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Giornale di Taranto - Economia, Lavoro & Industria
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Economia, Lavoro & Industria

Economia, Lavoro & Industria (1907)

Le donne di Taranto Unite (D.T.U.), pur riconoscendo l’impegno del sindaco e della Giunta comunale nel chiedere al Consiglio comunale di Taranto che, in fase di adozione della variante al vigente PRG venissero esclude le opere che interessano gli interventi di Tempa rossa, con conseguente revisione dell’Atto di intesa città-porto ed il successivo atto di approvazione da parte del Consiglio comunale dell’esclusione dal PRP delle  suddette opere,  esprimono grande preoccupazione per i rischi che ancora incombono sulla città a causa del nuovo  progetto Tempa rossa.

Nuovo progetto che, secondo le Donne di Taranto unite, "aumenterà un inquinamento già inaccettabile per la salute pubblica con emissioni diffuse e fuggitive di pericolosi inquinanti tra cui l'acido solfidrico ( H2S) ed il benzene. Aumenterà i rischi di incidenti rilevanti, con possibili effetto domino. Ostacolerà le agognate alternative di sviluppo del nostro territorio con le  attività connesse con la miticoltura, con l’agroalimentare, con il turismo culturale e con le bellezze paesaggistiche deturpate dalle  numerose petroliere e super petroliere nella rada di Mar Grande. Arricchirà solo le lobby del  petrolio danneggiando il nostro mare, i nostri delfini ed il futuro dei nostri figli".

Per queste ragioni, le Donne di Taranto Unite, per mano della referente Lina Ambrogi Melle, invitano il sindaco ed il Consiglio comunale "a mettere in sicurezza il diniego già espresso a Tempa Rossa da ogni ingerenza governativa (come lo Sblocca Italia) di chi vorrebbe difendere gli interessi di parte da quelli di un’intera città sofferente e bisognosa di ben altro, adottando - aggiunge la Melle- con estrema urgenza un Erir (Elabora Rischi Incidenti Rilevanti, come previsto dalla legge Seveso ) preordinato al suo aggiornamento secondo gli indirizzi programmatici già espressi in campo urbanistico con l’esclusione delle opere di Tempa Rossa e  con tutte le indicazioni delle direttive Seveso 3 . E’ necessario, peraltro, - conclude Lina Ambrogi Melle -  apportare le dovute modifiche al Pee ( Piano d’emergenza esterno) per fornire alla popolazione tutte quelle informazioni utili per tutelarsi in caso di incidenti rilevanti con effetto domino e predisporre una prova di evacuazione della città, in una situazione già di per sé complessa ed allarmante, come richiesto dalla legge".

Ben 63 milioni di euro. Ecco quanto vale il made in Puglia nel mercato russo. Nel secondo trimestre di quest’anno, si è registrata una flessione di 12 milioni di euro, pari al 17,2 per cento rispetto al secondo trimestre dell’anno scorso (quando il valore delle esportazioni pugliesi superava i 75 milioni di euro). E’ quanto emerge da un’elaborazione del Centro Studi di Confartigianato Imprese Puglia su dati Istat.
In particolare, le aziende della provincia di Bari esportano beni per 33 milioni di euro. Pari al 52,4 per cento del totale regionale. Seguono quelle della provincia di Barletta-Andria-Trani, con 9 milioni (14,3 per cento del dato pugliese); Taranto con 7 milioni (11,1 per cento), Lecce e Brindisi con 5 milioni ciascuna (7,9 per cento). Chiude Foggia con 4 milioni (6,3 per cento). Va detto che le esportazioni manifatturiere rappresentano il 98,6 per cento del totale 
dell’export italiano verso il mercato russo.
La crisi in Ucraina, oltre alla bassa crescita dell’economia russa, ha ripercussioni sempre più pesanti sulle vendite dei prodotti italiani sul mercato russo, uno dei più dinamici negli ultimi anni. Le più recenti stime preliminari del commercio estero dell’Istat limitate ai paesi extra Ue, relative al mese di settembre scorso e pubblicate il 23 ottobre, registrano un calo mensile tendenziale dell’export verso la Federazione Russa pari al 10,2 per cento e una flessione cumulata nei primi nove mesi dell’anno del 9,5 per cento.
«I rapporti, anche di carattere culturale, tra la nostra regione e la Russia – commenta Francesco Sgherza, presidente di Confartigianato Imprese Puglia – sono sempre stati strettissimi perché derivanti da un antico e profondo legame tra popoli. Per questo motivo – sottolinea – le imprese pugliesi stanno soffrendo più di 
altre le conseguenze negative delle restrizioni commerciali imposte a seguito della crisi ucraina. L’intero settore manifatturiero ne è colpito ed in particolare il comparto agroalimentare, quello della moda e dell’arredamento, in grado di esprimere eccellenze molto apprezzate dai compratori russi. Si tratta di un’altra circostanza estremamente negativa di cui le nostre imprese, specie con un mercato interno incapace di risollevarsi e vessato da continui rincari dell’Iva, avrebbero fatto volentieri a meno», conclude Sgherza.

"In Italia gli operai vengono mandati a casa, ma al governo Renzi non importa. Basta guardare al fondo istituito dall'Ue per aiutare i lavoratori licenziati: in due anni, la Francia ha fatto richiesta per avere circa 47 milioni di euro, la Grecia ha chiesto 28 milioni, la Spagna 4,3, la Germania 3,8. Molti di questi soldi sono stati erogati. E noi? Abbiamo chiesto appena 1,8 milioni per i lavoratori di una sola fabbrica, la Whirlpool". Lo dice l'europarlamentare del Movimento 5 Stelle, Rosa D'Amato, in riferimento al Fondo di adeguamento alla globalizzazione (il Feg) dell'Ue.

"E' un fondo poco conosciuto rispetto ad altri - spiega D'Amato - ma che è molto importante per aiutare quei lavoratori che vengono licenziati in massa e che cercano di ricollocarsi sul mercato del lavoro. Che i cittadini non conoscano questa opportunità è comprensibile. Che la ignori il governo è inaccettabile".
Proprio oggi, la Commissione Ue ha proposto di erogare 26 milioni di euro per gli operai licenziati da Air France, 1,2 milioni per gli ex lavoratori dello stabilimento Fiat in Polonia e 6,4 per gli ex dipendenti della Odyssefs Fokas in Grecia.

"Mi chiedo - conclude D'Amato - perché il governo continui ad ignorare questo fondo dinanzi a licenziamenti collettivi. Che sia ignavia o incompetenza poco importa: di certo c'è che per Renzi la sorte degli operai è l'ultimo dei suoi pensieri".

 

E' stato approvato  in consiglio regionale il provvedimento che consentirà la stabilizzazione dei dipendenti della Regionale Puglia con contratto a tempo determinato. Rientreranno in questa fascia anche i lavoratori delle agenzie regionali, degli enti, dell'autorità di bacino e delle società in house delle Regione, tra cui anche quelli della costituenda agenzia Arca. Grazie a questo emendamento, quindi, si consentirà di stabilizzare anche 13 precari dell'ex IACP – oggi ARCA – 10 dei quali lavoratori dell'ente jonico".

Michele Mazzarano, consigliere regionale Pd, è soddisfatto per l'importante risultato portato a casa perchè così "uomini e donne che, dopo un decennio di precariato, potranno finalmente contare sulla stabilizzazione del proprio lavoro. Lavoro sul quale hanno costruito la propria esistenza. Mi preme molto - aggiunge il consigliere regionale - la condizione dei lavoratori ex Iacp, per i quali mi batto già da tempo. L'Arca Jonica, data la condizione di dissesto finanziario in cui versa, dovrà affrontare una fase di gestione straordinaria. Per superare la situazione avrà bisogno più che mai di professionalità, necessarie ad interpretare la nuova vocazione che gli è stata attribuita dalla riforma. In questa ottica, - conclude Mazzarano - la stabilizzazione dei suoi lavoratori è fondamentale non solo per affrontare un acuto problema sociale, ma anche per consentire agli stessi di poter prestare la propria professionalità, rilanciando la funzionalità dell'ente”.

Tempa Rossa, Confindustria accoglie con favore l’intervento del Presidente della Provincia di Taranto riguardante la discussione del progetto all’interno della Consulta dello Sviluppo

 

 

Il recente intervento del Presidente della Provincia di Taranto Martino Tamburrano sulla questione Tempa Rossa va esattamente nella direzione da tempo auspicata da Confindustria: al di là del merito – il parere favorevole o contrario al progetto – sicuramente lo è sul piano del metodo, che è quello della concertazione.

Un termine, quest’ultimo, che, per quanto abusato, è al momento l’unico capace di rendere al meglio la strada da intraprendere per giungere ad una valutazione serena, puntuale ed esaustiva della questione.

Senza voler entrare per l’ennesima volta nelle peculiarità dell’intervento, focalizzate in precedenti occasioni, va infatti sottolineato come per la prima volta il progetto Tempa Rossa – analizzato, sia pure indirettamente, attraverso la discussione della delibera del consiglio comunale che di fatto ne inibisce la realizzazione – sia stato, almeno in via preliminare, oggetto di una valutazione da parte di un organismo collegiale, composto da diversi soggetti portatori di istanze ed interessi diversificati, qual è la Consulta dello Sviluppo.

Il metodo è quello che invochiamo da tempo, perché convinti, come già espresso in altre occasioni, che un ente pur fondamentale come il Comune di Taranto non possa esprimersi in totale solitudine (sul piano istituzionale, ferme restando le diverse istanze delle varie realtà territoriali) su una questione che attiene lo sviluppo del porto, della città, di un territorio composito come quello jonico.  

Abbiamo detto più volte che dire pregiudizialmente “no” ad un progetto è un atteggiamento che non porta alcun tipo di vantaggio alla comunità, così come lo potrebbe essere un “sì” pregiudiziale e non frutto di attente e scrupolose valutazioni.

Ecco perché riteniamo che dall’Amministrazione Provinciale sia arrivato un segnale importante, che va colto nella sua interezza e nel suo significato reale, che certo non è quello di mettere in atto un braccio di ferro istituzionale di cui proprio la città non ha bisogno.

La volontà espressa dal Presidente Tamburrano, peraltro, va nella direzione di andare oltre il tavolo della Consulta allargando la concertazione all’assemblea dei sindaci, a parlamentari, consiglieri regionali oltre che ai soggetti già contemplati – in cui figurano anche Camera di Commercio e Authority - dall’organismo presieduto dall’Ente Provincia.

Diverse volte abbiamo fatto presente – e lo ribadiamo – che quello che la città e la sua provincia esprimeranno in merito a Tempa Rossa – o a qualsiasi altro progetto rilevante per il territorio – dovrà far sentire il suo “peso specifico” rispetto alle valutazioni che potrebbero arrivare, in merito, dal Governo centrale, che potrebbero essere di segno diverso. 

Non basta, pertanto, in tal senso, contare su una maggioranza raffazzonata di un consiglio comunale, né contare sugli interventi frammentati di esponenti politici i cui orientamenti risultano spesso essere di carattere personale prima ancora di rappresentare le istanze del partito di appartenenza.

Crediamo che la questione meriti altro, e che il territorio si possa esprimere anche sulle legittime richieste –royalties e non solo – che potrebbero essere avanzate prima ancora di prevedere l’esito effettivo della complessa partita.

Il rischio, caso contrario, è che tutto sia affidato alle decisioni prese dall”alto”, senza alcun margine di intervento da parte degli attori locali, e soprattutto in assenza di un briciolo di ricaduta – in termini di investimenti, di benefici, di ulteriore occupazione – per una realtà territoriale che ha già pagato e continua a pagare i suoi pesanti dazi in nome di uno sviluppo possibile.

 

 

Convocato per Giovedì 13 novembre alle ore 10, presso l’Auditorium di via Rieti, 11 a Roma il Consiglio Generale della Fim Cisl.

All’ordine del giorno l’elezione del nuovo segretario generale dei metalmeccanici Cisl che sarà Marco BENTIVOGLI, 44 anni e della nuova segreteria.

Bentivogli prenderà la guida dei metalmeccanici della Cisl, al posto di Giuseppe FARINA, 60 anni entrato nella Segreteria Confederale Cisl. Presente all’elezione del nuovo segretario generale della Fim Cisl  il Segretario Generale CISL Annamaria FURLAN.

 

“Bentivogli: convinto di una svolta radicale del sindacalismo italiano, in prima linea nelle vertenze nazionali della Siderurgia e dell’alluminio, nelle fabbriche e nelle piazze.  E’ il più giovane sindacalista approdato alla guida dei metalmeccanici in Italia. Definisce il suo progetto sindacale: il nuovo sindacato 2.0, quello radicato nelle fabbriche, che dia cittadinanza ai troppi invisibili nel monitor del sindacato (i giovani, i nuovi lavori e i nuovi lavoratori), capace di cambiare riti, rituali e liturgie inadeguate

Bentivogli, protagonista delle grandi vertenze sindacali, è l’immagine di una Cisl che guarda al futuro. Tecnologie, organizzazione, comunicazione, formazione, giovani. Con in testa idee nuove e con il cuore tra i lavoratori. Non ci faremo fregare, tutti che chiedono al sindacato di cambiare e tutti innamorati dei sindacalisti simbolici della bolla spazio temporale di Crozza. Fa troppo comodo un sindacato che candida i lavoratori alle eroiche sconfitte, noi vogliamo fare vincere il lavoro e i lavoratori.

 

 

Pubblichiamo di seguito la lettera a firma del segretario provinciale, Biagio Provenzale, che TRASPORTOUNITO FIAP – PROVINCIA DI TARANTO ha inviato al presidente di Peacelink Alessandro Marescotti

 

Esimio Professore

Su evidenza di alcuni Associati TRASPORTOUNITO FIAP – PROVINCIA DI TARANTO, Associazione di categoria dell’autotrasporto (la 4a in Italia per rappresentanza), ed in riferimento all’articolo apparso sulla Gazzetta del Mezzogiorno “ILVA, quei soldi non all’Aia ma alle bonifiche” domenica due novembre u.s., è mio desiderio formularLe le seguenti osservazioni.

 

Premetto che, da cittadino di Taranto, non posso esimermi dal considerare positivamente il lavoro svolto da PEACELINK e dalle altre Associazioni ambientaliste affinché il tema della qualità ambientale a Taranto non sia più considerato un problema di serie “B”.

Reputo altresì opportuno evidenziare in questa sede l’estraneità di una numerosa maggioranza di autotrasportatori al soggetto da Lei individuato per acclarare una linea di pensiero sulle attuali condizioni di ILVA Spa e, con l’occasione, ribadire a chiare lettere che un soggetto che fa dell’illegalità a bordo di un camion la sua professione camionista non è, ma ladro.

Tale esigenza di ribadire la nostra estraneità a chi quotidianamente convive con l’illegalità scaturisce dal desiderio, legittimo, di scongiurare la possibilità che il comune cittadino -  poco sensibile alle tante ed assai gravose problematiche che ammorbano questo settore - possa generalizzare e fare, come si suol dire, “di tutta l’erba un fascio”, assimilando, per dichiarazioni lette, una figura così preziosa per la collettività tutta ad un criminale.

Cito, a sostegno delle tesi sostenute, alcuni dati in materia di autotrasporto.

In Italia l’80% delle merci viaggia su gomma e, pure considerato sulla lunga e lunghissima  percorrenza un sostanziale riequilibro tra le modalità di trasporto (oltre alla strada, ferro, mare e aria), è evidente che, affinché una merce sia pronta per essere acquistata presso il suo venditore, occorrerà che ve la porti un camion.

Riflettendo, potrà valorizzare il ruolo svolto dall’autotrasporto anche per il Suo benessere quotidiano: il latte o il caffè ed i biscotti per la prima colazione; i vestiti da indossare per uscire di casa; l’autovettura ed il carburante; il cellulare o il pc e così via (l’elenco sarebbe assai lungo, oltre che noioso); tutti saranno stati  consegnati, laddove pronti per essere acquistati, proprio da un autotrasportatore.

Oltre che rilevante per l’intera economia nazionale, l’autotrasporto è anche sicuro. Proprio in questi giorni la stampa specializzata ha diffuso i dati basati sul rapporto di ACI-ISTAT per l’anno 2013. Ne scaturisce un bassissimo tasso di incidentalità in cui risultano coinvolti mezzi pesanti: solo il 6,4% (il dato nulla dice pertanto su chi abbia effettivamente provocato il sinistro, per cui la percentuale potrebbe ridursi ulteriormente) e, tra questi, solo lo 0,32% ha causato danni mortali.

E’ pertanto l’immagine di un settore virtuoso, fatto di uomini/professionisti del volante, che poco si concilia con l’autotrasportatore da Lei preso erroneamente a riferimento che, beffando per di più il Fisco italiano, si mette al volante di una vera e propria “bomba” su strada, dati i freni mal funzionanti e pneumatici usurati. A ciò aggiunga, per meglio comprendere tutti i controlli a cui le nostre aziende sono giustamente sottoposte, le revisioni obbligatorie annuali per i mezzi trainanti e per quelli trainati (è biennale per le autovetture, che potrebbero pertanto circolare liberamente su strada pur in condizioni assai più pericolose) o, ancora, i Centri di Revisione Mobile che operano alla presenza di tecnici degli Uffici della Motorizzazione Civile e delle forze di P.S., presenti su tutte le principali arterie autostradali.

Infine, ed in tema di equità fiscale, la Corte dei Conti europea si è pronunciata in materia di autotrasporto, dopo la pausa estiva, individuando una inefficiente sproporzione tra quello che l’autotrasporto genera in termini di contributo per il Paese (ivi incluse imposte, tasse ed accise a carico delle imprese) e quello che esso riceve sotto forma di risorse specifiche.

Per tutto quanto sopra esposto potrà comprendere che la figura da Lei citata nell’articolo sulla Gazzetta costituisce una realtà estranea ai soggetti legittimamente appartenenti alla categoria e rappresenta, oltre che un pericolo pubblico per la circolazione stradale, fonte di ulteriore danno (grave ed irreparabile) per gli stessi  autotrasportatori che hanno fatto della condotta irreprensibile nello svolgimento della propria attività principio inderogabile. La storia dell’autotrasporto italiano ci ha drammaticamente insegnato che gli illeciti commessi da una minoranza di soggetti assai avvezzi all’illecito abbiano sortito l’effetto generalizzato di una riduzione scellerata delle tariffe di trasporto, determinando margini di redditività nulli, quand’anche negativi, per i tanti operatori onesti.

Contestualizzando il tutto al livello locale, e per meglio illustrarLe la situazione dell’autotrasporto a Taranto, consideri che i trasportatori in conto ILVA stanno tuttora pagando conseguenze pesantissime in termini di volumi di traffico in partenza dal siderurgico e dei relativi termini di pagamento (che hanno sfiorato i centocinquanta giorni) . Centinaia di imprese, portate avanti con sacrificio anche per più generazioni, si sono viste costrette in prima battuta a licenziare i propri dipendenti ed a liquidare il proprio parco macchine, determinando un ulteriore impoverimento delle famiglie e, secondariamente - considerata anche l’impossibilità di ottenere ulteriore credito dai propri fornitori (es. distributori carburante, gommisti, officine di manutenzione, ecc.) e dagli istituti di credito - a cessare l’attività per impossibilità di far fronte agli impegni contratti.

Non è migliore la situazione dei tanti trasportatori portuali tarantini: sarà certamente informato dell’avvio (con notevole ritardo per i tanti ricorsi succedutisi tra le imprese appaltatrici) dei lavori all’interno del nostro Porto e del conseguente dirottamento da parte di EVERGREEN di una grossa fetta dei traffici containeristici verso il Pireo.

Infine, i cisternisti in conto ENI che hanno recentemente subito un taglio contrattuale del 50% delle commesse di trasporto precedentemente acquisite, cedute a grosse realtà imprenditoriali non residenti.

La invito, pertanto, a rivalutare in chiave positiva il ruolo svolto dall’autotrasporto ed il suo contributo decisivo per il benessere quotidiano e la crescita della nostra economia. Certamente, per tutto quanto descritto, l’autotrasporto ne esce vittima, non carnefice.

L’illecito, laddove operato furbescamente da qualche disonesto, non ci appartiene e non rappresenta che un caso sporadico da cui prendiamo le debite distanze.

 

Cordiali saluti.          

 

                                                                                                          Il segretario provinciale

                                                                                                          Dott. Biagio Provenzale                                                                                                     

    Convocazione, pervenuta  da parte del Ministero del Lavoro per venerdì 14 novembre alle ore 11 per discutere la vertenza Marcegaglia. Alla luce di tale convocazione i sindacati  hanno deciso di annullare il presidio programmato per domani mattina dinanzi alla Prefettura.

 Tuttavia, Fim Fim Uilm  approfitteranno dell'incontro con i lavoratori, che si svolgerà sempre domani alle 9 davanti  alla Prefettura, per metterli a conoscenza della convocazione ministeriale.

 

 
Opportunità per gli assegnatari dei voucher formativi della Mis. 331
 
 
 
Coloro che, nell’apposita graduatoria della Regione Puglia, compaiono quali assegnatari di formazione
gratuita, nell’ambito della Misura 331 del PSR Puglia FEASR 2007-2013, hanno ancora pochi giorni a
disposizione per spendere il proprio voucher formativo con la frequenza rispettivamente del corso per Operatore
di Masseria Didattica (L.R. 2/2008) e della Formazione obbligatoria per l'iscrizione nell'elenco degli
Operatori Agrituristici (L.R. 42/2013), della durata di 90 ore ciascuno, erogati da SMILE Puglia nella propria
sede di Manduria.
Per entrambe le tipologie di corso, gli assegnatari corrispondono principalmente al profilo di disoccupati, che
hanno intenzione di svolgere attività imprenditoriali nella tematica oggetto del percorso formativo scelto. Ma
figurano anche imprenditori agricoli e altri operatori economici che intendano investire nel settore primario.
In entrambi i corsi, le figure professionali in uscita saranno formate alla conoscenza della normativa che regola
l'attività agrituristica e alla valutazione dei flussi turistici relativi all'offerta e alla domanda nel settore agrituristico.
Conosceranno la classificazione delle aziende agrituristiche, le norme igienico-sanitarie generali relative agli
immobili e alle attività agrituristiche, alla conservazione di alimenti e bevande e all'igiene degli alimenti (metodo
HACCP). Acquisiranno competenze sulle tecniche turistiche applicate all'agriturismo.
Nel caso della formazione per Operatore di Masseria Didattica, inoltre, saranno approfondite le tecniche e le
conoscenze di pedagogia e didattica in fattoria, nonché i processi di organizzazione delle attività per la
promozione del territorio rurale e delle iniziative legate alle tradizioni folcloristiche e di costume del territorio.
Per andare incontro alle esigenze degli assegnatari di voucher iscritti ai propri corsi, SMILE Puglia anticiperà
per ognuno di loro l’importo del voucher formativo corrispondente, di cui la Regione Puglia prevede il rimborso
solo a consuntivo.
Per la domanda di iscrizione, si raccomanda di contattare la sede manduriana di SMILE Puglia, esclusivamente
all’indirizzo email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. , scrivendo all’oggetto: Mis. 331 - c.a. dott.ssa Zingarello Pasanisi.
Nuova crociata ambientalista dell'associazione PeaceLink. Antonia Battaglia, Luciano manna e Alessandro Marescotti hanno, infatti, chiamato in causa il commissario straordinario per l’Ilva, Piero Gnudi, per chiedergli chiarimenti sul Rapporto di sicurezza di Ilva S.p.a. "il cui ultimo aggiornamento - sottolineano i tre ambientalisti - risale all'ottobre 2008. In virtù del D.Lgs. 334 del 1999, nello specifico art. 8, il rapporto in questione andrebbe riesaminato con cadenza quinquennale".

Il Rapporto di sicurezza è un elaborato tecnico, i cui contenuti in Italia sono definiti per legge dal DLgs n°334 del 1999 ("Legge Seveso"), che serve a individuare all'interno di uno stabilimento quali sono gli eventuali incidenti rilevanti possibili e quali sono le misure di sicurezza e di prevenzione adottate per prevenirli.
 
"Abbiamo chiesto informazioni in merito, tramite l’invio di posta elettronica certificata (PEC), all'ufficio Servizio rischio industriale della Regione Puglia, che - fanno presente Battaglia, Manna e Marescotti - ha risposto che ...agli atti di questo Servizio risulta che l'edizione del Rapporto di sicurezza della società Ilva SpA, validata dal Comitato tecnico regionale Puglia (Ctr) è quella del 2008. Per quanto riguarda invece l'edizione del 2013 si comunica che la stessa è oggetto di valutazione del Ctr (art.21 del D.Lgs. 334 del 1999 e smi.)...".
 
Non solo, i tre esponenti di Peacelink sottolienano, anche, che le versioni dei Rapporti di sicurezza consultabili on line per il pubblico "sono inaccessibili poichè il portale Ambiente della Regione Puglia è in manutenzione già da alcuni mesi".
 
Pertanto, in virtù di quanto appreso,  Peacelink chiede se tale situazione "disattende la direttiva europea 96/82/Ce relativa al controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose conosciuta come Legge Seveso II"; per quale motivo, ad oggi, l'edizione 2013 del Rapporto di sicurezza Ilva SpA "è ancora al vaglio del Ctr".

La questione del Rapporto di Sicurezza, secondo quanto affermano Battaglia, Manna e Marescotti, è di estrema inmportanza in quanto, dopo la lettera di messa in mora inviata nel settembre del 2013 dalla Commissione europea per il mancato controllo degli effetti dell’attività del centro siderurgico pugliese sull’atmosfera e il territorio, "se ne è aggiunta nell'aprile scorso una seconda complementare per il mancato rispetto della normativa Seveso, all'interno della quale gioca un ruolo cardine il Rapporto di sicurezza Ilva. Aggiungiamo, infine, che alla pubblica amministrazione spetta il compito di effettuare un'istruttoria tecnica sul Rapporto di sicurezza al fine di valutare l’idoneità e l’efficacia dell’analisi del rischio. La pubblica amministrazione - aggiungono i tre ambientalisti - deve verificare, anche mediante sopralluoghi presso lo stabilimento, la corrispondenza delle informazioni contenute nel Rapporto di sicurezza e quanto effettivamente attuato da parte dell'Ilva, indicando le situazioni di carattere impiantistico e gestionale sulle quali è opportuno intervenire per prevenire il rischio di incidente rilevante, migliorando le condizioni di sicurezza interne ed esterne allo stabilimento (sicurezza della popolazione, protezione ambientale, sicurezza dei lavoratori, sicurezza dei processi). L’istruttoria tecnica si conclude con un atto che contiene le valutazioni tecniche finali, le eventuali prescrizioni integrative e, - conbcludono Battaglia, Manna e Marescotti - qualora le misure adottate dal gestore per la prevenzione e la riduzione di incidenti rilevanti siano nettamente insufficienti, viene prevista la limitazione o il divieto di esercizio".
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