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Giornale di Taranto - Economia, Lavoro & Industria
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Economia, Lavoro & Industria

Economia, Lavoro & Industria (1903)

LA CRISI CHE AVANZA. I LAVORATORI DI DUE GRANDI REALTA' INDUSTRIALI SI CONFRONTANO.
 

 

Si e tenuta in questi giorni, congiuntamente alle segreterie di FIM-FIOM-UILM, l’assemblea dei lavoratori ex Marcegaglia per fare il punto della situazione della vertenza, vista la criticità degli stessi dal punto di vista occupazionale.

Ricordiamo che questi lavoratori in data 30 novembre 2015 sono stati licenziati ed attualmente sono posti tutti nelle liste di mobilità.

Nonostante l’accordo siglato in Regione Puglia, che impegnava l’azienda, per un periodo di 18 mesi, a ricercare un nuovo soggetto industriale tramite una agenzia di scouting, ad oggi nulla è cambiato da quel 30 novembre 2015 e, visto il passare del tempo, le preoccupazioni dei lavoratori aumentano sempre di più.

Lavoratori e organizzazioni sindacali chiedono che sia immediatamente riaperto il tavolo di crisi presso il Ministero dello sviluppo economico, così come previsto dall’accordo Regionale, ed invitano la stessa Regione Puglia ad attivarsi per ottenere una data utile.

Inoltre, relativamente all’interessamento della Marcegaglia all’Ilva di Taranto, lavoratori e segreterie FIM FIOM UILM, ribadiscono alle forze politiche ed alle istituzioni tutte, che la Marcegaglia non può dimenticare, prima di interessarsi ad altri business, gli ex dipendenti appena licenziati nello stesso territorio, ha il dovere di rispondere alle sue responsabilità sociali.

L’Assemblea dei lavoratori, congiuntamente alle Segreterie di FIM FIOM UILM, ha altresì deciso di monitorare costantemente l’evolversi della situazione, instituendo delle assemblee a cadenza mensile da tenersi presso la sede sindacale.

Il primo appuntamento è previsto giorno 15 marzo alle ore 16,00.

Intanto si è conclusa la prima tornata di assemblee indette da FIM, FIOM e FISMIC circa le riorganizzazioni di One Company Finmeccanica Grottaglie (ex Alenia). Le RSU hanno voluto incontrare i lavoratori per discutere con loro delle condizioni generali su cui ancora non vi sono garanzie certe (internalizzazioni e stabilizzazioni degli interinali) e sull’immediata riorganizzazione di alcune unità produttive.

Dopo alcuni giorni di tensione in cui sembrava essere assunta dall’azienda un’azione unilaterale sulle modifiche delle turnazioni da adottare, le RSU di FIM, FIOM e FISMIC hanno siglato un accordo che di fatto prende in carico le esigenze dei lavoratori tramutandole in una nuova organizzazione del lavoro. Durante l’assemblea è emersa larga condivisione del progetto e soddisfazione da parte dei lavoratori per il risultato ottenuto.

«Terremo ancora alta la guardia sugli scenari futuri derivati dalla One Company di nuova creazione - dichiara il Segretario Generale della Fim Cisl Taranto Brindisi, Valerio D’Alò -  di fatto, però, esprimiamo pieno apprezzamento per i nostri delegati che hanno saputo ben codificare le esigenze della maggioranza dei lavoratori e trasformale in accordo, modificando di fatto le intenzioni iniziali dell’azienda. Nei prossimi giorni sarà vagliato da Finmeccanica il programma di riassetto e potremo entrare nel merito delle questioni in sospeso come la stabilizzazione dei contratti per i lavoratori interinali e le internalizzazioni di alcune attività. Sarà allora – conclude - che entreremo nel vivo del piano industriale e chiederemo tutte le garanzie necessarie».


Due talk, sullo stato dell’arte degli Open Data in Puglia e sull’utilità degli OD per cittadini, imprese e territorio. Un Hackathon dedicato a cultura e ambiente, suddiviso in tre track: luoghi della cultura a Taranto, monitoraggio ambientale e opportunità per le startup innovative. Relatori d’eccezione, innovatori, visionari.

Tutto questo è Open Data Day 2016 Taranto, nell’Agorà della Cittadella delle imprese sabato 5 marzo 2016 dalle 9 alle 18. Un programma complesso ed avvincente, dalla teoria, all’utilizzo, alle prospettive. Un evento internazionale che si svolge in contemporanea nel mondo (http://opendataday.org).

 

Open Data Day per la prima volta a Taranto  in Camera di commercio perché siamo molto impegnati sul tema dell’innovazione – commenta il Presidente dell’Ente camerale, Luigi Sportelli - e ci interessa che il territorio conosca le opportunità straordinarie che l’utilizzo degli OD può offrire non solo per la diffusione di una nuova cultura della trasparenza, ma anche per la nascita di idee imprenditoriali e l’avvio di start up innovative”.

Significativi i topic della giornata: ambiente e cultura, intorno ai quali ruota l’ampio dibattito su un possibile, nuovo modello di crescita socio – economica”, aggiunge il Segretario generale della Camera di commercio, dr. Francesco De Giorgio.

Per Vincenzo Patruno, Opendata Coordinator in ISTAT e co-fondatore di OpenPuglia: "il progetto OpenPuglia, con il lavoro svolto dai suoi "civic hacker", è riuscito a rendere fruibili dati e informazioni sulla qualità dell'aria in tutta la Puglia, mettendo queste informazioni a disposizione di cittadini e ricercatori per aumentare la trasparenza e la consapevolezza sulla qualità del nostro ambiente, e per migliorare l'efficacia delle politiche sul territorio.”

"La comunità di OpenPuglia, con il suo processo di liberazione "dal basso" dei dati ambientali e sulla cultura in Puglia, vuole stimolare le politiche regionali affinché proseguano nel lavoro di apertura dei dati pubblici: grazie agli opendata, secondo un recente studio, solo quest'anno in Europa verranno creati nel settore privato 75mila nuovi posti di lavoro, che diventeranno centomila nel 2020", sottolinea Massimo Zotti, dirigente di Planetek Italia s.r.l., una PMI innovativa di Bari che opera nel settore aerospaziale e basa una buona parte del suo fatturato sullo sfruttamento degli opendata satellitari.

 

Open Data Day Taranto 2016 è promosso da OpenPuglia (www.openpuglia.org), un progetto avviato da un gruppo di privati cittadini, civic hacker, studenti pugliesi ed esponenti dell’industria locale e del mondo accademico, che operano spontaneamente per creare nuova cultura con gli Open Data, ed un modo nuovo di intendere il rapporto tra l’informazione, il digitale ed i diritti dei cittadini. L’evento è sostenuto da Stati Generali dell’Innovazione - Puglia, Istituto Italiano Open Data, Wikimedia Italia, Aica, onData ed è organizzato in collaborazione con la Camera di commercio di Taranto.

 

 

Guidati dal Presidente Luigi De Francesco (nella foto) a confronto con i sen. Salvatore Tomaselli, Dario Stefàno, Pietro Liuzzi e Cinzia Bonfrisco, gli onorevoli di terra ionica Michele Pelillo e Gianfranco Chiarelli, il brindisino Nicola Ciracì, il leccese Roberto Marti, il lucano, Cosimo Latronico. Contatti anche con il sottosegretario alla Giustizia Gennaro Migliore. Al centro della discussione Taranto e il delicatissimo momento della sua storia: le sorti della città - hanno ribadito - si decidono attraverso le scelte che saranno operate in queste settimane, Ilva e Porto in pole position, ma un’attenzione particolare va anche alle grandi criticità legate all’alta velocità ed all’insufficiente infrastrutturazione logistica che penalizza da sempre il capoluogo jonico. Momento emotivamente rilevante l’incontro – fortuito -con Giorgio Napolitano, Presidente Emerito della Repubblica Italiana, il quale ha ricordato la scelta ricaduta su Taranto, nel 1960, per la localizzazione a Taranto dell’allora Italsider .

 

Taranto, la sua vocazione industriale, la trasformazione in atto, le prospettive, le criticità infrastrutturali, e, quasi a sorpresa, l’incontro fortuito con uno dei protagonisti indiscussi della vita politica degli ultimi sessant’anni: il Presidente Emerito della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano, che a Taranto ha dedicato un suo personalissimo pensiero.

E’ stata una interessante e proficua occasione di confronto quella che ha visto ieri protagonisti i giovani imprenditori di Confindustria Taranto, i quali hanno incontrato, nel corso di una visita a Camera e Senato, parlamentari pugliesi e lucani (confrontandosi anche con  espressioni di altre realtà del Paese) dei diversi schieramenti, per una discussione a più voci sulla “vision” della città di domani e sui cambiamenti che inevitabilmente la caratterizzeranno da qui ai prossimi mesi.

Nel corso della visita la delegazione dei giovani imprenditori – guidata dal Presidente Luigi de Francesco – ha potuto confrontarsi, in particolare, con gli onorevoli di terra ionica Michele Pelillo e Gianfranco Chiarelli, con l’on. brindisino Nicola Ciracì, l’on. leccese Roberto Marti e col senatore barese Pietro Liuzzi, nonché col parlamentare del versante lucano, Cosimo Latronico. Contatti e scambi di vedute anche con il sottosegretario alla Giustizia Gennaro Migliore, con i senatori Salvatore Tomaselli, Dario Stefàno e Cinzia Bonfrisco. Inevitabile il riferimento, con i parlamentari del territorio, al momento strategico che vive la città, interessata sia dalle manifestazioni di interesse dei potenziali acquirenti di Ilva, sia dalla rimessa sul mercato, con il recente bando, del molo polisettoriale del Porto, che si prepara auspicabilmente, attraverso l’insediamento di nuovi operatori, ad una nuova stagione di traffici da e per lo scalo jonico. Una congiuntura particolarissima e carica di cambiamenti attraversa pertanto la città, e forte è l’attenzione che i giovani imprenditori hanno richiesto, in questo senso, ai parlamentari di riferimento, affinché si facciano portavoci delle istanze delle imprese consentendo che le scelte di oggi possano rivelarsi basamento solido per gli assetti economici di domani.

Sulle criticità riguardanti invece le infrastrutture ferroviarie e più in generale l’alta velocità, spina nel fianco della dorsale adriatica ed in particolare delle aree jonico-salentine, ancora di recente penalizzate da esclusioni inopinate (vedi il caso delle linee dei treni Freccia Rossa, che da Milano si fermano a Bari), si è incentrato il dibattito con i parlamentari dell’area salentina e lucana, questi ultimi accomunati a Taranto, peraltro, da radici culturali e storiche legate alle civiltà rupestri e magnogreche e da ipotesi concrete di collaborazione su questo preciso versante.

La delegazione dei giovani imprenditori – il cui “tour” romano rientra in un percorso-studio conoscitivo delle principali realtà istituzionali, culturali ed economiche dei territori locale e nazionale, iniziato con la visita al Parlamento Europeo- ha inoltre avuto l’opportunità di assistere  ai lavori del Senato, che ieri ha votato la fiducia sul maxiemendamento sostitutivo del testo del ddl sulle Unioni Civili. Un momento importante della storia del Paese coronato da un incontro fortuito, a Palazzo Madama, con il Presidente Emerito della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano.

Un momento di particolare intensità che il Presidente, figura-icona di quasi sette decenni di storia italiana, ha voluto dedicare proprio a Taranto, ricordando ai giovani imprenditori i dibattiti, negli anni a cavallo fra il 59 e il 60, sulle delicate questioni delle localizzazioni industriali e sulle politiche di intervento dello stato nel Mezzogiorno ed il percorso che portò alla costruzione dell’allora Italsider a Taranto. “Mi assolverete per questo”  ha detto, rivolgendosi ai giovani, in riferimento alle complesse vicende del centro siderurgico.

La risposta della delegazione è stato anche un auspicio, a conclusione di una giornata intensa e importante. “Se ce lo consente, presidente, le dedicheremo la rinascita della città”.


Il Movimento Taranto Respira ritiene assolutamente inadeguato quanto il Governo attraverso il Tavolo istituzionale sta facendo per Taranto. "Dov'è il piano strutturale per rilanciare il capoluogo ionico?" si domandano i resposnabili di Taranto Respira Giuseppe Aralla e Vittoria Orlando nella nota che di seguito pubblichiamo.

Il miglioramento è stato notevole, siamo passati dalle fontanelle al cimitero, donate dall'Ilva nel 2007, agli oltre 800 milioni del contratto di sviluppo per Taranto. Il Movimento Taranto Respira non si duole certo per la boccata di ossigeno all'economia, che arriva con i finanziamenti attraverso il Tavolo istituzionale per la nostra città , ma la domanda sorge spontanea: dove è il piano strutturale per rilanciare il capoluogo jonico? A sentire le dichiarazioni del Sindaco, sembra che nei prossimi anni questi denari verranno impiegati in tanti progetti che non seguono però, a nostro avviso, un filo logico, in una sorta di minestrone dove ci si infila di tutto: arredi per la Città vecchia, recupero archeologico nell'Arsenale, bonifiche, rilancio del porto, restauro di monumenti e palazzi, ecc. Si mischiano interventi strutturali con ciò che invece sarebbe normale gestione di un territorio. È il caso del Palazzo degli Uffici: c'è bisogno di attingere a questi fondi straordinari per il restauro di un palazzo che aveva visto in questo progetto il fallimento dell'amministrazione corrente, sia di Comune che Provincia. Solo una minima parte dei fondi verranno inoltre utilizzati per le bonifiche, lì dove ci vorrebbero invece risorse molto più grandi. Ancora non si vedono interventi risolutivi per il Mar Piccolo, per i suoli contaminati dell'area SIN e per la falda superficiale e profonda. Il Sindaco parla, inoltre di rivalutazione e scoperta dei siti archeologici all'interno dell'arsenale. Vorremmo vedere il progetto complessivo, vorremmo capire se verranno restituite alla città aree militari, se si punterà ad attirare turisti in un piano di rilancio culturale più generale. Nessun cenno alla restituzione della base navale in Mar Piccolo. Sembra questo un tema poco interessante per il Comune e francamente non ne comprendiamo le ragioni. Tanta confusione a parer nostro, un disperdere risorse in mille progetti senza inquadrarli in un piano generale di rilancio della città. Ribadiamo, un minestrone, o forse, meglio, un fritto misto.

Giuseppe Aralla Vittoria Orlando  Movimento civico Taranto Respira

Così il presidente di Casartigiani Taranto, Domenica Annicchiarico,

commenta la conferma di Sportelli e denuncia la scarsa attenzione nei confronti del settore dell’artigianato

 

“Non vogliamo essere polemici ma abbiamo il dovere di dare delle risposte agli artigiani che rappresentiamo”. A pochi giorni dalla rielezione di Luigi Sportelli quale presidente della locale Camera di Commercio, si registrano le dichiarazioni di Domenica Annicchiarico, presidente di Casartigiani Taranto.

 

“Vogliamo vederci chiaro in merito alla nomina del nuovo Consiglio della Camera di Commercio di Taranto in quanto, a nostro avviso – prosegue la numero uno dell’associazione artigiana ionica – sono ravvisabili delle illegittimità tali per cui abbiamo regolarmente richiesto di accedere agli atti tanto alla Regione Puglia quanto all’Ente Camerale tarantino”.

 

Casartigiani Taranto, insomma, non condivide i dati istruttori allegati e pretende di prendere visione dei documenti. “A tal proposito devo evidenziare che, nonostante la Regione si sia messa da subito a nostra disposizione, l’Ente Camerale, invece – sottolinea Annicchiarico - differentemente da quanto ha affermato il presidente Sportelli, non ha ancora accolto la nostra richiesta di accesso, formulata lo scorso 25 gennaio. L’auspicio, adesso, è quello che si mettano da parte i personalismi affinché sia possibile lavorare serenamente e congiuntamente per il territorio”.

 

Ovviamente l’associazione degli artigiani è interessata a proseguire con le azioni legali del caso allorquando se ne profilino i presupposti. Nel frattempo è d’obblig

 

Lo rivela uno studio effettuato dall'Associazione Lavoro&Welfare.

 

Crisi e CIG, Dicembre 2015, una ripresa lenta ha caratterizzato tutto il 2015, si sono ridotte le ore di CIG sul 2014, ma c’è ancora molto cammino da fare.

L’anno 2015 ha segnato una netta inversione di tendenza nella crisi, verso una ripresa produttiva con una conseguente riduzione delle ore di CIG rispetto al 2014 (-35,64%).

È questo un dato positivo ed incoraggiante che non deve impedirci di guardare più attentamente la dinamica in atto e i problemi che porta con sé.

Primo aspetto: la ripresa è ancora lontana dalla situazione ante crisi. Confrontando questi valori emerge un netto miglioramento rispetto alla fase acuta della crisi (2010), con  una riduzione di ore di CIG del -43,73%, mentre rispetto al periodo migliore (2007) vi è ancora una forte differenza per tornare a quei valori, alla luce dell’incremento del +355,69

.Secondo aspetto:  Le ore di Cigs (Cassa integrazione speciale) seguono una linea diversa dalle ore di CIG generali, dove il totale delle ore resta più alto e costante, non segue simmetricamente la curva delle ore di CIG totali, segno di un miglioramento della situazione in generale ma di un costante stato di difficoltà nella struttura industriale.

 Terzo aspetto: le causali dei decreti di Cigs rivelano una sostanziale stagnazione dei processi di crisi.

E’ evidente che per un incremento significativo dei livelli occupazionali, ci vorrà un aumento produttivo, prima di riassorbire la riduzione di orario e poi  aumentare l’occupazione. Possiamo considerare questa fotografia la porta di uscita dalla crisi profonda, e nei prossimi mesi vedere come evolverà. Ma affinché ci sia una evoluzione positiva, bisogna intervenire positivamente verso la struttura industriale e i suoi aspetti di crisi strutturale, che è il messaggio più esplicito che ci lasciano gli otto anni di crisi che (speriamo) siano alle nostre spalle. In esplicito nel 2015 si è avuto un volume medio mensile intorno ai 55 milioni di ore, con una tendenza alla riduzione che è maturata a partire dal mese di ottobre.     Si è confermato e si stabilizzato un livello di riduzione delle ore di CIG intorno al -35%, ricorrente sin da gennaio 2015.

 

La tendenza della congiuntura economica.

 

Nel periodo gennaio-novembre 2015 gli indicatori segnalano un aumento dell’attività produttiva rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con una produzione industriale a +1,1%, e sul fatturato +0,6%.

A giugno bene l’export con un +5% con un saldo positivo nei primi sei mesi di 18,5 miliardi. Nel trimestre settembre-novembre 2015 la dinamica congiunturale delle esportazioni in valore torna positiva (+0,4%). Nei primi 11 mesi del 2015 la crescita delle esportazioni in volume è stata pari al 2%

Il volume delle ore di CIG nel 2015 determina l’assenza di attività produttiva (zero ore) per potenziali 320 mila posizioni lavorative. Questi lavoratori in cassa integrazione a zero ore nel 2015 hanno perso oltre 8.000 euro al netto delle tasse, mentre il volume complessivo dei salari (incidendo anche sul PIL) si è ridotto di oltre 2 miliardi e 590 milioni di euro netti per i lavoratori coinvolti nei periodi di CIG.

Restano sempre insignificanti le richieste di reinvestimento e rinnovamento strutturale dell’impresa, solo il 6,38% sul totale dei decreti, nel 2014 erano il 5,42%. Nella maggioranza delle crisi aziendali sono troppo pochi gli interventi attivi, la situazione ristagna, le crisi aziendali vengono continuamente solo costatate ma nella quasi totalità dei casi non vengono avviati interventi strutturali.

 

La permanenza nel proprio posto di lavoro, trova la sola risposta dalla alta attivazione dei contratti di solidarietà, con l’effetto che la crisi viene suddivisa tra i lavoratori ma non superata, in attesa di tempi migliori. Questo quadro resta lo specchio del limite attuale del nostro Paese, dove la debolezza del sistema produttivo impedisce una ripresa più sostenuta e dove per un suo rilancio ci vogliono investimenti e risorse da ricavare da tutte quelle inefficienze che nel “Paese diffuso” continuano a rigenerarsi costantemente.

 

Nel 2015, rispetto al 2014, la riduzione è del -35,64% con 677.321.936 ore di CIG.

 

I settori più in difficoltà e con più ore richieste restano il settore Meccanico (in riduzione -35,16%), il settore del Commercio (in riduzione -48,00%), il settore dell’Edilizia (in riduzione -37,45%).

 I settori più indicativi, dove la Cigs aumenta, sono, il settore dei Servizi (+371,48%), il settore della Tabacchicoltura (+97,12%), il settore delle Estrazioni minerali metalliferi e non (+66,97%), il settore Energia elettrica e gas (+37,71%).

 

Le Regioni dove laCigs aumenta consistentemente sono; il Trentino (+25,90%),l’Umbria (+20,98%),la Basilicata (+4,17%).

 

La Cigd, (in deroga) diminuisce sul mese precedente (-13,83%) con 6.680.719 ore, e diminuisce rispetto a dicembre del 2014 (-79,76%).

Nel 2015, rispetto al 2014, la riduzione della Cigd è del -58,88% con 97.489.013 ore di Cigd.

 

I settori dove la Cigd aumenta sono, il settore dell’Edilizia (+1.387,34%), il settore dell’Energia elettrica e gas (+78,42%).

 

Il settore che presenta un maggiore volume di ricorso alla Cigd e che accumula oltre il 40% di tutte le ore autorizzate, resta il settore del Commercio con 40.210.933 ore (-58,82%), seguito dal settore Meccanico con 14.950.351 ore (-66,45%).

 

Le Regioni maggiormente esposte con il ricorso alla Cigd sono, le Marche con il maggiore ricorso 14.086.520 ore (-37,45%), l’Emilia Romagna 13.855.979 ore (-57,21%), la Lombardia con 12.287.178 ore

(-76,54%), il Lazio con 9.078.961 ore (-44,79%), la Campania con 7.180.866 ore (-66,88%), il Veneto con 7.109.079 ore (-55,79%), il Piemonte con 6.359.590 ore (-47,40%), la Sicilia con 5.763.501 ore (-43,88%), l’Abruzzo con 4.151.513 ore (-48,69%),la Puglia con 3.645.031 ore (-57,92%), la Toscana con 3.530.952

(-80,53%), l’Umbria con 3.447.389 .

   In conclusione, il calo netto del ricorso agli ammortizzatori sociali segnala un’inversione di tendenza. La ripresa è avviata, ma è ancora debole. Le turbolenze in borsa legate al settore bancario determinano incertezza e frenano la ripresa. Sarebbe necessario, in questo frangente, che a livello europeo si abbia il coraggio di svoltare e di avviare un vasto piano di investimenti pubblici per consolidare la ripresa e accrescere l’occupazione. Di austerity si muore, di crescita si può vivere.

  Giovanni Battafarano


 

Primi chiarimenti interpretativi relativamente alle "Collaborazioni organizzate dal committente" e la procedura di "Stabilizzazione dei collaboratori coordinati e continuativi anche a progetto e di persone titolari di partita IVA".

Con l'entrata in vigore del DLgs 81/15 è stato abrogato il contratto a progetto introdotto dal DLgs 276/03 di cui agli artt. 61-69 bis, facendo tuttavia salvo l’art. 409 del c.c., ovvero i “rapporti di collaborazione che si concretizzano in una prestazione continuativa e coordinata prevalentemente personale”. Con la circolare n. 3 del 1 febbraio 2016 la Direzione Generale per l’Attività Ispettiva del Ministero del Lavoro fornisce le prime indicazioni orientative relativamente alle “Collaborazioni organizzate dal committente” e la procedura di “Stabilizzazione dei collaboratori coordinati e continuativi anche a progetto e di persone titolari di partita IVA”.

Il dicastero precisa, ai sensi dell’art. 2 del DLgs 81/15, che si applica il rapporto di lavoro subordinato qualora il rapporto di collaborazione si concretizzi in prestazioni di lavoro esclusivamente personali e continuative, le cui modalità di esecuzione siano organizzate dal committente anche con riferimentoai tempi e al luogo di lavoro” (c.d. etero-organizzazione).

Questo a significare che ogniqualvolta il collaboratore operi all’interno di una organizzazione datoriale rispetto alla quale sia tenuto ad osservare congiuntamente sia determinati orari di lavoro sia a prestare la propria attività presso luoghi di lavoro individuati dallo stesso committente, si considerano accertate le condizioni di legge ovvero la prestazione lavorativa va considerata e disciplinata dal rapporto di lavoro subordinato. Su questo punto il Dicastero precisa ulteriormente che per “prestazioni di lavoro esclusivamente personali” si debba intendere le prestazioni svolte personalmente dal titolare del rapporto, senza l’ausilio di altri soggetti; mentre per “continuative” il ripetersi in un determinato arco temporale al fine di conseguire una reale utilità. Ne consegue che la contestuale presenza delle suddette condizioni di etero-organizzazione, consente che venga applicata la “disciplina del rapporto di lavoro subordinato”.

Il Ministero del Lavoro, contestualmente precisa che il comma 2 dell’art. 2 del DLgs 81/15, fa comunque salve, esonerandole dall’applicazione della disciplina del rapporto di lavoro subordinato, le collaborazioni etero-organizzate che risultano:

  • realizzate sulla scorta di accordi collettivi di livello nazionale stipulati da associazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale che prevedono discipline specifiche riguardanti il trattamento economico e normativo, in ragione delle particolari esigenze produttive ed organizzative dello specifico settore (sul punto la circolare ministeriale richiama espressamente la risposta ad interpello n. 27 del 15 dicembre 2015);
  • prestate nell’esercizio di professioni intellettuali per cui è necessaria l’iscrizione in albi professionali;
  •  realizzate nel contesto di attività prestate nell’esercizio della propria funzione dai componenti degli organi di amministrazione e di controllo delle società e dai partecipanti a collegi e a commissioni;
  • rese per prestazioni a fini istituzionali nei confronti di associazioni e società sportive dilettantistiche affiliate a federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate e enti di promozione sportiva riconosciuti dal CONI (sul punto la circolare richiama la risposta ad interpello n. 6 del 27 gennaio 2016 che estende la deroga anche al CONI stesso e alle Federazioni Sportive Nazionali).

Oltre alle collaborazioni esentate dal vincolo presuntivo dell’art. 2, comma 1, del DLgs 81/15 per espressa previsione di legge, il Ministero, in risposta all’Interpello n. 5 del 20 gennaio 2016, peraltro richiamato dalla stessa circolare, ha escluso dal campo di applicazione della disposizione citata anche i rapporti di collaborazione dei produttori diretti e degli intermediari assicurativi (artt. 106 e 109, DLgs 209/05).

La circolare n. 3/16, inoltre, evidenzia il potere sanzionatorio degli ispettori del lavoro anche nei riguardi delle collaborazioni etero-organizzate in deroga, sottolineando che esse possono essere riqualificate nelle forme del rapporto di lavoro subordinato (operazione individuata come “astrattamente ipotizzabile”), all’esito di un accertamento ispettivo, se saranno valorizzati i criteri identificativi della etero-direzione (art. 2094 c.c.).

Nella circolare in questione, infine, il Ministero del lavoro precisa che i datori di lavoro privati che procedano alla assunzione con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato di soggetti già parti di contratti di collaborazione coordinata e continuativa, anche a progetto, o di soggetti titolari di partita IVA con cui abbiano intrattenuto rapporti di lavoro autonomo, godono di taluni effetti concernenti l’estinzione di illeciti amministrativi, contributivi e fiscali connessi all’erronea qualificazione del rapporto di lavoro.

La procedura, che può essere attivata anche in relazione a rapporti di collaborazione già esauriti, prevede due condizioni:

  1. i lavoratori interessati alle assunzioni sottoscrivano, con riferimento a tutte le possibili pretese riguardanti la qualificazione del pregresso rapporto di lavoro, atti di conciliazione in una delle sedi di cui all’articolo 2113, quarto comma, del codice civile, o avanti alle Commissioni di certificazione;
  2. nei 12 mesi successivi alle assunzioni, i datori di lavoro non recedano dal rapporto di lavoro, salvo che per giusta causa ovvero per giustificato motivo soggettivo.

L’adesione alla procedura “comporta l’estinzione degli illeciti amministrativi, contributivi e fiscali connessi all’erronea qualificazione del rapporto di lavoro, fatti salvi gli illeciti accertati a seguito di accessi ispettivi effettuati in data antecedente alla assunzione”. In altri termini, qualora la procedura di stabilizzazione venga avviata successivamente all’accesso ispettivo e quindi all’inizio dell’accertamento, non si potrà beneficiare della estinzione degli illeciti che verranno eventualmente accertati all’esito dell’ispezione.

Qualora l’accesso ispettivo, invece, abbia luogo a procedura di stabilizzazione in corso il rispetto delle condizioni di cui all’art. 54 del DLgs. 81/15 potrà determinare l’estinzione degli eventuali illeciti accertati all’esito dell’ispezione.

Per il Ministero del Lavoro tale procedura non inficia la possibilità di avvalersi dell’esonero contributivo previsto dalla legge di stabilità 2016 sempreché risultino rispettate anche le altre condizioni che l’ordinamento richiede per il godimento di benefici normativi e contributivi.


I Commissari Straordinari hanno terminato la fase di verifica della rispondenza delle manifestazioni di interesse ai criteri di ammissione. In 6 casi chieste integrazioni alla docucumentazione

 

 

Si è conclusa la fase di verifica della rispondenza delle manifestazioni ricevute ai criteri di ammissione.

 

Come comunicato in data 10 febbraio 2016, le manifestazioni di interesse relative all’operazione di trasferimento dei complessi aziendali facenti capo ad ILVA S.p.A. in Amministrazione Straordinaria e ad altre Società del medesimo Gruppo sono state 29. Dei 29 soggetti che hanno manifestato interesse per l’intero Gruppo ILVA o per singole Società 17 sono italiani e 12 stranieri.

 

I soggetti direttamente ammessi alla fase di due diligence, che prevede l’accesso alla data room, ai siti produttivi del Gruppo e alla management presentation organizzata da Rothschild, global advisor dell’operazione, sono 19, mentre a 6 soggetti istanti è stata richiesta l’integrazione della documentazione prodotta.

Per i restanti è stato riscontrato che le manifestazioni di interesse non avevano ad oggetto complessi aziendali.

 

All’esito della due diligence i soggetti ammessi saranno chiamati a presentare le offerte vincolanti, sulla base delle quali si potrà pervenire al perfezionamento dell’operazione, che potrà essere perfezionata mediante cessione o concessione in affitto, con opzione d’acquisto, dei complessi aziendali facenti capo alle Società in Amministrazione Straordinaria.

 

 

 

 

LA CONFCOMMERCIO CHIEDE L’ACCESSO AGLI ATTI.

Il decreto regionale - del Presidente di Giunta-  di nomina del nuovo Consiglio della Camera di commercio di Taranto apparirebbe‘ afflitto da insanabili illegittimità’, per tali motivi Confcommercio Taranto farà ricorso all’autorità giudiziarisdizionale. E’ del 21 gennaio scorso, intanto, la richiesta di accesso agli atti, inoltrata alla Regione Puglia ed alla Camera di commercio di Taranto.

Il decreto, come si legge nella richiesta di accesso agli atti, formulata dal legale dell’Associazione: si fonderebbe‘su dati istruttori, consacrati nei suoi allegati, non corrispondenti a quelli reali ed effettivi’; tale erroneità dei dati, se confermata dalla lettura degli atticomporterebbe ‘una illegittima individuazione delle organizzazioni imprenditoriali o loro raggruppamenti tenuti a designare il numero dei componenti del Consiglio della Camera di commercio’.

La Regione Puglia ha immediatamente disposto la procedura di accesso agli atti amministrativi, differentemente dalla Camera di commercio che ad oggi, sebbene siano trascorsi più di 20 giorni, non ha ritenuto di dover accogliere la richiesta.

La presa visione della documentazione inoltrata dall’Ente camerale alla Regione Puglia avrebbe già in parte confermato alcuni  dubbi avanzati da Confcommercio. Sarà fondamentale poter accedere alla visione di tutti gli  atti istruttori (inerenti il numero delle imprese, i numeri dei dipendenti, etc.), in possesso della Camera di commercio, in base ai quali sono stati comunicati i dati  utilizzati dalla Regione per   formulare il decreto di nomina dei componenti del Consiglio camerale. L’auspicio ora, che i tempi della Camera di commercio  consentano l’accesso agli atti in un periodo ragionevole, considerato i pochi mesi di vita che il rinnovato Consiglio ha davanti a se prima di essere sciolto per l’accorpamento  con Brindisi, così come imposto dalla legislazione di riforma delle Camere di commercio.

Intanto lunedì 15 febbraio, alle ore 10.30, il rinnovato  Consiglio della Camera di commercio  di Taranto terrà la sua prima seduta ed in tale occasione si dovrà procedere alla elezione  del presidente. Confcommercio – alla quale  la conta dei numeri ha assegnato quattro seggi per il settore del commercio - sarà presente con i suoi consiglieri,  e per la prima volta nella storia della Camera di commercio di Taranto il settore del turismo,  da sempre in capo a Confcommercio cui fanno riferimento la maggior parte delle imprese del settore,   sarà rappresentato – fatto anomalo che si commenta da se- da un componente  dell’artigianato.

Nell’attesa di poter sciogliere i dubbi,  l’auspicio: di  poter confermare  piena fiducia agli organi dirigenziali della Camera di commercio, tenuti a garantire la funzione super partes dell’Ente  rispetto alla composizione del nuovo Consiglio;  di vedere cancellati  i dubbi avanzati dalla Associazione, onde poter avviare nella massima serenità il nuovo percorso camerale. Un “percorso nuovo” in tutti i sensi, in cui prevalga, rispetto al recente passato, una diversa visione della funzione della Camera di commercio; un  luogo di reale  programmazione delle politiche economiche a favore delle imprese. Una Camera di commercio che eserciti a pieno la sua funzione di ente di promozione economica e di sviluppo del sistema delle imprese e dell’economia territoriale, facendo sintesi e conciliazione di tutti i settori dell’economia. E’ con un rinnovato – in tutti i sensi- Consiglio camerale   che Confcommercio auspica di poter avviare un nuovo percorso di confronto e di collaborazione.


 

 

La sharing economy nel turismo.

La nuova frontiera dell’ospitalità extra alberghiera italiana, a patto però che si rispettino le regole e  che la promessa di offrire una esperienza autentica, in un contesto familiare -chi fornisce ospitalità  dovrebbe infatti essere domiciliato presso l’alloggio- venga mantenuta. Anche a Taranto l’offerta ricettiva del territorio si è particolarmente arricchita negli ultimi anni con la crescita del settore extralberghiero, anche se non sempre si tratta di attività in regola. Il sommerso in questo settore è particolarmente incidente e rappresenta una fetta di mercato in grado di danneggiare le imprese dell’ospitalità alberghiera ed extralberghiera in regola che pagano le tasse e che sottostanno agli obblighi di legge. Di qui la necessità di monitorare il settore e di avviare un percorso di confronto con l’Amministrazione comunale .

 La Regione Puglia nell’ emanare la Legge regionale 27/13  “Disciplina dell’attività ricettiva di Bed and Breakfast”,  ha inteso regolamentare il settore turistico-ricettivo dei B&B, valutando che esso può svolgere una funzione importante per la promozione di un  turismo sostenibile strettamente collegato al territorio che  valorizzi tradizioni e  produzioni (enogastronomia  e artigianato artistico)  locali, ed il vasto patrimonio immobiliare urbano dei centri storici e delle aree extra urbane. Ciò non ha tuttavia impedito il proliferare, negli ultimi anni,  di attività assolutamente non in linea con  tali finalità (civili abitazioni ubicate in aree urbane periferiche adattate a B&B; proprietari di immobili che riciclano gli appartamenti; speculatori che investono in questo ambito)  e che spesso  operano nell’illegalità,  sfuggendo così ad ogni più elementare forma di controllo.

E’ chiaro che in tal modo i B&B non in regola costituiscono  un problema: 1) non osservanza dei requisiti richiesti dalla legge (domiciliazione; caratteristiche strutturali, igienico-sanitari, urbanistico/edilizi; etc.),  al rispetto dei quali sono tenute tutte le imprese che svolgono attività ricettiva; 2) danno per l’immagine turistica del territorio; 3) mancato rispetto degli obblighi fiscali; 4) concorrenza sleale con le imprese (dell’ospitalità  alberghiera ed extra alberghiera) che operano nella legalità.

Non va  sottovalutato poi che tali B&B, non sottostando agliobblighi di pubblica sicurezza (art 11 e 92 del testo unico delle leggi di p.s. ) ai quali sono tenute le imprese del settore,  possono dare  alloggio a persone che preferiscono restare nell’anonimato; ciò potrebbe rappresentare un serio  problema per la sicurezza dei cittadini. Tanto più che  Taranto per la presenza di insediamenti industriali e militari importanti rientra tra i cosiddetti obiettivi sensibili, problematica acuita dalla  grande quantità di sbarchi di extracomunitari provenienti dalle aree a rischio tra i quali potrebbero confondersi anche dei terroristi.

Per tali ragioni, si ritiene che vada esercitata una attività di controllo e di monitoraggio del settore che riporti nell’alveo della legalità una buona parte delle  attività operanti in Taranto, avendo  fondate ragioni per ritenere che solo una minima parte operi nel rispetto delle leggi vigenti.  Di qui la richiesta – Inoltrata al Sindaco Stefano e agli assessori alle Attività produttive, Scascamacchia,  e al Turismo, Ianne-   di un incontro finalizzato ad avviare un percorso di confronto e di collaborazione  con la Amministrazione comunale.

 

 


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