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Giornale di Taranto - Economia, Lavoro & Industria
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Economia, Lavoro & Industria

Economia, Lavoro & Industria (1903)

Nuove opportunità di investimento per le imprese.

Il Mise, la Regione Puglia e Invitalia hanno pubblicato l’invito – rivolto a tutte le aziende, sia italiane sia estere - a manifestare interesse per investire nell’area di crisi industriale complessa di Taranto, che in quanto tale comporterà, per gli imprenditori che investono, apposite agevolazioni.

 

L’area di cui parliamo comprende i Comuni di Taranto, Crispiano, Massafra, Montemesola e Statte.  A fronte di questa nuova, straordinaria opportunità per il sistema imprenditoriale, Confindustria Taranto ha già da tempo istituito al suo interno un apposito sportello mirato ad accompagnare le imprese nell’iter procedurale di compilazione della manifestazione di interesse.

 

Con la pubblicazione dell’invito e delle modalità di accesso allo stesso, prende corpo il primo step che porterà alla definizione di un Accordo di Programma per Taranto, e quindi ad un complessivo iter di riconversione e riqualificazione industriale dell’area di crisi, da tempo richiesto da Confindustria ed ora finalmente messo in pista con l’invito alle aziende a presentare progettualità di investimento nell’area in questione.

 

Le imprese italiane o estere che fossero interessate ad investire nell’area di crisi industriale complessa di Taranto sono invitate a manifestare il proprio interesse mediante la compilazione e l’invio, per via telematica, dell’apposita scheda disponibile sul sito www.invitalia.it.

 

Le manifestazioni di interesse devono riguardare iniziative imprenditoriali coerenti con gli obiettivi del PRRI, quindi finalizzate al rilancio delle attività economiche, al sostegno dei programmi di investimento e sviluppo imprenditoriale, alla salvaguardia dei livelli occupazionali tramite l’attivazione di strumentazione agevolativa nazionale (L.181/89)  e regionale orientata a promuovere:

 

· programmi di investimento produttivo (creazione di impresa, creazione di nuova unita da parte di impresa esistente, ampliamento/diversificazione di unita esistente);

· programmi di investimento per la tutela ambientale;

· progetti di innovazione dei processi e della organizzazione;

· progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale.

 

Nellattuazione del PRRI saranno previsti meccanismi di premialità a favore dei beneficiari delle agevolazioni che prevedono di occupare lavoratori afferenti ad uno specifico bacino di riferimento.

 

La presentazione della manifestazione di interesse non comporta da parte delle aziende alcun obbligo nei confronti del MiSE, della Regione Puglia, e di Invitalia, né alcun obbligo, viceversa, da parte di questi soggetti -nei confronti delle imprese che avranno manifestato interesse - di ammissione ad una qualche procedura, di avvio di trattative, e di qualsivoglia altra natura.

 

Le manifestazioni di interesse devono pervenire entro le ore 12,00 del 3 febbraio 2017.

di Vincenzo Cesareo*

Il nuovo Governo è una realtà e già sapere di poter contare su una guida del Paese, dopo il clima di incertezza sopraggiunto inevitabilmente dopo l’esito referendario, è un dato positivo. Sono soprattutto due, tuttavia,  gli elementi di novità che assieme vanno a riempire altrettante caselle importantissime nello scacchiere del nuovo Governo: il primo, la reintroduzione del ministero per il Mezzogiorno; il secondo, l’ingresso in qualità di ministro del prof. Claudio De Vincenti, già sottosegretario alla Presidenza del Consiglio nel Governo Renzi e referente per Taranto di importantissimi progetti già da tempo nell’agenda governativa.

Il Ministro De Vincenti nella squadra di Governo è per noi, al di là di ogni facile retorica, l’uomo giusto al posto giusto,  non solo in quanto garanzia di continuità ma soprattutto per  la certezza, su cui oggi possiamo contare, di poter affidare la gestione delle emergenze ad una figura autorevole e competente che conosce oramai profondamente il nostro territorio.

I fascicoli ancora aperti su Taranto, come sappiamo, sono molteplici, ed è per questo che, ancor di più alla luce della reintroduzione di un ministero per il Mezzogiorno, plaudiamo - come Confindustria e come componenti del sistema Taranto, con le nostre famiglie, le nostre imprese e i nostri dipendenti – all’attenzione che il Governo continua a tributarci pur in questa inevitabile fase di cambiamento.

Accogliamo pertanto con estremo favore quella che lo stesso De Vincenti indica quale “politica meridionalista” di cui il nuovo Governo si è dotata, facendo tesoro della passata esperienza governativa, valutando la stessa come un investimento sulle potenzialità del Mezzogiorno, che riteniamo essere, rispetto alle criticità del sistema Paese, non già una parte del “problema” bensì una parte della “soluzione”; altrettanto favore esprimiamo a seguito delle prime dichiarazioni dello stesso Ministro, che pone Taranto - e quindi il Contratto Istituzionale di Sviluppo, il risanamento e lo sviluppo del territorio jonico – fra le priorità a cui dare continuità, strumenti e soluzioni. 

E’ di queste ore, a questo proposito, la pubblicazione del bando – che prevede 30 milioni di euro per l’accordo di programma per Taranto – riferito al progetto di riconversione e riqualificazione dell’area di crisi industriale complessa dell’area jonica. Un altro importante passo in avanti che – grazie in particolare al viceministro allo sviluppo economico Teresa Bellanova – va nella direzione da noi auspicata. 

 

Sappiamo che il Ministro De Vincenti riprenderà a breve la regia del tavolo già aperto su Taranto esattamente dal punto in cui l’aveva lasciata: il nostro impegno – e quello di tutti gli attori istituzionali - dovrà essere quello di spianare un percorso virtuoso in cui porre le condizioni per accelerare le misure in campo, riavviare i cantieri e restituire impulso ad un’economia che attende oramai da troppo tempo di poter ripartire.

*presidente Confindustria Taranto

Arrivano i soldi alle aziende e, forse, i lavoratori degli appalti potranno avere stipendi e tredicesima. Questa mattina infatti l'Ilva ha comunicato che, dopo le continue segnalazioni di USB per la mancanza del pagamento degli stipendi ai dipendenti dell'appalto e le voci di possibilità di mancato ricevimento della 13ª natalizia , venerdì 16 dicembre verranno pagate tutte le fatture scadute alle aziende in appalto. "Sulla gestione della questione appalto, ne avevamo parlato  a Roma circa due mesi fa-commenta Francesco Rizzo, coordinatore USB di Taranto -. Nell'incontro con i commissari sulla questione sicurezza e salute, avevamo fatto presente come alcuni imprenditori Lucrino sulla questione crisi Ilva per non pagare gli stipendi ai lavoratori. Quasi sempre la frase che gli stessi si sentono ripetere, alla richiesta del pagamento dell'onorario, è: l'Ilva non sta pagando. A volte è vero, a volte risulta però una giustificazione grossolana. Per questo motivo abbiamo chiesto ai tre commissari di nominare una figura di riferimento e controllo, Che possa dare delle indicazioni precise ai sindacati sulle questioni inerenti L'appalto a 360°". intanto si attende venerdì per verificare  Che l'impegno preso dall'azienda venga mantenuto.

 

“La produzione viene sempre e comunque prima della salute e della sicurezza dei lavoratori. E ciò che è accaduto oggi ne è l’esempio conclamato”, così Franco Rizzo, coordinatore provinciale USB Taranto. Al centro della questione ancora una volta l’Ilva di Taranto. La questione riguarda l’ordine di scorificazione delle paiole. “Questa mattina parte l’ordine di effettuare la scorifica delle paiole non nella solita zona in sicurezza, ovvero il centro fossa, perché impegnata da altre attività, ma alla zona nord. I gruisti della colata ci hanno segnalato problemi di sicurezza, perché, nella zona in cui l’azienda ha chiesto di scorificare, c’era un passaggio continuo di persone e quindi con maggiore possibilità di fare male a qualcuno, essendo un’operazione molto delicata – spiega Rizzo -. Sono dunque intervenuti due delegati USB che hanno riportato ai responsabili aziendali le istanze giustissime dei lavoratori, ma la risposta è stata negativa. Se la produzione si fosse fermata, avrebbero preso dei provvedimenti. Come al solito le dichiarazioni che vengono dall’Ilva sono di investimenti proprio nell’ambito sicurezza, ma chi lavora, sa che la situazione di questa mattina è una di quelle all’ordine del giorno – continua Rizzo -. E dopo vent’anni che si lavora in fabbrica, dopo aver visto oltre cinquanta lavoratori che ci hanno rimesso la vita e centinaia di infortuni, tutti evitabilissimi, non si possono accettare queste uscite da chi è entrato solo poco tempo fa. È la dimostrazione reale che all’interno della fabbrica le regole sono saltate e c’è gente che occupa ruoli pur non avendone le capacità. A questo punto se l’azienda ci tiene davvero alla salute e alla sicurezza dei lavoratori, come va sbandierando ai quattro venti, inizi a prendere seri e reali provvedimenti”. Intanto il 24 e il 31 dicembre prossimi, è stato proclamato uno sciopero di 24 ore in acciaieria 1. “Visto l’atteggiamento aziendale e viste le situazioni critiche che si vivono anche in acciaieria 2, lo sciopero sarà esteso anche a questa zona – va avanti Rizzo -. Saranno due giornate a favore della sicurezza e dell’ambiente, in cui lo stabilimento sarà fermo, respireremo aria non inquinata, non faremo male né a noi né a nessuno. Meglio non avere la giornata pagata e godersi la famiglia, che rischiare la vita in una fabbrica senza sicurezza”

“Prima la Camera blocca 50 milioni per curare i bambini di Taranto, poi Renzi comunica che il suo governo ha impegnato centinaia di milioni per l’area jonica con i vari patti, ora ci annuncia che si è concluso il “negoziato” con i Riva che li impegna (in realtà è una compensazione che toglie ai Riva altri problemi giudiziari) a scucire 1,3 miliardi che “andranno a risanare Taranto e l’Ilva”, così l’USB regionale commenta la girandola di notizie sulla questione Ilva - salute .

“Siamo alla marchetta politica più becera, peccato che domenica si vota per il referendum costituzionale, altrimenti per il risanamento dell’ILVA e per la salute dei tarantini potevamo mirare direttamente al jackpot – proseguono -.  Se non ci fosse di mezzo il lavoro di oltre 12.000 famiglie e la salute dei pugliesi potremmo scherzarci sopra. Potremmo far finta che gli hashtag del presidente del consiglio siano postati direttamente dal conte Raffaello Mascetti. Peccato che la realtà, oltre le promesse e le supecazzole, sia differente”. Da qui un invito rivolto al presidente Renzi di non impegnarsi piùper Taranto “ed il Paese tutto, perché il meglio che possiamo augurarci e che questo governo e questa politica smettano di fare danni!

Giovedì, 01 Dicembre 2016 17:58

Vincenzo Cesareo: ILVA, finalmente qualcosa si muove.

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Si rafforza - per il Presidente degli impreditori jonici -  l’azionariato degli investitori e migliorano le condizioni per favorirne l’ingresso. Ulteriori certezze nelle risorse e chiarezza nei contenziosi. Il Mise destina 30 milioni per l’area di crisi industriale di Taranto

 

 

 

 

Le notizie che in questi giorni si registrano nell’ambito della vicenda Ilva possono ritenersi finalmente rassicuranti sia perché di segno assolutamente positivo sia perché investono non uno ma diversi aspetti di una questione divenuta nel tempo sempre più complessa.

 

Abbiamo accolto, intanto, con favore, la notizia dell’ingresso del colosso indiano Jindal nella cordata Acciaitalia già composta da Arvedi, Cassa Depositi e Prestiti e Delfin: la multinazionale – peraltro acquisendo la quota più rilevante rispetto agli altri partner, pari al 35%- rafforza il profilo industriale, finanziario e internazionale della cordata, riposizionandola in maniera favorevole sui mercati.

Si tratta a tutti gli effetti di una novità importante, che ridisegna favorevolmente le prospettive di acquisizione dello stabilimento siderurgico inserendo un tassello fondamentale nelle candidature finora in campo: la componente meramente siderurgica, infatti, risulta rafforzata a vantaggio di maggiori garanzie per il futuro, intese in termini di competitività e di solidità, della fabbrica dell’acciaio.

 

Una schiarita di notevole portata si prospetta anche sul fronte meramente giudiziario, almeno per quanto concerne quegli aspetti che influiscono direttamente sia sulle prospettive di risanamento sia di continuità produttiva ed occupazionale dello stabilimento.

 

Il riferimento è ovviamente allo “sblocco”, da tempo auspicato, degli 1,3 miliardi a suo tempo oggetto di sequestro a carico della famiglia Riva e che ora potranno rientrare, in base ad un apposito accordo fra le parti, nella disponibilità degli interventi di bonifica. Anche in questo caso le prospettive che si ridisegnano non sono da poco: oltre alla oggettiva utilità che rinviene dallo sblocco, che immette risorse “fresche” negli onerosi processi di risanamento a carico della fabbrica, si rimuove definitivamente l’ipoteca che gravava sugli assetti societari futuri, costituita da possibili azioni di rivalsa dei Riva in ordine ai diritti connessi alla titolarità dell’azienda. 

 

Gli ultimi passaggi di negoziazione, infatti, preludono alla affermazione di condizioni di ingresso, per i potenziali investitori, decisamente migliori  rispetto a quelle che si paventavano solo pochi giorni fa.

 

Rispetto a questa situazione decisamente più fluida, non si può che plaudire all’opera di ricucitura e diplomazia messa in atto dalle Procure, di Taranto e di Milano, che hanno provveduto a far sì che si potessero finalmente sciogliere alcuni dei nodi fondamentali della questione, particolarmente intricata anche dal punto di vista giudiziario.

 

Al di là delle oggettive criticità che ancora accompagnano i processi di trasformazione – societaria e non solo – dell’Ilva di Taranto, è quindi sicuramente un quadro complessivo più roseo e meno denso di incognite quello che si ricompone alla luce delle ultime novità intervenute.

 

E’ proprio di queste ore, a questo proposito, la notizia del decreto con cui il Mise ha stanziato 165 milioni di euro per il finanziamento di investimenti nelle aree di crisi industriale. Di questi, 30 milioni sono riservati all’area di crisi industriale complessa di Taranto, a compimento di un iter già annunciato dal Governo – che sulla questione non ha mai abbassato la guardia – e che si inseriscono nella prima dotazione di risorse per l’Accordo di Programma.

 

L’auspicio, a questo punto, è che si possa al più presto avere contezza dei piani ambientali delle cordate in lizza e che lo scenario relativo ai nuovi assetti possa delinearsi senza ulteriori intoppi e nei tempi previsti, per ricominciare a dare nuove garanzie, in termini di continuità e di competitività, alla fabbrica e al territorio. Solo così potremo definitivamente uscire da un limbo di incertezze in cui a fare le spese continuano ad essere, sul piano dell’economia e della redditività, le nostre aziende dell’indotto.

 

 

Giovedì, 01 Dicembre 2016 17:51

BCC San Marzano promuove i pagamenti via smartphone.

Scritto da

 

Con Satispay fino al 25 Gennaio arriva il casch back (rimborso) immediato del 10%per tutti gli ascquisti effettuati in oltre 300 negozi convenzionati con la Banca nelle province di Taranto e Brindisi.

 

Nell’ambito di una strategia che punta sempre più sulla multicanalità e sulla digitalizzazione, la Bcc San Marzano ha scelto di aderire al progetto “Satispay”, che introduce un nuovo modo di gestire il denaro e promuove il pagamento via smartphone: un’app gratuita per inviare denaro ai contatti della propria rubrica telefonica e pagare nei negozi convenzionati in alternativa ai contanti o alle carte di pagamento.

Satispay è un servizio di mobile payment che consente ai propri utenti di scambiarsi denaro attraverso un network alternativo alle carte di credito e debito: libero, efficiente, gratuito e sicuro. Disponibile per iPhone, Android e Windows Phone, può essere utilizzato da chiunque abbia un conto corrente bancario per scambiare denaro con i contatti della propria rubrica telefonica e pagare nei punti vendita ed e-commerce convenzionati con la stessa semplicità con cui si invia un messaggio o si effettua il check-in sui social network. Satispay SpA è una startup innovativa frutto del lavoro di un team di giovani italiani e ha, fino ad oggi, raccolto investimenti, da investitori istituzionali e privati, per una somma pari a 8,5 milioni di euro.

 

La Community Satispay è sempre più nutrita e attiva, con un utilizzo medio di Satispay di ben 6 volte al mese (in alternativa alle 2,8 volte di utilizzo delle carte), e gli esercenti sono ormai oltre 8.500 in tutta Italia, in crescita di 50 nuovi negozi al giorno.

Nelle province di Brindisi e Taranto, grazie alla collaborazione con la BCC di San Marzano, gli esercenti hanno riconosciuto subito i vantaggi che Satispay può offrire loro e alla clientela, adottando proattivamente l’innovativo sistema di pagamento.

Non a caso fino al 25 gennaio tutti coloro che sceglieranno di pagare con Satispay negli oltre 300 negozi convenzionati con Bcc San Marzano, riceveranno un cashback (rimborso) immediato del 10% su ogni acquisto, facilitando così lo shopping natalizio e i saldi di stagione.

 

Il Parlamento ha convertito in legge il decreto 193/2016, collegato alla manovra di bilancio per il 2017. Durante il passaggio parlamentare, il testo del provvedimento ha subito numerose modifiche. Di seguito una sintesi delle disposizioni aventi rilevanza fiscale, che integra e aggiorna quella pubblicata lo scorso 25 ottobre. Soppressione di Equitalia e istituzione di Agenzia delle entrate-Riscossione (articolo 1) A decorrere dal 1° luglio 2017, Equitalia viene soppressa. A partire dalla stessa data, la funzione di riscossione nazionale è affidata all’Agenzia delle entrate, che la esercita tramite Agenzia delle entrate-Riscossione, nuovo ente pubblico economico strumentale, sottoposto all’indirizzo e alla vigilanza del ministro dell’Economia e delle finanze e al monitoraggio dell’Agenzia stessa. Il nuovo ente può svolgere anche le attività di riscossione delle entrate tributarie o patrimoniali dei comuni e delle province e delle società da essi partecipate. Nel rapporto con i contribuenti, il nuovo ente si conforma ai princìpi dello statuto dei diritti del contribuente, con particolare riferimento a quelli di trasparenza, leale collaborazione e tutela dell’affidamento e della buona fede, nonché agli obiettivi di cooperazione rafforzata fisco-contribuente, riduzione degli adempimenti, assistenza e tutoraggio del contribuente. Disposizioni in materia di riscossione locale (articolo 2) La norma proroga dal 31 dicembre 2016 al 30 giugno 2017 il termine di operatività delle vigenti disposizioni in materia di riscossione delle entrate locali. Fino a tale data, quindi, gli enti locali possono avvalersi di Equitalia per la riscossione delle proprie entrate. A decorrere dal 1° luglio 2017, gli enti locali possono deliberare l’affidamento al nuovo ente preposto alla riscossione nazionale (Agenzia delle entrate-Riscossione) le attività di accertamento, liquidazione e riscossione, spontanea e coattiva, delle entrate, tributarie o patrimoniali, proprie e delle società da essi partecipate. Modalità di versamento spontaneo delle entrate tributarie degli enti locali (articolo 2- bis) La norma, aggiunta nel corso dell’iter di conversione, prevede che il versamento spontaneo delle entrate tributarie dei comuni e degli altri enti locali deve essere effettuato direttamente sul conto corrente di tesoreria dell’ente impositore. In alternativa, il versamento può essere effettuato mediante F24 o attraverso gli strumenti di pagamento elettronici resi disponibili dagli enti impositori. La norma fa salve le disposizioni attualmente vigenti in materia di versamento di Imu e Tasi (in entrambi i casi il versamento deve essere effettuato mediante il modello F24 ovvero tramite apposito bollettino di conto corrente postale). Infine, si prevede che per le entrate non tributarie, il versamento spontaneo deve essere effettuato esclusivamente sul conto corrente di tesoreria degli enti impositori o attraverso gli strumenti di pagamento elettronici resi disponibili dagli stessi (in questo caso, quindi, non è possibile pagare con F24). Potenziamento della riscossione (articolo 3) A partire dal 1° gennaio 2017, l’Agenzia delle entrate, per l’esercizio delle funzioni relative alla riscossione nazionale, potrà utilizzare le banche dati e le informazioni cui già è autorizzata ad accedere. Gli stessi dati e le medesime informazioni potranno essere utilizzate da Agenzia delle entrate-Riscossione per l’esercizio dei propri compiti istituzionali. Misure per il recupero dell’evasione (articolo 4) Dal 1° gennaio 2017, è abolito lo “spesometro” e sono introdotti due nuovi adempimenti con periodicità trimestrale:  la comunicazione analitica dei dati delle fatture emesse e ricevute  la comunicazione dei dati delle liquidazioni periodiche Iva Comunicazione analitica dei dati delle fatture emesse e ricevute I soggetti passivi Iva trasmettono telematicamente all’Agenzia delle entrate i dati di tutte le fatture emesse e ricevute nel trimestre di riferimento, incluse le bollette doganali, nonché i dati delle relative variazioni, alle seguenti scadenze: 31 maggio, 16 settembre, 30 novembre e ultimo giorno di febbraio. Solo per il 2017 (primo anno di applicazione) si prevede l’invio di una comunicazione semestrale iniziale da effettuare entro il 25 luglio 2017. Sono esonerati i produttori agricoli, esentati dal versamento dell’Iva e dagli obblighi documentali connessi, situati nelle zone montane. La comunicazione, che deve essere effettuata in forma analitica secondo modalità stabilite con provvedimento del direttore dell’Agenzia delle entrate, deve comprendere almeno i seguenti dati: dati identificativi dei soggetti coinvolti nelle operazioni, data e numero della fattura, base imponibile, aliquota applicata, imposta, tipologia di operazione. Comunicazione dei dati delle liquidazioni periodiche Iva Negli stessi termini e con le stesse modalità previste per la comunicazione analitica dei dati delle fatture, i soggetti passivi comunicano i dati delle liquidazioni periodiche Iva, anche nell’ipotesi di liquidazione con eccedenza a credito (rimangono fermi i termini ordinari di versamento dell’Iva dovuta in base alle liquidazioni periodiche effettuate). Le modalità e le informazioni da trasmettere con la comunicazione in esame saranno definite da un successivo provvedimento del direttore dell’Agenzia delle entrate. Sono esonerati i soggetti passivi non obbligati alla presentazione della dichiarazione annuale Iva o all’effettuazione delle liquidazioni periodiche, a meno che, nel corso dell’anno, le condizioni di esonero vengano meno. L’Agenzia delle entrate mette a disposizione dei contribuenti le informazioni relative ai dati comunicati, segnalando eventuali incoerenze anche con riferimento ai versamenti effettuati. Se dai controlli eseguiti dovesse emergere un risultato diverso rispetto a quello indicato nella comunicazione inviata dal contribuente, quest’ultimo è informato dall’Agenzia e può fornire chiarimenti, segnalare eventuali dati o elementi non considerati o valutati erroneamente, ovvero versare quanto dovuto avvalendosi del ravvedimento operoso. A favore dei soggetti in attività nel 2017 viene riconosciuto un credito d’imposta per il sostenimento dei costi dovuti all’adeguamento tecnologico finalizzato all’effettuazione delle comunicazioni dei dati delle fatture e delle liquidazioni periodiche. Il credito d’imposta è pari a 100 euro ed è riconosciuto ai soggetti che, nell’anno precedente a quello in cui il costo è stato sostenuto, hanno realizzato un volume d’affari non superiore a 50mila euro. La possibilità di usufruire di tale credito d’imposta è stata estesa anche a coloro che esercitano l’opzione per la fatturazione elettronica tra privati. Inoltre, ai soggetti che esercitano l’attività di commercio al minuto (o attività simili) che, entro il 31 dicembre 2017 esercitano l’opzione per la memorizzazione elettronica e per la trasmissione telematica dei dati dei corrispettivi giornalieri, oltre al predetto credito d’imposta, è attribuito un ulteriore credito d’imposta di 50 euro. In caso di omessa o errata trasmissione delle fatture, è prevista una sanzione di 2 euro per ciascuna fattura, con un massimo di 1.000 euro per ciascun trimestre. La sanzione è ridotta alla metà, con un massimo di 500 euro, se la regolarizzazione avviene entro 15 giorni dalla scadenza. In caso di omessa, incompleta o infedele comunicazione dei dati delle liquidazioni, si applica la sanzione da 500 a 2.000 euro, con riduzione alla metà, se la regolarizzazione avviene nei 15 giorni successivi. Dal 1° gennaio 2017 sono soppressi i seguenti adempimenti:  comunicazione all’Anagrafe tributaria dei dati relativi ai contratti stipulati dalle società di leasing  limitatamente agli acquisti intracomunitari di beni e alle prestazioni di servizi ricevute da soggetti stabiliti in un altro Stato membro dell’Unione europea, le comunicazioni di cui all’articolo 50, comma 6, Dl 331/1993  comunicazione delle operazioni intercorse con operatori economici situati in Paesi black list Cambia il termine di presentazione della dichiarazione Iva: dal 2018 (Iva dovuta per il 2017), andrà trasmessa tra il 1° febbraio e il 30 aprile. La memorizzazione elettronica e la trasmissione telematica dei corrispettivi sono obbligatorie a decorrere dal 1° aprile 2017 sia per i soggetti passivi che effettuano cessioni di beni tramite distributori automatici sia per quelli che effettuano prestazioni di servizi tramite i medesimi distributori. Si prevede che i termini di decadenza per gli accertamenti in tema di imposta sui redditi e Iva siano ridotti di due anni in caso di esercizio dell’opzione per la trasmissione telematica delle fatture o dei relativi dati e dei corrispettivi. In materia di deposito Iva, viene prevista la detassazione di tutte le operazioni di introduzione dei beni nei depositi. Si interviene sulle modalità di assolvimento dell’Iva all’atto dell’estrazione dei beni diversi da quelli introdotti in forza di un acquisto intracomunitario (compresi quelli di provenienza extracomunitaria), prevedendo che l’imposta dovuta all’atto dell’estrazione dal deposito sia assolta mediante versamento diretto, senza possibilità di compensazione. Il soggetto responsabile dell’imposta dovuta all’atto dell’estrazione del deposito Iva di un bene di provenienza extracomunitaria è individuato nel gestore del deposito. Le modifiche alla disciplina dei depositi Iva decorrono a partire dal 1° aprile 2017. Si estende agli anni 2018 e 2019 l'incentivo previsto per la partecipazione dei comuni all'attività di accertamento tributario pari al 100% del riscosso. Emissione elettronica delle fatture per il tax free shopping (articolo 4-bis) A partire dal 1° gennaio 2018, per gli acquisti di beni del valore complessivo, al lordo dell’Iva, superiore a 155 euro destinati all’uso personale o familiare, da trasportare nei bagagli personali fuori del territorio doganale dell’Unione europea (in sgravio Iva), l’emissione delle relative fatture deve essere effettuata dal cedente in modalità elettronica. Dichiarazione integrativa a favore e ravvedimento (articolo 5) Si estende la possibilità per il contribuente di presentare la dichiarazione integrativa a favore (Irpef, Irap, sostituti d’imposta) anche oltre il termine prescritto per la presentazione della dichiarazione relativa al periodo d’imposta successivo, entro il termine per l’accertamento fiscale. In tal caso, il credito d’imposta può essere utilizzato in compensazione per eseguire il versamento di debiti maturati a partire dal periodo d’imposta successivo a quello in cui è stata presentata la dichiarazione integrativa. Una disciplina analoga è prevista per la dichiarazione integrativa Iva. In tal caso, il credito d’imposta può essere chiesto a rimborso ovvero può essere utilizzato in compensazione per eseguire il versamento di debiti maturati a partire dal periodo d’imposta successivo a quello in cui è stata presentata l’integrativa. Viene modificata la disciplina relativa allo scomputo delle ritenute a titolo d’acconto per i lavoratori autonomi e per gli agenti e i rappresentanti di commercio. In particolare, per le ritenute operate nell’anno successivo a quello di competenza dei redditi, ma anteriormente alla presentazione della dichiarazione, i contribuenti possono scegliere di scomputarle dall’imposta relativa al periodo di competenza dei redditi ovvero da quella dovuta nel periodo in cui le ritenute sono state operate. Definizione agevolata (articolo 6) Si prevede la definizione agevolata (rottamazione delle cartelle) dei carichi affidati agli agenti della riscossione negli anni compresi tra il 2000 e il 2016. Il contribuente, aderendo alla procedura, può pagare solo le somme iscritte a ruolo a titolo di capitale, di interessi legali e di remunerazione del servizio di riscossione. Non sono dovute, invece, le sanzioni, gli interessi di mora e le sanzioni e somme aggiuntive gravanti su crediti previdenziali. Sarà necessario presentare un’apposita dichiarazione, entro il 31 marzo 2017, con la quale si manifesta la volontà di avvalersi della definizione agevolata. Il modello di dichiarazione è pubblicato sul sito di Equitalia. Il pagamento agevolato è dilazionato in rate, su cui decorrono gli interessi dal 1° agosto 2017. Fermo restando che il 70% delle somme complessivamente dovute deve essere versato nel 2017 e il restante 30% nel 2018, il pagamento è effettuato, per l’importo da versare distintamente in ciascuno dei due anni, in rate di pari ammontare, nel numero massimo di tre nel 2017 e di due nel 2018. Entro il 31 maggio 2017, l’agente della riscossione comunica ai debitori l’ammontare complessivo delle somme dovute ai fini della definizione, nonché quello delle singole rate, e il giorno e il mese di scadenza di ciascuna di esse. Inoltre, entro il 28 febbraio 2017, con posta ordinaria, avvisa il debitore dei carichi affidati nell’anno 2016 per i quali, alla data del 31 dicembre 2016, non risulta ancora notificata la cartella di pagamento ovvero non inviata l’informazione di presa in carico ovvero notificato l’avviso di addebito di crediti contributivi. In caso di mancato, insufficiente o tardivo versamento delle somme dovute (integralmente o delle singole rate), la definizione non produce effetti e riprendono a decorrere gli ordinari termini di prescrizione e decadenza per il recupero dei carichi oggetto della dichiarazione. I versamenti effettuati sono acquisiti a titolo di acconto dell’importo complessivamente dovuto a seguito dell’affidamento del carico; essi non determinano l’estinzione del debito residuo, di cui l’agente della riscossione prosegue l’attività di recupero e il cui pagamento non può essere rateizzato. Tuttavia, a specifiche condizioni, è possibile rateizzare i carichi per cui vi sia stato il mancato, insufficiente o tardivo versamento delle somme dovute a titolo di definizione agevolata. Infatti, se detti carichi non sono stati inclusi in precedenti piani di dilazione (piani in essere all’entrata in vigore della legge di conversione del decreto legge), essi possono essere rateizzati anche se vi è stato un adempimento inesatto, a condizione che, alla data di presentazione della richiesta per l’accesso alla definizione agevolata, siano trascorsi meno di 60 giorni dalla data di notifica della cartella di pagamento. La presentazione della dichiarazione per la definizione agevolata sospende i termini di prescrizione e decadenza per il recupero dei carichi oggetto della dichiarazione stessa. Sono altresì sospesi, per i carichi oggetto della domanda di rottamazione, fino alla scadenza della prima o unica rata delle somme dovute, gli obblighi di pagamento derivanti da precedenti dilazioni in essere (con riferimento alle rate in scadenza dopo il 31 dicembre 2016). L’agente della riscossione non può avviare nuove azioni esecutive o iscrivere nuovi fermi amministrativi e ipoteche, fatti salvi i fermi amministrativi e le ipoteche già iscritti alla data di presentazione della dichiarazione, e non può altresì proseguire le procedure di recupero coattivo precedentemente avviate, purché non si sia ancora tenuto il primo incanto con esito positivo ovvero non sia stata presentata istanza di assegnazione ovvero non sia stato già emesso provvedimento di assegnazione dei crediti pignorati. Il pagamento delle somme dovute per la definizione può essere effettuato mediante domiciliazione sul conto corrente (indicato dal debitore nella dichiarazione) ovvero con bollettini precompilati, che l’agente della riscossione è tenuto ad allegare alla comunicazione delle somme da pagare, se il debitore non ha richiesto di eseguire il versamento con domiciliazione bancaria o, in alternativa, presso gli sportelli dell’agente della riscossione. La definizione agevolata è estesa anche ai debitori che hanno già pagato parzialmente, anche a seguito di provvedimenti di dilazione emessi dall’agente della riscossione, a condizione che risultino adempiuti tutti i versamenti con scadenza dal 1° ottobre al 31 dicembre 2016. Sono esclusi dalla definizione agevolata i carichi affidati agli agenti della riscossione relativi a:  dazi doganali, contributi provenienti dall’imposizione di diritti alla produzione dello zucchero, all’Iva riscossa all’importazione  somme dovute a titolo di recupero di aiuti di Stato  crediti derivanti da pronunce di condanna della Corte dei conti  multe, ammende e sanzioni pecuniarie dovute a seguito di provvedimenti e sentenze penali di condanna. Per le violazioni al Codice della strada, la definizione è ammessa solo con riguardo agli interessi. Rappresentanza e assistenza dei contribuenti (articolo 6-bis) Si consente anche ai tributaristi o consulenti tributari, certificati e qualificati ai sensi della legge sulle professioni non organizzate, di svolgere la rappresentanza e fornire assistenza ai contribuenti innanzi agli uffici dell’Amministrazione finanziaria. Definizione agevolata delle entrate regionali e degli enti locali (articolo 6-ter) Si prevede la possibilità di introdurre la definizione agevolata delle entrate regionali e degli enti locali, demandando ai relativi enti la disciplina di attuazione. Riapertura dei termini della procedura di collaborazione volontaria (articolo 7) Si prevede la riapertura dei termini per aderire alla procedura di collaborazione volontaria (voluntary disclosure): dal 24 ottobre 2016 (data di entrata in vigore del decreto legge) al 31 luglio 2017 (voluntary disclosure-bis). Essa trova applicazione, sia per l’emersione di attività estere, sia per le violazioni dichiarative relative a imposte erariali. Le violazioni sanabili sono quelle commesse fino al 30 settembre 2016. A seguito delle modifiche approvate dal Parlamento, è consentita la presentazione dell’istanza, limitatamente alle violazioni dichiarative per le attività detenute all’estero, anche se in precedenza è stata presentata domanda, entro il 30 novembre 2015, per le attività detenute in Italia. Analogamente, si prevede la possibilità di presentare istanza per la collaborazione volontaria nazionale anche se in precedenza ci si è avvalsi della voluntary 2014 limitatamente ai profili internazionali. Analogamente a quanto stabilito per la “prima versione” della voluntary, viene previsto lo slittamento dei termini di decadenza per l’accertamento delle imposte sui redditi e dell’Iva, nonché di contestazione delle sanzioni. Per le attività e gli investimenti esteri oggetto della nuova voluntary è possibile usufruire di un esonero dagli obblighi dichiarativi, limitatamente al 2016 e per la frazione del periodo d’imposta antecedente la data di presentazione dell’istanza di collaborazione volontaria, purché tali informazioni siano analiticamente illustrate nella relazione di accompagnamento all’istanza di voluntary e purché si versi in unica soluzione (entro il 30 settembre 2017) quanto dovuto a titolo di imposte, interessi e sanzioni. Viene stabilita la non punibilità delle condotte di autoriciclaggio se commesse in relazione a specifici delitti tributari (dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti ovvero mediante altri artifici, di dichiarazione infedele, di omessa dichiarazione, di omesso versamento di ritenute certificate e di omesso versamento Iva), fino alla data del versamento della prima o unica rata delle somme dovute per accedere alla collaborazione volontaria. Rispetto alla voluntary del 2014, si prevede una diversa procedura: il contribuente provvede spontaneamente a versare in unica soluzione (entro il 30 settembre 2017) o in un massimo di tre rate (di cui la prima entro il 30 settembre 2017), gli importi dovuti a titolo di imposte, ritenute, contributi, interessi e sanzioni. Il versamento delle somme dovute determina gli stessi effetti previsti dalla precedente voluntary disclosure, sia sotto il profilo penale sia con riferimento al versante sanzionatorio amministrativo (non punibilità per alcuni reati e riduzione delle sanzioni). Gli effetti favorevoli per il contribuente decorrono dal versamento in unica soluzione o della terza rata. L’Agenzia delle entrate comunica al contribuente l’avvenuto perfezionamento della procedura di collaborazione volontaria. Viene espressamente previsto che le disposizioni di attuazione delle voluntary-bis siano adottate entro 30 giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione. Introduzione degli indici sintetici di affidabilità (articolo 7-bis) Dal periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2017, viene prevista l’abolizione degli studi di settore e la loro sostituzione con gli indici sintetici di affidabilità fiscale, individuati con decreto del ministro dell’Economia e delle finanze. Agli indici sono collegati livelli di premialità per i contribuenti più affidabili, anche in termini di esclusione o riduzione dei termini per gli accertamenti, al fine di stimolare l’assolvimento degli obblighi tributari e il rafforzamento della collaborazione tra l’Amministrazione finanziaria e contribuenti. Disposizioni in materia di semplificazione fiscale (articolo 7-quater) L’articolo contiene una serie di norme di semplificazione fiscale. Di seguito, le più significative. Nell’ambito della disciplina dell’attività di rettifica e accertamento presuntivo degli uffici finanziari, viene eliminata la presunzione legale di evasione relativa ai compensi dei professionisti in riferimento ai rapporti bancari, anche con riguardo ai versamenti. Inoltre, in ordine ai ricavi dei titolari di reddito di impresa, viene indicato un parametro quantitativo oltre il quale scatta la presunzione di evasione (prelievi o versamenti di importo superiore a 1.000 euro giornalieri e a 5mila euro mensili). Le prestazioni di viaggio e trasporto acquistate direttamente dal committente non costituiscono compensi in natura per il lavoratore autonomo. Introdotta a decorrere dal 1° luglio 2017 la notifica mediante posta elettronica certificata degli avvisi di accertamento e degli altri atti destinati alle imprese individuali, alle società o ai professionisti. Aggiornata e integrata la disciplina della notifica mediante posta certificata della cartella di pagamento. A decorrere dal 2017 con riferimento alle certificazioni relative al 2016, posticipato dal 28 febbraio al 31 marzo il termine per la consegna della certificazione unica. Prevista la sospensione dei termini, dal 1° agosto al 4 settembre, per la trasmissione di documenti e informazioni richiesti ai contribuenti dall’Agenzia delle entrate (o da altri enti impositori), esclusi quelli relativi alle richieste effettuate nel corso delle attività di accesso, ispezione e verifica, nonché delle procedure di rimborso ai fini Iva. Introdotta, anche, la sospensione, dal 1° agosto al 4 settembre, dei termini di 30 giorni previsti per il pagamento delle somme dovute, rispettivamente, a seguito dei controlli automatici, dei controlli formali e della liquidazione delle imposte sui redditi assoggettati a tassazione separata (sospensione feriale degli avvisi bonari). Si posticipa dal 16 giugno al 30 giugno la data entro la quale effettuare il versamento a saldo dell’Irpef e dell’Irap da parte delle persone fisiche e delle società o associazioni di cui all’articolo 5 Turi. Per i soggetti Ires, il versamento dell’imposta sul reddito e dell’Irap viene fatto slittare all’ultimo giorno del sesto mese successivo a quello di chiusura del periodo di imposta, modificando quindi il vigente termine finale del giorno 16 del sesto mese successivo. Tali modifiche decorrono dal 1° gennaio 2017. Per esigenze di coordinamento, vengono modificate le disposizioni relative ai termini di versamento Iva, allineandoli a quelli delle altre imposte. Eliminata la comunicazione degli acquisti senza addebito di Iva effettuati nella Repubblica di San Marino da parte degli operatori economici italiani, soggetti passivi. La disposizione di applica a decorrere dal 1° gennaio 2017. Niente più obbligo di indicazione nella dichiarazione degli immobili situati all’estero per i quali non siano intervenute variazioni nel corso del periodo d’imposta. Modifiche anche alla disciplina della cedolare secca sugli affitti. La mancata presentazione della comunicazione relativa alla proroga del contratto di locazione non comporta più la revoca dell’opzione esercitata in sede di registrazione, qualora il contribuente abbia mantenuto un comportamento coerente con la volontà di optare per il regime della cedolare secca, effettuando i relativi versamenti e dichiarando i relativi redditi nell’apposito quadro della dichiarazione dei redditi. Viene modificata anche la disciplina della sanzione prevista per la mancata presentazione delle comunicazioni in ordine ai contratti per cui è stata esercitata l’opzione: oltre al caso di mancata comunicazione della risoluzione del contratto di locazione, si prevede che siano comminate sanzioni anche per la mancata comunicazione della proroga, anche tacita, dei medesimi contratti. Infine, è elevata da 67 a 100 euro la misura di tale sanzione, ridotta a 50 euro se la comunicazione è presentata con ritardo non superiore a 30 giorni. Negli articoli del Tuir la locuzione “mancato rinnovo” viene sostituita con la parola “revoca”. In tal modo, le opzioni esercitabili per i diversi regimi si intendono tacitamente prorogate oltre il loro limite naturale, a meno che non intervenga l’espressa revoca da parte del soggetto interessato. Le disposizioni sul rinnovo tacito delle opzioni del Tuir (e le relative norme di coordinamento) si applicano a decorrere dal periodo d'imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2016. Prevista la remissione in bonis anche per le opzioni da comunicare con dichiarazione dei redditi: se l’adempimento non è eseguito tempestivamente, è comunque possibile accedere all’opzione, purché non sia iniziata un’attività di accertamento da parte dell’Amministrazione e in presenza di specifiche condizioni di legge (presenza dei requisiti di legge; comunicazione effettuata entro il termine della prima dichiarazione utile; pagamento della sanzione nella misura minima). Soppresso l’obbligo dell’F24 telematico per i pagamenti superiori a 1.000 euro. Elevato da 15mila a 30mila euro l’ammontare dei rimborsi Iva subordinati a prestazione di apposita garanzia da parte del beneficiario. Modificata la procedura per la chiusura delle partite Iva inattive. Un provvedimento dell’Agenzia delle entrate individuerà i criteri e le modalità di applicazione delle nuove norme. Eliminate, inoltre, le sanzioni previste per la mancata presentazione della dichiarazione di cessazione di attività a fini Iva. In tema di accettazione e modifica della dichiarazione precompilata, è posticipata dal 7 al 23 luglio la data di scadenza dell’invio telematico all’Agenzia delle entrate effettuato direttamente dal contribuente. Caf-dipendenti e professionisti abilitati potranno completare entro il 23 luglio le seguenti attività: comunicazione all’Agenzia delle entrate, in via telematica, del risultato finale delle dichiarazioni; consegna al contribuente di copia della dichiarazione dei redditi elaborata e del relativo prospetto di liquidazione; trasmissione telematica all’Agenzia delle entrate delle dichiarazioni predisposte. Tale facoltà è consentita a condizione che entro il 7 luglio abbiano effettuato la trasmissione di almeno l'80% delle dichiarazioni. In caso di infedeltà del visto sulle dichiarazioni elaborate dai Caf e dai professionisti, questi ultimi possono produrre una dichiarazione rettificativa o una comunicazione rettificata, anche dopo il termine del 10 novembre, sempre che l’infedeltà del visto non sia già stata contestata. Determinazione del reddito di lavoratori in trasferta e trasfertisti (articolo 7-quinquies) L’articolo introduce una norma di interpretazione autentica in materia di agevolazioni Irpef applicabili ai lavoratori trasfertisti. Si stabilisce che tali lavoratori possono accedere ai benefici fiscali previsti dalla legge (abbattimento al 50% del reddito imponibile percepito a titolo di indennità e premi), laddove siano soddisfatte contestualmente tre condizioni:  mancata indicazione, nel contratto o nella lettera di assunzione, della sede di lavoro  svolgimento di un’attività lavorativa che richiede la continua mobilità del dipendente  corresponsione al dipendente, in relazione allo svolgimento dell’attività lavorativa in luoghi sempre variabili e diversi, di un’indennità o maggiorazione di retribuzione in misura fissa, attribuite senza distinguere se il dipendente si è effettivamente recato in trasferta e dove la stessa si è svolta. Laddove tali condizioni non siano tutte contestualmente dimostrate, il beneficio non è applicabile, ma viene in ogni caso riconosciuto il trattamento previsto per le indennità di trasferta, le quali concorrono parzialmente alla formazione dell’imponibile Irpef nei limiti e alle condizioni previste dalle legge.

La performance delle piccole imprese, presentata con soddisfazione recentemente dalla Provincia di Taranto, "induce gli operatori e i rappresentanti del mondo economico del territorio ad alcune considerazioni". A sostenerlo è Carlo Martello, presidente di Confcooperative Taranto.

"Preliminarmente occorre dire - spiega Martello -       che essa rappresenta un segnale forte di coraggiosa presenza e di speranza del tessuto economico più rilevante, e forse politicamente più trascurato, del nostro territorio: la piccola impresa. Novantuno proposte, si badi bene corredate da relativi piani aziendali e quindi concrete, per dare nuova occupazione richiedono circa 4 milioni di euro ciascuna, complessivamente quindi 400 milioni di euro, dando un forte segnale di vitalità in un territorio alquanto appassito e demotivato. Tutto questo - fa presente il presidente di Confcooperative - grazie a un lavoro di animazione fatto dalla Provincia con encomiabile sobrietà istituzionale, senza sgomitare sugli organi di informazione e senza indulgere in sterili protagonismi individuali".

Martello ricorda, infatti, come anni addietro la presidenza Papalia della Camera di Commercio puntò sulle piccole imprese "mettendole al centro della propria azione istituzionale. Molto realisticamente venne abbandonata la strada del contratto d’area, che improbabilmente avrebbe dovuto fermare la disoccupazione nelle aree siderurgiche, e si dette vita ai Patti territoriali che invece miravano a creare nuova occupazione".

Secondo Martello, quindi, la scelta dell’agroindustria fu strategica "perché dette slancio alla valorizzazione delle produzioni vitivinicole tarantine di qualità che ancora adesso presentano un andamento favorevole: se oggi esistono pregevoli vini tarantini ovunque apprezzati, le ragioni vanno trovate anche in quelle scelte effettuate anni addietro dalla Camera di Commercio in sintonia e collaborazione con tutti gli attori del territorio. L’aspettativa, e in parte la necessità di grandi interventi, ci fanno adesso ovviamente pensare alle grandi imprese che però accontentano il territorio con un po’ di occupazione, portano via il valore aggiunto e, spesso, lasciano molti guai visibili e tanti, purtroppo, occulti".

Occorre rammentare che il nostro tessuto imprenditoriale è estremamente diversificato ed è necessario agevolarne il funzionamento, "senza trascurare il dato - aggiunge Martello - che oltre il 55% della nostra economia è costituito proprio dalle piccole imprese. Assistiamo a numerosissimi fermenti a sostegno dell’ambiente, della cultura, dell’agricoltura, del turismo, tutti suscettibili di valorizzazione economica che però, pur in presenza di sostegno dello Stato e della Regione, rischiano di rimanere voci nel deserto. Le piccole imprese che si sono raccordate alla Provincia ci dicono anche che sono pronte a fare la loro parte, muovendosi nella direzione opportuna".

Secondo il preidente di Confcooperative Taranto, "siamo orfani di un ruolo guida che invece di difendere lo stato di fatto ci aiuti a voltare pagina prendendo atto in modo pragmatico che un’epoca è finita e che tanti nuovi segnali vanno incoraggiati pena la loro dispersione e il naufragio della speranza di una nuova epoca per la nostra città. Manca, ed è necessario ritrovarla, - conclude Martello - una sinergia d’intenti e di azioni che tutti i riferimenti locali avrebbero il dovere di perseguire affinché queste piccole imprese possano trovare nel territorio le condizioni minime necessarie per svilupparsi e concorrere a creare ricchezza e occupazione".

 

 
 

VERTENZA NATUZZI, USB: ACCORDO DISCUTIBILE

 

Felice Dileo, Coordinamento USB-LP Natuzzi Spa, interviene sull'epilogo della vertenza Natuzzi SPA. "Vorrei rivolgere 7 domande a coloro che giudicano positivamente l'epilogo della vertenza Natuzzi SPA -afferma Dileo-. Innanzitutto, Scusandomi per lsolita irriverenza verso illustri esponenti politici e sindacali, ma apprendendo la soddisfazione con cui è stato accolto l’Accordo sottoscritto il 15 novembre scorso al MiSE in merito alla vertenza Natuzzi Spaviene subito spontanea una domanda. Ma coloro i quali giudicano positivamente l’intesa raggiunta, il testo dell’accordo lo hanno letto? In secondo luogo, Dal primo comma delle premesse emerge che in Natuzzi Spa ci sono 1918 lavoratori in Contratto di Solidarietà. Da qui verrebbe subito da chiedersi come è possibile che un’azienda ricorra al Contratto di Solidarietà e allo stesso tempo licenzi 355 dipendenti. Che solidarietà è quindi? Pertanto, i “positivisti” dell’Accordo si sono accorti che i soggetti che hanno sottoscritto il Verbale del 15 novembre 2016 sono gli stessi che il 5 marzo 2015 discriminarono volutamente questi 355 lavoratori, disponendo che non meritassero il Contratto di Solidarietà e fossero invece collocati in Cigs per cessazione attività? Se, viceversa, si fosse sottoscritto il Contratto di Solidarietà secondo i suoi fini e principi, i 355 licenziati adesso sarebbero in produzione in Natuzzi Spa. 3) Al punto a) delle premesse si legge che sarà costituita una New co. Qual è l’esigenza di costituire una New co per riaprire lo stabilimento di Ginosa. Per caso è vietato riaprire Ginosa come Natuzzi Spa? Vi siete chiesti che forse questo espediente serva ad attingere ai finanziamenti pubblici previsti per le nuove assunzioni(una bella somma di questi sono già impegnati dallo stesso Accordo) quando queste, di fatto, non sono nuove assunzioni?4) Successivamente al punto b) si specifica che la New co svolgerà attività di lavorazione e trasformazione del Poliuretano. Ma attualmente i divani che produce la Natuzzi Spa non sono privi di poliuretano, tutt’altro, la lavorazione e trasformazione del poliuretano è commissionata ad altre aziende dell’indotto. La domanda è allora vi è sorto il dubbio che probabilmente le 215 nuove assunzioni presso la New co provocherà 215 licenziamenti da parte delle imprese contoterziste di Natuzzi Spa?5) Adesso si arriva alla perla dell’Accordo Quadro del 15 novembre 2016. Alla lettera e) si concorda che le assunzioni avverranno entro il 31 dicembre 2016. Fino qua ci siamo, ma leggendo un po’ più attentamente si evince che per assumere entro tale data la New co necessita della Cassa integrazione in deroga, in quanto non è ancora pronto l’impianto produttivo. Dunque, perché si ha l’impellenza di assumere entro il 31 dicembre se la produzione non può essere avviata e si collocheranno i lavoratori dal primo giorno di assunzione in Cigd? Non sarebbe più logico procedere alle assunzioni quando l’impianto sarà attivabile? Non mi si venga a dire che è per garantire un sussidio ai lavoratori perché già ce l’hanno ed è l’indennità di mobilità, che copre tutti perlomeno sino a novembre 2017. Questa è però una domanda puramente retorica, giacché la risposta è contenuta al punto f) ove è scritto che potranno essere assunti dalla New co solo coloro che avranno risolto ogni contenzioso con Natuzzi Spa. In pratica si è disposto questo vero e proprio pastrocchio per costringere le diverse centinaia di maestranze che avevano contenziosi legali con Natuzzi Spa a ritirarle prima che si giunga a sentenza.6) I “positivisti” dell’accordo sanno che il livello d’inquadramento con cui saranno assunti i lavoratori è l’AE1, ossia il meno retributivo del CCNL Legno Industria, annullando così in un sol colpo tutti gli avanzamenti professionali che negli anni si sono guadagnati in Natuzzi Spa?7) In ultimo una domanda che deriva dai 6 interrogativi aperti sopra. I “positivisti” si sono chiesti se non sia un chiaro sovvertimento del fenomeno causa-effetto? Mi spiego meglio, è peregrino credere che probabilmente non si tratta di aver fatto un cattivo accordo per salvare 215 posti di lavoro, ma è più verosimile che si è volutamente licenziato (perché il Contratto di Solidarietà non ha coinvolto tutti i dipendenti Natuzzi Spa è ancora un autentico mistero) per poi sfruttare tutti i vantaggi derivanti dalla successiva riassunzione dei licenziati?"

 

Per l’Unione Sindacale di Base, ovviamente, la vertenza Natuzzi Spa non è ancora chiusa e continuerà a lottare affinché si adotti l’unica soluzione possibile per tutelare i lavoratori licenziati, senza recare danni ad altri lavoratori non ancora licenziati. Ossia: il reintegro dei lavoratori espulsi in Natuzzi Spa, attraverso l’estensione del Contratto di Solidarietà a tutti i dipendenti, dato che le vigenti disposizioni di Legge in materia lo consentono. Poi l’USB è disposta a valutare tutte le possibili soluzioni per il rilancio della produzione in Natuzzi Spa. "Nella consapevolezza che non si è mai creato neanche un posto di lavoro reale con gli stratagemmi dei finanziamenti statali a pioggia o altre furberie del genere - prosegue Dileo-. Dispiace constatare che una volta questi espedienti erano i Governi democristiani a farne largo uso, adesso invece sono fatti propri dalle Giunte della Sinistra gattopardesca del tutto deve cambiare per far restare tutto com’era e a quanto pare sono spalleggiati anche dalle Amministrazioni comunali rivoluzionar-grilline. In ultimo, faccio un appello a tutti i mass media, affinché assicurino agli utenti una corretta informazione, in modo che possano apprendere, anchele ragioni di chi esprime un giudizio fermamente negativo del Verbale di accordo quadro del 15 novembre 2016, riguardante la vertenza Natuzzi Spa". 

 

 

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