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Giovedì, 19 Maggio 2022 09:11

LA MANIFESTAZIONE/ Gli organizzatori “Taranto rivendica dignità, attendiamo giustizia anche dalla Corte d’Assise” In evidenza

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Dopo le ultime sentenze della Corte Europea dei diritti dell’uomo che, a fronte di ricorsi presentati da cittadini di Taranto, ha condannato lo Stato italiano per non aver tutelato la loro salute dall’inquinamento dell’Ilva; e dopo il no della Procura di Taranto al dissequestro degli impianti del siderurgico perché ritenuti ancora pericolosi, il Comitato cittadino Salute e Ambiente di Taranto, che raggruppa sette tra associazioni e movimenti, ha promosso una manifestazione per domenica prossima, alle 17, nel centro della città. Ieri, la presentazione dell’iniziativa. “Ci aspettiamo giustizia”, dice Massimo Castellana, di Genitori Tarantini, una delle associazioni impegnate, circa l’attesa del verdetto della Corte d’Assise di Taranto che prossimamente dovrà decidere in merito al dissequestro perché quello della Procura, seppur negativo, è stato solo un parere trasmesso alla Corte. 

 

“L’obiettivo principale per noi è ridare dignità al territorio tarantino messo così a nudo dalla Organizzazione delle Nazioni Unite che di ha definito 'zona di sacrificio'. Una cosa inaccettabile in una Repubblica democratica come quella italiana”, aggiunge.  “La nostra manifestazione, oltre a parlare dei danni sanitari, dei danni all’ambiente e degli ultimi avvenimenti che hanno visto la Procura di Taranto negare il dissequestro dell’ex Ilva, si concentrerà su quelli che potranno essere gli sviluppi di questo territorio con le attività secolari che ne rispettino la compatibilità” , sottolinea Castellana. “Voglio chiarire che tra le attività secolari e compatibili col territorio non c’è sicuramente l’acciaieria, che nega il diritto alla salute, a un ambiente salubre e alla sicurezza. Parliamo invece di posti di lavoro puliti”, conclude. Alessandro Marescotti, di Peacelink, spiega che “Confindustria Taranto ci invidia il consenso che abbiamo dal mondo della cultura, dello spettacolo e dell’arte. È preoccupata del fatto che la nostra posizione è largamente condivisa nell’opinione pubblica”. “Il discorso di Confindustria Taranto - dice ancora - dovrebbe essere corroborato da danni sanitari. Se Taranto è tornata ad essere una città normale, dovremmo avere delle certificazioni autorevoli. Purtroppo per noi, e questo smentisce Confindustria Taranto, le posizioni espresse dall’Onu e dall’Oms dicono il contrario”. 

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Giornalista1

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