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Giornale di Taranto - Economia, Lavoro & Industria
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Economia, Lavoro & Industria

Economia, Lavoro & Industria (1903)

 

INTERVENTO DELL'ASSESSORE ALL'AGRICOLTURA DELLA REGIONE PUGLIA FABRIZIO NARDONI 

 

Innovazione significa progresso ma anche miglioramento delle performance ambientali delle filiere. In campo agricolo il concetto di innovazione si lega fortemente non solo allo sviluppo del settore primario ma diviene determinante anche per lo sviluppo delle aree rurali.

Dopo la scommessa lanciata con il progetto Green Road (economia verde e turismo sostenibile), il GAL Colline Joniche della provincia di Taranto, punta ancora una volta al potenziamento delle aree rurali e all’attivazione di dinamiche collaborative tra il mondo dell’impresa e quello della ricerca.

E’ il caso delle due best practice presentate questo pomeriggio dal GAL tarantino alla Fiera del Levante nell’ambito dei work shop programmati all’interno del Salone Agroalimentare (Pad. 18).

Il sistema della conoscenza e dell’innovazione ha svolto, infatti, ruolo fondamentale sia nello sviluppo del progetto di trasformazione delle foglie di vite biologiche per la creazione dell’inedito Pesto di Vite, sia nel più complessivo sviluppo dei processi collegati alla coltura e trasformazione della canapa (cannabis sativa).

Compito del GAL è stato quello di creare l’humus ideale in cui far attecchire queste esperienze proponendole come nuovo modello di sviluppo in grado di restituire competitività ad un comparto fino a ieri considerato statico e antiquato – afferma Franco Donatelli, vice presidente del GAL Colline Ioniche.

Scommessa vinta dunque sia per l’attività di ricerca, sperimentazione e poi realizzazione del Pesto “La Dolce Vite”, frutto di una collaborazione tra aziende private (Tocchi di Puglia e Crismont) e  importanti istituti di ricerca (Nepri), che per il comparto della canapa che ha scelto proprio il Comune di Crispiano per insediare il primo impianto di trasformazione della paglia di cannabis proveniente da i 250 ettari di coltivazioni meridionali di quest’anno.

L’idea che stiamo sviluppando in questi anni – spiega Rocky Malatesta, direttore del GAL Colline Joniche – è quella di rispondere al disagio vissuto dalla provincia jonica con tenacia e pragmatismo, mettendo in campo quello che più di una volta abbiamo definito come un progetto di smart land dove più che altrove provare la gestione efficiente delle risorse agricole, naturali e rurali in un ottica di maggiore competitività anche grazie all’introduzione di colture innovative o progetti di integrazione di filiera.

Il pesto di vite presentato oggi in Fiera è frutto del lavoro di partner privati, coordinati dal lavoro diretto sul territorio del GAL, che dopo alcuni anni di ricerca utilizzando le foglie di vite che provenivano dall’azienda biologica di Francesco D’urso (beneficiaria GAL per i programmi di sviluppo nella Masseria Curtimaggi) sono riusciti a creare prima in laboratori e poi a immettere sul mercato una vera e propria eccellenza gastronomia.

L’impianto della South Hemp Tecno in agro di Crispiano si pone invece come battistrada per una piccola rivoluzione che riguarderà non soltanto la coltura della canapa ma anche il suo utilizzo in campo industriale.

Potenzialità, quelle legate a questo tipo di semina e alla trasformazione del canupolo e della fibra, che intercettano sul territorio anche una esigenza di bonifica dei terreni e di captazione di CO2 e metalli pesanti.

La svolta che arriva da questo tipo di agricoltura è molteplice – dice l’Assessore alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia, Fabrizio Nardoni – perché mentre ci interrogavamo nell’elaborazione del PSR (Programma di Sviluppo Rurale) 2014-2020 sulla necessità di conservare il potenziale agricolo e rurale in certe zone compromesse dall’inquinamento e su come proporre una soluzione in termini di bonifica e rivitalizzazione di quei territori, in Puglia abbiamo cominciato a piantare canapa e ad avviare i primi corsi di formazione per tecnici in bio-edilizia. Questa è una risposta tangibile alla necessità di nuove dinamiche di sviluppo in provincia di Taranto. E come nel caso del pesto di vite si mette a regime un sistema che nobilita tutti i processi, dal campo, alla trasformazione, centrando la mission che è proprio dei GAL: individuare una visione, animarla e renderla sviluppo per i sistemi rurali della nostra terra.


 

Il coordinamento delle associazioni di categoria Cna  (Confederazione Naz.le Artigianato e PMI) , Cia Confederazione Italiana Agricoltori, Confagricoltura, Confesercenti, Confartigianato

 

Taranto è la città in Italia più danneggiata e martoriata  dall'industria di Stato.Occorre ricercare soluzioni e sistemi  per risarcire le popolazioni locali e rilanciare l'economia. Industrie che furono costruite per dare posti di lavoro e che invece ora non offrono lavoro ma hanno compromesso l’immagine della città di Taranto e delle sue eccellenze oltre ad aver creato un danno  ambientale ed alla biodiversità’ irreparabile.

Il danno alle nostre attività turistico - commerciali, artigianali ed agricole è quantificabile a vista d’occhio.
Lo Stato e gli Enti preposti devono mettere la stessa città nelle condizioni di attrarre investimenti utilizzando nuovi strumenti economici attrattivi.
L’economia viva della provincia di Taranto si basa su moderne imprese commerciali, del turismo ed artigianali, oltre ad imprese agricole e agro-alimentari (11.000 in totale quelle iscritte nel registro delle imprese, operanti su una superficie totale di quasi 90.000 ettari, con un fatturato di 550 milioni di euro); tantissime di queste imprese, guidate da giovani imprenditori, sono impegnate nell’export di prodotti di prima qualità, a cominciare da uva, agrumi e olio (buona parte del quale imbottigliato da imprese della Toscana).
Nella nostra provincia proprio l’export dei prodotti ortofrutticoli è in crescita e si colloca in Puglia al secondo posto dopo la provincia di Bari, e al decimo posto in Italia.
Danno linfa vita all’economia della provincia di Taranto anche le attività zootecniche a qualità garantita (1200 gli allevamenti presenti).
Le attività artigianali dinamiche e moderne e una rete commerciale che ha saputo riconvertirsi e innovare sono protagoniste del vero cambiamento economico in atto nella provincia di Taranto con l’attestarsi di nuove figure artigianali da quelli digitali alle nuove attività di valorizzazione e specializzazione degli antichi mestieri applicati alle novità tecnologiche.
L’economia viva della provincia di Taranto è trainata anche da una rete di imprese agrituristiche, da un sistema ricettivo volto a coniugare qualità dell’offerta, eccellenza dell’ospitalità e risorse culturali, naturali e paesaggistiche di primario valore (sistema delle gravine, coste, mare, centri storici).
L’enogastronomia contribuisce da par suo a incrementare i flussi turistici; proprio per il turismo va ricordato che l’Unione Europea, lo Stato e la Regione hanno effettuato cospicui investimenti pubblici a sostegno di un’offerta di alto livello; aiutare le reti d’impresa per migliorare sia i canali commerciali e  turistici che quelli distributivi oltre alla valorizzazione dei prodotti tipici che artigianali è il mantra che deve contrassegnare i prossimi anni.
Riproporre per Taranto e il suo territorio la vecchia, obsoleta e dirigista ricetta industrialista, magari imbellettata con qualche orpello decorativo volto a mitigarne la presentabilità agli ingenui, è insensato, pericoloso, fuori luogo e fuori tempo.
Assegnare ancora una volta un ruolo trainante all’industria, dopo quello che è successo in questi decenni di  criminale ‘distrazione di Stato’ alle sorti dell’ambiente e della salute in provincia di Taranto, è anzitutto un insulto all’intelligenza delle nostre popolazioni.
Riproporre la presenza ingombrante di un’industria che, checché si dica, ha comunque un forte impatto e rischio ambientale, così come l’accentuare il ruolo e raddoppiare la presenza della raffineria di idrocarburi non è certo sintomo di reale attenzione al miglioramento della qualità ambientale.
In questi decenni proprio l’agricoltura, la zootecnia, le imprese che traggono dal territorio la propria ragione di vita e operosità sono state penalizzate dalla presenza (oltre che dalle immissioni inquinanti in atmosfera), arrivando talvolta sinanche a non evidenziare l’origine territoriale dei prodotti immessi sul mercato.
Egregio Presidente Matteo Renzi, se la Sua Toscana poggia gran parte della propria economia sui valori e sui tesori del Rinascimento, la provincia di Taranto, senza imposizioni e asservimenti alle logiche di profitti che si distribuiscono presso le sedi legali delle imprese ad elevato impatto ambientale, può ridisegnare il proprio futuro basandosi sulla propria storia, sul valore del lavoro delle sue popolazioni, sull’intelligenza operosa delle sue imprese, sulla qualità e concorrenzialità dei prodotti della terra e sulle proprie risorse naturali, culturali e ambientali.
Egregio Presidente, al prossimo incontro gradiremmo essere presenti anche noi come organizzazioni delle piccole e medie imprese, ed inoltre cosa pensano del futuro delineato i parlamentari jonici.

Lunedì, 15 Settembre 2014 12:13

L'ALLARME - I giovani agricoltori: "Attenti alla Pac 2015/2020"

Scritto da

LA PAC 2015-2020 poteva essere sicuramente migliore, meno penalizzante per l’agricoltura italiana, una normativa che dimostra come, anche nel settore agricolo, ormai in ambito UE siano le nazioni dell’Europa settentrionale a “dettare legge”!

Ma, al di là di qualche piccolo possibile “aggiustamento” tecnico, l’impianto di base della nuova PAC è stato ormai stabilito e, per quanto poco gradito, gli agricoltori devono studiarlo per essere pronti, già dal prossimo anno, a trarne i maggiori vantaggi possibili.

In estrema sintesi questo è il “verdetto” di “InterSud”, l’annuale riunione interregionale del Meridione dei Giovani di Confagricoltura Anga, che per la prima volta si è tenuta in questo weekend a Ginosa, precisamente presso il suggestivo country resort “Valle Rita”.

Organizzata una volta l’anno in differenti location, si tratta di una riunione itinerante che vede riunirsi i quadri dirigenti dei Giovani di Confagricoltura di tutte le regioni meridionali, a partire dai segretari e presidenti provinciali e regionali.

Nella mattinata della prima giornata, sabato 13 settembre, i giovani imprenditori hanno incontrato Paolo La Cava, il responsabile acquisti Barilla per l'area sud, che ha illustrato loro i grandi vantaggi e opportunità dei “contratti di filiera” nel settore cerealicolo, ma anche i requisiti cui deve essere impostata la produzione dei cereali che dovranno essere poi venduti a un buyer internazionale come il Gruppo Barilla.

Nel pomeriggio si è tenuto il convegno "Nuova PAC: bio e greening, esperienze a confronto”, che ha visto la partecipazione allargarsi, oltre che a un importante parterre istituzionale, a una vasta platea di agricoltori ed operatori agricoli interessati a conoscere i nuovi indirizzi della PAC 2015-2020.

I lavori, moderati da Francesco de Filippis, presidente Giovani di Confagricoltura Anga Taranto, sono stati aperti dai saluti di Vito De Palma, Sindaco di Ginosa, Luca Lazzàro, presidente Confagricoltura Taranto, Rocco Caliandro, presidente Giovani di Confagricoltura Anga Puglia, e Giovanni Selvaggi, componente del comitato presidenza Giovani di Confagricoltura Anga.

È stato Filippo Schiavone, vicepresidente Giovani di Confagricoltura Anga, a presentare alla folta platea il pensiero politico-sindacale di Anga Confagricoltura: «la PAC 2015-2020 ha più ombre che luci, a mio avviso una delle peggiori riforme della storia, che invece avrebbe potuto e dovuto premiare i veri agricoltori e riformare completamente il sistema agricolo, affrontando finalmente il maggiore problema che hanno gli agricoltori: le crisi di mercato. Così non è stato, eppure il trattato di Lisbona, con il dialogo a tre in ambito UE tra Parlamento, Commissione e Consiglio, ha enfatizzato il ruolo del Parlamento rispetto al passato, un Parlamento che aveva la possibilità di bloccare la riforma tracciandone diversamente le linee guida, anche se, secondo me, il vero errore proveniva già dalla Conferenza Stato-Regioni e dallo Stato italiano».

Mario Salvi, Area Economica Confagricoltura, ha poi illustrato tecnicamente gli indirizzi generali della PAC 2015-2020 che comporterà da un lato l’aumento degli ettari ammissibili ai Pagamenti diretti, e da un altro la riduzione dei beneficiari stessi in quanto, ammettendo solo gli agricoltori “attivi”, anche se coltivano fondi di piccole dimensioni, realizzerà una selezione.

Però, aumentando rispetto al passato gli ettari ammissibili ai Pagamenti diretti, i fondi destinati all’Italia saranno soggetti a una maggiore “parcellizzazione”, fondi per la agricoltura italiana che sono già stati ridotti dalla UE “alla fonte”: il complessivo plafond UE, infatti, dovrà essere suddiviso tra un numero maggiore di Paesi membri UE che, con l’ingresso delle nazioni dell’Est iniziato nel 2004, oggi è salito a 28. Per gli agricoltori italiani questi due fenomeni comporteranno una progressiva riduzione del Pagamento diretto per ettaro che partirà nel 2015 con il 15%, fino ad arrivare nel 2020 al 30%!

La PAC 2015-2020 impone soprattutto un maggior impegno ambientale: Il 30% del Pagamento diretto, infatti, sarà erogato dalla UE solo se l’agricoltore adotterà una serie di “comportamenti virtuosi”, i cosiddetti “greening”, tesi alla salvaguardia delle risorse ambientali. Tra questi l’abbandono della gestione monocolturale dei fondi in favore di una più diversificata con almeno 2 o 3 colture differenti, soprattutto diversificate tra primaverili e autunnali, o la destinazione del 5% dei seminativi al cosiddetto “focus ecologico”, ovvero a usi ambientali come coltivazioni che arricchiscano organicamente la “zolla” o utilizzi per la tutela e la valorizzazione di elementi del cosiddetto “paesaggio rurale”, come determinati specchi d’acqua interni o, persino, i nostri muretti a secco. Ovviamente la certificazione UE del “focus ecologico” imporrà ai nostri imprenditori agricoli un ulteriore aggravio delle procedure amministrative e burocratiche per ottenere i Pagamenti diretti.

In chiusura dei lavori le possibilità che offrono le colture biologiche sono stati esposti da Giuseppe Tarantini, consigliere di amministrazione della “OP Jonica Bio”, che, illustrando il “case history” della sua azienda, ha suscitato l’interesse della platea.

La giornata di domenica, 14 settembre, di questa edizione di InterSud di Anga Confagricoltura, che ha segnato il ritorno in Puglia di questa importante manifestazione dopo quattro anni, è stata dedicata a momenti di approfondimenti tecnici e a visite in aziende della zona.

 

La questione delle bonifiche in Mar Piccolo è oggetto di botta e risposta tra il presidente dell'Asi Costanzo Carrieri e quello dell'Ance Antonio Marinaro. Quest'ultimo aveva sollevato una serie di perplessità rispetto al ruolo dell'ASI in questa complessa partita. Ora arriva un'ulteriore precisazione di Carrieri che risponde direttamente a Marinaro.

Ecco cosa scrive:

Con rammarico siamo costretti a rilevare l’inopportunità dell’intervento del presidente di ANCE Taranto, Antonio Marinaro, in merito  alla questione bonifica del Mar Piccolo, anche perché duole ammettere la disgregazione sociale, politica ed economica che attanaglia questo territorio. Sembra proprio che ci sia del vero nella “storiella” di quel tarantino più propenso a chiedere a San Cataldo una grazia per la distruzione del suo vicino che un beneficio per se.

Ma, al di là degli aneddoti, veniamo ai fatti, per chiarire, ove mai ce ne fosse bisogno, la posizione del Consorzio ASI di Taranto che a pieno titolo è Ente accreditato ad occuparsi istituzionalmente di sviluppo economico oltre che di sviluppo industriale.

Ma vi è di più il Consorzio ASI è un Ente Pubblico nel cui Consiglio di Amministrazione siede, tra gli altri, il Presidente di Confindustria (ndr alla quale aderisce  anche  ANCE).

La linea politica ed economica che il Consorzio adotta in merito a questioni importanti, come è appunto la questione bonifiche del Mar Piccolo,  è stata oggetto di discussione nell’ultima seduta del Consiglio di Amministrazione con all’ordine del giorno: “Problematiche connesse alla bonifica del Mar Piccolo”.

In particolare il Presidente di Confindustria ha contribuito nella suddetta seduta ad elaborare  le linee programmatiche per il Mar Piccolo tese a sensibilizzare gli Enti Pubblici Locali .

L’intesa istituzionale invocata dall’ASI in merito alla bonifica di Mar Piccolo non vuole essere un’inutile rivendicazione di facciata.

Il Presidente Marinaro dovrebbe sapere che, come è accaduto per la bonifica del quartiere Tamburi che investe i territori di Taranto e di Statte e la bonifica delle aree portuali che riguardano il Porto, sono stati siglati specifici protocolli di intesa tra il Commissario alle bonifiche  il Comune di Taranto, il Comune di Statte, l’Autorità Portuale.

Per ciò che concerne il Mar Piccolo, ad oggi non è stato siglato alcun protocollo di intesa che garantisca la presenza/responsabilità degli Enti pubblici  del territorio.

Ci è sembrato quindi doveroso intervenire per il bene di Taranto, e quindi  per chiedere, semplicemente  che il territorio sia garantito attraverso il suo diretto coinvolgimento. 

Un’area come il Mar Piccolo rappresenta in prospettiva futura una grande occasione di sviluppo economico e ricchezza  per Taranto. E’ certamente doveroso da parte del Consorzio ASI sensibilizzare tutti gli Enti Pubblici sul Mar Piccolo ed agire nell’interesse della collettività.

L’appello del Consorzio sul Mar Piccolo è indirizzato ad unire e pertanto sono inutili  protagonismi autoreferenziali.

Accordi extra tavolo o protagonismi autoreferenziali non sono praticabili .

Il Consorzio per l’Area di Sviluppo Industriale non rivendica alcun ruolo ma non intende rimanere passivo di fronte al Mar Piccolo e pertanto ha inteso richiamare l’attenzione del Commissario e degli Enti pubblici del territorio per evitare che ancora una volta Taranto sia terra di conquista attraverso  scippi ben camuffati

E’ appena il caso di richiamare l’attenzione sulla circostanza che il Consorzio ASI di Taranto è stato l’unico in Italia ad aver effettuato un ribasso del 10% sul canone d’uso per le PMI insediate nelle strutture di proprietà del Consorzio.

Il Consorzio ha di recente, appaltato e consegnato opere per un importo di 7,5 milioni di euro per la realizzazione di infrastrutture nell’area industriale di Taranto; ha acquisito dalla Regione Puglia il più grande incubatore d’Europa; ha convenuto con il Ministero dello Sviluppo Economico risorse incentivanti nei confronti delle star up innovative da insediare nell’incubatore ASI.

Sono in corso ulteriori progetti per la realizzazione di infrastrutture industriali e per la realizzazione di rete lan e dotazione di fibra ottica dell’area industriale e dei complessi consortili incubatore e resider.

 

Una importante azienda ha richiesto la nostra collaborazione per reperire giovani chef con le caratteristiche dell'ospitalita' e della qualita' del servizio. In particolare la Compagnia cerca persone di talento interessate ad unirsi al team che ha ottenuto numerosi riconoscimenti. La qualifica richieste è quella di "Food and beverage manager (responsabile cibi e bevande)".

Il nostro sito internet e' www.pugliachefacademy.com

Green Italy srl - via Bari 47, 72017 Ostuni - Tel. 0831.332487- 340.7678256


“Se si continuerà a bloccare ogni opera infrastrutturale ed economica nel Porto di Taranto, ci saranno conseguenze gravissime non solo per la città, ma per l’intero sistema portuale nazionale”.
Così il consigliere regionale di Forza Italia, Pietro Lospinuso. “Non lo diciamo noi - prosegue - ma uno studio del Ministero alle Infrastrutture. Il porto ionico paga la concorrenza dei porti del Nord Africa, i ritardi nella realizzazione delle opere infrastrutturali e le vicende dell’Ilva. Il rapporto conferma quanto sosteniamo da tempo: se non si realizzeranno le opere programmate, la situazione (già di enorme difficoltà) potrebbe sfociare in emergenza. Non possiamo più perdere tempo: ci sono interventi urgenti da cantierizzare il prima possibile, altrimenti si rischia di non essere più competitivi. Poche settimane fa la Compagnia Evergreen aveva paventato l’ipotesi di trasferire le linee restanti altrove. Un pericolo che abbiamo evitato, ma è comprensibile dal momento che si continua a perdere tempo. In questi giorni, a Nardò, fa notizia il caso del resort bloccato per burocrazia ed altri limiti vigenti. Taranto questo dramma lo vive da anni: basti pensare anche a Tempa Rossa e l’investimento dell’Eni dove  si moltiplicano i veti senza un motivo giacché anche il ministero ha dato il suo ok. Si fanno prevalere i “no” ideologici senza fondamento allo sviluppo del territorio intralciando anche gli investimenti, soprattutto in vista delle primarie del Pd. La burocrazia regionale ha un’incidenza pesantissima che si aggiunge alla miopia del Comune di Taranto che, dopo aver perso già ingenti investimenti, vorrebbe permettersi il lusso di fare anche la variante al Piano Portuale. Confindustria Taranto elenca, nel suo appello a Renzi, le tante questioni in bilico (dall’Ilva a Tempa Rossa, appunto). Se il Comune dovesse aggiungere la variante al Piano, per Taranto sarebbe una morte annunciata. Il ministero fotografa un ritardo nella realizzazione delle opere che strozza il porto e a nulla sono valsi gli accordi inter-istituzionali degli ultimi tempi”.
“Su Taranto la Giunta Regionale non ha mai avuto un programma di rilancio - conclude Lospinuso - ed è un territorio che soffre e che merita una politica industriale e portuale determinata in grado di perseguire la crescita nel rispetto della salute dei cittadini e dell’ambiente”.

Prima il botta e risposta tra Losappio(Sel)  e Mazzarano (Pd), ora quello tra Cervellera e Stefàno, entrambi di Sel, il caso "Tempa rossa"  infiamma il dibattito e diventa terreno di scontro all'interno del centrosinistra regionale in piena campagna elettorale per le imminenti primarie. Questa volta è Dario Stefàno (candidato alle primarie)  a puntualizzare la propria posizione in risposta ad Alfredo Cervellera  (che ha deciso di non sostenere il suo compagno di partito ma di appoggiare il candidato del Pd Michele Emiliano) che lo aveva chiamato in causa. Di seguito la nota di Stefàno che mette in evidenza i pareri già espressi ma non esclude che questi possano essere rivisti purchè in un clima lontano dalle polemiche.

“Rispondo volentieri al Consigliere regionale Alfredo Cervellera, che mi chiama in causa come candidato alle primarie del centrosinistra ed ex assessore regionale, perché ho ancora una volta la possibilità di ribadire la mia valutazione politica, al netto delle sue interpretazioni fantasiose, rispetto ad un tema chiave delle politiche pubbliche regionali. Attuali e future. Taranto e la sua storia ci dicono chiaramente che non ci sono alternative alla ambientalizzazione dei processi produttivi. Da lì occorre ripartire riducendo l’impatto degli impianti già esistenti.  È l’unica strategia da applicare e che non riguarda solo Ilva o Taranto, ma tutta la Puglia.

 

Specificatamente a Tempa Rossa è utile ricordare che il progetto è soggetto alla normativa VIA e AIA, entrambe attribuite alla competenza dello Stato, in quanto l’opera ricade all’interno del Sito di Interesse Nazionale di Taranto. ENI ha presentato istanza di compatibilità ambientale e di autorizzazione integrata ambientale al Ministro dell’Ambiente il 15 aprile 2010 che, di concerto con il Ministro per i beni e le attività culturali, nell’ottobre 2011 ha decretato la compatibilità ambientale di Tempa Rossa autorizzando contestualmente  l’esercizio.

 

La Regione Puglia ha espresso il proprio parere endoprocedimentale di VIA con la famosa delibera in questione, sulla scorta del parere tecnico rilasciato dal Comitato regionale di VIA ed in considerazione, tra l’altro, dell’orientamento favorevole espresso dalla Provincia e dal Comune di Taranto. Peraltro si tace sul fatto che il parere della Regione contiene alcune prescrizioni, di carattere ambientale e sanitario, che la Regione stessa ha chiesto al Ministero di tener conto nel prosieguo dell’iter. Non ricevendo però, almeno sino ad oggi, alcun riscontro. Ma questo sembra non attrarre l’interesse del nostro consigliere regionale.

 

Rilevo che Cervellera, eletto con me nella stessa maggioranza nel 2010, prima di rilasciare dichiarazioni ruvide ma inconsistenti, avrebbe potuto usare l’accortezza di chiedere ai competenti  uffici la documentazione utile ad approfondire.

Ad ogni modo spero tanto che queste precisazioni lo tranquillizzino inducendolo ad assolvere a quella funzione di controllo che può ancora esercitare, da consigliere tuttora in carica, nell’assolvimento del proprio ruolo.

 

Concludo osservando che non è contrapponendo questioni tra loro diverse che si fanno gli interessi della nostra comunità. La vicenda della TAP è diversa da TEMPA ROSSA: a San Foca il Comune sin dall’inizio ha motivato il proprio no al progetto intervenendo nel procedimento VIA regionale con proprie osservazioni. A Taranto le istituzioni rappresentative del territorio, Comune e Provincia, come detto hanno invece espresso parere positivo. Rimettere in discussione le valutazioni di allora, posizione legittima, è cosa diversa dall’alimentare contrapposizioni improprie e polemiche pretestuose.”

 

Dal 10 settembre al via la procedura telematica che concede alle imprese godere un credito d'imposta per l'assunzione di personale altamente qualificato: domande sulla piattaforma online del MiSE dal 15 settembre.

A cura di Amedeo Cottino

Al via le domande per le aziende che hanno diritto all’agevolazione fiscale sulle assunzioni di personale altamente qualificato effettuate nel corso del 2012 (26 giugno-31 dicembre): dal 15 settembre sarà disponibile l’apposita applicazione online del Ministero dello Sviluppo Economico. Per le assunzioni effettuate nel 2013, le domande si presenteranno dal 10 gennaio 2015. Si tratta del credito d’imposta del35% (tetto massimo di 200mila euro per impresa) previsto dal Decreto Sviluppo (Dl 83/2012, articolo 24). Le istruzioni per la presentazione delle istanze sono contenute nel decreto direttoriale per gli incentivi alle imprese dello scorso 28 luglio 2014.

Il Ministero ha messo a punto il sistema telematico per inviare le domande. Dal 10 settembre le imprese possono registrarsi sulla piattaforma (https://cipaq.mise.gov.it), che fornisce le credenziali di accesso al sistema, valide dal 15 settembre, primo giorno in cui sarà possibile presentare le istanze (sulla stessa piattaforma). Per prendere confidenza con l’applicazione sono disponibili filmati illustrativi per la fase di registrazione  e di inoltro delle istanze .

Da giovedì 11 settembre sarà attivo un servizio di test (https://cipaq-test.mise.gov.it) che, contrariamente alla piattaforma vera e propria, prevede utenze condivise e dati visibili anche da altri soggetti. Quindi, attenzione a non inserire dati reali o soggetti a tutela della privacy ( i dati di prova non avranno alcun valore ai fini della domanda e saranno cancellati), su cui il Ministero non si assume responsabilità. Infine, è attivo un servizio di help desk ( Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. ) mentre per problemi amministrativi è possibile inviare una mail a  Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. .

Assunzioni agevolate

Ricordiamo che le assunzioni agevolate devono riguardare personale in possesso di dottorato di ricerca o di una delle lauree magistrali previste dal decreto: in quest’ultimo caso, gli assunti devono essere impiegati in attività di ricerca (lavori sperimentali o teorici, ricerca pianificata o indagini critiche, produzione di piani, progetti o disegni per prodotti, processi o servizi nuovi, modificati o migliorati). Le assunzioni devono essere a tempo indeterminato.

Il beneficio spetta solo in particolari condizioni (ad esempio, numero di dipendenti superiore a quello presentato nel bilancio del periodo d’imposta precedente. Si deve trattare, in pratica, di assunzioni che aumentano l’organico). Il beneficio decade se il posto di lavoro non viene conservato per almeno 3 anni, che diventano 2 per le PMI.

“La notizia dell’interesse di imprenditori stranieri pronti ad acquisire il pacchetto azionario dell’Ilva di Taranto non induce certo a fare salti di gioia”. E’ il commento di Antonio Camporeale, presidente del Gruppo del Nuovo Centrodestra in Consiglio Regionale. “Intanto per la strategicità del comparto per lo Stato italiano, che dovrebbe indurre il Governo e le parti interessate a un ruolo decisamente attivo e alla massima attenzione in una trattativa tutt’altro che semplice e dalle molteplici ripercussioni. Poi, per le garanzie sia sui livelli occupazionali da mantenere, sia per le condizioni nelle quali i lavoratori stessi devono essere chiamati a operare”, sottolinea ancora Camporeale.
“Siamo proprio sicuri che un imprenditore indiano possa operare meglio dell’attuale proprietà, e affrontare e risolvere tutte le problematiche e le emergenze che hanno reso tormentata la vita della e nell’acciaieria? Non si tratta  conclude il capogruppo alla Regione del Nuovo centrodestra - di diventare tifosi di una soluzione e acquisizione rispetto a un’altra, ma di fare un’attenta analisi di costi e benefici non solo in un immediato così pressante e nebuloso, ma necessariamente anche a medio e lungo medio termine, per evitare che la cura non si riveli, un giorno nemmeno troppo lontano, peggiore del male. E che a pagare siano sempre e solo i lavoratori e una città intera”.

Tempa Rossa continua a far discutere. Il nuovo insediamento voluto dall'Eni, e accordato dal Governo, ma non dal Comune di Taranto questa volta mette di fronte il presidente del gruppo consiliare di Sel alla Regione Puglia, Michele Losappio, e il consigliere regionale Pd, Michele Mazzarano, protagonisti di un botta e risposta al fulmicotone.

Se Losappio, infatti, sostiene che, pur rispettando il lavoro del Comitato Via regionale e il ruolo delle istituzioni nonchè gli obblighi della Giunta regionale e del suo presidente, Sel è contraria al progetto di insediamento di Tempa Rossa "come a qualsiasi altra infrastruttura o impianto di produzione energetica che si vuole aggiungere in Puglia" e chiede di capire, perchè gli risulta ignota, la posizione "in particolare del Pd e dei suoi dirigenti regionali", Mazzarano rimprovera al suo collega di Consiglio regionale il fatto di essere "ossessionato dal chieder conto di tutto al Pd, anche quando il Pd, in questo caso Michele Emiliano, non può rispondere di nulla".

Secindo Mazzarano, infatti, Losappio "prova surrettiziamente a spostare l'attenzione sul Pd anziché rispondere al problema posto dal suo collega di partito Alfredo Cervellera che chiede chiarimenti al presidente Vendola sul parere favorevole dato dalla Giunta regionale al progetto Tempa Rossa di ENI, parere su cui, mi risulta, si astenne un ex assessore del Pd. Non si può, come fa Losappio, - aggiunge Mazzarano - derubricare il parere del comitato regionale Via, seppur non vincolante, dopo quello di Provincia e Comune di Taranto, a puro fatto tecnico e non indicativo, invece, della visione politica e strategica del governo Vendola sui siti industriali e i problemi ambientali di Taranto".

Di qui l'appello al presidente del gruppo consilaire di Sel di astenersi dal fare polemica "sui gravi problemi ambientali di Taranto" perchè la città dei due mari ha bisogno "di parole di verità e di responsabilità" per cui, conclude Mazzarano, sarebbe il caso di "discutere nel merito di tutto: ricostruire la vicenda nel suo percorso tecnico-scientifico; discutere delle criticità ancora irrisolte come il rischio di incidente rilevante derivante dalla quadruplicazione del numero di navi che dovrebbero arrivare nel porto di Taranto; valutare se le compensazioni ambientali sono congrue o risibili, oppure, peggio ancora, se si tratta di un investimento fatto sotto il ricatto occupazionale; approfondire il complesso tema delle emissioni odorigene e il loro impatto sull'ambiente e sulla salute degli abitanti".

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