Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator
Preferenze sui cookie
Giornale di Taranto - Economia, Lavoro & Industria
×

Attenzione

JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 170

Economia, Lavoro & Industria

Economia, Lavoro & Industria (1903)

Ilva, con l'approssimarsi della data della protesta, si rafforza il fronte delle adesioni. 

L’USB dice si allo sciopero e alla manifestazione del 10 febbraio prossimo. “La partecipazione di Usb  vuole essere un chiaro segnale di ricerca dell’unità sindacale e soprattutto il tentativo di dare una scossa in positivo alla infinita frammentazione di cui questa città soffre e in cui il governo sguazza – commenta Francesco Ruzzo, dirigente provinciale al termine del direttivo che si è tenuto ieri mattina -. Mentre a Taranto si continua a litigare su cosa sia giusto fare, la fabbrica cade a pezzi, l 'indotto o quel che resta di esso, sta collassando e il futuro che si prospetta è tutt'altro che roseo, bonifiche e salute sono state cancellate dalle priorità. Il governo con l'ultimo decreto ha semplicemente detto che non ci sono garanzie per le  bonifiche e per la salute, che  non si attuerà l' ambientalizzazione e nessuna garanzia occupazionale, ignorando tutte le posizioni di chi sostiene la Nazionalizzazione - riconversione,  la privatizzazione, fino ad arrivare a coloro che sostengono  la chiusura. Per tutti questi motivi saremo presenti al corteo silenzioso che muoverà dal ponte di pietra fin sotto la Prefettura senza nessun blocco e senza creare nessun disservizio alla città,  ma facendo capire con un rigoroso silenzio che siamo parte integrante della città e non antagonisti ad essa – va avanti Rizzo -.  Al Prefetto consegneremo un documento in cui rimarcheremo la contrarietà e le contraddizioni contenute nell’ ultimo decreto. Auspichiamo che questo possa essere il primo passo per riavviare un dialogo corretto con il mondo politico-istituzionale,  dell' associazionismo e sindacale che a Taranto manca da troppo tempo e che finora ha permesso al Governo di prendere decisioni senza tener conto delle voci in campo e soprattutto della città”.

Intanto, nel pomeriggio di sabato e nella tarda mattinata di oggi il coordinatore provinciale USB Francesco Rizzo ha incontrato la console della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Amarilys Gutierrez Graffe, che ha voluto visitare la sede Usb a Taranto esprimendo solidarietà ai lavoratori e ai cittadini di Taranto e garantendo la propria partecipazione al convegno Nazionale sull'Ilva che Usb organizzerà nelle prossime settimane.

I coordinamenti sindacali CGIL – CISL - UIL di tutte le categorie interessate alla vertenza ILVA Taranto ed Indotto ILVA Taranto,  fanno sapere che allo sciopero aderiscono anche i lavoratori del comparto Pubblici Esercizi settore Mense e Pulizie e Multiservizi .

"Condividere obiettivi comuni-  si legge in una nota- Ambientalizzazione Ilva, Bonifiche del territorio, Salvaguardia dei livelli occupazionali diretti ed indotto sono le motivazioni per cui queste organizzazioni sindacali hanno deciso di proclamare una giornata di sciopero.

        Lo sciopero si  articolerà in un corteo con presidio davanti alla Prefettura di Taranto.

 

Dal nuovo contratto per il settore alimentare una grande occasione per i territori tarantino e brindisino. Di questo è più che convinto il segretario generale della Fai Cisl AntonioLa Fortuna che sulla questione ha inviato lanota che di seguito pubblichiamo.

 

Non è mai mancato il contributo di mobilitazione e di lotta degli oltre 500 tra lavoratrici e lavoratori dipendenti di Heineken (Massafra), Borsci Liquori, Caffè Ninfole (Taranto), Sfir, Indesil (Brindisi), Conserve Italia (Mesagne), nel rivendicare la firma del Contratto nazionale di lavoro del settore industria alimentare 2016-2019,  sottoscritto con Federalimentare venerdì scorso a Roma.

Estato un percorso articolato, tra assemblee, presidi presso le Prefetture, scioperi, volantinaggi, portato avanti con grande determinazione dalla Fai Cisl territoriale insieme con le altre sigle confederali della categoriaagro-industriale-ambientale, per un C.c.n.l. che oltre a determinare un aumento retributivo scaglionato nel quadriennio pari a 105 euro -   35 dei quali quest'anno – e la conferma di unarticolazione salariale su 14 mensilità, ha sancito il principio della partecipazione dei lavoratori alle dinamiche dellimpresa.

Bilateralità di settore, formazione congiunta, nuove modalità su telelavoro e lavoro agile (smartworking),sono ulteriori punti qualificanti di questo Contratto che conferma pienamente la validità del primo livello nazionale, inteso come strumento di tutela e di difesa dei diritti normativi e salariali in questo caso del settore industria alimentare e che, al contempo, rafforza ed estende significativamente il secondo livello di contrattazione aziendale o di territorio, rilanciando i temi dellinnovazione, della produttività, della competitività e delle condizioni di lavoro.

Il Contratto, inoltre, consente di eleggere i Rappresentanti di sito dei lavoratori per la sicurezza, prevede il congedo retribuito di sei mesi per le donne vittime di violenza edattiva un fondo specifico a sostegno dei lavoratori che perdono loccupazione a due anni dalla pensione.

Lo stesso fondo che interverrà, altresì, per lavoratori i quali volontariamente trasformeranno il contratto da tempo pieno a part-time e promuoverà un ricambio della manodopera (turnover), come vero e proprio ponte generazionale.

Non possiamo che confermare la nostra personale soddisfazione anche a nome delle lavoratrici e dei lavoratori che rappresentiamo, per le ricadute economiche, sociali ed occupazionali positive che la firma del Contratto determinerà anche per il nostro territorio Taranto Brindisi.

Non è ancora terminata la lunga vertenza. Ora tocca allo stabilimento di Castellaneta

Il Comune di Castellaneta faccia presto, perché si sta giocando una partita vitale. La vertenza Miroglio, dopo quasi sette anni di lotta da parte dei lavoratori, potrebbe diventare un caso da ripetere su tutto il territorio nazionale, per la coesione degli operai, e per l’unità tra tutti gli attori in campo, compresi i sindacati e le amministrazioni di vari livelli. Quella che si sta giocando ora, a Castellaneta, è una partita di cruciale importanza, nella quale l’amministrazione ha il dovere di velocizzare i processi per poter affidare lo stabilimento. È necessario che il passaggio al Ministero sia fatto nel più breve tempo possibile, limitando al massimo i tempi della burocrazia. In gioco ci sono il presente e il futuro dei lavoratori che ancora non hanno usufruito della ricollocazione e per i quali sono ormai terminati gli ammortizzatori sociali. Il comune di Castellaneta ha ora la possibilità di incidere positivamente sul futuro del proprio territorio.

 

“Nel pieno rispetto della legalità e dei tempi tecnici” commenta Giordano Santoro, segretario generale della Filctem Taranto, “auspichiamo che si trovi una soluzione per lo stabilimento di Castellaneta, e che questa si realizzi nel più breve tempo possibile perchè il tempo non è un aspetto secondario, quando sono coinvolti lavoratori padri di famiglia, senza alcun sostegno al reddito”. 

 

L’associazione dei costruttori edili pugliese invita il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano a intervenire per non fare aggiudicare le gare con offerte fuori mercato

 E’ sul tema delle offerte ‘fuori mercato’ se non addirittura ‘avventurose’ nelle gare bandite dall’AQP che l’Associazione dei costruttori edili pugliesi interviene scrivendo una lettera, inviata oggi al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano

 

«I ribassi inaffidabili - scrive nella lettera il presidente dell’ANCE Puglia Nicola Delle Donne -devono divenire inaccettabili perché non offrono garanzie di una corretta esecuzione dell’opera».

 

In un contesto di grave crisi per il settore in cui il mercato delle opere pubbliche stenta a ripartire e sono sempre meno gli investimenti «gli imprenditori edili che operano nel settore delle opere pubbliche – argomenta Delle Donne-stanno perdendo l’orientamento, precipitando sempre più nell’arte di arrangiarsi, sconfinando nel ‘dumping’ ovvero prestazioni sotto costo che l’Unione Europea vieta.

 

Secondo il presidente dei costruttori pugliesi«la continua e progressiva rincorsa al maxi sconto nelle gare di affidamento dei lavori deve essere per l’ente appaltante motivo di seria e approfondita preoccupazione. L’affannata ricerca dell’aggiudicazione non è più finalizzata all’esecuzione dell’opera ma alla consegna in banca di un contratto di appalto, per sopravvivere al prossimo lunedì».

 

«In presenza di offerte a dir poco avventurose – conclude Delle Donne-  la non aggiudicazione da parte di AQP si appalesa di legittimità perché fondata su una motivazione concreta, perché l’offerta non risulta idonea in relazione all’oggetto del contratto. Al contrario, aggiudicandolo si attiverebbero cantieri percorsi più di criticità che di lavori"

Si è tenuto il sit in delle lavoratrici e dei lavoratori dipendenti del call center Human Power srl - Planet Group, indetto da Filcams CGIL e Fisascat CISL Taranto.
La protesta era era stata indetta dopo i ritardi accumulati dall'azienda nell'erogazione degli stipendi di novembre, dicembre 2015, del saldo della 14esima e di gennaio 2016.
"Solo all'indomani della comunicazione dell'iniziativa- scrivono i sindacati-  è stato erogato un solo stipendio relativo al mese di novembre 2015.
Tuttavia, l'atteggiamento dell'azienda viene considerato grave in quanto appare del tutto evidente che dopo l'attenzione posta sul tema dei call center, ci sono aziende che non demordono nell'assumere atteggiamenti irrispettosi nei confronti dei lavoratori. Pertanto, non si escludono altre iniziative sindacali qualora l'azienda dovesse dimostrare di non recepire le richieste avanzate nel pieno rispetto dei più elementari diritti dei lavoratori."
Al sit in indetto da Filcams CGIL e Fisascat CISL ha partecipato anche una delegazione di lavoratori di Teleperformance, aderenti alla SLC CGIL, i quali hanno manifestato solidarietà ai colleghi in difficoltà di Human Power.
Pubblichiamo di seguito un comunicato a firma di Giovanni D’Arcangelo    e  Andrea Lumino                                                              

"Ci chiediamo ancora se Taranto debba continuare ad essere terra di conquista di imprenditori spavaldi e prenditori o se finalmente qualcuno ci aiuterà a ridare dignità a questo territorio.

 

Ricordiamo ancora oggi quando, non più di un paio d'anni fa, quando si salutava l'inaugurazione di Human Power, attualmente Planet Group, ritenendola importante per lo sviluppo del territorio e legandola a progetti innovativi e di Smart City.

Oggi, invece, ci troviamo a denunciare la scabrosa situazione in cui le lavoratrici e i lavoratori non percepiscono gli stipendi o lo ricevono con ritardi ingiustificabili, senza rispettare la dignità delle persone che ci lavorano.

A questa problematica, già di per sè dai contorni drammatici, aggiungiamo l'assoluta irresponsabilità di un'azienda che,s enza alcuna remora, sposta lavoro e attività dalla Puglia alla Calabria, portando via da qui una commessa che già stava sul territorio per portarla fuori, aumentando la preoccupazione e la precarietà di chi continua a fare sacrifici per quest'azienda.

Invitiamo pertanto l'azienda ad aprire un tavolo di confronto serio, non più rinviabile, con le parti sociali e, contemporaneamente, i committenti ad assumere un atteggiamento di responsabilità sociale.

Parallelamente chiediamo alle istituzioni di convocare azienda e organizzazioni sindacali, perché è inaccettabile che, a distanza di pochi giorni dall'approvazione delle clausole sociali nei call center (che stanno per diventare legge!), si permetta a committenti ed aziende di giocare così sulla vita delle persone: noi non lo accettiamo e con il sit in del 5 febbraio 2016 abbiamo mobilitato lavoratrici e lavoratori per far emergere storture, contraddizioni e negazioni di diritti".

 

 

 

 

 

Una delle questioni su cui i tarantini vorrebbe delle risposte è perche il Porto del capoluogo ionico ha chiuso i battenti, perchè dopo tanti anni di attività si è ritornati all'anno zero, lasciando "per strada" oltre 500 lavoratori e famiglie. Abbiamo letto un interessante articolo del periodico specializzato Euromerci che riporta una intervista a Giancarlo Russo, Vice Presidente di Assologistica ed ex Manager della TCT, la società che gestiva le attività portuali, da cui sicuramente possiamo ricavare delle risposte.  

Una delle domenade poste al Capitano Russo è stata infatti la seguente e che, per la sua importanza, riprendiamo integralmente:

"COME VALUTA QUANTO È ACCADUTO E IL “RITIRO” DALLA SCENA TARANTINA DELLE DUE TRA LE PIÙ GRANDI COMPAGNIE ARMATORIALI MONDIALI?

II nostro paese e,specialmente,il Mezzogiorno devono sempre più essere in grado di attrarre capitali  e investimenti stranieri.Su questo siamo tuttid’accor- do,allora come si può valutare una situazione che ha portato all’esatto contrario, alla perdita di due presenze estere così rilevanti? Prima di sottoscrivere a Roma l’accordo dell’aprile 2012,Evergreen aveva già annunciato l’incremento della portata delle sue navi,necessario per essere in grado di fronteggiare la sfida dei grandi armatori del trasporto marittimo. Non solo, ma da tempo aveva anche denunciato le forti difficoltà a lavorare sul terminal per una carente protezione offerta dalla diga foranea, per I’inadeguatezza dei fondali e delle banchine, per gli ineffcienti collegamenti infrastrutturali, per l'esclusione dall'utilizzo di banchina e piazzali, già assegnati con l'atto concessorio, causa il permanere in loco di un terminal rinfuse. Nell'accordo romano, le istituzioni presero l'impegno di ammodernare la banchina di ormeggio, di fare i necessari dragaggi e la vasca di colmata, di adeguare l'area del terminal rinfuse, di realizzare la diga foranea. Impegni non mantenuti. Se a Taranto purtroppo non siamo stati in grado di soddisfare, nei tempi concordati, la domanda di un mercato già presente nel nostro territorio, non si possono demonizzare aziende che hanno portato in Italia e nel sud del paese capitali esteri per creare sviluppo e che negli ultimi anni hanno ripianato perdite per 150 milioni di euro.

Un'altra domanda che ha attirato la nostra attenzione, soprattutto per capire quale potrebbe essere il futuro del Porto di Taranto e dei sui lavoratori attualmente in Cassa Integrazione che non sanno cosa gli attende domani. è la seguente:

COSA SERVE AL PORTO DI TARANTO?

Un sistema di governance che,da un lato,sia in grado di portare avanti con fermezza le opere previste dal Piano regolatore portuale,assumendosi la piena responsabilità sui tempi di realizzazione,e che, dall'altro, sappia dialogare con le multinazionali e con quegli operatori esteri che controllano le merci e che possano essere interessati al nostro porto, considerandolo competitivo per il loro business. Lo scalo deve anche allargare i suoi obiettivi,andando oltre la sua funzione di trans shipment,che ovviamente va salvaguardata:una volta che sarà dotato di un'infrastruttura adeguata alle esigenze del mercato e le navi torneranno a scalarlo,si dovrà puntare alla manipolazione delle merci, grazie ad attività retroportuali che diano valore aggiunto e che generino Pil per il territorio.Infatti, sono convinto che il porto di Taranto,rendendo più effcace e razionalizzandol a sua corografa,si possa offrire al mercato non solo come hub di transshipment,ma anche come gateway per ulteriori commodity e servizi logistici.

Il testo integrale dell'intervista la potete leggere sul periodico Euromerci.



Nel pomeriggio di martedì, dopo quasi tre ore di confronto tra i segretari generali di FIM FIOM UILM E USB , in cui si è analizzata la sempre più drammatica situazione del gruppo Ilva, le organizzazioni sindacali hanno convenuto di provare ad affrontare unitariamente alcuni dei temi più delicati della vicenda Ilva. "Pur con tutte le difficoltà e le diversità di vedute - spiega Francesco Rizzo del'Usb - si è deciso di avviare a partire dal 4 febbraio le assemblee unitarie, così come richiesto dai lavoratori , nelle quali verrà illustrato sia l'ultimo decreto, che nei fatti non garantisce né la salute e tanto meno l' occupazione, sia la situazione della trattativa sul rinnovo dei contratti di solidarietà". Per questo motivo il 9 febbraio al tavolo col governatore della Puglia siederà anche USB per discutere degli ammortizzatori sociali in scadenza per i lavoratori appalto Ilva (a partire dal mese di aprile centinaia di lavoratori rischiano di non avere nessuna copertura economica). Il 10 di febbraio inoltre ci sarà sciopero Ilva e Appalto Ilva indetto da Fim Fiom Uilm con un Sit in davanti la prefettura di Taranto con i lavoratori. "La partecipazione allo sciopero del 10 di febbraio di USB - spiega Rizzo - sarà legata al consiglio di fabbrica unitario previsto per venerdì 5 febbraio e alle indicazioni che riceveremo dai lavoratori nelle assemblee che partiranno domani. Valutiamo positivamente - conclude Rizzo - il tentativo di affrontare unitariamente alcune delle spinose questioni della vicenda Ilva coinvolgendo tramite le assemblee tutti i lavoratori che devono essere i protagonisti delle decisioni che riguardano il loro futuro".

 

Unitamente alle proprie Federazioni di categoria Fim, Filca, Fisascat, Fit, Flaei.

 

Il Coordinamento territoriale Ilva, Appalto, Indotto é finalizzato a monitorare gli sviluppi concernenti la vendita e la presa in carico o, in subordine, l’affitto dello stabilimento Ilva di Taranto, che si concluderanno entro il 30 giugno p.v.Il primo incontro di insediamento ha fatto il punto sullo stato attuale delle vertenze che coinvolgono sia i lavoratori diretti che quelli dell’appalto, dell’indotto e dei servizi e sulle specificità settoriali che spesso si intersecano. Presieduto da Antonio Castellucci, Segretario generale Cisl Taranto Brindisi, il Coordinamento ha preso anche in esame alcuni recenti, positivi sviluppi riguardanti il presente ed il futuro produttivo ed occupazionale del siderurgico ionico nel contesto più generale del Gruppo Ilva, a cominciare dalla recente conversione in legge al Senato dell’ultimo, specifico Decreto e dal via libera concesso dalla Commissione Concorrenza europea a proseguire i lavori di ambientalizzazione del processo produttivo e in quelli di aggiornamento della dotazione impiantistica dello stabilimento ionico. Il Coordinamento, altresì, ha confermato l’auspicio che il Governo sappia, in tempi brevi, individuare soggetti realmente interessati ai destini del Gruppo Ilva onde favorire le migliori soluzioni di conferma della produzione siderurgica e industriale nel Paese e, in particolare, a Taranto.Il Coordinamento, infine, ha deciso di convocarsi con ricorrente periodicità, per fare il punto sulle vertenze in essere e sulle loro evoluzioni.


Gruppo Ilva: l'Executive torinese Maurizio Munari lascia l'incarico
di Direttore Vendite, Marketing e Business Development
 
Seconda dimissione eccellente in  casa Ilva, specchio del clima di tensione e insicurezza che si respira all'interno di un'azienda ormai al collasso.
«A quattro mesi dalla mia nomina alla direzione
della divisione Vendite, Marketing e Business Development del Gruppo Ilva ho
deciso di lasciare l'incarico. Alla luce delle recenti evoluzioni che hanno riguardato il
Gruppo Ilva, ritengo che non vi siano più le condizioni per poter portare a termine il
mandato che sono stato chiamato a svolgere». Questo è quanto ha dichiarato Maurizio Munari.
L'Executive torinese Maurizio Munari aveva assunto l'incarico di Direttore Vendite,
Marketing e Business Development del Gruppo Ilva il 1 ottobre 2015, dopo aver
ricoperto ruoli di primo livello nel gruppo FCA.
Prima di lui si era dimesso Pucci,direttore generale appena nominato. Ma lasua decisione era legata alle polemiche suscitate dalla condanna per la tragedia Thyssen.

La CISL TARANTO BRINDISI apre il suo comunicato ricordando al GOVERNO di realizzare le migliori condizioni per un futuro positivo dell'ILVA.                    

Continua sottolineando che sebbene in un contesto generale del Paese alquanto incerto e critico, incoraggiano gli ultimi sviluppi concernenti il presente ed il futuro produttivo ed occupazionale del siderurgico di Taranto, con esso i destini dell’Ilva e di tutti gli altri stabilimenti del Gruppo. A cominciare dalla conversione in legge al Senato dell’ultimo, specifico Decreto e dagli esiti della riunione tecnica tenutasi di recente a Bruxelles e conclusasi con l’incoraggiamento della Commissione Concorrenza europea all'Italia a proseguire con celerità nei lavori di ambientalizzazione del processo produttivo e in quelli di aggiornamento della dotazione impiantistica del sito ionico, ponendo in essere ogni misura prescritta dall’Aia per le bonifiche ambientali, la sicurezza dei lavoratori e la tutela della salute pubblica.Sono stati passaggi indubbiamente impegnativi e dall’esito non scontato, per cui sarà fondamentale, come sempre ha sostenuto la nostra Organizzazione, che vengano rispettati i tempi stabiliti  e, soprattutto, che siano considerati i temi della sostenibilità della produzione di acciaio come connaturati al piano industriale di cui dovrà farsi carico chi, entro il prossimo 30 giugno, ne acquisirà la nuova proprietà o, in subordine, la prenderà in affitto.  Neppure scontata, a nostro avviso, era la disponibilità manifestata dall’Amministratore delegato della Cassa Depositi e Prestiti ad essere parte attiva del progetto di rilancio dell’Ilva, ancorché in ruolo di minoranza, anticipata in un’audizione alla Commissione Attività produttive della Camera dove ha dichiarato il proprio impegno ad avviare, a breve, la richiesta di dati sensibili per interagire, appunto, nel processo di acquisizione. Per tutto questo riteniamo importante che la suddetta serie di segnali positivi debbano essere colti indistintamente da tutti, perché tutti concorrano alla ricerca di soluzioni condivise agendo con piena responsabilità, senza prevaricazioni e intolleranze che tradirebbero le aspettative dei lavoratori e rischierebbero seriamente di ipotecare il futuro industriale e produttivo di un Gruppo leader in Europa che molti Paesi concorrenti invidiano all’Italia.La Cisl continuerà a fare come sempre la propria parte, responsabilmente, nell’esclusivo interesse dei lavoratori diretti e dell’indotto siderurgico e di quest’area territoriale che grazie anche al Contratto Istituzionale di Sviluppo sottoscritto con il Governo intende riemergere con forza e rilanciarsi in termini produttivi, sociali ed occupazionali.Auspichiamo, pertanto, che i prossimi passi del Governo si rivelino utili a trovare  soggetti industriali realmente interessati ai destini del Gruppo Ilva e che favoriscano le migliori soluzioni possibili, per la conferma della produzione siderurgica nel nostro Paese e, in particolare, a Taranto.

Di diverso tenore la nota dell' USB - Unione Sindacale di Base di Taranto che apre con un titolo abbastanza chiaro: A GENOVA SI LOTTA……..A TARANTO SI PRODUCE!!! Tre giorni di dura lotta a Genova, tre giorni con produzioni record a Taranto!! A Genova si lotta per il futuro, da noi a Taranto si aspetta l’esecuzione di massa…………

Solidarietà, stima e rispetto per chi a Genova protesta contro le scellerate decisioni del governo che con l’ultimo decreto si è letteralmente deresponsabilizzato sulla questione Ilva, scaricando sui lavoratori gli errori commessi da una classe politica nazionale inetta, incapace e ridicola.L’ultimo decreto che contiene il bando di vendita, in realtà sarà un regalo a qualche multinazionale estera o qualche gruppo di “prenditori amici” nostrani che non metterà un euro nel piatto, chiederà mano libera “per salvare il salvabile” e attuerà la macelleria sociale, con l’ambientalizzazione che non avverrà mai!!Piombino né è la prova, regalata letteralmente agli algerini di CEVITAL che hanno sottoscritto un impegno in cui dichiarano 700 MLN di investimento totale  per “ambientalizzare” e mantenere i livelli occupazionali, riconvertire le produzioni a caldo con i forni elettrici.Risultato? L’area a caldo è ferma, la bonifica mai partita , i lavoratori in cassa senza nessuna certezza e con una perdita di 5.000,00 € annue sul proprio reddito , ambientalizzazione  non pervenuta, dei 700 mln neanche l’ombra e CEVITAL è introvabile…… Anzi no è in Brasile a firmare accordi dichiarando che trasferirà le produzioni di Piombino in lì !!In compenso con la promessa dell’impegno sul siderurgico, il gruppo algerino  ha ottenuto il controllo del porto di Piombino che era il vero obbiettivo!!Il gruppo Ilva? Tranquilli faremo la stessa fine……… Diffidate da chi sostiene che a Genova si sciopera solo per il rispetto  dell’accordo di programma o per ottenere il famoso 10% integrazione , i lavoratori scioperano per la difesa del loro futuro che è identico a quello dei lavoratori di Taranto e di tutto il gruppo, compresi i lavoratori dell’appalto!!Diffidate da chi vi dice che i privati sono la salvezza, i soldi ce li metterà comunque lo stato, nessun privato investirà mai un euro dei propri soldi nella condizione in cui versa Ilva!!Il meccanismo è semplice, DIVISIONE, vogliono farci credere che a Genova a Novi a Taranto, che nei vari siti le problematiche sono diverse, vogliono farci credere che i lavoratori sono diversi,  lavoratori dell’area a caldo con quelli dell’area a freddo,  quelli iscritti a un  sindacato piuttosto che all’altro , quelli del sud e quelli del nord, chi vive in città piuttosto che nei paesi, quelli diretti con i lavoratori dell’appalto!! La verità è che siamo tutti uguali, da nord a sud passando per Genova , Piombino, Taranto ecc…. Questo è solo un trucco per dividere  e rendere deboli . Il compito dei commissari ufficialmente era quello di risollevare le sorti del gruppo, in realtà bisognava affossare il mondo Ilva per avere la giusta condizione per regalarlo!! Prova né è Mittal  che ha subito detto che un eventuale proposta di acquisto dovrebbe contenere impunità sui reati ambientali e di sicurezza del lavoro!!Cari colleghi come ci hanno detto alcuni lavoratori di Genova che in questi giorni protestano, le soluzioni sono solo due: aspettare una morte certa oppure reagire e tentare di salvarsi!!


 

Pagina 84 di 136