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Giornale di Taranto - Economia, Lavoro & Industria
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Economia, Lavoro & Industria

Economia, Lavoro & Industria (1903)

Nel segno del consolidamento dei vari comparti  il rinnovo delle sezioni di Confindustria

 

Consolidare, rinvigorire e rilanciare i vari comparti colpiti dalla crisi e sulla via, sia pure a velocità diverse, della ripresa: il nuovo ciclo in Confindustria si apre con tante novità nei programmi e negli assetti ma anche tante conferme fra i presidenti di sezione, chiamati a garantire continuità nell’azione associativa per completare i percorsi di lavoro che ancora non hanno esaurito i propri effetti. Completata la composizione dei nuovi direttivi, si andrà a comporre la nuova giunta in vista del rinnovo della Presidenza di Confindustria Taranto, previsto a giugno prossimo.

 

La prima importante novità è quella rappresentata dall’aggregazione delle imprese precedentemente inquadrate in due sezioni merceologiche affini che ha dato vita alla Sezione Alimentari, del Turismo e della Cultura.

Cosimo Varvaglione(Feudi Salentini srl) - già presidente della Sezione Alimentari - è stato eletto alla guida della nuova Sezione.

 

Analoga operazione è stata compiuta anche nell’ambito delle imprese che erogano servizi: dall’unione di altre due sezioni merceologiche affini si è costituita la Sezione Servizi Innovativi e di supporto alle imprese, alla cui guida è stato eletto Oronzo Fornaro (Euronet srl) - già presidente della Sezione Servizi Innovativi e Tecnologici.

 

Assai nutrita è la squadra della Sezione Marittimi Portuali e Trasporti.  Luciano Elpiano (Peyrani servizi marittimi srl) è stato confermato Presidente anche per il biennio 2015-2017.

 

Cambio di guardia alla Sezione Chimica Energia Ambiente. Il nuovo Presidente è Lucia Minutello (CISA spa) che subentra a Lorenzo Ferrara (Ecopan srl) eletto componente del Consiglio Direttivo. .

 

Da un’altra aggregazione tra sezioni affini nasce invece la nuova Sezione Cave e Materiali da costruzione - Legno e Arredo, che vedrà alla presidenza Marco Ielli (Sarim srl).

 

 

 

 

 

Un altro rinnovo che segna una riconferma riguarda la sezione metalmeccanica, sicuramente una delle compagini fra le più rappresentative all’interno dell’associazione degli industriali. Al vertice è stato riconfermato infatti Pietro Lacaita, dell’omonima azienda.

 

Il settore tessile riconferma, nel segno della continuità di un settore in ripresa lenta ma costante, Martino Filomena (Spafil Srl).  Al rinnovo anche il Gruppo dei Giovani Imprenditori, che riconferma alla guida Luigi de Francesco (Federico Pignatelli Srl);  coordinatore del Gruppo Credito è Michele Dioguardi.

Ai nuovi dirigenti delle Sezioni merceologiche, il Presidente di Confindustria Taranto, Vincenzo Cesareo, ha rivolto i più sinceri auguri di buon lavoro nella certezza che sapranno ben rappresentare le aziende socie e lavorare a loro fianco per il sostegno dei rispettivi settori di appartenenza.

 

Il Report di aprile dell’Osservatorio sulla crisi economica dell’Associazione Lavoro&Welfare  conferma che  la congiuntura negativa dell’economia sembra aver toccato il punto più basso e ha invertito la tendenza in un leggero miglioramento,  con  prospettive  tutte da consolidare. Il cammino per portare il Paese fuori dal tunnel della crisi è ancora molto lungo, lo dice lo stesso Governo con le previsioni sulla disoccupazione, che prevede una discesa sotto il 10% solo nel 2019 (ancora alta, visto che sono oltre 2 milioni e duecentomila lavoratori).

 

Una ripresa economica del nostro Paese è possibile, ma per evitare che essa sia affidata solo all’ottimismo della volontà, ci vorrebbero scelte mirate in grado di favorire una ripresa più sostenuta affinché si determinino ricadute positive sulla crisi industriale ed occupazionale. La situazione economica e produttiva del Paese torna a divaricarsi tra recessione e ripresa. Si rendono più evidenti le distanze tra le realtà produttive che tornano protagoniste nello sviluppo e nella ripresa e realtà territoriali, produttive e settori che vivono il contesto di una deindustrializzazione.

 

La produzione industriale ad aprile cresce del +0,5% su marzo, confermando definitivamente l’aumento acquisito nel primo trimestre del 2015, del +0,6%.  Continua ad andare meglio alle aziende che esportano i propri prodotti soprattutto verso i paesi fuori dall’Unione Europea (+1,8% nel mese e +9,2% su anno) con un effetto positivo verso la nostra bilancia commerciale che raggiunge un surplus di 7,8 miliardi.

 

L’export cresce di più verso i paesi fuori dall’euro, Stati Uniti (+44%), paesi OPEC (+18,2%), crescono in modo sostenuto le vendite di autoveicoli (+28%) e di mezzi di trasporto senza autoveicoli (+23,8%).

Sono in forte incremento le importazioni dalla Cina (+51,9%), in particolare, articoli sportivi, giochi, strumenti musicali, preziosi, strumenti medici, in forte crescita (+28,5%). Sono diminuite le domande complessive di disoccupazione, nel mese di marzo sono state 118.786, il 15,5% in meno su marzo 2014.

 

Ma la disoccupazione resta alta con un leggero peggioramento rispetto al mese precedente, a marzo aumenta il numero dei disoccupati e l’indice si attesta al 13%, (+0,2%), mentre sempre a marzo diminuiscono gli occupati rispetto a febbraio del -0,3%, con 59 mila unità in meno, e rispetto a marzo del 2014, -0,3% con 70 mila occupati in meno.

 

Questi dati confermano che le azioni intraprese ad oggi che hanno prodotto anche nel nostro Paese una leggera ripresa, non hanno ancora sviluppato tangibili risultati positivi nella nostra economia e che il carattere strutturale della crisi interna non è stato ancora aggredito nella sua origine.

 

Ad aprile si conferma una tendenza alla riduzione delle ore di CIG che si è manifestata dall’inizio del 2015. La CIG cala sia rispetto al mese di marzo (-0,94%), sia rispetto ad aprile 2014 (-36,89%), sia rispetto all’intero periodo, gennaio – aprile 2014 (-40,91%).

 

Le ore di CIG autorizzate ad aprile 2015 sono state 61.044.421 (-0,94% su marzo 2015 e -36,89% su aprile 2014. La media delle ore di CIG nel 2014 era stata di oltre 89 milioni di ore, mentre in questi primi quattro mesi del 2015 è scesa a 56 milioni di ore mese.

 

In questo mese, la richiesta delle ore di CIG torna in aumento nella Cigs e nella Cigd, mentre la Cigo diminuisce, restano alti i volumi di ore della Cigs e continuano ad indicare un contenuto strutturale delle crisi industriali, anche in questo inizio del 2015.  Il volume delle ore di CIG in questi quattro mesi del 2015 determina l’assenza di attività produttiva (zero ore) per potenziali 330 mila posizioni lavorative.

 

L’incidenza delle ore di CIG per lavoratore occupato del solo settore industriale, in questi quattro mesi del 2015, è di 36 ore per addetto.  Nonostante qualche cambiamento il peso della crisi continua ad essere non equamente distribuito, non è proporzionale per tutti, c’è soprattutto chi non ha niente, e ci sono anche i lavoratori in cassa integrazione, dove quelli in CIG a zero ore, ognuno in questi quattro mesi del 2015 ha perso oltre 2.600 euro al netto delle tasse, mentre il volume complessivo dei salari si è ridotto di oltre 880 milioni di euro netti per i lavoratori coinvolti nei periodi di CIG.

 

È utile ripartire dal concetto che la CIG non è, e non è stata in questi anni di profonda crisi, solo una protezione per i lavoratori, consentendo loro di mantenere un reddito oltre alla continuità del rapporto di lavoro, ma ha anche consentito alle stesse aziende di mantenere transitoriamente invariato il proprio assetto produttivo, confermando ruolo e validità dello strumento CIG.

Il forte limite è che non ci sono stati nel ricorso alla Cassa integrazione speciale (Cigs), e non ci sono ancora oggi sufficientemente, interventi attivi, progetti di riorganizzazione, ristrutturazione, orientamento e di investimento verso la struttura industriale del Paese. Ma il problema principale è che la causale più utilizzata resta semplicemente la crisi aziendale, mentre gli interventi di ristrutturazione o riorganizzazione aziendale non superano il 5%; 6%, in questi anni.

Questa situazione resta lo specchio della crisi strutturale presente e molto diffusa nella struttura industriale nazionale, come invisibile e lontana dalle attenzioni della politica, mentre quando si rende evidente in qualche crisi aziendale si è privi di progetti, e non si attivano strumenti innovativi.

   In conclusione, i primi sintomi di ripresa si avvertono, ora occorrerebbero misure di politica industriale e un rilancio degli investimenti pubblici e privati per consolidare la ripresa e stimolare la crescita dell’occupazione.

                         Giovanni Battafarano   Segretario Generale Associazione Lavoro&Welfare

 

 

 

 

 

La difficile congiuntura che attraversa la nostra economia impone di guardare con grande attenzione le vicende legate alle opere di riqualificazione ambientale dello stabilimento ILVA.

 

Con il completamento di quei passaggi preliminari indispensabili, sembrano dunque giungere a disposizione le risorse finanziarie individuate dal decreto per Taranto per assicurare continuità alla gestione e soprattutto dare certezza al processo di ammodernamento ed ambientalizzazione degli impianti ILVA.

Tale recente conclamata individuazione delle risorse finanziare destinate a questa grande opera apre dunque scenari diversi, assolutamente positivi e finalizzati al rilancio dello stabilimento e alla ripresa economica di un intero territorio.

 

Unitamente allo sblocco di processi altrettanto rilevanti come l’infrastrutturazione del porto, la rigenerazione urbana e le bonifiche del territorio, il complesso degli investimenti previsti per l’ambientalizzazione dell’ILVA rappresenta un’occasione determinante per provare ad invertire la rotta, fare economia e riattivare occupazione.

 

In questo quadro, la piena attuazione dell'AIA è il presupposto affinché il piano normativo specificatamente studiato per Taranto abbia compimento. Da questo complesso sistema di opere infrastrutturali e organizzazione operativa dipende il futuro dello stabilimento ionico e la salvaguardia degli asset industriali strategici per il nostro paese. L'attuazione dell'AIA risponderà alle indifferibili esigenze di tutela ambientale dei lavoratori e dei cittadini, esigenze alla base di quanto sta accadendo in questi anni.

 

In questa opera ANCE TARANTO, rappresentando un tessuto imprenditoriale dinamico e attento all'evoluzione dei mercati ma anche dotato di competenze ed esperienze specifiche rilancia la necessità che lo stesso sia coinvolto in maniera preponderante e non marginale nei lavori di adeguamento che, in tempi brevi, dovranno avere inizio. Gli imprenditori ionici conoscono bene la complessità di questa sfida e per questo sono disponibili a forme di partnership con altre aziende esterne mettendo a disposizione i propri livelli di qualificazione professionale e capacità oggettive affinate in tanti anni di collaborazione con l'industria siderurgica.

 

Per Taranto, dunque, è indispensabile che il processo di ambientalizzazione proceda, nei tempi previsti e con la certezza delle risorse finanziarie, al fine di cogliere i tanti risultati di una sfida complessa e difficile come quella di rinnovare e rendere sostenibile una presenza industriale così rilevante.  La speranza è che davvero e al più presto gli ingenti finanziamenti previsti siano disponibili e operativi per consentire la ripresa del sistema produttivo locale con importanti ricadute anche e soprattutto dal punto di vista sociale in un'area fortemente penalizzata dalla lunga crisi economica

 

 

La difficile congiuntura che attraversa la nostra economia impone di guardare con grande attenzione le vicende legate alle opere di riqualificazione ambientale dello stabilimento ILVA.

 

Con il completamento di quei passaggi preliminari indispensabili, sembrano dunque giungere a disposizione le risorse finanziarie individuate dal decreto per Taranto per assicurare continuità alla gestione e soprattutto dare certezza al processo di ammodernamento ed ambientalizzazione degli impianti ILVA.

Tale recente conclamata individuazione delle risorse finanziare destinate a questa grande opera apre dunque scenari diversi, assolutamente positivi e finalizzati al rilancio dello stabilimento e alla ripresa economica di un intero territorio.

 

Unitamente allo sblocco di processi altrettanto rilevanti come l’infrastrutturazione del porto, la rigenerazione urbana e le bonifiche del territorio, il complesso degli investimenti previsti per l’ambientalizzazione dell’ILVA rappresenta un’occasione determinante per provare ad invertire la rotta, fare economia e riattivare occupazione.

 

In questo quadro, la piena attuazione dell'AIA è il presupposto affinché il piano normativo specificatamente studiato per Taranto abbia compimento. Da questo complesso sistema di opere infrastrutturali e organizzazione operativa dipende il futuro dello stabilimento ionico e la salvaguardia degli asset industriali strategici per il nostro paese. L'attuazione dell'AIA risponderà alle indifferibili esigenze di tutela ambientale dei lavoratori e dei cittadini, esigenze alla base di quanto sta accadendo in questi anni.

 

In questa opera ANCE TARANTO, rappresentando un tessuto imprenditoriale dinamico e attento all'evoluzione dei mercati ma anche dotato di competenze ed esperienze specifiche rilancia la necessità che lo stesso sia coinvolto in maniera preponderante e non marginale nei lavori di adeguamento che, in tempi brevi, dovranno avere inizio. Gli imprenditori ionici conoscono bene la complessità di questa sfida e per questo sono disponibili a forme di partnership con altre aziende esterne mettendo a disposizione i propri livelli di qualificazione professionale e capacità oggettive affinate in tanti anni di collaborazione con l'industria siderurgica.

 

Per Taranto, dunque, è indispensabile che il processo di ambientalizzazione proceda, nei tempi previsti e con la certezza delle risorse finanziarie, al fine di cogliere i tanti risultati di una sfida complessa e difficile come quella di rinnovare e rendere sostenibile una presenza industriale così rilevante.  La speranza è che davvero e al più presto gli ingenti finanziamenti previsti siano disponibili e operativi per consentire la ripresa del sistema produttivo locale con importanti ricadute anche e soprattutto dal punto di vista sociale in un'area fortemente penalizzata dalla lunga crisi economica

 

 

 

ANCE Taranto - Sezione Costruttori Edili di Confindustria Taranto

 
Cosa può comportare rivestire i panni di un imprenditore? Cosa fare per sviluppare un’ impresa in tempo di crisi? Come fare per competere su scala globale?
Per la prima volta arriva a Taranto Startup Weekend, la prima palestra al mondo per diventare imprenditori innovativi, capace di trasformare semplici idee di business in startup di successo!
Startup Weekend Taranto si svolgerà nella splendida cornice della Camera di Commercio di Taranto, Viale Virgilio, 152 dal 05 al 07 Giugno 2015 e sarà incentrata sui principali temi di Turismo e Food.
Startup Weekend è la più grande community di appassionati imprenditori con oltre 3000 eventi già svolti ed oltre 700 in programma per il 2015 in giro per il mondo (578 città). E’ una grande palestra che riunisce persone con formazione ed esperienze diverse, ma unite da sogni univoci, ovvero quelli di concretizzare in impresa un progetto, conoscere nuove persone, capire chi di queste è in grado di sopportare il duro lavoro dell’impresa e che allo stesso tempo hanno fame di nuovo sapere.
COME FUNZIONERA’ STARTUP WEEKEND TARANTO?
Si inizierà intorno alle ore 17:30 del 05 giugno 2015, quando i partecipanti esporranno la propria idea di business in soli 60 secondi (pitch), cercando di appassionare i presenti ed ispirarli a far parte della propria squadra di sviluppo. Subito dopo la giuria popolare voterà le idee e, quelle più apprezzate, diverranno oggetto di sviluppo da parte dei team nelle successive ore (durante l’intera giornata di sabato).
I team formatisi attorno alle migliori idee, svilupperanno in 54 ore un prototipo con un design, un business model (strumento strategico per modelli di business innovativi) e dei dati capaci di mostrare la market validation, ossia quel processo che permette di valutare il mercato. Nella giornata di domenica lo Startup Weekend giungerà a conclusione con l’ “elevator pitch”, vale a dire la presentazione dei progetti in soli 5 minuti alla giuria di imprenditori e leader locali e nazionali con l’obiettivo di raccogliere critiche e feedback costruttivi ed eleggere il vincitore di Startup Weekend Taranto.
I PROTAGONISTI
Oltre ai partecipanti, un ruolo fondamentale è rivestito da Coaches (allenatori), Speakers (relatori) ed Judges (giudici), tutti esperti di startup. I Coaches sono la linfa vitale dell’evento. Consigliano e supervisionano i team, condividono know-how e conoscenze. Gli Speakers sono un ottimo modo per dare visibilità all’evento, fornire ai team buone pratiche e stimolare i gruppi di lavoro, ed infine i Judges sono coloro i quali valutano le presentazioni finali dei progetti. Spesso sono degli investitori, il che rappresenta una significativa opportunità per tutte le squadre alla ricerca di finanziamenti.
Startup Weekend è “una palestra per imprenditori”, un’opportunità unica per trovare un co-founder/socio, incontrare nuove persone, imparare nuove skills, ma anche trovare il giusto trampolino di lancio per il proprio
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. http://taranto.up.co
progetto d’impresa. È un evento non profit, finanziato dalla collaborazione di giovani professionisti locali insieme alla Sistema Italia srl e Puglia Startup con imprenditori locali che investono nella formazione dell’humus imprenditoriale sul territorio locale, tra i quali il Gruppo Finsea e la Camera di Commercio di Taranto che supportano l'evento a 360°. Per i vincitori ci saranno importanti premi come percorsi di accelerazione, percorsi di incubazione e supporto allo sviluppo delle imprese, un percorso di sviluppo presso il MIC di Malta (per le idee nei campi dei Big Data, Turismo, IoT, Telco...) e ancora altri premi che saranno annunciati prima e durante l’evento.
COME PARTECIPARE?
L’evento è a numero chiuso, con posti limitati e biglietto d’ingresso per limitare l’ingresso a persone espressamente interessate. Il biglietto è acquistabile tramite il sito http://swtaranto.eventbrite.com
Vi aspettiamo a Startup Weekend Taranto! #SwTaranto
TEAM, INFO e PROGRAMMA all’indirizzo http://taranto.up.co
Per maggiori informazioni su Startup Weekend Taranto potete contattarci all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
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Sulla vertenza che riguarda i lavoratori della Cittadella della Carità è scontro tra sindacati e Cda della Cittadella. Le segreterie territoriali di FP Cgil, Cisl FP, Uil FPL e UGL Sanità in una nota congiunta stigmatizzano  "le dichiarazioni rese dal  C.d.A. della Cittadella della Carità soprattutto poiché non aderenti alla realtà dei fatti cosi come si sono composti. E' assai sconcertante- si legge nella nota- l'invito al confronto e alla collaborazione per risolvere le difficoltà finanziarie della Fondazione, come se le organizzazioni sindacali non l'avessero già chiesto, detto  e fatto , ma abbiamo ricevuto tra tante rassicurazioni,  la raccomandata con avviso di ricevimento con oggetto: " avvio di procedure per la riduzione del personale ex lege223/91( comb. disp. art. 24, art. 4 commi 2 -12, commi 1-5)"  per il licenziamento di 41.5 unità produttive (lavoratori).

           " La Diocesi di Taranto - prosegue la nota- biasima il comportamento sindacale che con la manifestazione di protesta  "seppur legittima"  del 15 maggio avrebbe ritardato a esclusivo svantaggio delle casse della Cittadella il processo di riordino economico.

            In quanto al "un serio tavolo di confronto" da mesi, è vero, veniamo convocati e investiti a più riprese da sermoni più o meno prolissi, ma, nessuno del C.d.A. o della Curia, al tavolo di confronto ha portato uno straccio di piano di riordino delle attività interne ed esterne, un piano di riorganizzazione delle risorse umane, una prospettiva di impegno futuro, il famosissimo piano "industriale". Ad oggi di tutto ciò non si registra nemmeno un accenno,  il  rilancio così tanto sbandierato passa sulle sofferenze e l'agitazione  che provano i lavoratori.

            La manifestazione sindacale noi crediamo che sia stata "pur scomoda" e in verità ci saremmo aspettati di essere invitati all'avvio di un confronto serrato, partecipato ed intelligente.

            Le esternazioni emotive- concludono i sindacati- non vengono fatte nelle manifestazioni, manifestare un dissenso soprattutto di questa portata è un diritto sancito dalle regole dello Stato Italiano a cui le scriventi aderiscono".

 

Distinti Saluti.

 

 

f.to

 

 

                 FP CGIL                                   CISL FP                                            UIL FPL                               UGL SANITA’ 

In relazione alle notizie apparse circa le azioni di contrasto al fenomeno del caporalato , messe in atto dalle forze dell’ordine nelle campagne della nostra provincia , che ha portato al sequestro di un furgone e alla denuncia a piede libero di due caporali , una donna rumena ed un italiano , frutto della nostra azione e coinvolgimento dei lavoratori che hanno denunciato il fenomeno oggetto di indagine , la flai Cgil rivendica l’impegno a contrastare il fenomeno del caporalato e dello sfruttamento nelle campagne che riguarda i lavoratori stranieri , ma anche i braccianti agricoli italiani sottoposti non solo a continui ricatti occupazionali ma anche a minacce e ritorsioni .

 

Denuncia una situazione non più tollerabile per le continue violazioni da parte di quelle imprese agricole che si rivolgono ai caporali per evadere e contravvenire alle norme contrattuali e di legge , facendo ricorso alla intermediazione illegale di manodopera agricola per schiavizzare i braccianti e renderli simili alle bestie .

 

Recentemente , si sono avuti incontri con le istituzioni ( Prefetto , Guardia di Finanza , Carabinieri , Ispettorato del lavoro ) per attivare piani di contrasto all’intermediazione illegale di manodopera agricola.

 

La Flai Cgil , in prossimità delle grandi campagne di lavoro che vedranno coinvolti centinaia di lavoratori agricoli della Provincia di Taranto chiede alle Istituzioni preposte un maggiore impegno per contrastare le situazioni di grave irregolarità e di sfruttamento presenti nella nostra provincia alla luce degli scarsi risultati avuti negli anni .

 

DISTRETTO PRODUTTIVO REGIONALE DELLA PESCA E DELLA MITILICOLTURA

Oltre 1mln di euro per Distretto e Osservatorio della Pesca

 

La Regione Puglia ha presentato a Taranto, attraverso l’Assessore alle risorse agroalimentari, Fabrizio Nardoni, il resoconto delle attività che hanno riguardato il settore della pesca e dell’acquacoltura. Un bilancio che coincide anche con un passaggio importante per la città bimare: il trasferimento da Manfredonia al capoluogo jonico della sede del Distretto Produttivo regionale della pesca e della mitilicoltura.

Sono stati anni di grande impegno in questo settore, e da tarantino, ma anche da uomo di mare, consideravo indispensabile restituire a Taranto il ruolo di territorio capofila nelle dinamiche che riguardano la risorsa mare e il suo utilizzo – dice l’Assessore Fabrizio Nardoni, nella conferenza stampa che si è svolta nella Sala del Mare della Camera di Commercio di Taranto – una scelta che segna la chiave di volta di un progetto che punta a dare a questa provincia una economia diversificata e integrata che possa coincidere anche con le dinamiche legate alle bonifiche e alla riqualificazione ambientale.

Il Distretto della pesca e della mitilicoltura, attualmente presieduto dal Presidente regionale di Confcooperative, settore Pesca, Nunzio Stoppiello, giunge a Taranto, però con nuova linfa.

Il destino dei distretti ha avuto sempre alterne fortune – spiega Nardoni – mentre io volevo che questo in particolare funzionasse e fosse subito un agile strumento di emancipazione del settore, abbinando ai ruoli tradizionali, anche quelli legati alla ricerca scientifica, all’innovazione e all’analisi. Per questa ragione – continua l’assessore regionale – il Distretto e il nascente Osservatorio Regionale della Pesca avranno una destinazione di risorse economiche immediata pari a 1milione e 57mila euro (557mila euro per l’Osservatorio e 500mila euro per il Distretto).

Uno strumento di grande importante per il settore che dunque candida Taranto a diventare il luogo simbolo delle nuove politiche per la pesca di tutta la regione.

Ma politiche per la pesca significano anche piani di monitoraggio continuo riferite agli indicatori tecnico-biologici e socio-economici rilevanti per il settore – spiega Fabrizio Nardoni – ciò vuol dire che puntiamo ad uno sviluppo del settore strettamente connesso alla qualità ambientale di questo e di tutti gli altri territori regionali coinvolti, ma partiamo da Taranto perché è qui che oggi va compiuto lo sforzo più grande.

Un passo in avanti per il settore che coincide anche con gli importanti risultati raggiunti dalla Regione Puglia nell’ultimo anno di programmazione dei fondi FEP (Fondo Europeo per la Pesca).

Abbiamo certificato solo nel 2014 oltre 19milioni di euro, e abbiamo conquistato a livello nazionale ed europeo la leadership della spesa tra tutte le regioni europee – dice Nardoni – Abbiamo speso di più e meglio degli altri – conferma – e a Taranto questa importante accelerata è valsa oltre 10milioni di euro assegnati tra le misure di acquacoltura, trasformazione e commercializzazione e quella sui porti e i punti di attracco.

 

 

Nel dettaglio le somme riferite al FEP destinate a Taranto hanno riguardato per la Misura Acquacoltura 4.491.256mln di euro, per la Misura dedicata alla trasformazione e commercializzazione 4.715.369 mln di euro e per la Misura 3.3 Porti e Luoghi di sbarco 899.487mila euro.

Una somma che sarebbe potuta lievitare se non fossimo stati costretti a registrare rinunce per oltre 4 milioni e 300 mila euro – specifica Fabrizio Nardoni – segno di una debolezza del settore bancario che continua a non sostenere in generale le imprese e quelle di pesca in maniera particolare.

Ora però con il Distretto intendiamo premere sull’acceleratore dello sviluppo del settore mare – dice ancora l’assessore regionale – perché oltre a finanziare lo sviluppo dell’impresa, abbiamo l’opportunità attraverso il Bando per l’Osservatorio in fase di emanazione di coinvolgere non solo il mondo della pesca con le associazioni di categoria, ma anche quello della formazione e della ricerca.

Nei prossimi giorni sarà stipulato tra la Regione Puglia, Assessorato alle risorse agroalimentari e pesca, e il Distretto l’Accordo di programma che sancirà definitivamente l’avvio di tutte le attività.

 

CGIL, CISL e UIL non siedono al tavolo Interistituzionale per Taranto che si avvierà domani, ma la voce dei lavoratori, attraverso un documento accorato ma anche rigoroso e puntuale, arriva ugualmente ai soggetti istituzionali coinvolti (Regione, provincia, Comune, Autorità Portuale e CCIAA).

Si tratta di una sorta di Carta per Taranto che nella terra di mezzo tra quello che non è più e quello che non è ancora, prova a indicare una traiettoria in nome del lavoro.

ILVA, Porto, Arsenale, Riqualificazione Urbana, Bonifiche e Università e Ricerca, sono i punti cardinali segnati sulla mappa delle emergenze redatta dal sindacato tarantino e firmata dai segretari generali Massafra (CGIL), Fumarola (CISL) e Turi (UIL).

Per i sindacati sull’ILVA resta imprescindibile la predisposizione di un Piano industriale.

Al netto delle innumerevoli affermazioni propagandistiche di queste ultime settimane, viziate da un clima di competizione elettorale, che impegna i candidati al consiglio regionale più a rincorrere pulsioni demagogiche che ad occuparsi di indicare una strategia di intervento concreta – scrivono CGIL, CISL e UIL – riteniamo che vada accelerato il percorso di costruzione della nuova società per consentire alla stessa la predisposizione del piano industriale, fermo all’ipotesi presentata dall’ex Commissario straordinario Bondi, in uno scenario ormai cambiato.

Una preoccupazione, quella dei sindacati, che travalica le incertezze che riguardano i lavoratori diretti, e guarda al composito mondo produttivo che gravita attorno al siderurgico, in un clima, più generale fatto di incertezze e gravi ritardi accumulati ad esempio sul tema delle manutenzioni di alcuni impianti a partire dal laminatoio a freddo.

Invitiamo il Governo – scrivono Massafra, Fumarola e Turi – a chiarire definitivamente quale sia la prospettiva industriale dello stabilimento, la sua collocazione sul mercato mondiale, la sua capacità produttiva dentro il processo di ambientalizzazione.

Impegni che il sindacato tarantino chiede di assumere anche in vista di quel “non ancora” che costituisce la pietra miliare su cui costruire la diversificazione produttiva. Un programma “oltre l’ILVA” che i sindacati considerano antidoto alla crisi “dalla manifattura all’economia del mare, passando per la rivalutazione attenta delle opportunità che possono rivenire da turismo, agricoltura, artigianato e commercio”.

CGIL, CISL e UIL dunque disegnano uno scenario ampio, ma continuano a considerare il presente il luogo della discussione, e nell’oggi della diversificazione produttiva dell’economia tarantina il Porto ha ruolo fondamentale.

Le recenti preoccupazioni scaturite dal disimpegno da parte della TCT rispetto al traffico di container è frutto anche dei ritardi nell’esecuzione dei lavori di adeguamento del porto – scrivono – il Governo, dunque, nel prendere in carico la questione, deve consentirci di mettere in sicurezza i lavoratori attualmente in cassa integrazione, promuovere azioni tese a rimuovere tutti gli ostacoli che potrebbero ulteriormente rallentare il processo di infrastrutturazione ed agire sul piano delle relazioni con la società terminalista affinché ripristini i traffici.

Difendere il presente per guadagnare futuro. E’ questo l’imperativo dei sindacati tarantini.

E nelle priorità l’Arsenale non può essere considerato un pezzo di archeologia industriale.

Oggi il piano di risanamento infrastrutturale “Brin” appare paralizzato e senza prospettive – scrivono – ma sono disponibili finanziamenti nel settore della navalmeccanica per la costruzione di nuove navi e lo stabilimento di Taranto può intercettare lavoro indotto in riferimento alla cantieristica navale militare.

Un invito al Governo e alle parti istituzionali che Massafra, Fumarola e Turi sostanziano anche con un appello a guardare oltre le fabbriche, nelle opportunità di lavoro e sviluppo connesse ad esempio alla grande urgenza della conservazione e riqualificazione urbanistica dei nostri territori.

Le bonifiche, di cui ad oggi è difficile conoscere lo stato di avanzamento, il tipo di intervento e i tempi di realizzazione, sono dunque solo le fondamenta di un progetto di rinascita del territorio che può dare occupazione anche attraverso la riprogettazione urbanistica dei nostri centri storici e non solo, a cominciare dall’opera di salvataggio non solo delle pietre ma anche dell’humus sociale della città vecchia di Taranto.

Punti cardinali che il sindacato mette assieme legandoli a doppio nodo con il valore espresso dall’Università e dalla ricerca.

Pensare un nuovo modello di sviluppo per Taranto – dicono – è una necessità che, a nostro giudizio, può essere concretizzata partendo dalla difesa del sistema produttivo esistente, ma anche e soprattutto dalla capacità di innovarlo, adattandolo alle esigenze di salute e ambiente delle nostre comunità.

Ad accompagnare la fase di transizione le segreterie territoriali di CGIL, CISL e UIL, vedono l’università e i centri di ricerca nazionale e internazionali.

Risolvere i problemi ambientali di questo territorio non vuol dire restare immobili – concludono Massafra, Fumarola e Turi - ma al contrario, significa intercettare le opportunità e gestirle diversamente dal passato. Significa sostituire le immorali ragioni del profitto con la promozione degli interessi collettivi. Significa promuovere gli investimenti per il bene comune, favorendo la vita alta dello sviluppo, quella in cui la qualità, l’innovazione, la conoscenza, il valore del lavoro diventano gli strumenti con cui competere nel mondo.

 

 L’UTILE E’ DI 2,5 MILIONI DI EURO, RACCOLTA A 484 MILIONI, IMPIEGHI A 201 MILIONI. IL PATRIMONIO (41,5 MILIONI DI EURO) PREPARA L’ISTITUTO ALLE FUTURE SFIDE DEL MERCATO

 

 

 

L’Assemblea dei Soci della BCC San Marzano di San Giuseppe (nella foto), riunitasi domenica 10 maggio 2015,

ha approvato all’unanimità il Bilancio d’Esercizio 2014. Nel dettaglio, la raccolta diretta dell’Istituto di credito pugliese, si è attestata a 484 milioni con un incremento del 4,12% sull’anno precedente. In flessione gli impieghi (-5,7%), che si attestano a quota 201 milioni. L’utile d’esercizio evidenzia un avanzo d᾿amministrazione di 2,5 milioni di euro, ottimo valore in termini assoluti, sebbene in calo (-46,35%) rispetto allo scorso anno. Prosegue il rafforzamento patrimoniale della Banca con mezzi propri che si attestano a 41,5 milioni di euro, con un incremento del 9,07% sul 2013, realizzato grazieall’accantonamento a fondi indivisibili degli utili e all’incremento della base sociale.

(Nella foto a sinistra Emanuele Di Palma e Francesco Cavallo)

«I dati 2014 – spiega ai Soci il Presidente Francesco Cavallo – mettono in luce ancora una volta il ruolo importante della Banca sul territorio. Essere un punto di riferimento per i risparmiatori e godere della crescente fiducia della clientela è l'obiettivo dell'Istituto. La BCC San Marzano di San Giuseppe ha confermato il suo ruolo di Banca locale, continuando a sostenere le richieste di imprese e famiglie e gli investimenti imprenditoriali pur in una fase di contrazione della domanda di crediti per investimenti».

Per il Direttore Generale, Emanuele di Palma: «La BCC San Marzano di San Giuseppe ha consegnato ai Soci un bilancio sano dal quale traspare la solidità dell'Istituto che continua a supportare le iniziative meritevoli del Territorio con impegno e determinazione. Le BCC tutte sono chiamate ad una riorganizzazione strutturale su scala nazionale per migliorare la propria efficienza e capacità di stare sul mercato. Sotto questo aspetto, possiamo dire che la BCC San Marzano di San Giuseppe, si sta adeguando per raggiungere standard di qualità ottimali».

La BCC dopo aver inaugurato la scorsa estate la prima filiale intelligente a San Marzano di San Giuseppe, sta procedendo alla ristrutturazione della sede di Via Vittorio Emanuele (presidenza, direzione generale e uffici centrali). Alla conclusione degli interventi, la storica sede della Banca assumerà i contorni di un vero e proprio centro servizi e accoglienza per poter rispondere in modo ancor più tempestivo e qualificato alle esigenze e richieste che arriveranno da Soci, Clienti e società finanziarie con le quali la BCC collabora al fine di offrire un migliore servizio a risparmiatori e imprese.

 


 

 

Ieri a Bari incontro con l’ARIF e il Commissario per la Xylella

 

Si è svolto a Bari, l’incontro tra i vertici della Provincia di Taranto, della società in house Isola Verde e il Commissario per l’emergenza Xylella, comandante Giuseppe Silletti. All’incontro era presente anche il direttore dell’ARIF (l’Agenzia Regionale per le attività Irrigue e Forestali), Giuseppe Maria Taurino.

Stiamo sondando tutte le ipotesi percorribili per tentare di risolvere in una volta sola due emergenze che ci stanno particolarmente a cuore – ha detto l’Assessore Nardoni – perché mentre da un lato abbiamo bisogno di mettere al riparo tutto il nostro patrimonio olivicolo mettendo in sicurezza buona parte del territorio al confine con la provincia di Lecce, effettuando con celerità le pratiche agronomiche indispensabili che i Comuni non riescono a compiere in autonomia, dall’altro sappiamo che le professionalità espresse dai lavoratori di Isola Verde potrebbero assolvere a questo compito, guadagnando  giorni utili verso una soluzione più strutturata del problema che li riguarda. Oltre 200 famiglie a cui dare risposte di sostegno economico e prospettive occupazionali.

La società in house in attesa di un piano di rilancio e riordino spettante proprio all’azionista unico, ovvero la Provincia di Taranto, riceve così un segnale di disponibilità da parte della Regione e dell’Assessorato all’agricoltura.

Isola Verde – dice ancora Nardoni – ha bisogno di risposte celeri e purtroppo in attesa dei riscontri che potrebbero arrivare dalle progettualità che sarebbero state messe in campo, come Regione abbiamo inteso prodigarci per l’acquisizione da parte della società in house della Provincia di Taranto, di una commessa che potesse garantire l’immissione di nuove risorse utili a pagare gli stipendi di questi lavoratori.

Durante l’incontro è stata valutata l’ipotesi, pertanto, di affidare agli operai della società in house della Provincia di Taranto gli interventi necessari e urgenti, dopo aver valutato la regolarità burocratico-amministrativa dell’azione prevista.

Le parti si aggiorneranno nei prossimi giorni per definire gli atti consequenziali.


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