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Giornale di Taranto - Economia, Lavoro & Industria
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Economia, Lavoro & Industria

Economia, Lavoro & Industria (1902)

"Le autorità italiane rispettino la legge e notifichino alla Commissione europea i dati reali dello sversamento di liquido e olio lubrificante avvenuto lo scorso mese di settembre nel Mar Grande di Taranto". In una nota Rosa D'Amato, parlamentare europea del Movimento 5Stelle, punta il dito contro l'ennesimo danno ambientale causato dall'Ilva dalla città pugliese.

"Temiamo - aggiunge l'eurodeputata - che lo sversamento in mare di 60mila litri di questo liquido inquinante sia stato sottostimato. I cittadini vogliono essere rassicurati sulla tempistica dell'intervento e sull'efficienza dei sistemi di sicurezza. "Siamo preoccupati - conclude Rosa D'Amato - per la nomina, confermata ieri al Parlamento europeo  dai gruppi popolari e socialisti, del nuovo commissario a Energia e cambiamenti climatici. Il mandato del commissario all'Ambiente Potocnick sta per scadere e, viste le sue attenzioni alla problematica Ilva, ci auspichiamo che esprima al più presto il parere ragionato (reasoned opinion).  Se il dossier Ilva fosse affidato a Miguel Cañete saremmo alla commedia dell'assurdo: un ex petroliere, con nessuna sensibilità verso la tutela dell'ambiente e della salute, dovrebbe vigilare sul rispetto delle regole a  Taranto!". 

La crisi ha travolto il settore edilizio minandone la stabilità alle fondamenta. Nel periodo 2008/2014 l'attività nelle costruzioni ha cumulato una perdita prossima al 30%, contribuendo per 1,5 punti percentuali al calo del prodotto interno lordo. E' questa in sintesi la lapidaria verità contenuta nel documento presentato da Bankitalia in sede di audizione alla Camera sul decreto Sblocca Italia. E l’Ance (Associazione nazionale costruttori edili), sempre nel medesimo ciclo di audizioni, rincara la dose con 57mila imprese sparite dal mercato e circa 800mila lavoratori in meno lungo tutta la filiera delle costruzioni, ed una crisi complessiva di periodo che, senza il dato più che positivo della riqualificazione dello stock abitativo, porterebbe il settore ad un -47%.

Uno scenario drammatico e preoccupante che, in Terra Ionica, diventa ancora più aspro. "La situazione tarantina nel settore, è ancora peggiore ed i dati a nostra disposizione ci raccontano quasi un dimezzamento dell’attività produttiva e dell’occupazione", sottolinea, commentando i dati della banca centrale e del centro studi Ance,  il presidente di Ance Taranto, Antonio Marinaro, secondo il quale il territorio ionico "deve poter individuare una strada percorribile per affrontare con decisione la crisi creando nuove occasioni di sviluppo. Se l’attività di recupero e riqualificazione del patrimonio immobiliare è l’unico comparto in positivo, allora questo deve indicare a tutti noi la strada da seguire. La rigenerazione urbana può diventare allora la leva da azionare per investimenti in grado di riportare sul territorio cantieri ed occupazione. La riconsiderazione in chiave innovativa dei quartieri storici delle nostre città grandi e piccole - prosegue Marinaro - rimetterebbe in giro cospicui finanziamenti pubblici e privati, riconsegnerebbe un futuro certo ai nostri centri storici e ,fattore ormai indispensabile, farebbe vivere meglio i cittadini. E’ una strada che ormai come Ance, non senza difficoltà, abbiamo cominciato a percorrere, come dimostrano le azioni messe in campo per la città vecchia di Taranto e le diverse intese siglate con amministrazioni comunali della provincia per la rigenerazione e la valorizzazione dei patrimoni immobiliari pubblici".

Ma tutto ciò non sarebbe possibile senza un effettivo passo in avanti nei processi di spesa. Gli enti locali dovrebbero, in un regime di carenza di risorse finanziarie, impiegare al meglio i denari a disposizione puntando su celerità e qualità della spesa, nonché su una effettiva capacità di costruzione di alleanze e partenariati tra pubblico e privato.

"La velocità dell’azione è oggi determinante, sia nell’attuazione delle opere che nella gestione dei programmi complessi di trasformazione del territorio - precisa il presidente Marinaro – altrimenti si rischia di vanificare ogni sforzo e di mettere a rischio la stessa tenuta delle imprese. Determinante è anche uno scatto di qualità da parte di tutti. Qualità progettuale, ma anche qualità delle cabine di regia dove si decidono le vie dello sviluppo locale e l'attuazione degli interventi. Se la grave contingenza economica verrà affrontata con il giusto piglio ed energia - conclude Marinaro - la stessa si potrà superare con un accordo strategico e lungimirante tra le pubbliche amministrazioni e le imprese locali che possa interpretare davvero l'interesse generale".

 

Mercoledì, 08 Ottobre 2014 18:18

LAVORO - Salario minimo, Stefàno scrive al premier Renzi

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"Il dibattito in corso sul salario minimo, così giustamente sentito dal suo governo è, senz’altro, un tema di rilevante importanza che auspico fortemente trovi l’accordo di tutte le parti politiche e sociali per giungere ad una definitiva quanto positiva conclusione". Il sindaco Ezio Stefàno proprio non riesce a stare più di una settimana senza scrivere lettere soprattutto quelle indirizzate al presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi. Allora, eccolo tornare a sedersi dietro la sua scrivania a palazzo di città per prendere carta e penna e tornare a scrivere al premier.

Oggetto di questo nuovo intervento non le ben note emergenze ambientali bensì la questione del salario minimo da garantire a quella fetta, ben ampia, di lavoratori privi di qualsiasi forma di tutela. Il salario minimo è la più bassa paga oraria, giornaliera o mensile che in taluni stati i datori di lavoro devono per legge corrispondere a impiegati e operai. Introdotte per la prima volta in Australia e Nuova Zelanda alla fine del diciannovesimo secolo, le leggi sul salario minimo sono state poi introdotte in molti altri Paesi del mondo, e sono oggi in vigore in molti Stati.

In Italia esistono pensioni minime, mentre un livello di salari minimi non è previsto da leggi nazionali, ma dalla contrattazione fra le parti sociali. Gli stage e i contratti a progetto non fanno riferimento ad alcun contratto nazionale di lavoro e ad un livello di inquadramento con il relativo salario base: i rapporti di lavoro regolati da queste tipologie contrattuali non prevedono alcun salario minimo.

"Mi preme in proposito - scrive ancora Stefàno - manifestarle tutto il mio più vivo apprezzamento per questa iniziativa da lei intrapresa in quanto va a tutela di quei lavoratori  più svantaggiati, più deboli, non coperti dalle maglie dei contratti collettivi nazionali e li garantisce da qualunque forma di sfruttamento. Il salario minimo, nella sua capacità di restituire una dimensione sociale ai lavoratori, concorre ad incentivare i consumi, migliorando  l’economia e può essere valido strumento per contrastare l’attuale fase di crisi che sta attraversando il nostro Paese. Ho inteso inviarle questo breve ma significativo messaggio di condivisione e di sostegno all’iniziativa intrapresa,- conclude il sindaco -  in quanto garantisce il diritto di cittadinanza e allevia l’impegno che fortemente sostengono i Comuni nella loro quotidiana azione di attuazione del principio di sussidiarietà".

Il consigliere regionale Giuseppe CRISTELLA (FI) ha diffuso la una nota stampa in cui solleva dubbi sullo stato di attuazione del programma Garanzia Giovani a Taranto e provincia. Ecco il testo della sua interrogazione.
"Ho presentato un’interrogazione per conoscere lo stato d’attuazione del programma “Garanzia Giovani” relativamente a Taranto e provincia.
Ho chiesto inoltre di conoscere il numero dei patti di servizio sinora siglati con le varie aziende e se a Taranto e/o nella sua provincia risultano allestiti presso i Centri per l’Impiego sportelli dedicati al Programma “Garanzia Giovani”;  conoscere le ragioni se del caso, di un’eventuale deplorevole inesistenza di detti sportelli e infine, quali provvedimenti  intenderà adottare l’assessore al ramo in ordine alle problematiche da me evidenziate in considerazione del fatto che la Regione Puglia, riveste la qualità di organismo intermedio di PON YEI (impiego giovanile)"

"Esprimiamo grande soddisfazione per questa decisione assunta oggi dall'esecutivo pugliese, su proposta dell'assessore all'Ambiente, che ha così recepito i termini della nostra mozione presentata in Consiglio regionale la scorsa settimana".

Anna Rita Lemma (Pd) e Alfredo Cervellera (Sel) cominciano così una nota congiunta poche ore dopo la delibera della giunta regionale di chiedere al ministero di rivedere il decreto ministeriale autorizzativo con cui si concede la Via-Aia  al progetto “Tempa Rossa” a Taranto.

La Regione ha avviato la formale procedura di richiesta di riesame per il progetto di stoccaggio di Eni, ha annunciato l'assessore, alla luce delle considerazioni espresse da Arpa Puglia che a questo punto "coordinerà il lavoro di redazione della Vds (valutazione danno sanitario) sulla traccia di quanto già fatto per Ilva". 
"Insomma, - concludono Lemma e Cervellera - la valutazione delle ricadute sanitarie entrerà a pieno titolo nella più complessiva redazione del Via-Aia per Tempa Rossa. Un risultato importante a tutela del territorio ionico".

Sottoscritto un protocollo d’intesa scuola – impresa per formare i futuri tecnici del legno e promuovere l’occupazione sul territorio

 

 

 

Il Gruppo De Carlo di Mottola (TA), tra le realtà leader in Italia nella produzione di infissi, ha sottoscritto un protocollo d’intesa che coinvolge l’Istituto Secondario di Istruzione Superiore “Lentini-Einstein” di Mottola e l’Amministrazione Comunale con l’intento di favorire la costituzione di un Istituto Tecnico del Legno e dell’Arredamento nella provincia tarantina.

 

Per la prima volta in Puglia un’impresa del comparto Legno-Arredo sollecita la pubblica amministrazione e si integra nel sistema scolastico con la volontà di fondare un Istituto Tecnico pubblico, con utenza regionale, nazionale e internazionale, che possa formare diplomati “Tecnici del Legno e Arredo” con qualifica quinquennale (diploma di maturità con indirizzo industria e artigianato, prodotti in legno per il settore edile e arredo) e la figura degli “Operatori del Legno” con qualifica triennale. L’obiettivo dell’iniziativa è di promuovere lo sviluppo imprenditoriale e sociale del territorio e incoraggiare la formazione di giovani professionisti specializzati e competenti.

 

Il programma sottoscritto tra il Gruppo pugliese, l’Istituto Lentini e il Comune di Mottola, prevede la costituzione di un Comitato Tecnico-Scientifico che programmerà per l’anno 2015/2016 l’offerta formativa dell’Istituto orientandola verso il nuovo percorso di studi con indirizzo “Tecnico dell’Industria del Legno e dell’Arredamento” e porrà le basi per la costituzione di una scuola indipendente.

 

L’azienda consentirà l’acceso ai laboratori e ai reparti di falegnameria del proprio stabilimento e metterà a disposizione banchi di lavoro, attrezzature d’avanguardia e impianti per la lavorazione di una linea dedicata; gli studenti potranno usufruire anche del laboratorio per le attività di ricerca e sviluppo sui prodotti verniciati realizzato in collaborazione con il Dipartimento PRO.GE.S.A dell’Università di Bari; i responsabili di reparto svolgeranno il ruolo di tutor per tutto ciò che concerne materiali, tecnologia applicata e processi produttivi. L’attività operativa sarà affiancata da una più strategica volta a formare nelle aree marketing, vendite, internazionalizzazione, organizzazione aziendale, amministrazione e controllo.

 

«L’iniziativa– afferma Nicola De Carlo, general manager del Gruppo De Carlo - nasce dal presupposto che i processi d’innovazione devono necessariamente avere origine da un sistema di conoscenza e cultura della materia.  L’idea, quindi, è quella di fondare un istituto al cui interno i laboratori didattici e la “biblioteca”, nel senso più ampio del termine, facciano da raccordo tra il mondo della scuola e quello dei centri della ricerca scientifica e i laboratori di ricerca dell'azienda, solo in questo modo i ragazzi potranno integrare le conoscenze utili a fare innovazione sui materiali o sui processi di produzione. Inoltre, il connubio scuola-impresa permette non solo di implementare la conoscenza, ma anche di potenziare quel "saper fare" made in Italy che tutto il mondo ci invidia.».

 

Nella consapevolezza che il tasso di disoccupazione nel territorio è superiore a quello medio nazionale e il sistema produttivo presenta delle difficoltà a recepire tecnici specializzati, l’amministrazione comunale di Mottola si è fin da subito dimostrata interessata a favorire l’intesa Scuola – Impresa attraverso una serie di facilitazioni, assicurando il servizio scuolabus tra l’Istituto e l’azienda.

Per garantire maggiori opportunità di condivisione delle competenze specialistiche e rafforzare l’aggiornamento professionale, l’iniziativa dell’Istituto Tecnico del Legno di Mottola è oggetto del gemellaggio con l’IPSIA 

Si è svolto, presso la sede di Economia del Dipartimento Jonico, il convegno dal titolo "Quali
prospettive dopo la laurea? La Libera Professione" organizzato dall'associazione studentesca Progetto
Taranto Universitaria ed incentrato sulle figure professionali del Dottore Commercialista e del Revisore
Contabile.
L'obiettivo del convegno è stato quello di mettere in evidenza quali sono, alla luce della normativa vigente e
della delicata situazione economica odierna, le reali opportunità per i giovani laureati tarantini in questo
campo.
"L'idea del convegno nasce dalla domanda che ogni giorno ci poniamo: cosa fare dopo gli studi?" precisa Luca
Tegas, uno degli organizzatori, "Il quadro economico, oggi, è molto complesso e non favorisce in alcun modo
il giovane laureato. Nel ciclo di convegni che abbiamo pensato, vorremmo poter permettere allo studente e
al neo laureato di capire concretamente quali strade può percorrere e quali si adattano di più al profilo
personale dello stesso"
L'incontro, abilmente condotto e moderato da Serena Masini, rappresentate degli studenti nel Consiglio di
Interclasse, ha visto alternarsi ospiti di tutto rispetto. La dottoressa Masini presentando il convegno ha
precisato: "Il convegno è stato pensato non solo per confrontarsi e condividere esperienze, ma soprattutto
per permettere agli studenti di comprendere al meglio quali i pro e quali i contro di una professione tanto
ambita, ma da pochi poi realmente perseguita".
A rompere il ghiaccio e a dare il benvenuto agli oltre 200 studenti presenti è stato il Direttore del
Dipartimento Jonico il Professor Bruno Notarnicola. Il Direttore ha subito evidenziato come gli sforzi condotti
negli ultimi anni, abbiano portato oggi ad una stretta sinergia tra l'Università tarantina e l'Ordine dei
Commercialisti che si concretizza nell'opportunità per gli studenti di accedere ad alcune agevolazioni per
l'esame di stato che permette l'iscrizione all'Albo nazionale.
A porgere i saluti istituzionali, in rappresentanza del Comune di Taranto, l'Assessore all'Università Cisberto
Zaccheo. Una presenza che ha testimoniato l'importanza strategica di una figura di raccordo tra le istituzioni
e l'Università, che per troppo tempo a Taranto è mancata. L'Assessore nel suo intervento ha rimarcato la
vicinanza del Comune alle problematiche degli studenti; vicinanza che lo stesso dimostra negli atti e nei fatti
quotidianamente e che sin dal giorno del suo insediamento ha tramutato in una continua collaborazione con
Progetto Taranto Universitaria.
I lavori sono entrati nel vivo con l'autorevole intervento del Presidente dell'Ordine dei Commercialisti di
Taranto, il Dottor Cosimo Damiano Latorre. Il Presidente ha voluto porre l’accento non solo sulle tradizionali
funzioni attribuite ai dottori commercialisti, ma si è soffermato sulle funzioni trascurate dagli attuali
professionisti e che il giovane dottore commercialista potrebbe sfruttare come vantaggio competitivo per
affermarsi su un mercato ormai saturo.
Interessante e molto apprezzato dai ragazzi l'intervento del Professor Eduardo Favale, docente di Inglese
Economico, che ha evidenziato quali siano oggi le opportunità per un professionista che conosce l'inglese e
che si interfaccia con un'economia sempre più globalizzata e incentrata sulle relazioni transfrontaliere.
Si è rilevato significativo anche il contributo del Dott. Salvatore D’Ostuni, il quale in veste di praticante presso lo studio commerciale del Dott. Vinciguerra, ha chiarito alcuni aspetti riguardanti l’iter per l’abilitazione e ha dato consigli utili per la preparazione all’esame di Stato.
Autorevole e pragmatico l'intervento del Prof. Mario Tagarelli, già Presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti contabili, che attraverso l’analisi di alcuni dati statistici, ha posto l’accento sull’eccesso di offerta di Dottori Commercialisti al sud piuttosto che al nord.
A questo proposito, il prof. Tagarelli, ha sconsigliato l’individualismo del professionista, molto radicato al Sud, per preferire la soluzione di uno studio condiviso con altri professionisti. Questa forma di associazione permetterebbe di condividere mezzi e costi ed avere un impatto migliore sulla gestione dei propri affari.
Fortemente voluta dalla rappresentanza studentesca la testimonianza del giovane Dottore Commercialista Luca De Vanna, ex studente tarantino, chiamato a svelare i fattori del suo successo e i segreti del libero professionista. Il Dott. De Vanna ha spiegato che il vero segreto è amare il proprio lavoro, con la consapevolezza dei numerosi sacrifici cui il giovane professionista è chiamato a fare.
La chiusura dei lavori è toccata al Prof. Beniamino Di Cagno che, nel suo acceso e appassionato intervento, ha precisato alcuni aspetti fondamentali della libera professione ed, in particolare, del Revisore Contabile. Il professore ha evidenziato come, oggi, l’offerta formativa dei corsi di economia a Taranto presentino delle lacune nella formazione del giovane futuro professionista e come l'attenzione debba focalizzarsi in maniera più approfondita sugli aspetti tecnico-aziendali per preparare al meglio lo studente.
Progetto Taranto Universitaria continuerà questo ciclo di approfondimenti nel corso dell’Anno Accademico analizzando le altre prospettive lavorative per gli studenti di economia, sempre in stretta collaborazioni con i professionisti del nostro territorio.

Ancora una volta Confindustria Taranto si vede costretta ad intervenire presso gli Enti e le Autorità locali preposte (Prefettura e Ordine dei Medici) per segnalare un fenomeno già registrato nel recente passato, quale l’anomalo assenteismo per malattia o ad altro titolo di una parte consistente del personale addetto a funzioni strategiche del ciclo produttivo dell’ILVA.

 

Difatti, con una nota circostanziata del 3 ottobre 2014, l’Ilva Spa ha portato a conoscenza di questa Associazione di aver riscontrato, nel periodo ricompreso tra il giorno 30 settembre 2014 ed il 3 ottobre 2014, un concomitante ed anomalo assenteismo relativo a personale appartenente al Reparto Convertitori dell’Area Acciaieria n. 1 e dell’Area Acciaieria n. 2 dello Stabilimento di Taranto. Si tratta, in particolare, di personale adibito a svolgere la medesima mansione di “Capo forno”, avvicendato su più turni di lavoro in differenti squadre.

 

Nella fattispecie, su un totale complessivo di n. 25 unità lavorative operanti nel predetto reparto, la Società ha registrato la concomitante assenza per malattia di n. 12 dipendenti. Tali assenze sono state certificate sia dai Servizi di Continuità Assistenziale (le Guardie Mediche), sia dai medici di base della provincia di Taranto.

 

Una situazione che come Confindustria Taranto stigmatizziamo fortemente e che rischia di compromettere il raggiungimento dei livelli minimi di redditività ed autosufficienza dello Stabilimento di Taranto che attualmente sono fortemente in discussione.

 

Tale atteggiamento, infatti, oltre a generare immediate ripercussioni negative sulla produzione, rischia anche di vanificare gli sforzi fin qui compiuti da chi - lavoratori, azienda ed istituzioni - è quotidianamente impegnato per sostenere il destino della siderurgia a Taranto e quello delle tante imprese ad essa collegate.

 

Un fenomeno inspiegabilmente adottato da una minoranza dei lavoratori che merita la massima attenzione da parte delle Autorità competenti alle quali si chiede di intervenire prontamente per individuare e neutralizzare comportamenti opportunistici in controtendenza rispetto a chi cerca faticosamente di fare la propria parte per salvaguardare la tenuta di un sistema economico ormai allo stremo.

 

Confindustria Taranto fa pertanto appello alla sensibilità della parte preponderante del mondo del lavoro per continuare a dare segnali di responsabilità e stabilità dei rapporti così come si sta già facendo a tutti i livelli.

La circolare interpretativa del Ministero del Lavoro esclude i professionisti dipendenti degli studi professionali dalla Cassa integrazione guadagni in deroga: la protesta del CNI.

 

a cura di Amedeo Cottino

 

 

Esclusi dalla Cassa integrazione guadagni in deroga i professionisti dipendenti degli studi professionali. A precisarlo è stato il Ministero del Lavoro con la circolare n. 19/2014, fornendo la propria interpretazione del Decreto Ministeriale del 1° agosto 2014, ribadendo che il DM ha riservato la CIG in deroga alle attività economiche organizzate per la produzione o lo scambio di beni e servizi, ovvero alle imprese indicate all’articolo 2082 del Codice Civile. Qualche tempo fa l’INPS aveva previsto una possibile apertura anche ai professionisti del fondo di solidarietà residuale, ora però il Ministero, con la propria interpretazione della norma, ha chiuso le porte ad ogni speranza.

Una presa di posizione che non è piaciuta affatto al Consiglio nazionale degli ingegneri (CNI), il cui presidente, Armando Zambrano, chiede al Ministero una profonda revisione delle misure a sostengono di chi perde il proprio posto di lavoro estese a tutti i lavoratori, anche professionisti e partite IVA, e accompagnate da politiche per il reinserimento. Per Zambrano:

«I professionisti affrontano da anni senza rete una congiuntura economica che ha portato i loro redditi a contrarsi di oltre il-30%. Inoltre, con la riforma degli ordinamenti professionali, il legislatore ci ha imposto nuovi e gravosi oneri derivanti dall’introduzione dell’obbligo dell’assicurazione professionale e della formazione continua».

E ora «i dipendenti che lavorano nei nostri studi (che sono dipendenti uguali a tutti gli altri) – prosegue Zambrano – sono esclusi dalla circolare interpretativa del Ministero dalle misure di sostegno cui possono accedere tutti gli altri lavoratori. Questo comporta una disparità di trattamento nello stesso settore dell’ingegneria, in quanto i dipendenti delle società di ingegneria sembrerebbero poter accedere a tali misure mentre quelli degli studi professionali no. Si tratta di una esclusione profondamente ingiusta».

Per questo motivo il CNI ha chiesto un incontro urgente al Ministero del Lavoro sul tema.

 

Mercoledì 8 ottobre alle ore 10.00 – CGIL Via Dionisio

 

Lavorare in un call center come in una scatola del Grande Fratello, non chiedere mai spiegazioni, accettare di essere spiati e controllati in ogni momento della giornata, esseri sospesi e poi allontanati dall’azienda perché in stato di gravidanza, non chiedere mai informazioni sui propri diritti o il proprio contratto pena il licenziamento.

Sono le storie di un gruppo di lavoratori di un call center tarantino che di fronte alla rivendicazione di dignità e diritti da parte dei suoi dipendenti ha risposto con una chiara lettera di licenziamento.

Saranno loro, a volto coperto, i protagonisti della conferenza stampa che si terrà mercoledì 8 ottobre alle ore 10.00 nella sede della CGIL di Taranto in via Dionisio.

Parleranno a volto coperto perché per alcuni di loro c’è ancora una possibilità di tornare a lavorare. Possibilità che rischia di svanire del tutto se si renderanno riconoscibili in questa denuncia che suona giustizia – spiega Andrea Lumino, segretario generale della SLC, il sindacato che si occupa appunto dei lavoratori del mondo delle telecomunicazioni.

Questi lavoratori, figli-fantasma della deregulation che negli anni ha interessato il mercato del lavoro in Italia – spiega Giuseppe Massafra, segretario generale della CGIL di Taranto – non sarebbero comunque finiti sotto l’influenza della riforma che questo Governo vuole mettere in atto sull’art. 18, ma sono l’emblema di un rischio perenne e ricorrente che ogni lavoratore vive sul suo posto di lavoro. L’esempio lampante di un modello che si potrebbe replicare ovunque senza quel baluardo di diritto che qualcuno oggi vuol  derubricare al rango di mero totem ideologico

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