro & Industria

Economia, Lavoro & Industria (1903)

Nuove nomine ieri in Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria, l’ex Ilva. Il direttore generale, Giuseppe Cavalli, in sintonia con i commissari straordinari Giovanni Fiori, Giancarlo Quaranta e Davide Tabarelli, ha incaricato con effetto immediato il nuovo management. 

La nuova prima linea, che riporta al dg Cavalli, sarà così composta: Giuseppe Viola assume il ruolo di cfo, unendo alle attuali aree di responsabilità quelle Amministrativa e Fiscale; Daniele Rossi, assume il ruolo di direttore Acquisti e Supply Chain. All’interno della stessa direzione, Nicola Pozza assume la responsabilità di Funzione acquisti materie prime. Giulia Costagliola D’Abele è stata nominata General Counsel; Claudio Picucci è il nuovo direttore Risorse Umane e Organizzazione; Andrea Paolo Colombo è Direttore Servizi di Supporto, con responsabilità sulle Aree Compliance e Security e sulla neo costituita funzione Comunicazione. Rimane inoltre Datore di Lavoro della sede di Milano mantenendo al contempo la responsabilità del servizio \'Organizzazione e Sviluppo Human Capital\', operando in questo contesto come Chief Reorganization Officer e supportando la direzione nella revisione organizzativa. La funzione Internal audit verrà collocata a riporto della struttura commissariale.

Dopo l’incarico del Mimit affidato ai tre commissari straordinari, la nuova leadership - afferma la società - “è impegnata nella gestione del piano di ripartenza in una fase molto critica e di perseguire gli obiettivi stabiliti, grazie alle competenze e all’esperienza pluriennale del management\". 

\"Queste nomine rappresentano un passo importante nel percorso di riqualificazione e ripartenza di Acciaierie D’Italia\", ha dichiarato il dg Cavalli. \"Con l\'arrivo di professionisti altamente qualificati, siamo fiduciosi di poter dare concretezza alla nostra visione aziendale e di poter perseguire con determinazione e nei tempi fissati gli obiettivi strategici. Attraverso un impegno condiviso per l’operatività, la sostenibilità ambientale e il benessere dei nostri dipendenti, confidiamo di poter consolidare il posizionamento di leadership di Acciaierie d\'Italia nel settore siderurgico nazionale e internazionale”. 

In un documento unitario A.I.G.I. Puglia, ANITA Puglia, Casartigiani Puglia, C.N.A. Puglia, Confapi Taranto, Confartigianato Imprese Puglia, Confindustria Taranto e F.A.I. Puglia hanno elencato una serie di proposte condivise per far fronte alla drammatica situazione in cui versano le aziende dell’indotto ex-Ilva.

Le proposte verranno sottoposte stasera all’attenzione del Governo, durante l’incontro convocato dal Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano: «l’Esecutivo e i Ministeri competenti – dichiarano le associazioni – continuano a tenere alta l’attenzione riservando il giusto coinvolgimento a tutti gli attori territoriali. Tuttavia, rimarchiamo l’esigenza di comunicare poche e circostanziate valutazioni, che auspichiamo possano essere prese in esame».

L’auspicio che lo stabilimento siderurgico di Taranto possa riprendere la sua attività con rinnovato slancio passa infatti dal recupero di alcune condizioni minime di agibilità.

 

Le aziende dell’indotto sono stremate perché non hanno più liquidità. Attendono ancora la certificazione dei crediti, precondizione per attivare qualunque meccanismo di garanzia, compreso quello predisposto da SACE. A tal proposito, viene rilevata la necessità di definire rapidamente modalità, tempistiche, metodo e platea di riferimento con riferimento a questi strumenti. Chiarire il quadro operativo è fondamentale anche per capire come assicurare il soddisfacimento dei crediti lungo l’intera filiera di subappalto e subvezione.

 

Doverosa è ritenuta la sospensione, più volte invocata, del pagamento degli oneri fiscali e di quelli contributivi per tutte le imprese che vantano crediti nei confronti di AdI, sia diretti che derivanti da subappalti connessi al siderurgico garantendo la regolarità DURC. Questo passaggio consentirebbe quantomeno una boccata d’ossigeno in una situazione la cui responsabilità non è certo delle imprese fornitrici di beni e servizi. Per le medesime ragioni occorrerebbe procedere alla sospensione della riscossione forzosa dei crediti fiscali relativi alla prima e alla seconda amministrazione straordinaria, prevedendo una moratoria o saldo e stralcio rateizzato.

 

Mancano poi l’accordo-quadro e le disposizioni attuative per dare seguito agli ammortizzatori sociali dedicati alla crisi e previsti dai decreti di inizio anno.

 

Da differirsi ad un apposito tavolo “ogni discussione sull’eventuale prosieguo delle attività con l’azienda, che dovrà contare ovviamente su condizioni di operatività chiare, trasparenti e in grado di garantire l’affidamento dei fornitori di beni e servizi.

Alla luce di quanto sopra esposto – concludono unitariamente le associazioni –riteniamo che il nostro sia un ruolo di garanzia a tutela di tutta la filiera di ADI in amministrazione straordinaria. Un ruolo che, ora più che mai, è necessario istituzionalizzare per recuperare la fiducia delle imprese che rappresentiamo e che a causa della totale disintermediazione degli scorsi anni, hanno subito i risultati disastrosi generati da chi ha fatto sistematicamente leva sulle differenze di forza contrattuale. Un ruolo che possa assicurare che l’attività venga svolta con quei requisiti minimi di correttezza che, drammaticamente, sono venuti a mancare».

Dopo la schiarita di Sace che ha attivato due linee di credito (100 milioni per i commissari e 120 per i fornitori), Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria ha rinnovato l’invito alle imprese affinché tornino al lavoro dopo due mesi di assenza. Alcune aziende hanno già manifestato disponibilità. Le sigle Aigi, Confapi e Casartigiani hanno scritto ai commissari dell’amministrazione straordinaria Quaranta, Fiori e Tabarelli e al direttore generale Cavalli, chiedendo di “essere convocati con urgenza al fine di definire ogni dettaglio in merito” per “non incorrere in possibili fraintendimenti”. Le associazioni manifestano “volontà di riprendere le attività produttive” con “una ripartenza congiunta e progressiva”, ma parlano anche di “incessanti telefonate ricevute dagli associati” da parte di Acciaierie, con “richieste di ripresa lavorativa mentre eravamo ancora in attesa di un incontro fattivo e risolutivo”. “Aspettiamo il confronto con i commissari. Un primo approccio dovremmo averlo col commissario Fiori - dichiara Fabio Greco a capo di Aigi dopo l’assemblea di ieri con gli associati -. Dobbiamo sederci al tavolo e capire come avverrà la ripartenza. Sappiamo che chiedere sui nuovi ordini un acconto e il pagamento a 30 giorni non è normale, perché di solito il pagamento è regolato a 60-90 giorni, ma vista la nostra condizione, il fatto che non abbiamo ossigeno e che il pregresso è in attesa di regolarizzazione, cerchiamo quantomeno di accorciare i tempi. Siamo in emergenza. Poi, man mano che la situazione si normalizza e si comincia a pagare il vecchio, intendo quello pre amministrazione straordinaria, si rientrerà nella normale contrattualistica in base alle attività”. “Valuteremo attentamente il provvedimento - sostiene Giacinto Fallone per gli autotrasportatori di Casartigiani -, certi che le parti ci convocheranno al più presto. Le aziende continuano a perdere liquidità e sono poco fiduciose verso le istituzioni. Auspichiamo, quindi, che questi strumenti possano essere, una volta per tutte, la salvezza delle nostre pmi, visto che finora le tutele sono state pari a zero”. “Ora i crediti delle imprese dovranno essere certificati dall’amministrazione straordinaria, cosa che non ha fatto la precedente gestione societaria” dice infine Salvatore Toma, presidente di Confindustria Taranto.

- Dopo la schiarita di Sace che ha attivato due linee di credito (100 milioni per i commissari e 120 per i fornitori), Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria ha rinnovato l’invito alle imprese affinché tornino al lavoro dopo due mesi di assenza. Alcune aziende hanno già manifestato disponibilità. Le sigle Aigi, Confapi e Casartigiani hanno scritto oggi ai commissari dell’amministrazione straordinaria Quaranta, Fiori e Tabarelli e al direttore generale Cavalli, chiedendo di “essere convocati con urgenza al fine di definire ogni dettaglio in merito” per “non incorrere in possibili fraintendimenti”. Le associazioni manifestano “volontà di riprendere le attività produttive” con “una ripartenza congiunta e progressiva”, ma parlano anche di “incessanti telefonate ricevute dagli associati” da parte di Acciaierie, con “richieste di ripresa lavorativa mentre eravamo ancora in attesa di un incontro fattivo e risolutivo”. “Aspettiamo il confronto con i commissari. Un primo approccio dovremmo averlo col commissario Fiori - dichiara Fabio Greco a capo di Aigi dopo l’assemblea di ieri con gli associati -. Dobbiamo sederci al tavolo e capire come avverrà la ripartenza. Sappiamo che chiedere sui nuovi ordini un acconto e il pagamento a 30 giorni non è normale, perché di solito il pagamento è regolato a 60-90 giorni, ma vista la nostra condizione, il fatto che non abbiamo ossigeno e che il pregresso è in attesa di regolarizzazione, cerchiamo quantomeno di accorciare i tempi. Siamo in emergenza. Poi, man mano che la situazione si normalizza e si comincia a pagare il vecchio, intendo quello pre amministrazione straordinaria, si rientrerà nella normale contrattualistica in base alle attività”. “Valuteremo attentamente il provvedimento - sostiene Giacinto Fallone per gli autotrasportatori di Casartigiani -, certi che le parti ci convocheranno al più presto. Le aziende continuano a perdere liquidità e sono poco fiduciose verso le istituzioni. Auspichiamo, quindi, che questi strumenti possano essere, una volta per tutte, la salvezza delle nostre pmi, visto che finora le tutele sono state pari a zero”. “Ora i crediti delle imprese dovranno essere certificati dall’amministrazione straordinaria, cosa che non ha fatto la precedente gestione societaria” dice infine Salvatore Toma, presidente di Confindustria Taranto.

Torniamo ancora una volta a plaudire l’operato della Guardia di Finanza contro il lavoro abusivo. I numeri riportati dalla recente operazione nel comune di Manduria, circa 100mila euro di volume di affari maturati totalmente a nero dal 2020 al 2023 da attività abusiva di estetica, testimonia la portata del fenomeno dell’abusivismo nella nostra provincia. Basta moltiplicare per le migliaia di pseudo operatori del benessere abusivi che imperversano nelle strade di tutta la provincia ionica, per renderci conto di che parliamo.

Quello dell’abusivismo è un fenomeno che interessa tutti i settori, la moda, l’autoriparazione, l’edilizia, l’impiantistica, l’alimentare, ma crediamo che un rilievo particolare il fenomeno lo assuma per le imprese di acconciatura ed estetica. Raffaella Semeraro e Silvio Lippo, referenti provinciali di Confartigianato Benessere (estetica ed acconciatura) intervengono così su un problema annoso e sempre attuale per il suo impatto economico e per i danni che può causare ai consumatori.

Confartigianato continua a sostenere una battaglia costante contro questo fenomeno dell’abusivismo che va ad aggravare la crisi dei professionisti in regola, la stragrande maggioranza, che operano nel rispetto delle norme, a cominciare da quelle igienico sanitarie in merito alla sterilizzazione degli strumenti, per continuare con quelle legate alla formazione e alla qualifica professionale e finire con l’utilizzazione di prodotti e apparecchiature certificate. Sono quelli che contribuiscono a rendere vivibile col loro lavoro i centri storici e le periferie di tutti i comuni della nostra provincia, arginando lo spopolamento e il degrado.

Riteniamo – insistono i referenti – che la soluzione possa passare attraverso maggiori controlli da parte degli organi preposti e dalla presa di coscienza da parte dei consumatori sia dei rischi per la salute che si corrono affidandosi ad operatori abusivi. Senza dimenticare il danno economico e sociale che si arreca alla cittadinanza, con l’evasione di imposte che servono a sostenere i servizi di pubblica utilità. Tanti cittadini, troppi, non sempre ignari, continuano facilmente a rivolgersi ad abusivi ed irregolari per servizi alla persona fuori da ogni controllo dal punto di vista igienico sanitario e fiscale.

Le modalità con le quali operano le attività abusive sono note, ed i social sono pieni di offerte da parte di abusivi, neanche piu nascoste o velate: c’è chi presta servizi di estetica ed acconciatura privatamente direttamente presso l’abitazione di clienti e chi presso propri locali spesso anonimi, senza avere il minimo rispetto delle norme igieniche e sanitarie, utilizzando prodotti magari economici (impazzano le cineserie), ma pericolosi, e spesso senza nemmeno avere l’abilitazione professionale.

In pratica abbiamo comportamenti ed attività che possono esporre la clientela al rischio di lesioni capillari, cutanee o, nei peggiori dei casi, alla possibilità di contrarre malattie gravi come l’epatite C o l’Aids, ma sembra che tutto ciò non spaventi la gente. Lo spavento del covid sembra non essere servito poi a nulla, anzi ha contribuiuto ad incrementare la platea dei fruitori.

Confartigianato vuole continuare a lanciare un segnale forte e di sensibilizzazione verso i consumatori per ricordare che affidarsi a coloro che si improvvisano operatori del settore non mette a rischio solo la bellezza, ma anche la propria salute. Il mettersi in mani sicure e professionalmente riconosciute rimane il punto principale. Scegliere un centro di estetica o un parrucchiere regolaramente iscritto alla Camera di commercio, significa scegliere un professionista del settore che utilizza prodotti selezionati, tecniche all’avanguardia e certificate, attrezzature sterili e sanificate in ambienti sani e igienicamente idonei, qualcuno che offre la garanzia della propria professionalità. Parliamo di operatori soggetti a rigidi controlli sanitari, al rispetto delle certificazioni sui macchinari proprio a garanzia dei clienti. Chi si affida a improvvisati operatori a fronte anche di un eventuale risparmio economico, convenienza che a vedere su facebook è poi tutta da dimostrare, si espone al rischio di danni gravi e permanenti e spinge la categoria verso un impoverimento professionale.

 Confartigianato, come sindacato degli artigiani – dichiara il Segretario provinciale Fabio Paolillo - auspica che il lavoro della Guardia di Finanza e delle altre autorità preposte continui in maniera serrata. Come associazione restiamo come sempre disponibili a collaborare e supportare le autorità competenti nel loro lavoro. Invitiamo chiunque abbia volontà a denunciare alla pubblica Autorità qualsiasi situazione abusiva ed irregolare. Come noto, anche Confartigianato è disponibile a veicolare qualsiasi segnalazione di irregolarità pervenga in associazione. Proseguiremo – conclude Paolillo – le nostre iniziative di sensibilizzazione verso la cittadinanza per una corretta informazione sui rischi e sulle conseguenze sanitarie causate dai trattamenti alla persona svolti in maniera abusiva ed incontrollata, a cui devono seguire azioni repressive, con sanzioni e conseguente sequestro delle attrezzature. Inoltre chiediamo con forza che siano applicate parimenti le sanzioni anche ai cittadini utenti che fruiscono di questi trattamenti in forma abusiva: se non c’è richiesta, l’offerta scompare, con tutte le conseguenze positive del caso.

Una task force per i problemi dell’indotto di Acciaierie d’Italia. La coordinerà la Camera di Commercio di Taranto, sarà rappresentativa dei diversi soggetti coinvolti, e tratterà con i commissari dell’amministrazione straordinaria, i ministeri, a partire dal Mimit, e la Regione Puglia. “Si é deciso di mettere in piedi una task force guidata dalla Camera di Commercio che assumerà i toni istituzionali senza per questo sostituirsi in alcun modo ai portatori di interessi, alle associazioni e ai sindacati, che continueranno a giocare le loro partite e ad esprimere le loro rivendicazioni nei modi e nelle forme che riterranno più opportune” spiega il presidente Vincenzo Cesareo, che aggiunge: “Abbiamo deciso insieme di mettere tutti gli attori intorno alla Camera di Commercio oltreché per le economie di scala e aumentare la massa critica, anche perché riteniamo che la Camera di Commercio, in quanto istituzione, abbia facilità ad interloquire con gli ambiti ministeriali e regionali”. Cesareo precisa: \\\"Compito della task force sarà quello di “accertare che la volontà del Governo di ristorare i crediti delle imprese e di garantire la funzionalità del siderurgico, si traduca in una condizione possibile. Al momento non ci pare che questa condizione ci sia”.

   Il presidente della Camera di Commercio ritiene possibile un intervento della Regione a favore delle imprese, acquisendo i crediti dell’indotto, “ma crediamo - specifica - che si debba intervenire o sulle nuove norme che regolano la crisi d’impresa, o con uno strumento normativo ad hoc”. 

L’indotto siderurgico che si raccoglie attorno all’associazione Aigi rialza il tiro della protesta dopo aver preso atto, nella call di ieri pomeriggio coordinata dal ministero delle Imprese, che “Sace e Banca Ifis non vogliono caricarsi dei crediti maturati dalle aziende verso Acciaierie perché sostengono che questi crediti non sono certi”, dichiara Fabio Greco, presidente di Aigi, al termine dell’assemblea di questa mattina. E quindi le nuove iniziative assunte, annuncia Greco, sono “la costituzione di un pool legale per verificare se ci sono eventuali responsabilità in capo al vecchio cda di Acciaierie, compresi sindaci e revisori dei conti, e sospensione immediata del minuto mantenimento e di ogni attività che riguarda gli impianti di Acciaierie da parte di qualsiasi impresa. Il commissario dell’amministrazione straordinaria di Acciaierie, Giancarlo Quaranta, ci ha contattato e avremo un incontro lunedì pomeriggio per capire meglio la situazione visto quello che è accaduto nel tavolo tecnico con Mimit, Sace, Banca Ifis e gli altri soggetti coinvolti. Abbiamo dato tempo sino al 6 marzo - sostiene Greco - per avere le risposte certe che aspettiamo, altrimenti partiranno le pratiche per i licenziamenti collettivi per i nostri dipendenti”.

 \"Nei giorni in cui il futuro industriale di Taranto è appeso a un filo, insieme ai diritti di cittadini, lavoratori, imprese e famiglie, un\'altra doccia fredda si scaglia sul capoluogo ionico. Da parte del governo Meloni continua, infatti, il meticoloso e arcigno piano di smantellamento del Cantiere Taranto avviato durante il governo Conte II dal M5S, per la riconversione economica, sociale e culturale della Città dei Due Mari. Ferretti Group, leader della nautica da diporto, ha appena comunicato il recesso dal programma di bonifica e reindustrializzazione del sito ex yard Belleli nell\'area portuale di Taranto, a causa dei ritardi di tre anni e mezzo accumulati prima dal governo Draghi e poi dal governo Meloni. I responsabili di questo disastro hanno un nome e un cognome ed è giusto che i cittadini di Taranto sappiano chi sta concorrendo a tarpare loro un futuro fatto di sviluppo sostenibile ed economia pulita\". Lo scrive in una nota il senatore Mario Turco, vicepresidente del MoVimento 5 Stelle, nonché coordinatore del Comitato Economia, Lavoro e Impresa. 

\"Tra le motivazioni che hanno indotto il Gruppo Ferretti al passo indietro, c’è anche il clima di incertezza generato dal governo, in quanto le contribuzioni pubbliche sono diminuite all\'aumentare dei costi degli investimenti. E così scompare un investimento di oltre 200 milioni di euro che avrebbe contribuito alla creazione di nuove filiere occupazionali a partire da 200 assunzioni dirette\", spiega Turco.

    \"Ma, come si diceva, questo è solo l\'ultimo anello della catena: Taranto non dimentica lo stralcio del finanziamento di 50 milioni di euro per la creazione dell\'acquario green operato dall\'ex ministra per il Sud, Mara Carfagna. E la città, poi, si è accorta benissimo dei bastoni fra le ruote messi più volte dallo stesso Governo Meloni per la buona riuscita dei Giochi del Mediterraneo di Taranto 2026, con altri 150 milioni di euro di finanziamenti che rischiano di andare in fumo a causa di un\'inerzia volutamente ricercata da chi vuole il peggio per il capoluogo ionico. Tutti questi progetti erano parte del summenzionato Cantiere Taranto, ma è evidente che al Ministro Fitto il Sud interessi molto poco, se dalle stanze dei bottoni si lascia passare sotto al naso qualunque nefandezza prodotta dal governo di cui fa parte. Come M5S ci dichiariamo fortemente preoccupati per la miopia con cui il Governo Meloni sta assolutamente ignorando l\'avvenire di Taranto, e ci opporremo ad ogni livello istituzionale per riuscire a salvare il salvabile. Ma il sogno di una Taranto che guarda a un futuro sostenibile potrà realizzarsi solo quando questo Governo di incompetenti cronici lascerà la guida del Paese a chi è in grado di rivestire un tale ruolo\", conclude.  

Ferretti Group comunica il recesso dal programma di bonifica e reindustrializzazione del sito ex yard Belleli nell’area portuale di Taranto. “Nonostante gli sforzi profusi dalle istituzioni, i ritardi accumulati nel lungo iter approvativo e attuativo hanno costretto il Gruppo a rinunciare al progetto - dice la società -. Negli anni sono aumentati gli investimenti necessari e diminuite le contribuzioni pubbliche al programma, rendendone l’esito incerto ed eccessivamente oneroso per la società. Il recesso è stato comunicato in tempi idonei a minimizzare l\'esposizione dell\'Autorità di Sistema Portuale rispetto alla gara pubblica non ancora conclusa”. Ferretti avrebbe dovuto costruire a Taranto uno stabilimento per la produzione di scafi yacht. Un investimento di 200 milioni, in parte sostenuto da fondi pubblici, con una previsione di 200 occupati diretti. 

“Quanto allo stato di insolvenza, l’irreversibile impossibilità di soddisfare regolarmente le proprie obbligazioni e l’assoluta assenza di una liquidità di cassa per la sopravvivenza della continuità aziendale diretta, la stessa non è in alcun modo contestata dalla società, ed in ogni caso è stata acclarata dall’esperto nel corso della composizione negoziata e vagliata da Tribunale negli argomentati provvedimenti adottati dal giudice designato per la conferma delle misure protettive richieste nel contesto della composizione”. Lo afferma il Tribunale di Milano nella sentenza con cui ha dichiarato lo stato di insolvenza di Acciaieria d’Italia. 

Il gender gap, la disparità di genere, la distanza cioè che separa le donne dal mondo del lavoro o dalle opportunità di crescita personale – secondo la classifica mondiale del World Economic Forum-   vede l’Italia al 63 esimo posto nel mondo.

<<Il 71,8% dei neogenitori che lascia il lavoro sono neomamme- afferma Paola Scialpi, presidente provinciale di Terziario Donna Confcommercio Taranto- tant’è negli ultimi 10 anni, quasi 400 mila neo mamme hanno dovuto lasciare il lavoro. Il tasso di attività femminile in Italia -secondo l’ultimo rapporto Censis- è molto più basso per le donne in particolare se con figli, il 58,9 % contro l’89, 3% degli uomini. Purtroppo la maternità e la cura dei familiari rappresentano un vero e proprio ostacolo alla crescita professionale e personale, e soprattutto perché in Italia  i servizi pubblici non supportano adeguatamente le donne  lavoratrici e non le agevolano sul luogo di lavoro. La decisione di essere madri e di non rinunciare al lavoro può però essere lo stimolo per una svolta, l’occasione  per realizzare un progetto imprenditoriale, per mettere in atto un sogno nel cassetto. Addirittura 3 su 4 donne – dato Inail- che si avventurano in una nuova attività imprenditoriale sono neo mammeIl cambiamento verso l’autoimprenditorialità come occasione di crescita personale e lavorativa, ne parleremo nel nuovo incontro di Terziario Donna il 4 marzo prossimo>>

‘Donne protagoniste del cambiamento’ è il nuovo appuntamento del  progetto di Terziario Donna Confcommercio Taranto ‘L’impresa è donna’, percorso a tappe rivolto alle imprenditrici e alle professioniste già impegnate,  ma soprattutto alle giovani donne che aspirano ad intraprendere un percorso lavorativo autonomo, o quelle già introdotte nel mercato del lavoro che desiderano dare un nuovo impulso al proprio impegno lavorativo.

L’appuntamento – lunedì 4 marzo dalle 9.00 alle 12,30 presso la sede di Confcommercio- è un talk animato dalle voci di professioniste ed imprenditrici con competenze ed esperienze diverse varie, ed  è rivolto a tutte le donne che vorrebbero mettere in atto un nuovo progetto di vita e di lavoro. L’obiettivo è di offrire informazioni e  stimolare la platea delle donne ad affrontare il cambiamento nel proprio lavoro e della propria vita, ad intraprendere una attività lavorativa autonoma nell’ambito imprenditoriale o nelle professioni.  

“Siamo partire con il primo incontro in Confcommercio Donne che decidono il loro futuro’ , nel quale  - spiega Paola Scialpi - ci siamo rivolte in particolare  alle giovani donne che desiderano mettersi alla prova ed impegnarsi in un percorso di autoimprenditorialità. Ora affronteremo  il tema del cambiamento. Naturalmente il cambiamento può essere dovuto a tanti fattori, talvolta anche un fallimento può rappresentare la spinta a rimettersi in gioco, come ascolteremo nelle testimonianze delle imprenditrici”

Continua intanto la collaborazione con il mondo della istruzione secondaria superiore, nei giorni scorsi Confcommercio ha sottoscritto  una nuova convenzione  con l’Istituto tecnico economico Pitagora di Taranto per un nuovo PCTO (percorso per le competenze trasversali e l’orientamento) dedicato al tema del gender gap  e della cultura della parità di genere .  

Particolarmente interessante il parterre delle professioniste ed imprenditrici invitate ad offrire la loro testimonianza all’incontro del 4 marzo, dopo l’intervento di saluto della vice presidente di Confcommercio Taranto, Matilde Contento, seguirà l’intervento della presidente di Terziario Donna TD, Paola Scialpi. La parola  poi  alle esperte: Maria Pasanisi, psicologa; Carmen Valente, consulente finanziaria; Raffaella Marangella, imprenditrice; Claudia Carone, imprenditrice. Coordina Simona Giorgi, responsabile Area Comunicazione Confcommercio Taranto.

 

 

 

 

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