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Giornale di Taranto - TRAGEDIA A TARANTO/ Incidente mortale al Porto, lavoratore rimane schiacciato da un telaio di ferro
Martedì, 22 Marzo 2022 10:01

TRAGEDIA A TARANTO/ Incidente mortale al Porto, lavoratore rimane schiacciato da un telaio di ferro In evidenza

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 Incidente mortale, questa mattina, al porto di Taranto. Vittima Massimo De Vita, ex dipendente della società Taranto Container Terminal, di circa 40 anni. Il lavoratore, addetto alla movimentazione delle pale eoliche, è rimasto schiacciato nella parte pubblica del quarto sporgente, lato ponente. Secondo una prima ricostruzione si è ribaltato il telaio di ferro che contiene le pale eoliche e l’uomo é rimasto schiacciato. De Vita era stato assegnato dall’Agenzia per il lavoro portuale dalla società Tct che ha lasciato  da anni il terminal container di Taranto, alla compagnia portuale nell’ambito degli interventi per la rioccupazione del personale portuale. Sul posto sono in questo momento forze di polizia e Autorità portuale di Taranto . 

“Siamo di fronte ad un’ennesima tragedia sul lavoro nel porto di Taranto. La sicurezza sul lavoro diventa sempre più una priorità ed una emergenza da affrontare” dichiarano i segretari Cgil, Cisl e Uil di categoria, Di Ponzio, Fiorino e Sasso che annunciano che alle 12 di oggi suoneranno  le sirene delle navi in porto. Le sigle sindacali stanno valutando altre iniziative da assumere. Intanto, in  relazione all’incidente, Acciaierie d’Italia, ex Ilva, con una nota precisa che “di non avere alcun coinvolgimento nelle operazioni che hanno condotto a tale incidente, né direttamente né tramite attività svolte da appaltatori per conto di Acciaierie d’Italia”. La società  “comunica inoltre di non avere in gestione lo sporgente numero 4 Lato Ponente del porto di Taranto”.

 

   Infine il movimento “Una città per cambiare” afferma che “é intollerabile che nel 2022 si muoia ancora a causa del lavoro, Taranto piange l'ennesimo morto. È l'ennesima tragedia che colpisce la città”. La vittima aveva due figli, era iscritto al sindacato Filt Cgil e da circa due anni lavorava alla compagnia portuale Neptunia, Massimo De Vita. La compagnia operava per conto di una commessa Peyrani, altra azienda del porto. “La nave - spiega ad AGI Carmelo Sasso della Uil trasporti - aveva a bordo un carico di pale eoliche danneggiate che per prima sono state sbarcate in banchina. Si stavano movimentando successivamente i telai in ferro, che contengono le pale eoliche, quando uno di questi, nelle operazioni di sbarco, si è sganciato colpendo il lavoratore della Neptunia”. De Vita, prima di passare alla Neptunia, aveva lavorato con la società terminalista Taranto Container Terminal che ha lasciato Taranto dal 2015 (gestiva in concessione il molo polisettoriale). L’Agenzia per il lavoro portuale aveva quindi ricollocato lavorativamente De Vita nella compagnia Neptunia. Sul posto si trovano ancora Guardia Costiera, Guardia di Finanza, Polmare e Autorità portuale di Taranto. “Quell’area del quarto sporgente - conclude Sasso - appartiene alla gestione pubblica del porto ed è usato per la movimentazione e il trasporto”.

    “Massimo De Vita non c’è più ma c’è una storia, la sua, e quella di Natalino Albano, morto quasi un anno fa a 300 metri dalla tragedia di oggi, e che non vogliamo più declinare al passato. Archiviarla tra le cose accadute e dimenticate”, dichiara Paolo Peluso, segretario Cgil Taranto. Massimo De Vita, “operaio esperto anche per la sua decennale esperienza all’interno dell’ex Taranto Container Terminal, aveva appena iniziato il suo turno di lavoro” dice la Cgil. E a proposito dei castelletti in ferro, telai, che sorreggono nel trasporto le pale eoliche, la Cgil afferma che “non si comprende ancora come uno di questi manufatti in acciaio sia caduto proprio sul corpo di De Vita”. L’operaio è infatti morto sul colpo visto anche il peso del telaio. La Filt Cgil, il sindacato al quale era iscritto De Vita, afferma che oggi nel porto di Taranto “suoneremo nuovamente quelle tragiche sirene e speriamo che questa volta riescano a ridestare le coscienze di tutti”.